dargath90
|
domenica 1 settembre 2013
|
tutto accade per una ragione
|
|
|
|
Un aereo diretto ad Atlanta improvvisamente e inspiegabilmente precipita, provocando alcune vittime. Alla guida del velivolo era il protagonista Whip Whitaker (Denzel Washington), un comandante con molta esperienza alle spalle, grazie al quale viene evitata la catastrofe: numerosi passeggeri non si sarebbero salvati senza il miracoloso atterraggio di fortuna compiuto da Whip. Tuttavia il comandante era salito a bordo dell'aereo con un tasso alcolemico ben superiore alla soglia consentita e sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Se ciò si venisse a sapere ne conseguirebbe non solo la fine della sua carriera ma anche l'apertura di un procedimento penale a suo carico.
[+]
Un aereo diretto ad Atlanta improvvisamente e inspiegabilmente precipita, provocando alcune vittime. Alla guida del velivolo era il protagonista Whip Whitaker (Denzel Washington), un comandante con molta esperienza alle spalle, grazie al quale viene evitata la catastrofe: numerosi passeggeri non si sarebbero salvati senza il miracoloso atterraggio di fortuna compiuto da Whip. Tuttavia il comandante era salito a bordo dell'aereo con un tasso alcolemico ben superiore alla soglia consentita e sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Se ciò si venisse a sapere ne conseguirebbe non solo la fine della sua carriera ma anche l'apertura di un procedimento penale a suo carico. Nell'ospedale in cui era stato ricoverato dopo aver riportato lievi lesioni, Whip fa conoscenza con Nicole (Kelly Reilly), una tossicodipendente ricoverata per overdose. In seguito i due avranno occasione di conoscersi meglio...
La sceneggiatura, scritta da John Gatins, si ispira ad un disastro aereo verificatosi nel 2000. L'incidente ebbe un esito ben diverso da quello mostrato nella pellicola: dopo lo schianto nessuno tra passeggeri e membri dell'equipaggio sopravvisse.
Tutto accade per una ragione, ogni sventura che ci colpisce è voluta dalla Provvidenza, è una tappa del nostro cammino verso la salvezza. "Flight", l'ultimo lavoro del regista Zemeckis, esprime questa concezione della vita e la rende talvolta esplicita tramite le parole di alcuni personaggi.
Tema centrale della pellicola è, inoltre, la dipendenza dall'alcol, un nemico difficile da debellare quando si è avvinti nelle sue spire. Per il protagonista Whip l'alcol era stato la causa del divorzio e dell'allontanamento dal figlio che nutre profondo disprezzo per suo padre, considerandolo null'altro che un ubriacone. Il film, quindi, mette in scena la lotta di un uomo contro il demone dell'alcol, un percorso irto di ostacoli e di dolore.
Probabilmente la pellicola non diventerà un film di culto, a differenza di altri lavori di Zemeckis quali la trilogia di "Ritorno al Futuro" e "Forrest Gump". Cionondimeno l'ultima fatica di Robert Zemeckis è un film pregevole, con una regia valida e interpreti all'altezza del loro compito. In particolare, è degna di nota la performance di Denzel Washington.
VOTO: 7,5
[-]
|
|
[+] lascia un commento a dargath90 »
[ - ] lascia un commento a dargath90 »
|
|
d'accordo? |
|
bartleby corinzio
|
domenica 27 gennaio 2013
|
zemeckis spicca il volo
|
|
|
|
Mi faccio un bicchierino, sniffo un po' di coca e poi torno al mio lavoro. Che lavoro faccio? Piloto aerei di linea. Flight è volato in me come una piacevole sorpresa. Un film che concentra quel lato oscuro della Luna che ho sempre denotano in Zemeckis. Nello sguardo verso l'oscurità della caverna in Cast Away, in quel suo modo di indicare con grazia il tentato suicidio (sempre in Cast Away) ma è solo l'esempio più semplice giacché il più vicino, giacché era dal 2000 che Robert Zemeckis non girava un film con attori in carne ed ossa. Il film si apre con il femmineo pelo, così come in Killer Joe e già questo, anzi, tutta quella scena iniziale, è la traccia che Zemeckis scava nella pellicola una cicatrice identitaria.
