the thin red line
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lunedì 26 gennaio 2015
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la redenzione di cage
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Joe Ransom, un ex pregiudicato, si tiene a fatica fuori dai guai lavorando nei boschi avvelenando e tagliando alberi. Gary, un giovane disagiato con padre alcolista e violento, cerca da lui un posto di lavoro e fin da subito entra nelle sue grazie. I due cresceranno insieme in una sorte di legame padre/figlio, cercando di costruirsi una vita migliore, cosa resa assai difficile da conoscenze pericolose.
Joe è un film semplice, non ha una sceneggiatura originale e innovativa e non decolla mai sul serio, narra di un uomo e di un ragazzo che ambiscono ad un futuro più roseo, lavorando onestamente e vivendo nella legalità e nei buoni principi. Ma si discosta dai soliti film narranti di un paese ricco e meta di quel sogno americano rincorso in tante altre pellicole, in Joe il sogno è riuscire a vivere dignitosamente, mangiando tutti i giorni e riuscendosi magari a comprare un pick up scassato per potersi muovere liberamente.
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Joe Ransom, un ex pregiudicato, si tiene a fatica fuori dai guai lavorando nei boschi avvelenando e tagliando alberi. Gary, un giovane disagiato con padre alcolista e violento, cerca da lui un posto di lavoro e fin da subito entra nelle sue grazie. I due cresceranno insieme in una sorte di legame padre/figlio, cercando di costruirsi una vita migliore, cosa resa assai difficile da conoscenze pericolose.
Joe è un film semplice, non ha una sceneggiatura originale e innovativa e non decolla mai sul serio, narra di un uomo e di un ragazzo che ambiscono ad un futuro più roseo, lavorando onestamente e vivendo nella legalità e nei buoni principi. Ma si discosta dai soliti film narranti di un paese ricco e meta di quel sogno americano rincorso in tante altre pellicole, in Joe il sogno è riuscire a vivere dignitosamente, mangiando tutti i giorni e riuscendosi magari a comprare un pick up scassato per potersi muovere liberamente. David Gordon Green dipinge un'America rurale schiava dei vizi: l'alcool, le donne le sigarette e i cani!! Dove la gente non passeggia ma bazzica e dove le questioni personali si risolvono da se. Nell'età contemporanea sembra un film ambientato in un'altra epoca, estraneo a quel luccicante affresco metropolitano che spesso ci ritroviamo davanti sul grande schermo. Ma al tempo spesso la pellicola si discosta da quei canoni obbligatori per suscitare un qualche interesse, non appassiona lo spettatore con una trama non certo sconosciuta e presto si assopisce. Non prende l'insufficienza grazie all'esemplare prova di Nicolas Cage, uscito finalmente dai suoi ultimi personaggi senz'anima che ne avevano fatto perdere traccia nel cinema che conta, un rilancio sicuro per un attore premio oscar che ci mancava.
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fight.club
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venerdì 28 novembre 2014
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una cupa provincia americana
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un ritratto impietoso della provincia americana, a tratti molto realistico con scene crude, un universo di perdenti che vivono ai margini della società senza che esista un vero centro di attrazione. questo film si può associare ad altri già visti in questa stagione quali "il fuoco della vendetta" e "Mud". Nicolas Cage fa il suo e si dimostra adatto nel ruolo di cupo disadattato, la regia è ottima, la sceneggiatura è discreta
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mattem86
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martedì 25 novembre 2014
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una nuova speranza (cit.)
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Prendere a colpi la corteccia degli alberi, avvelenarli e lasciarli morire; è questo che il protagonista Joe e la sua squadra fanno per vivere, ed è questo che avviente nella vita dei personaggi del film, abitanti di una città texana.
Un film che manca fondamentalmente di buoni e cattivi. Certo, è facile prendere in simpatia Joe, che scopre il suo lato paterno e protettivo, ma è per lui ormai troppo tardi per redimersi, ed infatti non ci prova nemmeno. Anche i personaggi fondamentalmente negativi sembrano manovrati da una forza che non lascia scampo e corrompe gli uomini fino a renderli vuoti involucri senza volontà nè anima. Solo il giovane protagonista viene salvato in extremis dalle dinamiche distruttive, ed in ultimo lavora questa volta non uccidendo ma facendo piantando alberi.
