jonnylogan
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venerdì 6 giugno 2025
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amore, morte e commedia ma a passo di musica
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Molta musica giovanile e altrettanta banalizzazione attorno alla trasposizione su celluloide di un romanzo evento come quello del professor D?Avenia, che nel 2010 e a soli 33 anni, seppe raccontare la vita di un liceale disinteressato alla scuola perch? maggiormente interessato ad assecondare le sue prime pulsioni affettive. D?Avenia, presente nel ruolo di co-sceneggiatore, riesce a concedere all?allora quasi ventenne Filippo Scicchitano il privilegio meritato di assumere le sembianze del protagonista di una storia che sulla carta stampata gli permise di diventare il caso letterario dell?anno, con oltre un milione di copie vendute e una traduzione in oltre venti lingue. Una storia che per? sul grande schermo, complice una serie caratterizzazioni dei personaggi particolarmente infelice, non riesce a catturare l?attenzione del pubblico con la medesima efficacia.
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Molta musica giovanile e altrettanta banalizzazione attorno alla trasposizione su celluloide di un romanzo evento come quello del professor D?Avenia, che nel 2010 e a soli 33 anni, seppe raccontare la vita di un liceale disinteressato alla scuola perch? maggiormente interessato ad assecondare le sue prime pulsioni affettive. D?Avenia, presente nel ruolo di co-sceneggiatore, riesce a concedere all?allora quasi ventenne Filippo Scicchitano il privilegio meritato di assumere le sembianze del protagonista di una storia che sulla carta stampata gli permise di diventare il caso letterario dell?anno, con oltre un milione di copie vendute e una traduzione in oltre venti lingue. Una storia che per? sul grande schermo, complice una serie caratterizzazioni dei personaggi particolarmente infelice, non riesce a catturare l?attenzione del pubblico con la medesima efficacia.
Unici a salvarsi lo stesso Scicchitano, che dopo due prove cinematografiche e soprattutto dopo l?esordio con Scialla (id.; 2011), film del diretto da Francesco Bruni, riesce nel non facile tentativo di superarsi, aggiungendo un?ennesima ottima prova a una carriera, all?epoca, ampiamente ancora in rampa di lancio. E Luca Argentero, cui il Varesino Campiotti, recentemente tornato dietro la macchina da presa per portare in scena Ennio Doris - C'? anche domani (id.; 2024) biopic dedicato alla figura di Ennio Doris, dona un ruolo intrigante: quello del professore ?sognatore?, come descritto nelle pagine del romanzo.
Per il resto parliamo di un film che si confonde nel mondo dei film giovanili e giovanilistici, a causa di un?assenza di maturit? provocata dalla scelta di non voler scegliere un registro perch? un po? commedia e al tempo stesso un po? drammatico. In bilico fra una storia di amore adolescenziale e una tragedia, ma sempre in chiave molto leggera, esattamente come un pezzo dei Mod
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lovemovies
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martedì 6 giugno 2023
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rosso come i capelli della ragazza amata
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Film molto coinvolgente. Protagonisti sono alcuni vivaci adolescenti, alle prese con le loro storie amorose, che all'improvviso vengono sbalzati nel vortice di una tragedia che colpisce una di loro, preda di una malattia che difficilmente lascia scampo. In un baleno i progetti franano e i sogni vanno in frantumi. Non è semplice per nessuno elaborare una morte, la morte di una persona amata. Ancor meno semplice lo è per ragazzi giovani, refrattari alla sola ipotesi che qualcosa di così orribile possa intromettersi nella loro esistenza. La regia si muove con consapevole delicatezza. Illude anche, poggiando sulla speranza che si sia trovata la strada, la chiave per sfuggire ad un sommesso epilogo.