[+]
Mi faccio un bicchierino, sniffo un po' di coca e poi torno al mio lavoro. Che lavoro faccio? Piloto aerei di linea. Flight è volato in me come una piacevole sorpresa. Un film che concentra quel lato oscuro della Luna che ho sempre denotano in Zemeckis. Nello sguardo verso l'oscurità della caverna in Cast Away, in quel suo modo di indicare con grazia il tentato suicidio (sempre in Cast Away) ma è solo l'esempio più semplice giacché il più vicino, giacché era dal 2000 che Robert Zemeckis non girava un film con attori in carne ed ossa. Il film si apre con il femmineo pelo, così come in Killer Joe e già questo, anzi, tutta quella scena iniziale, è la traccia che Zemeckis scava nella pellicola una cicatrice identitaria. Da una parte il sesso, l'alcol e gli afrori quasi percepibili e dall'altra una telefonata che si appiglia ad un che di "famiglia" (fa pure rima) mentre il licenzioso pelo si aggira per la stanza. Ho pensato, se il film decolla in questo modo spero che tutto il resto non precipiti. E per fortuna o per maestria il film non precipita, perché a precipitare è altro. A partire dal protagonista. Un Denzel Washington fantastico, in continua caduta, "orgogliosamente" alcolista. Un alcolista eroe. Un ossimoro direi meraviglioso che puzza di alcol e raziocinio, di bravura e decadenza.
Come se non bastasse il film incastona in modo azzeccato "siparietti" meravigliosi, ma ovviamente non starò qui a fare spoiler. Siparietti meravigliosi, dicevo, e personaggi secondari scritti molto bene. Uno su tutti, un John Goodman da amare. Un personaggio che in altre mani poteva risultare macchiettistico ma che qui riesce ad essere credibile nonché spassoso. E c'è anche spazio per una gran donna come Melissa Leo in un momento topico.
Scrivere un soggetto abbastanza scarno e farne un film così inaspettatamente profondo seppur nel mainstream non è cosa facile. Riuscire a planare dall'oggettivo dramma a momenti comici perfetti (in quanto non stonati) ad un'analisi credibile e forte di un personaggio alla deriva non è cosa che può riuscire a tutti. Zemeckis l'ha fatto. L'ha fatto con una impostazione che io definirei squisitamente fenomenologica. Ossia, ha preso una pala, ha scavato, ha toccato una bottiglia di vodka, ha scavato ancora ed ha trovato l'uomo che l'ha gettata, ha scavato ancora e ci ha costruito su una storia sviluppando il tipico atteggiamento fenomenologico, ossia contemplativo. Un contemplare funzionale al lasciare risalire in superficie il vissuto. Senza un giudizio vero e proprio e anzi, smorzando il tutto con azzeccati momenti ironici. Come il ritrovarsi fra estranei, fumarsi una sigaretta e farsi due meste risate sarcastiche sui mali che ci attanagliano e sui nostri dannati vizi.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a bartleby corinzio »
[ - ] lascia un commento a bartleby corinzio »
|
|
d'accordo? |
|
giugy3000
|
giovedì 19 settembre 2013
|
il film decolla bene ma precipita nell'ovvio
|
|
|
|
Paura di volare? Reticenti a prendere un aereo anche solo per un'ora?Allora è meglio che non vi imbarchiate nella storia di William "Whip" Whitake e con lui sul volo SouthJet 227 per Atlanta...i primi venti minuti di pellicola sono magistralmente da brividi e sarà impossibile non venir risucchiati dall'ondata di terrore. Zemeckis torna all'action movie dopo ben dodici anni dopo "Cast Away" e sposta le coordinate di un'altra vicenda forte e singolare dall'elemento acqua al mondo dei cieli, passando dal naufragio di un uomo amorevole allo schianto al suolo di un altro, in balia della perdizione.
