archipic
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lunedì 18 febbraio 2013
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un uomo in picchiata
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Robert Zemeckis dopo Cast Away ci ripropone la storia di un uomo che cambia la sua vita dopo un incidente aereo; mentre, però, nel primo caso il protagonista deve affrontare la solitudine, il comandante Whip Whitaker, in picchiata nel suo aereo e nella sua vita, deve affrontare la dipendenza da alcol e droga che lo solcano come l'aratro di un trattore. Diretto con mano sapiente il film non lascia, però, del tutto soddisfatti. Troppo dilungato sulle ripetitive tematiche alcoliche e meno focalizzato sulla descrizione introspettiva del personaggio, troppo marcata la voglia inconscia di autodistruzione e troppo semplicistica e veloce la conclusione della vicenda. Ottime le interpretazioni di Denzel Washington e del sempre bravo John Goodman, molto brava anche la luminosamente bella Kelly Reilly.
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Robert Zemeckis dopo Cast Away ci ripropone la storia di un uomo che cambia la sua vita dopo un incidente aereo; mentre, però, nel primo caso il protagonista deve affrontare la solitudine, il comandante Whip Whitaker, in picchiata nel suo aereo e nella sua vita, deve affrontare la dipendenza da alcol e droga che lo solcano come l'aratro di un trattore. Diretto con mano sapiente il film non lascia, però, del tutto soddisfatti. Troppo dilungato sulle ripetitive tematiche alcoliche e meno focalizzato sulla descrizione introspettiva del personaggio, troppo marcata la voglia inconscia di autodistruzione e troppo semplicistica e veloce la conclusione della vicenda. Ottime le interpretazioni di Denzel Washington e del sempre bravo John Goodman, molto brava anche la luminosamente bella Kelly Reilly. La sceneggiatura di John Gatins non sorregge fino in fondo la storia appiattendola troppo sul lato della spettacolarizzazione dell'abuso mentre, a parter mio, avrebbe dovuto maggiormente sviluppare la parte finale, quella della ritrovata consapevolezza di se e degli altri con cui si vive. Prima parte davvero efficace e molto ben girata (la scena dell'incidente è superba), parte centrale interessante ma troppo dilatata nel tempo e parte finale frettolosa, questa è la sintesi stretta della pellicola. Un buon film ma non convincente del tutto.
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shiningeyes
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martedì 5 marzo 2013
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bentornato bob!
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Un buon ritorno quello di Zemeckis, che non ci fa ricordare certo quello dei tempi d'oro, ma certamente un gradito ritorno nella sceneggiatura originale, in un mondo cinematografico sempre più coperto di biografie e ritrattazioni di romanzi(spesso comunque validi).
Il tocco drammatico di Zemeckis si avverte, soprattutto nel suo stile perfetto che delinea i protagonisti, e su come riesca a tirarne fuori il meglio dagli attori che li interpretano; non sarà un caso che ogni attore protagonista dei suoi film riceva sempre una nomination all'Oscar (come quest'anno a D.
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Un buon ritorno quello di Zemeckis, che non ci fa ricordare certo quello dei tempi d'oro, ma certamente un gradito ritorno nella sceneggiatura originale, in un mondo cinematografico sempre più coperto di biografie e ritrattazioni di romanzi(spesso comunque validi).
Il tocco drammatico di Zemeckis si avverte, soprattutto nel suo stile perfetto che delinea i protagonisti, e su come riesca a tirarne fuori il meglio dagli attori che li interpretano; non sarà un caso che ogni attore protagonista dei suoi film riceva sempre una nomination all'Oscar (come quest'anno a D.Washington).
Ma c'è anche da dire che, la sua regia è perfettamente dettagliata, capace di dare un tocco di classe al punto di vista di personaggi, e perfino degli oggetti, che riesce ad evocare sensazioni e presagi agli spettatori;aiutata anche da una notevole fotografia.
Veniamo al film: la struttura narrativa è avvincente, forse si perde in qualche scena inutile o su qualche scarso impiego di alcuni personaggi (Greenwood e la Reilly semisprecati), ma siamo di fronte ad una gran bella sceneggiatura, meritevole almeno di nomination all'Oscar; ed in più, il contesto dei problemi di un'America sempre più dominata dai media e prigioniera dei suoi vizi, ha sempre il suo fascino.
