Titolo originale L'inconnu du lac.
Poliziesco,
durata 97 min.
- Francia 2013.
- Teodora Film
uscita giovedì 26settembre 2013.
- VM 18 -
MYMONETROLo sconosciuto del lago
valutazione media:
2,99
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Non v’è dubbio che una delle ragioni principali per cui “Lo sconosciuto del lago” di Alain Guiraudie ha fatto parlare di sè, alla mostra del cinema di Cannes come presso il pubblico francese, sono le numerose scene di nudo maschile, che ad oggi sono ancora un tabù per il grande cinema, e non solo. Se a questo aggiungiamo che, durante la visione, si può assistere ad alcuni rapporti completi fra uomini, è facile comprendere come la pellicola abbia suscitato presso l’opinione pubblica transalpina reazioni forti e contrastanti, ed un ampio dibattito.
In realtà questo film dovrebbe richiamare l’attenzione su di sè per alcuni meriti particolari, che lo rendono una proiezione non convenzionale nel panorama cinematografico contemporaneo.
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Non v’è dubbio che una delle ragioni principali per cui “Lo sconosciuto del lago” di Alain Guiraudie ha fatto parlare di sè, alla mostra del cinema di Cannes come presso il pubblico francese, sono le numerose scene di nudo maschile, che ad oggi sono ancora un tabù per il grande cinema, e non solo. Se a questo aggiungiamo che, durante la visione, si può assistere ad alcuni rapporti completi fra uomini, è facile comprendere come la pellicola abbia suscitato presso l’opinione pubblica transalpina reazioni forti e contrastanti, ed un ampio dibattito.
In realtà questo film dovrebbe richiamare l’attenzione su di sè per alcuni meriti particolari, che lo rendono una proiezione non convenzionale nel panorama cinematografico contemporaneo. Il regista, nel corso della narrazione, riesce infatti a seguire almeno due filoni interpretativi e descrittivi in maniera intelligente e mai banale, ed è facile immaginare che sia questa la ragione che ha spinto la giuria a conferire al film due premi di un certo rilievo.
Per prima cosa Guiraudie fa riscoprire allo spettatore il piacere di potersi fondere con un ambiente naturale incontaminato (un lago nel centro della Francia, circondato dalla vegetazione) ove egli decide di ambientare l’intera pellicola (non v’è neanche una scena girata altrove). Tramite un attento uso del sonoro (sciabordìo dell’acqua durante le nuotate mattutine, fronde degli alberi mosse dal vento serale), ed una cura notevole nell’uso della luce (anche, e non facile, nelle scene in notturna) il regista permette allo spettatore di conoscere appieno il luogo, facendoglielo “vivere” come se fosse uno dei protagonisti, ed aiutandolo così a comprendere la sensazione di straniamento che attanaglia i frequentatori del lago che diventano, arrivati là, “altro da sè”, spogliati della propria identità sociale oltre che dei vestiti. Questa non facile rappresentazione, che ha in sè sia dell’arcadico che dei richiami ad alcune pellicole del primo Antonioni, appare in buona parte riuscita, e motiva anche essa sola la visione del film.
In secondo luogo appare interessante la sottile analisi dell’intreccio psicologico che avvicina e lega il protagonista, Franck, al rassicurante Henri, immagine del buon francese di provincia, uomo semplice ma intelligente, intrepretazione perfettamente resa da Patrick d'Assumçao. Un rapporto luminoso che va costruendosi pian piano grazie ad un pudore speciale di parole e sentimenti, in un luogo impudico per definizione. Non è un caso che tale rapporto venga visto svilupparsi senza fare alcun riferimento al nudo o alla sessualità esibita, in un posto dove invece si va alla ricerca di fugaci incontri sessuali, e dove tali elementi descrittivi abbondano.
