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paolo salvaro
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mercoledì 11 marzo 2015
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seguito scadente ed indisponente
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Ma dai, come si fa? Sul serio, posso capire che ci sono gusti e gusti e che a volte si può entrare in empatia anche con un agglomerato di merda o viceversa disprezzare un capolavoro, ma veramente non riesco a comprendere come qualcuno possa riuscire a dare più di una stella ad un film del genere (o due, se proprio si vuole essere generosi).
Partendo dal presupposto che già il primo film non era certo un grande film e che conteneva numerosi difetti, questo seguito è almeno tre volte peggio della pellicola di Gans, a cui si può dare dell'imbranato, mentre Basset è poco più di un incapace : aveva tra le mani un potenziale immenso, una delle trame più affascinanti della storia dei survivor horror games ed è riuscito a tirar fuori un pezzo di fango del genere? Davvero, alcuni dialoghi sfociano nel ridicolo, il tempismo delle scene è totalmente inadeguato, alcuni jumpscare sono involontariamente comici, l'intensità è talmente malgestita da sfociare spesso nella noia, la musica è sfruttata male e con il cast se ne sono combinate di ogni colore, con Radha Mitchell che compare per due secondi e poi svanisce nel nulla (dove cavolo è finita? Perchè non è uscita allo scoperto quando Heather ed il marito si sono trovati a camminare per la dimensione nebbiosa alla fine del film?), Sean Bean che sembra chiedere pietà al regista dopo ogni ciak, Deborah Kara Unger che imitando la Mitchell scompare dopo una sola scena (a cosa cazzo è servito il personaggio di Dahlia in questo film?) ed un cameo del povero Malcolm McDowell, leggenda del cinema, infilato dentro ad minchiam.
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Ma dai, come si fa? Sul serio, posso capire che ci sono gusti e gusti e che a volte si può entrare in empatia anche con un agglomerato di merda o viceversa disprezzare un capolavoro, ma veramente non riesco a comprendere come qualcuno possa riuscire a dare più di una stella ad un film del genere (o due, se proprio si vuole essere generosi).
Partendo dal presupposto che già il primo film non era certo un grande film e che conteneva numerosi difetti, questo seguito è almeno tre volte peggio della pellicola di Gans, a cui si può dare dell'imbranato, mentre Basset è poco più di un incapace : aveva tra le mani un potenziale immenso, una delle trame più affascinanti della storia dei survivor horror games ed è riuscito a tirar fuori un pezzo di fango del genere? Davvero, alcuni dialoghi sfociano nel ridicolo, il tempismo delle scene è totalmente inadeguato, alcuni jumpscare sono involontariamente comici, l'intensità è talmente malgestita da sfociare spesso nella noia, la musica è sfruttata male e con il cast se ne sono combinate di ogni colore, con Radha Mitchell che compare per due secondi e poi svanisce nel nulla (dove cavolo è finita? Perchè non è uscita allo scoperto quando Heather ed il marito si sono trovati a camminare per la dimensione nebbiosa alla fine del film?), Sean Bean che sembra chiedere pietà al regista dopo ogni ciak, Deborah Kara Unger che imitando la Mitchell scompare dopo una sola scena (a cosa cazzo è servito il personaggio di Dahlia in questo film?) ed un cameo del povero Malcolm McDowell, leggenda del cinema, infilato dentro ad minchiam. L'unico elemento apprezzabile è l'apparizione piacevole ed inattesa di Travis Grady con il suo bel camion, vestito esattamente come il personaggio del gioco, il quale purtroppo non avrà una grande incidenza sulla trama. E' però indice che Basset pur avendo fatto un cattivo lavoro è sicuramente un grande fan della saga di Silent Hill. Davvero un peccato non sia riuscito a fare di più.
Non gli si può dare più di una stella.
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elgatoloco
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venerdì 11 novembre 2016
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poca cosa, invero
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"Silent Hil. Revelation"ma, spiace dirlo, manca la vera"rivelazione",il mcguffin, come diceva uncle Alfred, relativa: brandelli confusi di significato, incapace di veicolare un senso. Poco, francamente, anche perché nel film vengono affastellati(è il caso di esprimersi così, altro è difficile da trovare, francamente)caccia alle streghe(prescindendo dalla solita Salem, una volta tanto, almeno questo...), il tema del"crash"tra sogno e realtà, dove i sogni, anzi meglio nightmares, pesadillas,cauchemars, incubi, s'inanellano e rimandano ad altri incubi, quasi in un gioco di matrjoska, in un rimando a sè da cui non si esce(ma allora era meglio fare un ennesimo"Nightmare", solo che qua manca Freddy Krueger alias relativo bravo interprete), crisi di idenitià semplici e familiari(papà, figlia post-adolescente), la ricerca del "no-man's land"per sfuggire alla zona"infetta-maledetta"che è, appunto, "Silent Hill", la collina silenziosa, non potendo essere monte(avvicinerebbe troppo all'ASsoluto, nelle simbologie note)né poanura, in quanto essa rimanda fatalmente alla piattezza, alla bassezza dell'esistenza comune.