Anche se magari è un po' troppo lo spazio concesso a Denzel, sta di fatto che lui si dimostra perfetto per il ruolo di Whip, e nonostante i gesti e il suo modo di recitare si riconoscano anche in un personaggio diverso dai soliti che interpreta, dico che la nomination all'oscar se la merita tutta. Bravo anche Don Cheadle, anche se pure lui risulta un po' sprecato; e Goodman compare un po' troppo poco, ma nel poco in cui compare ci riesce a togliere un sorriso.
Bè, posso solo concludere con un "Bentornato Bob"!
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leo 1993
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domenica 24 marzo 2013
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film consigliato, ma non imperdibile.
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Whip Withaker è un pilota con problemi di alcolismo e il vizio della droga.
Il film comincia con il comandante che si prepara a volare dopo aver trascorso una nottata da bagordi insieme ad una giovane hostess.
Per svegliarsi mentalmente Withaker decide, incurante delle conseguenze, di farsi una striscia di coca per poi recarsi a lavoro. Salito sull'aereo prima del volo, beve due boccette di alcolici riservate ai passeggeri.
Nonostante il comandante sia ubriaco e drogato il volo procede sicuro e tranquillo fino a quando un guasto meccanico fa precipitare l'aereo. Whitaker non si fa prendere dal panico, dimostra sangue freddo riuscendo a mantenere la mente lucida per dettare le operazioni all'equipaggio per effettuare un atterraggio di emergenza.
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Whip Withaker è un pilota con problemi di alcolismo e il vizio della droga.
Il film comincia con il comandante che si prepara a volare dopo aver trascorso una nottata da bagordi insieme ad una giovane hostess.
Per svegliarsi mentalmente Withaker decide, incurante delle conseguenze, di farsi una striscia di coca per poi recarsi a lavoro. Salito sull'aereo prima del volo, beve due boccette di alcolici riservate ai passeggeri.
Nonostante il comandante sia ubriaco e drogato il volo procede sicuro e tranquillo fino a quando un guasto meccanico fa precipitare l'aereo. Whitaker non si fa prendere dal panico, dimostra sangue freddo riuscendo a mantenere la mente lucida per dettare le operazioni all'equipaggio per effettuare un atterraggio di emergenza.
Riesce a far atterrare l'aereo lontano da case e centri abitati, riuscendo a salvare 96 persone su 102.
Diventa così un eroe, ma solo per un attimo: infatti viene fuori dalle indagini il suo problema di alcolismo. Whitaker così si deve procurare un avvocato per affrontare i processi che ne seguiranno (nonostante la causa del malfunzionamento sia stata meccanica e che la sua manovra di emergenza sia stata universalmente riconosciuta come sensazionale). Ogni eroe ha i suoi lati oscuri: il suo problema di alcolismo gli porterà anche svariati problemi personali sia con la sua vecchia famiglia che con la sua nuova compagna, rimanendo solo con se stesso nel periodo più buio della sua vita.
La tematica principale affrontata è il rapporto tra uomo e vizio: l'uomo da solo non riesce ad allontanarsene. Ogni situazione di vita seppur tragica e drammatica serve al pilota per cambiare e voltare pagina, anche se dovrà pagare le conseguenze delle proprie azioni.
Flight è proprio questo: un viaggio interiore che porterà Whitaker a un nuovo capitolo della sua vita.
Flight è il volo di un uomo in caduta libera che può soltanto riprendere quota e cominciare a volare.
L'unica critica che si può fare è che il film sembra un “one man show” in quanto ruota esclusivamente sul protagonista: i personaggi secondari non sono che un contorno e lo spettatore non ha modo capirli fino in fondo.
La regia e il cast sono impeccabili con Denzel Washington che incarna alla perfezione il ruolo del pilota.
Film consigliato, ma non imperdibile.
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muttley72
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giovedì 6 giugno 2013
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film sulle "dipendenze": discreto, non eccezionale
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Film discreto, ma non eccezionale, a mio parere tra le due stelle e le tre (scarsine).
Forse non sono sufficientemente "sensibile" al problema dell'alcolismo e delle droghe, ma (controcorrente ed in minoranza rispetto alle recensioni altrui) dico che il film non mi è sembrato eccezionale....