E’ da segnalare l’originalità poi con cui il regista affronta il tema della solitudine, attraverso la descrizione progressiva dello sviuppo di un rapporto sempre più morboso e pericoloso fra il protagonista Franck ed il suo amante Mike. Solitudine che si intreccia con un’indifferenza generalizzata da parte dell’intera comunità lacustre nei confronti della vicenda dell’assassinio, pur essendo presente presente in essa un forte elemento di rischio, come efficacemente ricordato dall’ispettore di polizia a Franck in una delle scene finali del film.
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La parte migliore del film risulta essere la regia, onesta e pulita, il montaggio, il suono in presa diretta che in questo caso rende piu reali le sequenze a discapito della poca pulizia di sottofondo ed i dialoghi semplici ma verosimilmente adeguati ad una storia che agli occhi di tanti apparirà una banale messa scena dell'esperienza fatta una o piu volte nei luoghi del cruising all'aperto, mentre a quella di tutto il resto della popolazione arriverà come un racconto di fantasia ed inquietudine, ai margini del surreale.
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La parte migliore del film risulta essere la regia, onesta e pulita, il montaggio, il suono in presa diretta che in questo caso rende piu reali le sequenze a discapito della poca pulizia di sottofondo ed i dialoghi semplici ma verosimilmente adeguati ad una storia che agli occhi di tanti apparirà una banale messa scena dell'esperienza fatta una o piu volte nei luoghi del cruising all'aperto, mentre a quella di tutto il resto della popolazione arriverà come un racconto di fantasia ed inquietudine, ai margini del surreale. E' questo il punto forte del film, raccontare in maniera scarna e veritiera ( serial killer a parte) ciò che ai conoscitori di certi luoghi è ovvio ma resta ignoto alla maggioranza degli altri e per questo interessante come tematica, perchè come e quanto il carrozzone dei gaypride, le stiliste della moda e i VIPs da coming out, fa anche esso parte integrante del mondo gay maschile, e forse ne è uno degli aspetti piu sinceri. Il luogo di incontro di sesso promiscuo come il regista francese ce lo ha raccontato è sembrato centrato per due terzi del film; storie di persone comuni che si incontrano per consumare rapporti occasionali di sesso sulle rive di un lago, dove l'adiacente bosco fa da palcoscenico ad incontri, rapporti interpersonali con le loro dinamiche ed azioni di sesso (andavano evitati gli organismi e certi primi piani che appaiano non necessari e lo assimilano ad un porno degli anni '70), poi il film degenera in scene di omicidi splatter e azioni poco credibili per come sono narrate, il resto del film perde di verità e scende di livello. Colpa della brutta sceneggiatura, la cosa peggiore del film. La costruzione dei personaggi è notevole, piano piano, con un ritmo lento ma non noioso, le sequenze ripetitive a sottolineare la ritualità delle azioni che avvengono nei luoghi di battuage, entra nel profondo di alcuni personaggi chiave nella storia, ed i clichés iniziali lasciano il posto ad intimità ed individualità, uomini "diversi" ma uguali agli "uguali" quanto a desideri, paure, contraddizioni e sentimenti. Il gay disinibito, l'etero problematico, il sessuomane ed il nevrotico, il bello del posto ect...chi vuole farsi gli affari suoi appartato, chi vuole essere guardato, chi vuole guardare e chi vuole un dopo rapporto sessuale, il film mostra delle realtà. Non mancano i giudizi moralistici voluti od occorsi. Interessante è il confronto con chi guarda dall'altra parte della siepe, l'occhio del mondo eterosessuale. Un ispettore dal fisico buffo indaga sull'omicidio avvenuto nel lago, si avvicina ai frequentatori del luogo, fa domande, anche personali, intime ma non è mai violento (diversamente da certi veri poliziotti colmi di problematiche), non giudica se non per capire, e lascia che le cose succedano perchè non è interessato a snaturarle anche se si tratta di cose che non capisce, perchè fuori dal suo consueto. Come ha ricordarci che Ionesco aveva ragione, l'ispettore con le sue domande ci fornisce alcune risposte, se non altro al perchè il mondo gay non è comprensibile agli eterosessuali e gli appare minaccioso. "Com'è possibile che due uomini che passano ore piacevoli assieme , divertendosi, facendo bene sesso non abbiamo voglia di approfondire la conoscenza del partner e non desiderino rivederlo?" Finale sospeso, una buona idea, da mettere in pratica prima e lasciare in sospensione lo spettatore prima che venissero aperti gole e ventri. non lo rivedrei, ma sono contento di averlo visto.