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"Silent Hil. Revelation"ma, spiace dirlo, manca la vera"rivelazione",il mcguffin, come diceva uncle Alfred, relativa: brandelli confusi di significato, incapace di veicolare un senso. Poco, francamente, anche perché nel film vengono affastellati(è il caso di esprimersi così, altro è difficile da trovare, francamente)caccia alle streghe(prescindendo dalla solita Salem, una volta tanto, almeno questo...), il tema del"crash"tra sogno e realtà, dove i sogni, anzi meglio nightmares, pesadillas,cauchemars, incubi, s'inanellano e rimandano ad altri incubi, quasi in un gioco di matrjoska, in un rimando a sè da cui non si esce(ma allora era meglio fare un ennesimo"Nightmare", solo che qua manca Freddy Krueger alias relativo bravo interprete), crisi di idenitià semplici e familiari(papà, figlia post-adolescente), la ricerca del "no-man's land"per sfuggire alla zona"infetta-maledetta"che è, appunto, "Silent Hill", la collina silenziosa, non potendo essere monte(avvicinerebbe troppo all'ASsoluto, nelle simbologie note)né poanura, in quanto essa rimanda fatalmente alla piattezza, alla bassezza dell'esistenza comune. Di tutto, quasi, di più, in un barlume cromatico che però non approda quasi a nulla, facendo forse intuire che possa darsi, in un prossimo futuro, un capitolo ulteiore: considerando quelli finora visti(mi manca la visione del Number Two, comunque), non appare"necessario"vederlo( vederlii, se saranno più di uno), francamente. Vedremo lo sviluppo della cosa, meglio, lo seguiremo, ma senza grandi attese, anche se il regista, come dice bene Marco Chiani, nella"nota ufficiale", Bassett prometteva bene... Interpreti nella norma, nulla più. SOvviene lo shakespeariano"molto rumore per nulla", non per il senso della geniale pièce shakespeariana, ma per il titolo, appunto. Anche l'uso dell'effetto "3 dimensional"non appare stupefacente, anzi decisamente troppo routinario, senza particolari ambizioni, dove forse la ragione si potrebbe anche semplicmente trovare in motivazioni di budget. Il cinema, ci ricordava anni fa Jean-Luc Godard è in primis sempre anche una questione produttiva, talché il fllm viene ad essere un"prodotto"pirma che un'opera-circostanza della quale spesso ci dimentichiamo, il che vale in particolare per chi sta scrivendo; è insomma una nota ad me, autocritica.. Rispetto a un film come"The Others", che risale all'inizio degli anni Duemila, anche il cinema fantastico-horror sembra arretrare pericolosamente, rientrando negli squallidi ranghi della"normalità", del convenzionale. Con pochissime eccezioni, un netto arretramento del genere, che sembra avvitato su se stesso, incapace di uscire da un'impassee che si fa sentire. Sarà la carenza di idee(grave di per sé e sintomatica di decadenza, in buona sostanza), saranno altri problemi, legati magari anche alla citata scarsa disponibilità di capitale investito-, El Gato
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ultimoboyscout
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martedì 26 marzo 2013
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welcome back to silent hill!
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Il film si ispira in maniera chiarissima al terzo videogame della saga, ma mentre i giochi sono dei capolavori assoluti, la pellicola è scadente. E' anche il sequel separato di "Silent Hill" di Chris Gans che qualche anno fa non era sembrato del tutto disprezzabile. Bassett dirige un cast di prim'ordine dove spiccano Sean Bean e il veterano Malcolm McDowell e il film ricorda vagamente la serie che ha come sapostipite "Resident Evil" che ha in comune con questo secondo episodio il produttore Samuel Hadida. La spettacolarizzazione del male arriva direttamente dal videogioco, le infermiere, il manichino e la piramide rossa sono mostruose creature che vengono da li e si integrano ad altre create ad hoc come la Missionaria.