Un ex pilota militare, ora pilota civile è il comandante di un volo di linea e durante una giornata di maltempo all'aereo si bloccano i timoni di coda (a causa di scarsa manutenzione, come si scoprirà) e l'aereo precipita. Tuttavia il comandante con sangue freddo ed in volo rovesciato salva l'aereo e quasi tutte le persone (ci saranno solo pochi morti).
Il pilota-eroe è però da anni alcolizzato e drogato (la cocaina gli serve per risvegliarsi dalle pesanti sbronze) ed era sbronzo anche durante il volo in questione (dove bevve 2 bottigliette di superacolico).
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Film discreto, ma non eccezionale, a mio parere tra le due stelle e le tre (scarsine).
Forse non sono sufficientemente "sensibile" al problema dell'alcolismo e delle droghe, ma (controcorrente ed in minoranza rispetto alle recensioni altrui) dico che il film non mi è sembrato eccezionale....
Un ex pilota militare, ora pilota civile è il comandante di un volo di linea e durante una giornata di maltempo all'aereo si bloccano i timoni di coda (a causa di scarsa manutenzione, come si scoprirà) e l'aereo precipita. Tuttavia il comandante con sangue freddo ed in volo rovesciato salva l'aereo e quasi tutte le persone (ci saranno solo pochi morti).
Il pilota-eroe è però da anni alcolizzato e drogato (la cocaina gli serve per risvegliarsi dalle pesanti sbronze) ed era sbronzo anche durante il volo in questione (dove bevve 2 bottigliette di superacolico). Alla fine (malgrado l'aiuto di un sindacalista dei piloti e di un bravo avvocato che l'avrebbero fatto assolvere), il pilota (che non si è riuscito a liberare dell'alcolismo nemmeno nel giorno dell' inchiesta-processo), confesserà (non vuole incolpare di alcolismo, al posto suo, una hostess morta nel disastro) ed in carcere si "riavvicinerà" al figlio, da cui (dopo il divorzio dalla moglie, avvenuto sempre a causa del bere), si era allontanato.
Il film è realizzato in modo decente, D. Washington recita in modo professionale....tuttavia la storia del film non mi ha "intrigato": la prima stranezza è come abbia fatto il pilota (alcolizzato pesantemente da anni) a sottrarsi per anni ai test anti-droga ed anti-alcol a cui i piloti sono periodicamente sottoposti (.....magari ci sarà stato anche nella realtà qualche precedente analogo, per carità, ma la cosa è strana), inoltre il film non si sviluppa come un thriller (ad es. per scoprire quale fu la causa dell'avaria), ma solo come un film sulle "dipendenze" e, sotto questo aspetto, non sembra essere eccezionale rispetto ad altre pellicole incentrate su questo tema (alcool droghe).
Si cerca di dare più "spessore" alla storia (trama) introducendo nella sceneggiatura l'incontro con la donna drogata in ospedale e poi con il "simpatico spacciatore" che aiuta il pilota a risvegliarsi dalla sbornia con la coca o con il malato di cancro (sotto chemioterapia) che fuma di notte nelle scale dell'opedale, ma, ripeto, il film non mi ha intrigato più di tanto...
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alexander 1986
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mercoledì 16 ottobre 2013
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una sorpresa da zemeckis.
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Il comandante di aerei di linea William "Whip" Whitaker si sveglia nella sua stanza d'albergo a Orlando ridotto a uno straccio, dopo una notte di sesso e alcol. Purtroppo da lì a due ore avrà un aereo da pilotare, quindi usa della cocaina per smaltire la sbornia. Il suo volo per Atlanta sarà comunque maledetto da un'avaria, e Whip dovrà compiere qualcosa di prodigioso per portare in salvo se stesso e i passeggeri. Dovrebbe essere celebrato come un eroe, tuttavia i suoi precedenti tossicologici fanno sì che su di lui vengano accampati dei pesanti sospetti.
Presentato come un film catastrofista, "Flight" è in realtà un finissimo thriller psicologico che va dritto al cuore dello spettatore il quale, unico a sapere la 'verità' su Whip e su quello che è successo sull'aereo, vive una sorta di ironia tragica.