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Se amate rimembrare il cinema francese, quello che faceva la differenza, questo film è un modo come un altro per tuffarsi all'indietro alla ricerca della monotonia godardiana o dell'ansia impalpabile ma terribile, della provincia francese descritta da Chabrol. Piano sequenza dopo piano sequenza, il lago , vero protagonista della vicenda assorbe gradualmente tutta la luce (ottima) dal mattino alla sera di ogni giorno. I personaggi figuranti di un tableau vivant, fanno da contorno alla più scontata delle storie, quella di Eros e Thanatos; tanto più se siamo all'interno dell'angoscia omosessuale. Frank, gay costretto a rapide contorsioni sessuali per trovare l'amore, incontra Michel, autentica faccia da stronzo che dalla prima inquadratura ci rivela il finale con il suo sguardo senza pietà.
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Se amate rimembrare il cinema francese, quello che faceva la differenza, questo film è un modo come un altro per tuffarsi all'indietro alla ricerca della monotonia godardiana o dell'ansia impalpabile ma terribile, della provincia francese descritta da Chabrol. Piano sequenza dopo piano sequenza, il lago , vero protagonista della vicenda assorbe gradualmente tutta la luce (ottima) dal mattino alla sera di ogni giorno. I personaggi figuranti di un tableau vivant, fanno da contorno alla più scontata delle storie, quella di Eros e Thanatos; tanto più se siamo all'interno dell'angoscia omosessuale. Frank, gay costretto a rapide contorsioni sessuali per trovare l'amore, incontra Michel, autentica faccia da stronzo che dalla prima inquadratura ci rivela il finale con il suo sguardo senza pietà. Il regista mima Godard, pensa a Rivette, evoca Chabrol: la critica francese naturalmente lo osanna (autocelebrandosi come fanno con i loro formaggi e i loro vini d'altra parte) auspicandosi di aver trovato il nuovo padre della Nouvelle Vague, che però era nouvelle 50 anni fa! Di nuovo aggiunge solo le scene hard, fredde e aggressive, come a dire che l'amour gay si può consumare solo tra un cespuglio e un altro e non c'è speranza a chi aspira a qualcosa di più. Sullo sfondo un incurabile monotonia di uomini soli e guardinghi, dell'unico etero disperato che finirà per uccidersi , e il protagonista che seppur braccato dal persecutore, lo chiama come un'eroina greca rassegnata, incurante di finire ammazzato a sua volta. Possibile che quando si fa un film sull'amore gay si finisca sempre per proporre delle commediole farsesche zeppe di luoghi comuni oppure si cada in tentazione tragiche? perche non si può raccontare un dramma o una commedia priva di moniti o squittii da avanspettacolo? Boh!
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Film thriller in cui vengono raccontati gli incontri occasionali che avvengono tra i vari frequentatori gay di una spiaggia ai bordi di un lago in Francia. Il protagonista principale è il giovane Franck che si invaghisce dell'affascinante, più o meno suo coetaneo, di nome Mike, assai misterioso e poco propenso ai legami stabili. Nel corso delle giornate trascorse al lago Frank avrà modo di fare la conoscenza anche di altre persone più o meno interessanti e di assistere involontariamente, una notte, all'affogamento del proprio amante da parte del fascinoso Mike. Rinvenuto dopo giorni il cadavere il luogo diverrà ovviamente area di indagine per la polizia facendo così venir meno ai suoi frequentatori la privacy e la tranquillità.
