stefano capasso
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martedì 14 novembre 2023
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adolescenza difficile e silenzio
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Grazia ha 18 anni, vive in un paese sullo stretto di Messina insieme al padre con il quale ha un rapporto fatto di silenzi e incomprensioni. La morte del fratello maggiore avvenuta pochi anni prima in circostanze per lei sconosciute, ha trasformato in conflittuale questo rapporto e reso vuota la vita stessa del padre, che a sua volta è vittima dei ricatti della criminalità organizzata. Grazia, in guerra contro tutto e tutti, riuscirà finalmente ad avere con il padre un confronto che le permetterà di cominciare quella transizione verso la fase adulta.
Il film di Fabio Mollo racconta uno spaccato, piuttosto comune, di una famiglia di un paese della Calabria.
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Grazia ha 18 anni, vive in un paese sullo stretto di Messina insieme al padre con il quale ha un rapporto fatto di silenzi e incomprensioni. La morte del fratello maggiore avvenuta pochi anni prima in circostanze per lei sconosciute, ha trasformato in conflittuale questo rapporto e reso vuota la vita stessa del padre, che a sua volta è vittima dei ricatti della criminalità organizzata. Grazia, in guerra contro tutto e tutti, riuscirà finalmente ad avere con il padre un confronto che le permetterà di cominciare quella transizione verso la fase adulta.
Il film di Fabio Mollo racconta uno spaccato, piuttosto comune, di una famiglia di un paese della Calabria. Ci sono tutti gli ingredienti, il racket, il mare potente e bello con la sua forza immaginifica e c’è soprattutto il silenzio. Nessuno dei protagonisti parla, letteralmente le comunicazioni sono ridotte all’essenziale, pur se in presenza di situazioni e stati emotivi molto importanti. Se nel padre della protagonista il prezzo da pagare è la rinuncia ad una vita propria, alle speranze di un futuro, per Grazia è il rifiuto della propria identità a paralizzare le sue prospettive. Solo quando, al limite della crisi, tra padre e figlia si apre un pur breve confronto Grazia intuisce che c’è la possibilità di amare ed essere amata e iniziare una nuova fase della vita.
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francesco2
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domenica 15 settembre 2019
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bicchiere mezzo pieno
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Volendo vedere il bicchiere mezzo vuoto, ci si potrebbe chiedere se Mello abbia visto un film di Capuano, onesto artigiano del cinema che , purtroppo, si è messo tardi dietro la macchina da presa, regalandoci « Pianese Nunzio », «lo strombazzato Vito e gli altri »,Luna rossa” e la seconda parte – non la prima- dell’interessante Amore buio ».
Fosse cosi, a dovrebbe avere capito che per dipingere il nostro Sud – chi scrive è palermitano – non è sufficiente il cinema “punitivo, ”ovvero primi piani, e frasi smozzicate che lascino trapelare la rabbia in una realta grezza, nei dialoghi come nelle persone come nell’arredamento, a volte “essenziale” per non dire desolante.
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Volendo vedere il bicchiere mezzo vuoto, ci si potrebbe chiedere se Mello abbia visto un film di Capuano, onesto artigiano del cinema che , purtroppo, si è messo tardi dietro la macchina da presa, regalandoci « Pianese Nunzio », «lo strombazzato Vito e gli altri »,Luna rossa” e la seconda parte – non la prima- dell’interessante Amore buio ».
Fosse cosi, a dovrebbe avere capito che per dipingere il nostro Sud – chi scrive è palermitano – non è sufficiente il cinema “punitivo, ”ovvero primi piani, e frasi smozzicate che lascino trapelare la rabbia in una realta grezza, nei dialoghi come nelle persone come nell’arredamento, a volte “essenziale” per non dire desolante. Una storia “più storia potrebbe assumere un senso più compiuto -persino sul piano formale-, e con altri attori, poiché non condivido gli elogi verso il cast, a parte il cameo della Lodovini.
Il bicchiere mezzo pieno, tuttavia, è un certa bravura nel fondere tali immagini coi paesaggi; paradossalmente, il contesto crudo dipinto – o accennato- non ne risulta edulcorato: il contatto con la natura è a 36O° gradi. Se “il Sud è niente”, e bisogna fuggire a Torino, la natura “nuda e cruda”, è l’unica cosa che resta. Le-poche- musiche vengono scelte accuratamente ma, soprattutto, l’incursione nella fiaba fornisce vari spunti di interesse. Durante una processione, che perdipiù ritrarrebbe la religiosita un poco superstiziosa dei paesi, la zia dice a Grazia :Nulla è successo, perché il Sud è niente . In tale affermazione, formulata mentre l sogno ed trascendenza, si fondono all’iperrealismo scelto, la giovanissima protagonista appare “inconsapevolmente cosciente “ –in sogno, appunto- dell’inellutabilita a cui si autocostringe il contesto che la circonda.