[+]
Paura di volare? Reticenti a prendere un aereo anche solo per un'ora?Allora è meglio che non vi imbarchiate nella storia di William "Whip" Whitake e con lui sul volo SouthJet 227 per Atlanta...i primi venti minuti di pellicola sono magistralmente da brividi e sarà impossibile non venir risucchiati dall'ondata di terrore. Zemeckis torna all'action movie dopo ben dodici anni dopo "Cast Away" e sposta le coordinate di un'altra vicenda forte e singolare dall'elemento acqua al mondo dei cieli, passando dal naufragio di un uomo amorevole allo schianto al suolo di un altro, in balia della perdizione. Chuck Noland e Whip Whitake sono due protagonisti agli antipodi: uno è libero e felice ma si ritrova perduto su un'isola deserta, l'altro è schiavo delle dipendenze da alcool e cocaina e si salva dal precipitarsi dall'aereo di cui detiene il comando; uno ha tutto il tempo del mondo in attesa di venir salvto, l'altro vede il tempo della sua scorrere veloce come in una clessidra rovesciata in cui un attimo in più può capovolgere tutto. Due esistenze che riscontrano però nonostante tutto anche fini caratteristiche comuni: uno ha come migliore amico un pallone da calcio battezzato Wilson e l'altro una bottiglia, che sia di birra o vodka o di altri nomi poco importa; entrambi si appellano al fato più che ad un Dio misericordioso, in cui è certo che nulla avvenga per caso. In un turbinio di scelte cruciali, perdite e desiderio di salvezza, la storia di "Flight" non è il banale resoconto di un disastro aereo evitato da un uomo solo ed infelice ma è anche l'occasione per parlare della mistica figura americana dell'eroe, a cui spesso alle spalle soggiace un'esistenza amorale e corrotta.
Cosa accadrebbe difatti se vi dicessero che l'aereo in cui siete saliti è stato dirottato dal pilota su un campo dopo numerose manovre eccezionali d'emergenza finendo per salvare ben 96 vite su 102? Probabilmente correreste a congratularvi con lui sino alla fine dei giorni, ma fareste lo stesso se poi aggiungessero al racconto il fatto che quello stesso pilota era un cocainomane e perdipiù quel giorno guidava in stato d'ebbrezza? Per tutto il film l'interrogativo regna sovrano e lo spettatore diventa parte integrante di questa folle domanda non riuscendo mai a capire per davvero da che parte schierarsi: Whip ha alle spalle una vita difficile, ma ha liberamente scelto di calarsi nel tunnel della droga mettendo a rischio un centinaio di vite ogni giorno nei suoi voli, eppure nonostante ciò è riuscito a mettere in atto il più eroico salvataggio della storia, irreplicabile anche da piloti sotto test in perfette condizioni cliniche ed emotive. La condanna al carcere per lui è davvero cosa buona e giusta? Denzel Washington è calato nella parte nel più lodevole dei modi, come già detto le scene iniziali del film vantano di una realizzazione e di un pathos perfetto, ma le note amare arrivano presto: una volta atterrato l'aereo, il film non "decolla" più nel modo coinvolgente che ci aspetteremmo da un regista che ha scelto di mettere in cattiva luce una delle figure chiave della cultura americana: l'eroe e la sua celebrazione. Whip è sì spogliato da quel carattere perfetto ed invincibile che appartiene al mito, ma è subito vestito al contempo da una patina sdolcinata di eventi correlati (e nella vita vera assai improbabili) che lo rendono meno autentico e sincero. Nelle ultime sequenze della pellicola Denzel pare quasi rivestire i panni odiosi di quel precedente "Jhon Q" di Cassavettes, torna a fare il padre che non è mai stato e diventa persino il partner ideale di un ex eroinamane ricoverata per overdose. Ciliegina sulla torta del non-sense il personaggio di Jhon Goodman, nel ruolo del suo spacciatore personale che come niente fosse lo va a trovare in ospedale e lo fa "tornare in piena forma" prima del fatidico processo.