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Film thriller in cui vengono raccontati gli incontri occasionali che avvengono tra i vari frequentatori gay di una spiaggia ai bordi di un lago in Francia. Il protagonista principale è il giovane Franck che si invaghisce dell'affascinante, più o meno suo coetaneo, di nome Mike, assai misterioso e poco propenso ai legami stabili. Nel corso delle giornate trascorse al lago Frank avrà modo di fare la conoscenza anche di altre persone più o meno interessanti e di assistere involontariamente, una notte, all'affogamento del proprio amante da parte del fascinoso Mike. Rinvenuto dopo giorni il cadavere il luogo diverrà ovviamente area di indagine per la polizia facendo così venir meno ai suoi frequentatori la privacy e la tranquillità. Tutto ciò, sommato anche ad altre motivazioni, comincia ad influire negativamente pure sul rapporto tra Frank e Mike sino ad un repentino e tragico epilogo. Questa pellicola, vincitrice del premio come miglior regia nel corso dell'ultimo Festival di Cannes nella sezione "Un certain régard", ha suscitato parecchie polemiche per il modo esplicito con cui il regista Alin Guiraudie rappresenta le scene degli incontri sessuali dei vari protagonisti, senza falsi pudori o commenti di alcuna sorta. Effettivamente il film è da ritenersi spinto e diretto ma mai rasentante lo squallore dei films porno in quanto qui tutto fa parte ed è ben calato nel contesto che il regista presenta. Pertanto, sebbene forti e, appunto esplicite, tali scene non disturbano, a mio parere, più di tanto lo spettatore perchè sono perfettamente integranti al film e soprattutto quanto mai esplicative di un certo ambiente e di certe dinamiche su cui tutta la vicenda si basa e si snoda. Penso, che senza di esse il film risulterebbe "piatto" perchè quello che il regista vuole esporre, senza esprimere appositamente alcun giudizio, è solo un certo tipo di rapporti, in una comunità di persone gay e per lo più sole, dove la componente del mistero, del fascinoso nonchè, a volte, del pericolo possono essere all'ordine del giorno. Nella realtà, forse, non si arriva agli estremi della vicenda qui raccontata, ma sicuramente molto di ciò capita e potrebbe capitare realmente. Comunque, al di là del moralismo, il film è senza alcun dubbio elegantemente ben girato e ben meritato dunque è il premio conferitogli: il regista riesce infatti a calibrare le scene, i dialoghi ed a creare un' atmosfera crepuscolare e di suspense in generale da tenere l' attenzione dello spettatore sempre viva e partecipe alla vicenda. Il mistero cresce via via che la storia si snoda, il bosco e la spiaggia sul lago diventano essi stessi protagonisti o, per lo meno, presenza importante in tutta l'opera e nessuno risulta essere di troppo. Da sconsigliare vivamente ai moralisti o falsi moralisti e da segnalare invece a chi vuole assistere ad un originale e quasi inusuale modo di fare cinema.
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un uomo si reca quasi giornalmente in un lago di montagna francese (ne seguiamo, per scelta del regista, il quotidiano arrivo e parcheggio)
conosce altri uomini che come lui cercano compagnia per due chiacchiere (come l'unico etero che apprezza le bellezze lacustri) o per qualcosa di più
in un contesto del genere tutti imparano a conoscere tutti (credo succeda la stessa cosa in un qualsiasi sito di "battuage", come viene chiamato in Italia)
tra i tanti si innamora di un uomo baffuto e prestante che come lui adora nuotare fino al centro del lago
una scoperta inaspettata però gli farà conoscere il suo lato oscuro
il film è eloquente soprattutto nelle immagini che senza alcun filtro raccontano gli incontri fortuiti e la natura che li ospita
non c'è alcuna traccia di musica.