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Il film si ispira in maniera chiarissima al terzo videogame della saga, ma mentre i giochi sono dei capolavori assoluti, la pellicola è scadente. E' anche il sequel separato di "Silent Hill" di Chris Gans che qualche anno fa non era sembrato del tutto disprezzabile. Bassett dirige un cast di prim'ordine dove spiccano Sean Bean e il veterano Malcolm McDowell e il film ricorda vagamente la serie che ha come sapostipite "Resident Evil" che ha in comune con questo secondo episodio il produttore Samuel Hadida. La spettacolarizzazione del male arriva direttamente dal videogioco, le infermiere, il manichino e la piramide rossa sono mostruose creature che vengono da li e si integrano ad altre create ad hoc come la Missionaria. Il regista mantiene i punti di forza del gioco, ovvero le ambiantazioni e corregge i difetti come la poca azione e gli eccessivi "spiegoni" ma le atmosfere sono poco angoscianti con Bassett che oltre alla regia ha scritto anche la sceneggiatura. Se il primo capitolo era decisamente confuso ma in un certo qual modo affascinante e avvolgente, questo secondo episodio risulta essere un baraccone banale dove le atmosfere da incubo latitano e il meccanismo della paura appare quantomeno inceppato, gore, claustrofobia e suggestione mancano e si avverte con chiarezza una certa fretta da parte del regista di rincorrere gli eventi a scapito dei dettagli e di non approfondire affatto i personaggi. Si salvano gli effetti digitali di cui si fa largo uso ma l'esperienza alal consolle è ben altra cosa.
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^sick_boy
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lunedì 28 gennaio 2013
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esempio perfetto di fallimento epico
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Un voto medio al di sotto di 4 per questa.. uhm... "cosa" mi sembra un regalo.
Guardandolo, ho passato l'intera ora e mezza (scarsa) a domandarmi per quale pubblico fosse concepito.
Perché, chiaramente, per un pubblico "generico" non funziona: le numerose citazioni e rimandi alla saga videoludica sono fondamentali per dare un minimo di senso a quell'ammasso di avvenimenti buttati a casaccio che spacciano per "trama".
Altrettanto chiaramente, però, non è stato pensato per gli appassionati del gioco, perché non riesce a cogliere nemmeno per un attimo la profondità, malata e disturbante, del materiale originale.
Volendo pensare ad una terza categoria di pubblico, non è fatto nemmeno per chi ha apprezzato il primo capitolo cinematografico, visto che dove quello era sottile, inquietante e scritto discretamente bene, questo è grossolano, sfiora spesso il ridicolo involontario ed è di una stupidità disarmante.
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Un voto medio al di sotto di 4 per questa.. uhm... "cosa" mi sembra un regalo.
Guardandolo, ho passato l'intera ora e mezza (scarsa) a domandarmi per quale pubblico fosse concepito.
Perché, chiaramente, per un pubblico "generico" non funziona: le numerose citazioni e rimandi alla saga videoludica sono fondamentali per dare un minimo di senso a quell'ammasso di avvenimenti buttati a casaccio che spacciano per "trama".
Altrettanto chiaramente, però, non è stato pensato per gli appassionati del gioco, perché non riesce a cogliere nemmeno per un attimo la profondità, malata e disturbante, del materiale originale.
Volendo pensare ad una terza categoria di pubblico, non è fatto nemmeno per chi ha apprezzato il primo capitolo cinematografico, visto che dove quello era sottile, inquietante e scritto discretamente bene, questo è grossolano, sfiora spesso il ridicolo involontario ed è di una stupidità disarmante.
C'è uno sprazzo di "luce" (o, per meglio dire, di autentica oscurità) per i pochissimi minuti in cui l'immenso Malcolm McDowell è in scena ma il modo in cui sprecano il suo personaggio non è che l'ennesimo difetto di una delle peggiori pellicole che io abbia mai visto in vita mia.
Chiudo con una riflessione: avevo sempre pensato che SIlent Hill fosse il titolo videoludico più facile in assoluto da portare sullo schermo.
Silent Hill, il videogioco, è essenzialmente un calderone infernale, in cui ribollono Lynch (Twin Peaks, Strade Perdute), Cronenberg, Carpenter, Lyne (il grandioso "Jacob's Ladder/Allucinazione Perversa), Stephen King e Clive Barker, il tutto declinato nella migliore accezione dell'horror nipponico.
"Tutte sorgenti cinematografiche" - mi dicevo - "Quanto mai potrà essere difficile portarlo bene sullo schermo?" - mi chiedevo - "In fondo, non devono inventare né elaborare nulla, devono solo rifare quello che, al cinema e in televisione, esiste già da anni", mi rassicuravo.
Invece, ho visto serie televisive semi-sconosciute e low budget, sfigatissime, girate, interpretate, montate e soprattutto scritte meglio di questa spazzatura.
Personalmente è un 2/10, e sono generoso perché c'è McDowell e perché amo Silent Hill (il concetto ed i videogiochi, non 'sta roba).
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