Nella seconda parte di film qualcosa inevitabilmente stona e il finale assolutamente tipico di ogni serious comedy made in USA non aiuta a ritrovare quel senso di originalità che le promesse avevan fatto ben sperare, mancando di forza proprio invece nel punto di eccellenza del precedente "Cast Away", in cui i titoli di coda scorrevano dopo un non scontato epilogo. Il velo di melenso rende quindi un po' indigesto il prodotto e la onclusione così moralista racchiudere all'ennesima potenza tutto ciò che di più gretto ci offrono gli stati uniti e da cui invece, per una volta, sarebbe stato sensato allontanarsi del tutto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a giugy3000 »
[ - ] lascia un commento a giugy3000 »
|
|
d'accordo? |
|
gianleo67
|
domenica 1 febbraio 2015
|
il cielo americano è sempre blu...sopra le nuvole
|
|
|
|
Dopo il disastro in cui è riuscito miracolosamente a salvare 96 delle 102 persone a bordo del Boing dal lui pilotato, il comandante Whip Whitaker (Denzel Washington) deve allontanare da sè i sospetti che l'incidente sia dovuto ai suoi vizi etilici piuttosto che alla carente manutenzione dell'aereomobile. Tallonato dall'agenzia nazionale per la sicurezza del volo e dai sensi di colpa per la morte di una hostess con cui intratteneva una relazione sentimentale, ingaggerà una dura lotta con se stesso per combattere la sua dipendenza dall'alcool e le accuse infamanti che lo condurrebbero alla sbarra. Aiutato dal sindacato piloti, più interessato a scagionare la compagnia aerea, e da una giovane e bella alcolista conosciuta in ospedale, maturerà la consapevolezza che principi fondamentali quali onore e lealtà sono ben più importanti della sua stessa libertà.
[+]
Dopo il disastro in cui è riuscito miracolosamente a salvare 96 delle 102 persone a bordo del Boing dal lui pilotato, il comandante Whip Whitaker (Denzel Washington) deve allontanare da sè i sospetti che l'incidente sia dovuto ai suoi vizi etilici piuttosto che alla carente manutenzione dell'aereomobile. Tallonato dall'agenzia nazionale per la sicurezza del volo e dai sensi di colpa per la morte di una hostess con cui intratteneva una relazione sentimentale, ingaggerà una dura lotta con se stesso per combattere la sua dipendenza dall'alcool e le accuse infamanti che lo condurrebbero alla sbarra. Aiutato dal sindacato piloti, più interessato a scagionare la compagnia aerea, e da una giovane e bella alcolista conosciuta in ospedale, maturerà la consapevolezza che principi fondamentali quali onore e lealtà sono ben più importanti della sua stessa libertà.
Sceneggiato dal talentuoso John Gatins e prodotto dallo stesso regista, questo è un film di Zemeckis a 18 carati, nel senso che ne ripercorre immancabilmente tanto le tematiche legate all'evoluzione interiore di personaggi contraddittori e controversi, quanto l'estetica dell'action drama di grande respiro (e durata: ben 138'!) che sa affrontare le paradossali ricadute della modernità nel quadro più generale di un discorso sui principi universali di un'umanità smarrita di fronte alle fragilità delle proprie debolezze (il denaro,la carriera,le convenienze politiche,le dipendenze,la rispettabilità sociale,la moralità). Come nel più riuscito e suo ultimo lungometraggio non di animazione 'Cast Away' (2000), all'incipit da 'disaster movie' segue la parabola di caduta e redenzione di un uomo che ha smarrito la bussola di un difficile equilibrio psicologico diviso tra un fallimento matrimoniale e una pericolosa deriva esistenziale, laddove la fede nelle proprie abilità professionali non pare più sufficiente a compensare un disagio interiore che lo conduce sulla rotta inesorabile e certa della dipendenza e dell'autodistruzione. Se è vero che Zemeckis mette la sordina di un registro latamente ironico al discorso politico sull'intreccio di interessi che ruotano attorno al mondo del trasporto aereo, egli si concentra più sul versante umano e sentimentale del lato oscuro di un eroismo di facciata, su di una 'sindrome del sopravvissuto' che, come per il Bridges di 'Fearless - Senza paura' (Peter Weir - 1993), conduce il personaggio di Denzel Washington al difficile percorso di un riscatto personale che lo traghetti al di là delle secche del nichilismo e del disimpegno sociale, per farlo planare, sano e salvo, sulla pista improvvisata di un Grand Giurì in cui vuotare finalmente il sacco e liberarsi dalle bugie e dalle mezze verità che sapeva di dire prima di tutto a se stesso. Troppo imbrigliato forse in un plot da 'legal drama' e nella inevitabile sottotrama sentimentale (a fin di bene) che finiscono per monopolizzare gran parte del film, è illuminato dalla rare comparsate del vulcanico pusher di John Goodman che, da abile rianimatore improvvisato, ci guida per mano nei segreti artigianali dell'Up&Down delle sostanze psicotrope. Nomination come miglior attore protagonista a Denzel Washington e migliore sceneggiatura originale a John Gatins, imbarca strada facendo, oltre al già citato Goodman, la bella tossica di Kelly Reilly e il Bruce Greenwood di 'Passenger 57 - Terrore ad alta quota'. Finale edificante e mestamente consolatorio perchè,si sa, il cielo (americano) è (sempre) blu sopra le nuvole.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gianleo67 »
[ - ] lascia un commento a gianleo67 »
|
|
d'accordo? |
|
dandy
|
giovedì 21 settembre 2017
|
si poteva volare più in alto,ma ok.