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un uomo si reca quasi giornalmente in un lago di montagna francese (ne seguiamo, per scelta del regista, il quotidiano arrivo e parcheggio)
conosce altri uomini che come lui cercano compagnia per due chiacchiere (come l'unico etero che apprezza le bellezze lacustri) o per qualcosa di più
in un contesto del genere tutti imparano a conoscere tutti (credo succeda la stessa cosa in un qualsiasi sito di "battuage", come viene chiamato in Italia)
tra i tanti si innamora di un uomo baffuto e prestante che come lui adora nuotare fino al centro del lago
una scoperta inaspettata però gli farà conoscere il suo lato oscuro
il film è eloquente soprattutto nelle immagini che senza alcun filtro raccontano gli incontri fortuiti e la natura che li ospita
non c'è alcuna traccia di musica...a sottolineare anche gli eventi più drammatici basta il vento che muove le fronde
le immagini, anche quelle più esplicite, servono a sottolineare la naturalezza con cui i diversi personaggi compiono le loro azioni, siano esse omicidi o amplessi selvaggi
in alcuni tratti divertente (soprattutto nelle scene con il "masturbatore seriale"), eccessivamente realista in altri
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Lo sconosciuto del lago di Alain Guiraudie
Una vicenda sospesa tra erotismo sfrenato e giallo, con venature splatter, narra di un luogo situato nella Provenza, nel quale si svolgono incontri omosessuali solo maschili. Nel cast non figura neanche una donna. I personaggi si aggirano tra una risicata spiaggia sassosa e un bosco retrostante come figure di un girone dantesco. Si guardano, si accordano, si lanciano in incontri di sesso. Qualcuno vuole sempre nuove esperienze e nuove persone delle quali non interessa neanche conoscere il nome, come Michel (Christophe Paou); altri cercano qualcuno con il quale condividere anche un po’ di vita insieme, come Franck (Pierre De Ladonchamps). Quest’ultimo parla di frequente, apparentemente senza secondi fini, con un signore attempato, Henri (Patrick D’Assunçao), che è stato sposato, ma ha anche avuto una storia omosessuale.
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Lo sconosciuto del lago di Alain Guiraudie
Una vicenda sospesa tra erotismo sfrenato e giallo, con venature splatter, narra di un luogo situato nella Provenza, nel quale si svolgono incontri omosessuali solo maschili. Nel cast non figura neanche una donna. I personaggi si aggirano tra una risicata spiaggia sassosa e un bosco retrostante come figure di un girone dantesco. Si guardano, si accordano, si lanciano in incontri di sesso. Qualcuno vuole sempre nuove esperienze e nuove persone delle quali non interessa neanche conoscere il nome, come Michel (Christophe Paou); altri cercano qualcuno con il quale condividere anche un po’ di vita insieme, come Franck (Pierre De Ladonchamps). Quest’ultimo parla di frequente, apparentemente senza secondi fini, con un signore attempato, Henri (Patrick D’Assunçao), che è stato sposato, ma ha anche avuto una storia omosessuale. Henri si piazza ai margini di quel mondo che lo attrae, ma che riconosce come non suo. L’incontro tra Franck e Michel, che rifugge dai legami ma è impegnato in una storia con un amante geloso, origina l’esplosione, che porta al delitto. Lo sconosciuto del lago è un personaggio, è vero; ma forse il regista adombra che lo sconosciuto è anche quello che si agita nel profondo delle persone.
La parola “gay” è un termine poco appropriato per il mondo qui descritto. Non c’è nessuna gaiezza nei personaggi: l’Eros appare fortemente legato a Thanatos. Il solo sesso non può generare vita, o meglio ne genera una che porta distruzione o autodistruzione.
Si rimane con la sensazione di una umanità incompleta e con l’amaro di una grande tristezza. In questo senso sono perfettamente funzionali i ripetuti piani-sequenza degli arrivi delle auto nel parcheggio del bosco. Veri personaggi di metallo, freddi, che restano immobili per ore in attesa che i loro padroni abbiano trascorso una giornata stordita e spesso insoddisfacente. Meno funzionali, a mio avviso, in quanto ridondanti, le ripetute scene di sesso esplicito, da hard core. In esse sembra di cogliere un compiacimento voyeristico; una descrizione meno dettagliata credo che avrebbe giovato all’intera vicenda. E questo è il vero limite del film.
La recitazione è puntuale e credibile, i dialoghi stringati. Ma rimangono i dubbi sulla qualità del film.