Allora, qualunque sia la verita sulla drammatica scomparsa del fratello, bisogna con essa riappacificarsi. Il fatalismo meridionale, escludendo la fuoriuscita da un Purgatorio privo di prospettive che esulino dalla sottomissione ai più forti, consiglia –in un momento onirico- di circoscrivere tale avvenimento nella “calma piatta” cui bisognerebbe abituarsi, fuorché scappi Torino, dimenticando mare e amici.
Un momento di surrealismo, dunque, combacia con la frase forse più realista nell’intera opera; ancora più della rivelaaione finle di cui, oltretutto, non capiamo neanche se sia una “rivelazione” vera e propria.
Allora, non disprezziamo l'esordio di Mollo, qundo i vari Crialese, Giovannesi e Giuseppe Mari gaudino vengono elogiati o addirittura premiti nei Festival.
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sellerone
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mercoledì 3 gennaio 2018
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di che cuore sei.
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Film per me difficile da vedere, perchè fuori dei miei generi, ma comunque lascia il segno. Fa provare tristezza, rabbia, rassegnazione ed infine un pizzico di speranza, per chi come me è del sud, ma anche padre. Gli attori sono bravi, la trama è buona, merita un buon voto.
Non lo rivedrò perchè non è il mio genere, ovviamente non lo compro.
Da vedere fra soli adulti, possibilmente lontani da quelli della lega nord che poco sopportano i sudisti e tantomeno i giostrai.
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trollipp
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martedì 21 gennaio 2014
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il sud é niente per caso
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Il sud é niente.
Ho visto questo film ieri sera. Come se fosse in un gorgo, in uno dei sogni che io avevo nella mia adolescenza, infanzia, il vortice dell'acqua, la spirale, il tunnel. Ho visto questo film con in testa tutti i libri e tutti i film che mi arrivavano in testa. La pelle di Curzio Malaparte, il terribile meridione sotto l'occupazione americana.
Il meridione sotto la cappa del silenzio.Il sud é niente, Il corpo é bianco, diafano, la pelle copre. L'acquua ti bagna. l'ossigeno nel mare sale su in alto, il buio dell'acqua ed il lento movimento della cinepresa.Il tempo del male é un tempo lungo, il tempo del sospetto, dell'attesa. Il mare. Preferisco il rumore del mare-Mimmo Calopresti.
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Il sud é niente.
Ho visto questo film ieri sera. Come se fosse in un gorgo, in uno dei sogni che io avevo nella mia adolescenza, infanzia, il vortice dell'acqua, la spirale, il tunnel. Ho visto questo film con in testa tutti i libri e tutti i film che mi arrivavano in testa. La pelle di Curzio Malaparte, il terribile meridione sotto l'occupazione americana.
Il meridione sotto la cappa del silenzio.Il sud é niente, Il corpo é bianco, diafano, la pelle copre. L'acquua ti bagna. l'ossigeno nel mare sale su in alto, il buio dell'acqua ed il lento movimento della cinepresa.Il tempo del male é un tempo lungo, il tempo del sospetto, dell'attesa. Il mare. Preferisco il rumore del mare-Mimmo Calopresti. Sulla pelle bianca dell'adolescente Grazia e del coetaneo Carmelo il colore di una storia d'amore impalpabile nata da scontri e cementata con la fiducia nella musica. Come Pif- La mafia uccide solo d'estate- come lui Fabio Mollo, attraversa la trasversale disperazione dei singoli con la scena dell'abbraccio di totale affettuosità fra due innocenti,dalla pelle candida. Personaggi minimali tutti, piagati da una sorte inesorabile. una grande storia su un lutto, sull'incuria del sud in tutte le sue sfaccettature, dai particolari più sciocchi, i bagni di luoghi pubblici senza carta igienica, senza tovagliette, università non collegata a ferrovia, ad un ambiente vituperato disprezzato, non finito. Tutto incompleto, inservibile, difficile. Eppure da tutto questo può nascere un fiore... sui monti di pietra... ahahah basta andare via, studiare, diventare bravi e vincere fuori con grande competenza tecnica, puntuale scelta dei tempi, rumori, silenzi e luci del sud.
