Lo sconosciuto del lago |
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Un film di Alain Guiraudie.
Con Pierre Deladonchamps, Christophe Paou, Patrick d'Assumçao, Jérôme Chappatte.
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Titolo originale L'inconnu du lac.
Poliziesco,
durata 97 min.
- Francia 2013.
- Teodora Film
uscita giovedì 26 settembre 2013.
- VM 18 -
MYMONETRO
Lo sconosciuto del lago
valutazione media:
2,99
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Sconosciuto come il fondo di un lagodi FabioFeliFeedback: 25659 | altri commenti e recensioni di FabioFeli |
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mercoledì 16 ottobre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Lo sconosciuto del lago di Alain Guiraudie Una vicenda sospesa tra erotismo sfrenato e giallo, con venature splatter, narra di un luogo situato nella Provenza, nel quale si svolgono incontri omosessuali solo maschili. Nel cast non figura neanche una donna. I personaggi si aggirano tra una risicata spiaggia sassosa e un bosco retrostante come figure di un girone dantesco. Si guardano, si accordano, si lanciano in incontri di sesso. Qualcuno vuole sempre nuove esperienze e nuove persone delle quali non interessa neanche conoscere il nome, come Michel (Christophe Paou); altri cercano qualcuno con il quale condividere anche un po’ di vita insieme, come Franck (Pierre De Ladonchamps). Quest’ultimo parla di frequente, apparentemente senza secondi fini, con un signore attempato, Henri (Patrick D’Assunçao), che è stato sposato, ma ha anche avuto una storia omosessuale. Henri si piazza ai margini di quel mondo che lo attrae, ma che riconosce come non suo. L’incontro tra Franck e Michel, che rifugge dai legami ma è impegnato in una storia con un amante geloso, origina l’esplosione, che porta al delitto. Lo sconosciuto del lago è un personaggio, è vero; ma forse il regista adombra che lo sconosciuto è anche quello che si agita nel profondo delle persone. La parola “gay” è un termine poco appropriato per il mondo qui descritto. Non c’è nessuna gaiezza nei personaggi: l’Eros appare fortemente legato a Thanatos. Il solo sesso non può generare vita, o meglio ne genera una che porta distruzione o autodistruzione. Si rimane con la sensazione di una umanità incompleta e con l’amaro di una grande tristezza. In questo senso sono perfettamente funzionali i ripetuti piani-sequenza degli arrivi delle auto nel parcheggio del bosco. Veri personaggi di metallo, freddi, che restano immobili per ore in attesa che i loro padroni abbiano trascorso una giornata stordita e spesso insoddisfacente. Meno funzionali, a mio avviso, in quanto ridondanti, le ripetute scene di sesso esplicito, da hard core. In esse sembra di cogliere un compiacimento voyeristico; una descrizione meno dettagliata credo che avrebbe giovato all’intera vicenda. E questo è il vero limite del film. La recitazione è puntuale e credibile, i dialoghi stringati. Ma rimangono i dubbi sulla qualità del film. Valutazione ** 1/2 FabioFeli
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