Valutazione ** 1/2
FabioFeli
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Franck, fruttivendolo disoccupato, frequenta d'estate i dintorni di un lago circondato da una fitta boscaglia e luogo di ritrovo per una nutrita comunità gay dedita al nuoto ed agli incontri occasionali. Qui fa la conoscenza tanto del solitario e taciturno Henri, spaccalegna bisessuale con una relazione etero da poco interrotta (naufragata), quanto dell'aitante e tenebroso Michel, già legato ad un altro ragazzo. Amico di Henri ma attratto da Michel, Franck inizia con quest'ultimo una relazione passionale e travolgente. Quando però l'ex compagno di Michel viene trovato annegato i sospetti della polizia si indirizzano subito verso quest'ultimo di cui tanto Henri che Franck iniziano a diffidare.
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Franck, fruttivendolo disoccupato, frequenta d'estate i dintorni di un lago circondato da una fitta boscaglia e luogo di ritrovo per una nutrita comunità gay dedita al nuoto ed agli incontri occasionali. Qui fa la conoscenza tanto del solitario e taciturno Henri, spaccalegna bisessuale con una relazione etero da poco interrotta (naufragata), quanto dell'aitante e tenebroso Michel, già legato ad un altro ragazzo. Amico di Henri ma attratto da Michel, Franck inizia con quest'ultimo una relazione passionale e travolgente. Quando però l'ex compagno di Michel viene trovato annegato i sospetti della polizia si indirizzano subito verso quest'ultimo di cui tanto Henri che Franck iniziano a diffidare. Finale tragico.
Giocato sull'occhio indiscreto di una camera prevalentemente fissa che scruta con letargica indolenza il microcosmo di squallore e di passioni che agitano i frequentatori di un ritrovo per 'cuori solitari' in cerca di tenere effusioni virili, l'incursione di Guiraudie in un dramma dei sentimenti virato verso le torbide acque del thriller lacustre sceglie con studiata sensibilità gli elementi di una scenografia naturalistica (il bosco, il lago, le fratte) quale muti testimoni di una deriva umana in cui i codici di comportamento riflettono specularmente quelli di un mondo esterno in cui passioni e fragilità sono non meno ferali e letali ed in cui, sotto una superfice di apparenti quiescenze, si nascondono le insidie di una impenetrabile insondabilità emotiva. Le ragioni striscianti di una latente ostilità, sembrano guizzare come i fantomatici pesci-gatto del lago, dall'apparente monotonia di una consuetudine vacanziera per soli uomini,laddove l'occasionale consolidarsi delle passioni e delle relazioni stabilisce i confini di libertà individuali che possono facilmente essere violate (chi si masturba dietro le fratte?) e dove l'elemento del crimine scaturisca dall'insofferenza di una personalità narcisistica ed egocentrica assillata dalla smania di possesso di una scomoda passionalità (un ragazzo troppo geloso?). Giraudie costruisce quindi un meccanismo in cui alla virulenta ferinità di copulazioni maschili fa da contraltare l'apparente indolenza di una placida trama di relazioni umane da cui far emergere il sospetto di ciò che si nasconde sotto la sua superficie, senza per questo mostrarlo apertamente se non nel precipitare, fulmineo e sanguinario, di un finale in cui paura e desiderio, follia e lucidità, attrazione e repulsione diventino la chiave di un agire casuale e contraddittorio ed emerga, nel chiaroscuro di un crepuscolo della ragione, la flebile sagoma di un amante smarrito di fronte alla propria impotenza. Al di là della presunta provocatorietà delle scene di sesso (esplicite oltre un obsoleto concetto di pornografia e per questo puramente naturalistiche) perfettamente funzionali all'ambientazione, è nel funzionamento del meccanismo della suspence che si gioca la riuscita di questo film. Queer Palm e Premio per la regia Un Certain Regard a Alain Guiraudie al Festival di Cannes 2013.