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Prendere a colpi la corteccia degli alberi, avvelenarli e lasciarli morire; è questo che il protagonista Joe e la sua squadra fanno per vivere, ed è questo che avviente nella vita dei personaggi del film, abitanti di una città texana.
Un film che manca fondamentalmente di buoni e cattivi. Certo, è facile prendere in simpatia Joe, che scopre il suo lato paterno e protettivo, ma è per lui ormai troppo tardi per redimersi, ed infatti non ci prova nemmeno. Anche i personaggi fondamentalmente negativi sembrano manovrati da una forza che non lascia scampo e corrompe gli uomini fino a renderli vuoti involucri senza volontà nè anima. Solo il giovane protagonista viene salvato in extremis dalle dinamiche distruttive, ed in ultimo lavora questa volta non uccidendo ma facendo piantando alberi. Gli altri, invece, non si curano minimamente della vita; nè della propria, nè di quella altrui.
Regia degna di nota per l'uso acuto e disturbante di una suspence silenziosa che fa sempre temere per il peggio, e l'uso creativa di una tematica nota.
Una sorpresa più che gradita con un ottimo ed inaspettato Nicolas Cage.
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fassbinder81
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venerdì 24 ottobre 2014
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cinema del reale in salsa hollywoodiana
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Un regista di commedie che cerca il film 'serio'. Tutto ben confezionato, ma prevedibile. America di provincia, reietti, padri disgraziati e disgraziati che si improvvisano padri. Bildungsroman come tanti altri. Siamo in zona Frozen River, Un gelido inverno e Mud ( col quale condivide il piccolo protagonista ).
Tutto già visto.
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peer gynt
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sabato 31 agosto 2013
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storia dolente di redenzione
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Dramma di un'America rurale dura e violenta, che ricorda titoli quali "Un gelido inverno" di Debra Granik. Un ritmo lento, un'atmosfera opprimente, personaggi che si trascinano dolenti scontando una vita che sembra senza futuro o redenzione, e un paesaggio essenziale, fatto di lavoratori neri, datori di lavoro bianchi, un bordello, uno spaccio, una stazione di polizia con prigione, alcune baracche. E infine gli alberi, che Joe e il suo gruppo avvelenano illegalmente per permettere ad altri di abbatterli secondo le norme vigenti (si possono tagliare solo gli alberi malati o morenti, recita la legge). In questa umanità schiacciata fra lavoro ai margini e redenzione impossibile, spiccano le figure del datore di lavoro Joe, irascibile ma generoso, e del giovane Gary, lavoratore pieno di volontà e fede nella possibilità di uscire dal degrado che sta distruggendo lui e la sua famiglia (una madre e una sorella picchiate e brutalizzate da un padre alcolizzato e assassino).
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Dramma di un'America rurale dura e violenta, che ricorda titoli quali "Un gelido inverno" di Debra Granik. Un ritmo lento, un'atmosfera opprimente, personaggi che si trascinano dolenti scontando una vita che sembra senza futuro o redenzione, e un paesaggio essenziale, fatto di lavoratori neri, datori di lavoro bianchi, un bordello, uno spaccio, una stazione di polizia con prigione, alcune baracche. E infine gli alberi, che Joe e il suo gruppo avvelenano illegalmente per permettere ad altri di abbatterli secondo le norme vigenti (si possono tagliare solo gli alberi malati o morenti, recita la legge). In questa umanità schiacciata fra lavoro ai margini e redenzione impossibile, spiccano le figure del datore di lavoro Joe, irascibile ma generoso, e del giovane Gary, lavoratore pieno di volontà e fede nella possibilità di uscire dal degrado che sta distruggendo lui e la sua famiglia (una madre e una sorella picchiate e brutalizzate da un padre alcolizzato e assassino). E tanta è la voglia di Joe di lasciare in eredità a qualcuno il meglio di sè, quanta quella di Gary di trovare un padre vero che lo guidi fuori dalla palude e gli insegni i segreti del vivere.
Il film riesce nelle scene in cui si narra l'incontro di queste due umanità positive, mostra qualche carenza invece nella resa dei conti finale, che stride con il resto del film, fatto di un realismo quotidiano opprimente e ripetitivo e di una pioggia fitta e frequente che induce gli uomini all'indolenza.
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