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Il comandante di aerei di linea William "Whip" Whitaker si sveglia nella sua stanza d'albergo a Orlando ridotto a uno straccio, dopo una notte di sesso e alcol. Purtroppo da lì a due ore avrà un aereo da pilotare, quindi usa della cocaina per smaltire la sbornia. Il suo volo per Atlanta sarà comunque maledetto da un'avaria, e Whip dovrà compiere qualcosa di prodigioso per portare in salvo se stesso e i passeggeri. Dovrebbe essere celebrato come un eroe, tuttavia i suoi precedenti tossicologici fanno sì che su di lui vengano accampati dei pesanti sospetti.
Presentato come un film catastrofista, "Flight" è in realtà un finissimo thriller psicologico che va dritto al cuore dello spettatore il quale, unico a sapere la 'verità' su Whip e su quello che è successo sull'aereo, vive una sorta di ironia tragica. Potrebbe anche essere considerato un romanzo di formazione, sull'importanza della verità come mezzo di liberazione. Formidabile Washington, in una delle interpretazioni più intense della carriera.
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williamd
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venerdì 6 febbraio 2015
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eroismo ed alcolismo
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L'aviatore, chiamato comunemente anche pilota, è quella persona che per professione trasporta persone da un posto ad un altro viaggiando tra le nuvole. In aria, quando l'aereo sfreccia a velocità inaudite e ad altezze proibitive, sulle spalle dell'aviatore grava il peso della vita di molte persone, le quali affidano nelle sue mani il controllo dei comandi dell'aereo e la scelta delle manovre.
Detto ciò è facile desumere che l'aviatore deve essere sempre al meglio delle proprie condizioni psicofisiche, è non c'è bisogno di discutere che se queste vengono a mancare l'aviatore non può decollare, in quanto, data la complessità e la pericolosità di questa professione, le probabilità di insuccesso del volo aumenterebbero significativamente.
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L'aviatore, chiamato comunemente anche pilota, è quella persona che per professione trasporta persone da un posto ad un altro viaggiando tra le nuvole. In aria, quando l'aereo sfreccia a velocità inaudite e ad altezze proibitive, sulle spalle dell'aviatore grava il peso della vita di molte persone, le quali affidano nelle sue mani il controllo dei comandi dell'aereo e la scelta delle manovre.
Detto ciò è facile desumere che l'aviatore deve essere sempre al meglio delle proprie condizioni psicofisiche, è non c'è bisogno di discutere che se queste vengono a mancare l'aviatore non può decollare, in quanto, data la complessità e la pericolosità di questa professione, le probabilità di insuccesso del volo aumenterebbero significativamente.
E cosa accadrebbe se l'aviatore si presentasse in cabina di volo dopo aver fatto assunzioni di cocaina e puzzando d'alcol? E cosa accadrebbe poi se a causa di un accidentale guasto del velivolo egli riuscisse, nonostante le sue precarie e deplorevoli condizioni, a portare in salvo sé stesso ed i passeggeri grazie ad un'improbabile manovra che quasi sicuramente nessun altro aviatore sarebbe riuscito a compiere?
E' questo il dilemma portato su grande schermo da Robert Zemeckis, che aggiunge al suo bottino un ulteriore film degno di ammirazione. Whip Whitaker (Denzel Washington) è da considerarsi come un eroe per aver compiuto un'impresa quasi impossibile, o è da considerarsi come un folle che meriterebbe la galera per essersi preso il comando di un aereo da ubriaco e da drogato, mettendo a repentaglio la vita di centinaia di persone e soprattutto tradendo la loro fiducia?
La risposta non è immediata ed il film fa riflettere a lungo anche sul dramma dell'alcolismo, di uomini come Whip che a causa dell'alcol sono privati della loro libertà e della propria dignità.
Ho trovato il film molto scorrevole ed emozionante (tranne per qualche calo di tono nel secondo atto), quello che mi ha colpito è la storia in sé e la regia, discreta l'interpretazione di Denzel Washington. Un film che consiglio vivamente e a cui assegno quattro stelle!!!!