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Film molto coinvolgente. Protagonisti sono alcuni vivaci adolescenti, alle prese con le loro storie amorose, che all'improvviso vengono sbalzati nel vortice di una tragedia che colpisce una di loro, preda di una malattia che difficilmente lascia scampo. In un baleno i progetti franano e i sogni vanno in frantumi. Non è semplice per nessuno elaborare una morte, la morte di una persona amata. Ancor meno semplice lo è per ragazzi giovani, refrattari alla sola ipotesi che qualcosa di così orribile possa intromettersi nella loro esistenza. La regia si muove con consapevole delicatezza. Illude anche, poggiando sulla speranza che si sia trovata la strada, la chiave per sfuggire ad un sommesso epilogo. Purtroppo, invece, i miracoli non avvengono sempre, nemmeno nei film. Ne consegue che chi resta dovrà rimettere in discussione le proprie convinzioni, accettare il grande vuoto, prendersi cura degli altri, rimescolare le priorità che si pensavano immutabili. Di immutabile invece non c'è niente, come il colore di una stanza che viene coperto dallo strato di un colore diverso: un alternarsi fra il bianco della desolazione, delle parole non dette, delle assenze, della resa, al rosso della passione, dell'entusiasmo. Al rosso dei capelli della ragazza amata.
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rosmersholm
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venerdì 23 luglio 2021
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oratoriale
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Amore, malattia, morte.Tutto banalizzato e risolto in un filmetto che anche negli oratori avrebbero realizzato in un modo più credibile. Ma tant'è, ci sono produzioni che trattano il pubblico come se fosse composto solo da lobotomizzati e forse, dopo anni di Don Matteo, è proprio così. La regia si accontenta di infarcire il film di strizzatine d'occhio e maldestri tentativi ironici, senza mai cogliere le occasioni della storia. Cinemino italiano...
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francescomarziani
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martedì 30 maggio 2017
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ogni cosa ha un colore
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E' la trasposizione cinematografica tratta dal romanzo di Alessandro D'avenia: Bianca come il latte, rossa come il
sangue. La vicenda vede come protagonista Leo, un ragazzo di sedici anni come tanti; che ama il calcetto, non studia, che è innamorato di Beatrice, una ragazza più grande di lui; che va nella sua stessa scuola.
Cerca di fare alcuni tentativi per dirglielo, però senza successo. Un brutto giorno però, scopre che Beatrice si e'
ammalata di leucemia: allora decide di aiutarla, facendosi fare delle trasfusioni per poterla tenere in vita.
Il finale è ovviamente tragico: lei parte per un viaggio, e dice a Leo che si sta riprendendo.
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E' la trasposizione cinematografica tratta dal romanzo di Alessandro D'avenia: Bianca come il latte, rossa come il
sangue. La vicenda vede come protagonista Leo, un ragazzo di sedici anni come tanti; che ama il calcetto, non studia, che è innamorato di Beatrice, una ragazza più grande di lui; che va nella sua stessa scuola.
Cerca di fare alcuni tentativi per dirglielo, però senza successo. Un brutto giorno però, scopre che Beatrice si e'
ammalata di leucemia: allora decide di aiutarla, facendosi fare delle trasfusioni per poterla tenere in vita.
Il finale è ovviamente tragico: lei parte per un viaggio, e dice a Leo che si sta riprendendo.
Alla fine muore e Leo rimane scioccato e triste.
In questo film come attori famosi spiccano Flavio Insinna, nel ruolo del padre di Leo, e Luca Argentero nei panni
del professore supplente. Filippo Scicchitano nella parte del protagonista era già noto al pubblico per il film Scialla, stai sereno
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francy99
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lunedì 27 luglio 2015
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ottimo film
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ottimo passaggio dal libro al film, accompagnato da un buon cast e sostenuto da una buona regia.
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enzo70
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giovedì 15 gennaio 2015
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la morte e la vita visti da un adolescente
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La vita vista con gli occhi di un adolescente, Leo, poca voglia di studiare, bello ed insicuro quanto basta per essere adorabile. Per Silvia, la sua migliore amica, ma non per Beatrice, la ragazza di cui è perdutamente innamorata, dai capelli rossi e, addirittura, francese. Ma alla storia semplice di un amore giovane si affianca un percorso diverso, quello della malattia e, poi, della morte per una leucemia che stronca i sogni di vita di Beatrice. E la crescita umana di Leo che deriva dal confronto con le difficoltà che la vita, quella vera, presenta diventa il filo conduttore di un film bello, ben diretto da Giacomo Campiotti ed ottimamente interpretato da tutti gli attori, Filippo Schittano in testa.