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Nel film ci sono tre omicidi ma non è del genere poliziesco, sappiamo tutto, vediamo tutto e non della ricerca del colpevole si tratta. Si tratta dell’omosessualità maschile e il regista è apertissimo sul tema, la mostra diffusamente e con le dinamiche dei rapporti interpersonali, molto semplici in fondo, la ricerca del sesso. I sentimenti paiono non entrarci troppo, salvo la pretestuosa gelosia che si vede in un caso. Il set è un luogo di appuntamenti, una spiaggetta sassosa in riva a un lago, il bosco circostante e il parcheggio dove i frequentatori fermano le auto, ne scendono e cercano in spiaggia con chi accoppiarsi, gli sguardi di ognuno sono volti a cercarne un altro che dia segno d’intesa: tutto molto semplice e diretto, scarse implicazioni sentimentali, si “rimorchia”.
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Nel film ci sono tre omicidi ma non è del genere poliziesco, sappiamo tutto, vediamo tutto e non della ricerca del colpevole si tratta. Si tratta dell’omosessualità maschile e il regista è apertissimo sul tema, la mostra diffusamente e con le dinamiche dei rapporti interpersonali, molto semplici in fondo, la ricerca del sesso. I sentimenti paiono non entrarci troppo, salvo la pretestuosa gelosia che si vede in un caso. Il set è un luogo di appuntamenti, una spiaggetta sassosa in riva a un lago, il bosco circostante e il parcheggio dove i frequentatori fermano le auto, ne scendono e cercano in spiaggia con chi accoppiarsi, gli sguardi di ognuno sono volti a cercarne un altro che dia segno d’intesa: tutto molto semplice e diretto, scarse implicazioni sentimentali, si “rimorchia”. Il film fa pensare in effetti alla differenza degli approcci tra uomo e donna e quelli tra persone dello stesso sesso: nei primi si cerca spesso, almeno all’inizio, un’intesa cerebrale, il corteggiamento, l’espressione e il racconto di sé, nei secondi sembra tutto finalizzato alla ricerca immediata del piacere. Il bosco è lì per questo.
L’unico sentimento vero è quello di uno dei tre maggiori protagonisti, Henri, circa 50enne, se ne stà appartato ed è preda di una profonda solitudine (“Sono solo perché nessuno mi parla”), non cerca rapporti omosessuali quanto piuttosto un’amicizia perché il tempo sembra non passargli, non ha nemmeno un lavoro. A lui si avvicina Franck, un nuovo frequentatore del lago, circa 30enne, l’unica amicizia vera. Questo però è attratto fisicamente da Michel, affascinante e atletico, misterioso (è lui “l’inconnu du lac”), a cui piace starsene – fuori da quel contesto – per i fatti suoi, non andare a dormire da Franck. “Star soli per il piacere di rivedersi”, dice. Potrebbe dirsi l’attrazione di Franck per il male, perché ha visto il male di cui Michel è capace.
Le riprese sono accompagnate dallo stormire degli alberi e dal rumore lieve dell’acqua, si soffermano sui magnifici disegni dell’acqua increspata e il vento a volte sembra minacciare una tempesta che si addensa negli animi. La fotografia è molto apprezzabile e le recitazioni molto ben condotte, da costruire rapporti discreti e un ambiente non troppo sboccato. Il regista mostra un coraggio non comune nel parlare così diffusamente dell’omosessualità maschile, con dovizia d’immagini anche troppo dirette, che possono risultare non graditissime se non si hanno quei gusti. [-]
Saggio impressionante sull'amore occasionale,la conoscenza con l'estraneo e la contraddizione del desiderio(non importa se omosessuale).Il sesso è mostrato senza eufemismi:gli attori(perfetti)sono spesso nudi e non mancano dettagli hard(una masturbazione con eiaculazione,una fellatio)ma il regista filma il tutto con lievissima semplicità e naturalezza diretta al pari delle scene normali.Pertanto,qualsiasi polemica di scandalo o compiacimento è fuori luogo.Se nella prima parte sembra di assistere a una love story gay,nella seconda la svolta thriller avviene nel modo più inaspettato e secco(sebbene si sappia fin da subito chi è l'assassino).Per chiudersi con una dissolvenza in nero su un finale aperto e inquietante,dove il protagonista sembra aver accettato passivamente il proprio tragico destino.