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michele
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venerdì 1 febbraio 2013
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zemeckis funziona a tratti
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FLIGHT
di Robert Zemeckis
Il nuovo lavoro di Robert Zemeckis che torna a dirigere un film dopo 12 anni dedicati alla sperimentazione high-tech nell'animazione, è una storia che ci parla del problema dell'alcolismo e delle dipendenze in generale. Zemeckis decide di introdurre il tema in maniera originale, spiazzando le attese dello spettatore attraverso una prima parte che fa presupporre di assistere ad una pellicola di genere catastrofico e di alto impatto adrenalinico. Non è così. Un incidente aereo perfettamente girato che tiene fortemente in tensione lo spettatore (Zemeckis è particolarmente bravo nel girare scene di incidenti aerei, da ricordare infatti anche la bellissima sequenza di Cast away) serve per veicolare in realtà un'altra storia, quella che veramente il regista vuole raccontare.
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FLIGHT
di Robert Zemeckis
Il nuovo lavoro di Robert Zemeckis che torna a dirigere un film dopo 12 anni dedicati alla sperimentazione high-tech nell'animazione, è una storia che ci parla del problema dell'alcolismo e delle dipendenze in generale. Zemeckis decide di introdurre il tema in maniera originale, spiazzando le attese dello spettatore attraverso una prima parte che fa presupporre di assistere ad una pellicola di genere catastrofico e di alto impatto adrenalinico. Non è così. Un incidente aereo perfettamente girato che tiene fortemente in tensione lo spettatore (Zemeckis è particolarmente bravo nel girare scene di incidenti aerei, da ricordare infatti anche la bellissima sequenza di Cast away) serve per veicolare in realtà un'altra storia, quella che veramente il regista vuole raccontare. Un pilota di linea con una manovra eccezionale evita una catastrofe. Solo 6 passeggeri su 102 perdono la vita in un incidente che di norma non avrebbe lasciato scampo a nessuno. E' un eroe. Ma l'inchiesta che segue mette in discussione l'uomo-eroe Whip Whitaker (Denzel Washington). Risulta infatti, come il regista ci mostra all'inizio del film esplicitamente, che il pilota era ubriaco e sotto l'effetto di stupefacenti al momento del decollo. C'è allora un processo da affrontare e una verità da nascondere, una dignità da difendere, non tanto per l'uomo, quanto piuttosto per l'immagine dell'intera compagnia e del sindacato piloti. Una dignità politica potremmo dire. Il problema del film nasce nel momento in cui la vicenda si attesta definitivamente sulla linea tematica principale che il regista in primis voleva raccontare e affrontare, ovvero quello della dipendenza, cadendo in tutti quei clichè propri di questo tipo di storia. Il rapporto con una donna che ha i suoi stessi problemi e che cerca di convincerlo a curarsi senza successo, il rifiuto di riconoscersi malati, la ripresa e la sensazione di avercela fatta da soli e poi la ricaduta proprio nel momento più importante il giorno stesso della deposizione, il rapporto problematico con il figlio ecc... sono tutti episodi prevedibili e già visti che esauriscono l'effetto di originalità e curiosità che la commistione tra generi cinematografici che spiazzano dal catastrofico al legal-thriller, aveva conferito per certi intensi tratti alla pellicola. Se la scrittura del film quindi presenta dei limiti e si alterna tra alcuni momenti di pregevolissima fattura come ad esempio il dialogo nel sottoscala dell'ospedale, ad altri più scontati, perché come detto cede alle convenzioni tipiche del genere, Zemeckis dal punto di vista della regia non sbaglia un colpo e lo dimostra attraverso alcune soluzioni stilistiche davvero notevoli anche affidandosi all'interpretazione di un ritrovato Denzel Washington e uno strepitoso John Goodman che funziona sempre alla grande, soprattutto in chiave ironica (a questo proposito vedere anche Argo di Ben Affleck).
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marinabelinda
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mercoledì 6 febbraio 2013
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l'eroe allo specchio
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Denzel Wahington non è nuovo a confrontarsi con l'ambiguità delle anime e delle situazioni. Ne Il coraggio della verità, doveva capire se un atto eroico fosse realmente tale; in Men on fire, si ritrova in una situazione intricatissima spettatore dell'innocenza di una bambina, attorno alla quale sono tutti colpevoli. Ma altrettanto vale per Out of Time e, ancora di più, per American Gangester in cui la contemporanea presenza in Fank Lukas di un privato 'devoto' dell'esercizio a livello professionale dello spaccio di droga lascia senza parole.