|
|
|
|
Zemeckis gira un film per lui insolito,la storia di un uomo che diviene capro espiatorio per i vizi che paradossalmente non lo intralciano nel lavoro nemmeno nella più estrema delle situazioni,ma dopo finiscono per fargli prendere una volta per tutte coscienza di se stesso.L'azione e gli effettoni speciali vengono concentrati nella prima mezz'ora(notevole l'impatto visivo ed emozionale dall'inizio dei problemi fino all'incidente vero e proprio),poi ci si concentra su una storia non certo nuova di autodistruzione e redenzione.Storia ben costruita,che funziona decisamente,merito dell'interpretazione di Washington(ma anche Goodman nel ruolo dell'amico/pusher Harling Mays,è irresistibile).
[+]
Zemeckis gira un film per lui insolito,la storia di un uomo che diviene capro espiatorio per i vizi che paradossalmente non lo intralciano nel lavoro nemmeno nella più estrema delle situazioni,ma dopo finiscono per fargli prendere una volta per tutte coscienza di se stesso.L'azione e gli effettoni speciali vengono concentrati nella prima mezz'ora(notevole l'impatto visivo ed emozionale dall'inizio dei problemi fino all'incidente vero e proprio),poi ci si concentra su una storia non certo nuova di autodistruzione e redenzione.Storia ben costruita,che funziona decisamente,merito dell'interpretazione di Washington(ma anche Goodman nel ruolo dell'amico/pusher Harling Mays,è irresistibile).Però il finale è di quelli facilotti, che fanno storcere il naso,visti i tocchi scorretti che ogni tanto fanno capolino nella vicenda.Comunque un buon film.Bella colonna sonora dove si sentono tra gli altri,i Rolling Stones e i Red Hot Chili Peppers.Snobbato dagli Oscar.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a dandy »
[ - ] lascia un commento a dandy »
|
|
d'accordo? |
|
psicosara
|
lunedì 23 marzo 2020
|
tutto dura poco. anche gli eroi.
|
|
|
|
La prima volta che vidi questo film mi venne spontaneo non considerarlo un 𝐝𝐢𝐬𝐚𝐬𝐭𝐞𝐫 𝐦𝐨𝐯𝐢𝐞 ma un film sulla dipendenza.
Ho preferito 𝐅𝐥𝐢𝐠𝐡𝐭 sia a Forrest Gump (1994) che a Cast Away (2000), proprio per la scelta del personaggio e per l'interessante confronto fra uomo e vizio che Zemeckis pone in essere.
[+]
La prima volta che vidi questo film mi venne spontaneo non considerarlo un 𝐝𝐢𝐬𝐚𝐬𝐭𝐞𝐫 𝐦𝐨𝐯𝐢𝐞 ma un film sulla dipendenza.
Ho preferito 𝐅𝐥𝐢𝐠𝐡𝐭 sia a Forrest Gump (1994) che a Cast Away (2000), proprio per la scelta del personaggio e per l'interessante confronto fra uomo e vizio che Zemeckis pone in essere.