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Saggio impressionante sull'amore occasionale,la conoscenza con l'estraneo e la contraddizione del desiderio(non importa se omosessuale).Il sesso è mostrato senza eufemismi:gli attori(perfetti)sono spesso nudi e non mancano dettagli hard(una masturbazione con eiaculazione,una fellatio)ma il regista filma il tutto con lievissima semplicità e naturalezza diretta al pari delle scene normali.Pertanto,qualsiasi polemica di scandalo o compiacimento è fuori luogo.Se nella prima parte sembra di assistere a una love story gay,nella seconda la svolta thriller avviene nel modo più inaspettato e secco(sebbene si sappia fin da subito chi è l'assassino).Per chiudersi con una dissolvenza in nero su un finale aperto e inquietante,dove il protagonista sembra aver accettato passivamente il proprio tragico destino.Congeniale la bellezza del lago nella forseta(dove si svolge tutta la vicenda e le giornate che passano vengono scandite dall'arrivo delle auto);nessuna musica se non suoni naturali.Divertente il personaggio dell'obeso che si masturba guardando gli altri.Il regista è l'uomo che si spoglia sulla riva del lago.Insomma un film che,visto il tema trattato e le immagini,non può piacere a tutti.Ma per chi non soffre di omofobia cinematografica è decisamente raccomandato.Miracolo:è arrivato anche da noi,in versione integrale e sottotitolato per giunta!Fosse sempre così coi film degni di rispetto.... [-]
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le seguenze si ripetono monotone tra un parcheggio assolato, un boschetto, una spiaggia sul lago. tipica ambientazione gay per addetti ai lavori. ci si chiede, come sempre, se le scene e gli amplessi siano eccessivamente espliciti o necessari. Ma allo spettatore vaccinato a questo od altro, queste scene non disturbano lo svolgersi dell'azione dove sesso e morte sembrano coinvolgere il protagonista (Franck). L'indifferenza di fronte al pericolo persino della propria vita di fronte alla passione amorosa, rende la storia avvincente e trattiene lo spettatore con il fiato sospeso. dove ci porterà il tutto? la calma apparente del lago cosa nasconderà? un animale mostruoso degli abissi o semplicemente un delitto? ci si chiede: perche? tra tutti i frequentatori della spiaggia viene evidenziata la figura di Henri, unico non gay "doc" dell'intera vicenda, ma anch'egli non esente da una morbosa attrazione verso la morte.
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le seguenze si ripetono monotone tra un parcheggio assolato, un boschetto, una spiaggia sul lago. tipica ambientazione gay per addetti ai lavori. ci si chiede, come sempre, se le scene e gli amplessi siano eccessivamente espliciti o necessari. Ma allo spettatore vaccinato a questo od altro, queste scene non disturbano lo svolgersi dell'azione dove sesso e morte sembrano coinvolgere il protagonista (Franck). L'indifferenza di fronte al pericolo persino della propria vita di fronte alla passione amorosa, rende la storia avvincente e trattiene lo spettatore con il fiato sospeso. dove ci porterà il tutto? la calma apparente del lago cosa nasconderà? un animale mostruoso degli abissi o semplicemente un delitto? ci si chiede: perche? tra tutti i frequentatori della spiaggia viene evidenziata la figura di Henri, unico non gay "doc" dell'intera vicenda, ma anch'egli non esente da una morbosa attrazione verso la morte.
ottime le inquadrature che hanno portato al regista Alain Guiraudie un premio per la miglior regia al Festival di Cannes di questo anno, sezione "un certain régard".
film cupo come il buio e la solitudine che incombono alla fine sui luighi, dove tutto è avvolto dal silenzio. ma solo il tempo di una notte. al mattino si ripete il rituale con un intreccio, senza sosta, di sguardi a di abbordaggi facili e dove il voyerismo coinvolge tutti, persino lo spettatore più recalcitante e benpensante... [-]
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