Flight si inserisce in questo filone. Whip Whitaker ricorda per certi versi Andreas de la Leggenda del Santo Bevitore: incapace di smettere di bere, anche quando le circostanze inducono a smettere, e inserito in un contesto etico che solo alla fine (morte per Andreas, carcerazione per Whip) riesce a comprendere.
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Denzel Wahington non è nuovo a confrontarsi con l'ambiguità delle anime e delle situazioni. Ne Il coraggio della verità, doveva capire se un atto eroico fosse realmente tale; in Men on fire, si ritrova in una situazione intricatissima spettatore dell'innocenza di una bambina, attorno alla quale sono tutti colpevoli. Ma altrettanto vale per Out of Time e, ancora di più, per American Gangester in cui la contemporanea presenza in Fank Lukas di un privato 'devoto' dell'esercizio a livello professionale dello spaccio di droga lascia senza parole.
Flight si inserisce in questo filone. Whip Whitaker ricorda per certi versi Andreas de la Leggenda del Santo Bevitore: incapace di smettere di bere, anche quando le circostanze inducono a smettere, e inserito in un contesto etico che solo alla fine (morte per Andreas, carcerazione per Whip) riesce a comprendere.
Così l'eroe mostra il suo lato oscuro e fragile relegato però all'ambito privato, laddove la professione viene svolta con tanta capacità e competenza da riuscire a mettere in salvo la più gran parte dei passeggeri (96 su 102) di un aereo con un atterraggio davvero miracoloso.
Da una parte ci si chiede perchè indagare su cosa ci sia stato dietro questo atto tanto eroico, quanto professionale.
D'altra la necessità dell'essere umano di ricerca la verità (qualunque sia il fine), prima o poi, viene sempre a galla.
E il finale del film risponde (con qualche difficoltà interpretativa) alla domanda: la condotta di Whip Whitaker non era stata concausa del disastro aereo, essendo anzi dimostrato un difetto di manutenzione, ma la stessa condotta contrastava con la pubblica fede. Era tale, cioè, da far venire meno il rapporto di fiducia dei consociati. Il ragionamento è più complesso di come l'ho ora banalizzato, ma è questo -almeno secondo me- l'aspetto etico del film, che consente al protagonista, dopo aver dichiarato la propria situazione di alcolista, di finalmente liberarsi. E in questo mi ha riportato alla mente Quiz Show, con la confessione finale di Charles Van Doren.
La libertà, paradossalmente, si manifesta in prigione, quando Whitaker non è più costretto ad assumere ruoli, e può anzi riallacciare i rapporti con il figlio, senza dimenticare (lo si vede dalle fotografie nella cella) chi lo aveva aiutato (la tossicodipende Nicole, con la quale sembra legarsi) a prendere coscienza della propria fragilità.
Peccato che tutto questo si trovi in un film che si dilunga troppo. Trenta minuti in meno avrebbero sicuramente giovato, perchè dopo un inizio al cardiopalma (quasi fa passare la voglia di prendere un aeroplano), l'intreccio si diliuisce eccessivamente, rendendo -in alcuni minuti- il protagonista (Denzel Washington è indubbitabilmente bravissimo) davvero antipatico.
Un buon film, tradizionale come impianto narrativo, etico e splendidamente recitato (John Goodman è folgorante) che però rischia di essere un'occasione mancata, anche perchè schiacciato da film ora in programmazione altrettanto importanti, ma magari più originali .
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outatime
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domenica 10 febbraio 2013
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flight: zemeckis inganna ma non delude.
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Un pilota che diventa eroe per aver salvato novantasei dei cento passeggeri a bordo del suo aereo diretto ad Atlanta. Un volo al rovescio ed un atterraggio d’emergenza travolgente. I primi dieci minuti di Flight, ultima fatica cinematografica di Robert Zemeckis, sono adrenalinici e carichi di tensione tanto che il regista riesce a far salire a bordo dell’aereo anche gli spettatori in sala.
Alla guida del velivolo c’è Whip Whitacker (magistralmente interpretato da Denzel Washington, alla sua sesta candidatura agli Oscar) un pilota eroe per la stampa ma non per se stesso. Whip è dipendente dall’alcol ed è ubriaco la mattina del volo.