Whip Whitaker (𝘿𝙖𝙣𝙯𝙚𝙡 𝙒𝙖𝙨𝙝𝙞𝙣𝙜𝙩𝙤𝙣) è un pilota di linea, forse uno dei migliori piloti che ci siano. Mentre effettua un volo di routine, un guasto fa cadere l'aereo, ma lui riesce a salvare quasi tutti i passeggeri.
Diventa per tutti un eroe.
Ma ogni eroe ha i suoi lati oscuri. E anche Whitaker deve fare i conti con le proprie debolezze. E così, l'asso eroico esaltato da tutti, finisce sotto processo in base agli esami tossicologici.
E' ciò che è accaduto nel più recente film di Clint Eastwood su 𝗥𝗶𝗰𝗵𝗮𝗿𝗱 𝗝𝗲𝘄𝗲𝗹𝗹 (2019): i demoni interiori condizionano la valutazione dell'eroe. E come si fronteggia tale contrapposizione Uomo/Eroe Versus Uomo/Prigioniero dei propri demoni?
Per tutto il film lo spettatore cerca di immedesimarsi nella psiche del protagonista chiedendosi: il comandante Whip Whitaker è da assolvere o condannare? E' un eroe che ha salvato la vita a un centinaio di persone o è uno squilibrato alcolista che ha messo in pericolo la vita di molti innocenti?
Lo stesso regista sembra non voler accusare nè assolvere nessuno.
Che altro dire? Che Denzel Washington si conferma il grande attore che è. E che 𝗔𝗹𝗮𝗻 𝗦𝗶𝗹𝘃𝗲𝘀𝘁𝗿𝗶 aggiunge un'altra colonna sonora di successo alla sua enorme lista.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a psicosara »
[ - ] lascia un commento a psicosara »
|
|
d'accordo? |
|
eugen
|
martedì 23 maggio 2023
|
film interessante ma"stanco"
|
|
|
|
Flight"di Robert Zemeckis, sceneggiato da John Hatins, del 2012, vagamente ispirato alla vicnda del volo Alaska Airilines del gennaio 2000. UN pilota di sicura professionalita', ma dedito all'alcol e alla cocaina, dopo aver trascroso una notte"brava"con un'assistente di volo, pilota un aereo di linea che manifesta dei problemi, fin dall'inizio, che poi si intensificnao. Riusciraa', miraoclosamente, a salvare quasi tutti i viaggiatori e parte dell'equipaggio, ma perdera' l'assistente di volo. Acclamato come un eroe e riverito per l'atterraggio"miracoloso"verra' poi, pero', sottoposto a indagine perche'a un0analisi del sangue, risulta postivo a alcol e cocaina.
[+]
Flight"di Robert Zemeckis, sceneggiato da John Hatins, del 2012, vagamente ispirato alla vicnda del volo Alaska Airilines del gennaio 2000. UN pilota di sicura professionalita', ma dedito all'alcol e alla cocaina, dopo aver trascroso una notte"brava"con un'assistente di volo, pilota un aereo di linea che manifesta dei problemi, fin dall'inizio, che poi si intensificnao. Riusciraa', miraoclosamente, a salvare quasi tutti i viaggiatori e parte dell'equipaggio, ma perdera' l'assistente di volo. Acclamato come un eroe e riverito per l'atterraggio"miracoloso"verra' poi, pero', sottoposto a indagine perche'a un0analisi del sangue, risulta postivo a alcol e cocaina. Dovra'dunque difendersi in ogni modo ma, alla fine del processo intentato per chiarire la vicenda, confessera' di essere alcolizzato e dedito al consumo di droga. Scontera'la pena in prigione(cinque anni)ma riuscira'finalkmente a liberarsi dalle sue dipendenze, cosa che non gli era mai riuscita neppure quando partecipava alle rinuine dgli "alcolisti anonimi". Il film di Zemerckis, che raggiunge un climax efficacissimo, nell'ultima parte entra in un anticlimax che in qualhce modo rende la vicenda "appresantita", quadi dipendente dalla vicenda narrata, di per se'interessnate ma quasi troppo ripiegata su se'stessa nell'ultima parte, Denzel Washington e'protagonista impeccabile, Kelly Reilly e'coprotagonista femminile di notevole statura, nella parte di un'eroinomane che ha una liaison snetimentale con il orotagonista e cerca di aiutarlo nel superamento delle dipendenze da alcol e droga, ma non ha fortuna in questo compito, almeno inizialmnete, Gli/le altri/e cointepreti sono comunque di ottimo livello. Eugen
[-]
|
|
[+] lascia un commento a eugen »
[ - ] lascia un commento a eugen »
|
|
d'accordo? |
|
giovanni morandi
|
mercoledì 24 luglio 2024
|
da un caduta si può risorgere
|
|
|
|
Flight 2012 R. Zemeckis-
Il film, con una grande-come sempre-prestazione di D. Washington, ha tre parti ben distinte, la prima: la ricostruzione molto credibile di un incidente aereo, con un fortunoso atterraggio e "poche" vittime, nonostante le condizioni del pilota, non del tutto lucide...