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La vita vista con gli occhi di un adolescente, Leo, poca voglia di studiare, bello ed insicuro quanto basta per essere adorabile. Per Silvia, la sua migliore amica, ma non per Beatrice, la ragazza di cui è perdutamente innamorata, dai capelli rossi e, addirittura, francese. Ma alla storia semplice di un amore giovane si affianca un percorso diverso, quello della malattia e, poi, della morte per una leucemia che stronca i sogni di vita di Beatrice. E la crescita umana di Leo che deriva dal confronto con le difficoltà che la vita, quella vera, presenta diventa il filo conduttore di un film bello, ben diretto da Giacomo Campiotti ed ottimamente interpretato da tutti gli attori, Filippo Schittano in testa. In genere la trasposizione dei libri non fa bene al cinema italiano che tende a sovrapporre alle storie inutili e sterili esercitazioni intellettuali; non è così in questo caso, la storia del romanzo di Alessandro d’Avenia viene rafforzata dalla semplicità della sceneggiatura e della onestà del regista.
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sabry01
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giovedì 3 luglio 2014
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film strapalacrime
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questo film è bellissimo e strappa lacrime, è una storia d' amore stuenda. GUARDATELO!
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vittorio dornetti
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domenica 22 giugno 2014
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melodramma, ma la vita c'è
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Canpiotti è sempre stato un buon regista. Qui si sente la sua mano, anche se forse gli premeva un po' più del solito il mercato (altrimenti perché filmare un best seller). Si tratta di un classico film di cui si può anche dire malissimo, visto che la scelta di fare un film "popolare" con tutti i luoghi comuni del genere è addirittura esibita (e c'è sempre quello più intelligente degli altri che si compiace del suo disprezzo): un esempio per tutti, la ferale notizia sotto una pioggia battente. Qualcosa in effetti disturba; qualche convenzione di troppo esiste; ma al di là di tutto c'è la vita con le sue contraddizioni che esce in piena vista, e il dolore, e lo strazio di vedere le proprie sicurezze andare in frantumi (Leo è disperatamente convinto di salvare il suo amore come Lancillotto, ma la saggia ragazza gli ricorda che c'è la biologia, e che Dio, se c'è, sta troppo spesso zitto).
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Canpiotti è sempre stato un buon regista. Qui si sente la sua mano, anche se forse gli premeva un po' più del solito il mercato (altrimenti perché filmare un best seller). Si tratta di un classico film di cui si può anche dire malissimo, visto che la scelta di fare un film "popolare" con tutti i luoghi comuni del genere è addirittura esibita (e c'è sempre quello più intelligente degli altri che si compiace del suo disprezzo): un esempio per tutti, la ferale notizia sotto una pioggia battente. Qualcosa in effetti disturba; qualche convenzione di troppo esiste; ma al di là di tutto c'è la vita con le sue contraddizioni che esce in piena vista, e il dolore, e lo strazio di vedere le proprie sicurezze andare in frantumi (Leo è disperatamente convinto di salvare il suo amore come Lancillotto, ma la saggia ragazza gli ricorda che c'è la biologia, e che Dio, se c'è, sta troppo spesso zitto). Insomma, chi ha visto qualsiasi film giovanilistico, e poi vede questo, si accorge della differenza, e la differenza la fa tutta il regista (e anche un soggetto che qui risalta meglio che nel romanzo). Si fa tanto dell'ironia su questo film, ma tantissimi ragazzi hanno apprezzato questa Beatrice via di salvezza e questa Silvia, amica paziente, generosa, fedele e così straordinariamente femminile. Aurora Ruffino, l'amica che tutti vorrebbero avere
Vittorio Dornetti
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liuk!
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giovedì 13 marzo 2014
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film tv
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Un filmetto di serie b, passabile in televisione, con qualche spunto interessante e dai buon sentimenti, per addormentarsi contenti. Ottima la colonna sonora dei Modá ed altrattanto buona la performance di Argentero, forse nella sua migliore interpretazione.
Adatto a tutti ma soprattutto ai ragazzini.
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