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Un pilota che diventa eroe per aver salvato novantasei dei cento passeggeri a bordo del suo aereo diretto ad Atlanta. Un volo al rovescio ed un atterraggio d’emergenza travolgente. I primi dieci minuti di Flight, ultima fatica cinematografica di Robert Zemeckis, sono adrenalinici e carichi di tensione tanto che il regista riesce a far salire a bordo dell’aereo anche gli spettatori in sala.
Alla guida del velivolo c’è Whip Whitacker (magistralmente interpretato da Denzel Washington, alla sua sesta candidatura agli Oscar) un pilota eroe per la stampa ma non per se stesso. Whip è dipendente dall’alcol ed è ubriaco la mattina del volo. Nonostante lo schianto sia dovuto ad un guasto aereo e non alla lucidità di Whip, l’uomo si trova ad affrontare un processo che lo accusa di essere il responsabile dell’incidente.
Insieme all’aereo si schianta anche Whip, dunque. Il pilota come il suo aeroplano. Whip si trova a fare i conti con la sua dipendenza. Cerca di liberarsene ma puntualmente ci ricade, mettendo lo spettatore in una condizione di sofferenza. Whip incontra Nicole, una tossicodipendente in grado di capire cosa significhi essere debole, e un paziente dell’ospedale malato di cancro che accetta la sua condizione perché questa è la volontà di Dio. Il pilota però è solo e, da solo, riuscirà a compiere una scelta e a rimettere insieme i pezzi della sua vita.
Lo spettatore rimane spiazzato. All’inizio decolla insieme all’aereo ormai convinto che il film viaggi ad alta quota. L’aereo però atterra e lo spettatore insieme a lui. Si trova comunque a viaggiare di nuovo, questa volta insieme a Whip, soffrendo e arrabbiandosi con lui. La tensione iniziale non c’è più, ma Whip ormai non può essere lasciato solo e allora lo si accompagna fino alla fine della sua storia.
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regi1991
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mercoledì 27 febbraio 2013
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smettere di mentire a se stessi
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Filght diretto da Zemeckis inizia con una spettacolare scena di un disastro aereo, in parte salvato dal capitano Whip Whitaker (Denzel Washington) con un atterraggio di fortuna capovolgendo sotto sopra il mezzo in avaria. In seguito all'incidente si entra nella vita di Whip, un alcolizzato che non riesce ad ammettere il suo problema e che rischia di passare da eroe a colpevole, per aver pilotato dopo aver bevuto e assunto altre sostanze illegali il giorno dello schianto. Whitaker attende il giorno della sentenza rifugiato nella fattoria di famiglia; dopo aver fatto scappare Nicole, una ragazza con problemi di droga conosciuta in ospedale, dopo aver perso nell'incidente la sua compagna e assistente di volo Katerina, e con una famiglia che non lo vuole vedere, Whip sempre più solo deve combattere l'alcolismo che lo ha ridotto nella situazione in cui si trova e fare una scelta importante in vista della sentenza.
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Filght diretto da Zemeckis inizia con una spettacolare scena di un disastro aereo, in parte salvato dal capitano Whip Whitaker (Denzel Washington) con un atterraggio di fortuna capovolgendo sotto sopra il mezzo in avaria. In seguito all'incidente si entra nella vita di Whip, un alcolizzato che non riesce ad ammettere il suo problema e che rischia di passare da eroe a colpevole, per aver pilotato dopo aver bevuto e assunto altre sostanze illegali il giorno dello schianto. Whitaker attende il giorno della sentenza rifugiato nella fattoria di famiglia; dopo aver fatto scappare Nicole, una ragazza con problemi di droga conosciuta in ospedale, dopo aver perso nell'incidente la sua compagna e assistente di volo Katerina, e con una famiglia che non lo vuole vedere, Whip sempre più solo deve combattere l'alcolismo che lo ha ridotto nella situazione in cui si trova e fare una scelta importante in vista della sentenza.
Il film nel suo complesso è ottimo, diretto molto bene, raccontato in modo scorrevole, mai noiso o banale, e con attori in buona forma, anche se non ci sono interpretazioni ecclatanti, Washington sa interpretare bene e con mestiere il suo personaggio.
Il tema dell'alcolismo e in parte anche quello della droga è affrontato in modo sobrio ed efficace, questo è un punto di forza determinante del film, che determina il successo della pellicola. Da vedere, molto consigliato per il tema che affronta e come lo affronta.
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