La seconda: una sorta di legal thriller volto a dimostrare che il pilota, nonostante l'assunzione di alcol, ha compiuto una sorta di miracolo, nell'essere riuscito in un quasi impossibile atterraggio di fortuna; la terza, cioè Il finale: un grande messaggio di riscatto morale e sociale, poiché l’unica reale e definitiva via d’uscita dalla dipendenza dall' alcol passa per il superamento delle ipocrisie processuali e la piena assunzione di responsabilità da parte dell’eroico ma dissoluto pilota, che, inaspettatamente, sceglie la strada della verità e dell’espiazione per rifarsi un’identità pubblica e privata, riconquistando la stima del figlio, il rapporto con lui, ma soprattutto la propria autostima.
[+]
Flight 2012 R. Zemeckis-
Il film, con una grande-come sempre-prestazione di D. Washington, ha tre parti ben distinte, la prima: la ricostruzione molto credibile di un incidente aereo, con un fortunoso atterraggio e "poche" vittime, nonostante le condizioni del pilota, non del tutto lucide...
La seconda: una sorta di legal thriller volto a dimostrare che il pilota, nonostante l'assunzione di alcol, ha compiuto una sorta di miracolo, nell'essere riuscito in un quasi impossibile atterraggio di fortuna; la terza, cioè Il finale: un grande messaggio di riscatto morale e sociale, poiché l’unica reale e definitiva via d’uscita dalla dipendenza dall' alcol passa per il superamento delle ipocrisie processuali e la piena assunzione di responsabilità da parte dell’eroico ma dissoluto pilota, che, inaspettatamente, sceglie la strada della verità e dell’espiazione per rifarsi un’identità pubblica e privata, riconquistando la stima del figlio, il rapporto con lui, ma soprattutto la propria autostima.
Inutile elogiare Zemeckis, già autore di capolavori come Forrest Gump o Cast Away, né sottolineare la bravura di Denzel. Il film, con l'unico difetto di essere un po' stringato, e con un finale troppo ottimistico, è senz'altro da vedere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a giovanni morandi »
[ - ] lascia un commento a giovanni morandi »
|
|
d'accordo? |
|
giulio vivoli
|
domenica 3 febbraio 2013
|
volo eroico in cielo e in terra
|
|
|
|
Flight è un film che va al di là del suo titolo: perché dopo la prima mezz’ora drammatica e spettacolare dell’incidente aereo concluso eroicamente con una planata impossibile solo grazie all’abilità del pilota Whitaker, la vicenda prende le pieghe del legal thriller, con l’eroe messo sotto accusa dalla compagnia aerea e dall’autorità di vigilanza per abuso di alcol e cocaina, con tanto di prove raccolte e distrutte.
Il film assume così lo scopo dell’impegno e della denuncia sociale, tra riunioni di alcolisti anonimi e l’incontro in ospedale con una ragazza tossicodipendende, alla quale Whitaker,interpretato da un credibile Denzel Washington, si lega quasi per un destino comune.