Il sud non ha luce, ha solo accecante fulgore, ha livide mattine e puzzolente afe. Tutto l'incompleto che è in noi suona una musica dissonante che Fabio porta in tutto il mondo come il grido dell'orgoglio di Quasimodo, di Alle fronde dei salici, di Lamento per il sud, il manifesto del partito di quelli che sono diversi per studio e passione del silenzio ignorante di troppi soprusi
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no_data
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domenica 17 novembre 2013
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il sud è niente e niente succede
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Una pellicola che in modo cinico ma realista racconta le contraddizioni vissute da una giovane ragazza in un tessuto sociale difficile e apparentemente stagnante. La descrizione del quartiere dove è nato il regista, il Gebbione, si intreccia con il dramma familiare di Grazia che non rinuncia, in un sud dove niente accade, alla voglia di cambiare e alla speranza in un mondo migliore.
Un film che descrive la propria città, la terra d’origine come una madre, tenera ma dura, semplice ma incomprensibile, riuscendo a coglierne l’essenza, la magia, i tratti vitali immersi e condizionati da un ‘Sud’ che è ‘Niente’ ? Fabio Mollo ci è riuscito con questo lungometraggio “Il sud è niente”, presentato in anteprima al Festival di Roma nella rassegna Alice nella Città.
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Una pellicola che in modo cinico ma realista racconta le contraddizioni vissute da una giovane ragazza in un tessuto sociale difficile e apparentemente stagnante. La descrizione del quartiere dove è nato il regista, il Gebbione, si intreccia con il dramma familiare di Grazia che non rinuncia, in un sud dove niente accade, alla voglia di cambiare e alla speranza in un mondo migliore.
Un film che descrive la propria città, la terra d’origine come una madre, tenera ma dura, semplice ma incomprensibile, riuscendo a coglierne l’essenza, la magia, i tratti vitali immersi e condizionati da un ‘Sud’ che è ‘Niente’ ? Fabio Mollo ci è riuscito con questo lungometraggio “Il sud è niente”, presentato in anteprima al Festival di Roma nella rassegna Alice nella Città. Un film che è una dichiarazione d’amore verso la propria culla, Reggio Calabria, città natale del regista, che riesce in una pellicola che emoziona e fa riflettere, a raccontare l’anima di una città pervasa da contraddizioni, dura negli aspetti esteriori ma pura e tenera nelle emozioni quasi magiche che trasmette. Un primo amore mai dimenticato tanto che Fabio Mollo lo rielabora nel racconto intimista della vita di Grazia, protagonista femminile del film, adolescente immaginaria della sceneggiatura, nata e cresciuta al Gebbione, lo stesso quartiere in cui è nato il regista. Più che una semplice figura femminile in Grazia si nasconde una vera donna, di quelle tanto dure nell’apparenza esterna da sembrare un maschio, perché costretta dalla rabbia causata da un’ingiustizia subita, a celare tenerezza e sogni. Grazia, che ha perso l’unico fratello Pietro senza sapere il perché, per quanti sforzi faccia per conoscere la verità, trova un muro costante fatto di silenzi e di negazioni che il padre, Vinicio Marchioni, oppone ad ogni sua richiesta. La giovane figura femminile interpretata da Miriam Karlkvist, alla sua prima esperienza cinematografica, si fonde con quella della nonna materna, Alessandra Costanzo, che consola e sa ascoltare, memoria storica dei drammi e delle gioie di una famiglia distrutta dai soprusi e dalla prepotenza di chi, in una città difficile e controversa, pensa di essere proprietario di tutto, anche delle vite di chi si sottomette per paura. Ma Grazia, a nome di tutta la giovane generazione, non ci sta, e la sua rabbia esplode quando, sprofondata nel mare aperto e avvolta dall’acqua sente di nuovo vibrare all’unisono con il suo, il battito del cuore del fratello perduto. Un film costruito sulla sensibilità degli sguardi, dei silenzi, delle verità taciute ma fatte intravedere utilizzando spesso angoli di vita vissuta rimasti impressi nella memoria: la scuola, il porto, la spiaggia, il mare. Un’analisi velata ma puntuale del tessuto sociale che caratterizza Reggio Calabria dove nulla sembra mai cambiare, perché il Sud è niente, ma dove tutto può accadere se la spinta ad agire si genera dall’amore per la propria terra.
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jonny raul
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mercoledì 13 novembre 2013
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troppo lento!
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Mi stavo addormentando. C'è pochissimo dialogo e sembra proiettato a rallentatore.
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