[+]
Flight è un film che va al di là del suo titolo: perché dopo la prima mezz’ora drammatica e spettacolare dell’incidente aereo concluso eroicamente con una planata impossibile solo grazie all’abilità del pilota Whitaker, la vicenda prende le pieghe del legal thriller, con l’eroe messo sotto accusa dalla compagnia aerea e dall’autorità di vigilanza per abuso di alcol e cocaina, con tanto di prove raccolte e distrutte.
Il film assume così lo scopo dell’impegno e della denuncia sociale, tra riunioni di alcolisti anonimi e l’incontro in ospedale con una ragazza tossicodipendende, alla quale Whitaker,interpretato da un credibile Denzel Washington, si lega quasi per un destino comune.
Il finale ha un grande messaggio di riscatto morale e sociale, poiché l’unica reale e definitiva via d’uscita dalla dipendenza dall' alcol passa per il superamento delle ipocrisie processuali e la piena assunzione di responsabilità da parte dell’eroico ma dissoluto pilota, che sceglie la strada della verità e dell’espiazione per rifarsi un’identità pubblica e privata, riconquistando la stima del figlio e il rapporto con lui.
Proprio al figlio che lo viene a trovare durante la detenzione in carcere, alla domanda di parlare di sé e della sua figura, risponde con un: già, chi sono io? Un uomo nuovo, pulito e senza più sensi di colpa è nato dalle ceneri di un pilota geniale ma degenerato. Prima eroe nei cieli, adesso sulla terra.
Che sia un segnale di riscatto morale di Hollywood verso la facciata ipocrita dello star system?
Il regista Zemeckis, come nel suo precedente Le Verità Nascoste, abbatte la falsità della realtà apparente e il tabù della rispettabilità convenzionale basata sul potere e lo status sociale, con un forte messaggio etico alla coscienza dello spettatore.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a giulio vivoli »
[ - ] lascia un commento a giulio vivoli »
|
|
d'accordo? |
|
fabioconte
|
martedì 5 febbraio 2013
|
il film non decolla...
|
|
|
|
Non decolla...
Questo film non mi ha entusiasmato come mi sarei aspettato. Inizia con una bella scena di nudo, droga e alcol. A questo punto si potrebbe smettere di guardarlo, tanto si è capito perfettamente il senso della trama.
Invece no, prendo coraggio, un po' spronato dalla stima che ho verso Denzel Washington, e continuo a guardare il film. Sembra una pellicola girata di fretta, cioè, le scene e i dialoghi sembrerebbero dettati in maniera da risultare sintetici, senza girarci intorno e per arrivare al dunque.
Il sospetto che il film sia banale e scontato, lo si nota anche quando Denzel, l'aviatore, conosce un'altra donna, sai già che finirà in un certo modo.
[+]
Non decolla...
Questo film non mi ha entusiasmato come mi sarei aspettato. Inizia con una bella scena di nudo, droga e alcol. A questo punto si potrebbe smettere di guardarlo, tanto si è capito perfettamente il senso della trama.
Invece no, prendo coraggio, un po' spronato dalla stima che ho verso Denzel Washington, e continuo a guardare il film. Sembra una pellicola girata di fretta, cioè, le scene e i dialoghi sembrerebbero dettati in maniera da risultare sintetici, senza girarci intorno e per arrivare al dunque.
Il sospetto che il film sia banale e scontato, lo si nota anche quando Denzel, l'aviatore, conosce un'altra donna, sai già che finirà in un certo modo. A mio avviso potevano scegliere un attore protagonista diverso, ma forse così, il film non sarebbe decollato del tutto (ironia della sorte, battutaccia inutile!), invece con la figura di Denzel, in qualche modo, il pubblico si sarebbe avvicinato.
Un ruolo esemplare che ho gradito, è quello di John Goodman che con le sue quattro battute mi ha fatto sorridere. Sul finale il film si riprende, ma ripeto, è scontato eppure visto altre volte. Non voglio citare altri film, ma se lo vedete, vi verrà, di sicuro qualcosa in mente.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fabioconte »
[ - ] lascia un commento a fabioconte »
|
|
d'accordo? |
|
|