m.raffaele92
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mercoledì 9 ottobre 2013
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tenetevi alla larga!
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Un film sconcertante, inafferrabile nel suo sviluppo, se di sviluppo si può parlare.
Mai si é visto massacrare Tolstoj in questo modo. La commistione tra cinema e teatro, quindi tra teatro e vita reale é fallimentare a dir poco, oltreché inutile (poiché tale commistione avrebbe avuto senso se la fonte d'ispirazione avesse avuto origine teatrale, ma così non é per il romanzo omonimo).
Ne esce un trionfo dell'assurdo e dell'insensatezza, mascherato da un'ottimo cast che offre ottime performance indossando ottimi costumi.
Il cambio repentino di set (mostrati apertamente nel loro carattere fittizio) davanti ai nostri occhi é ai limiti del ridicolo, o comunque di sicuro fuorviante.
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Un film sconcertante, inafferrabile nel suo sviluppo, se di sviluppo si può parlare.
Mai si é visto massacrare Tolstoj in questo modo. La commistione tra cinema e teatro, quindi tra teatro e vita reale é fallimentare a dir poco, oltreché inutile (poiché tale commistione avrebbe avuto senso se la fonte d'ispirazione avesse avuto origine teatrale, ma così non é per il romanzo omonimo).
Ne esce un trionfo dell'assurdo e dell'insensatezza, mascherato da un'ottimo cast che offre ottime performance indossando ottimi costumi.
Il cambio repentino di set (mostrati apertamente nel loro carattere fittizio) davanti ai nostri occhi é ai limiti del ridicolo, o comunque di sicuro fuorviante. Non capiamo quasi mai dove si trovino fisicamente i personaggi e ció diventa mano a mano sempre più irritante.
Un film che, date le premesse, avrebbe potuto essere un capolavoro: Joe Wright ha dato prova del suo talento con "Orgoglio e pregiudizio" e non solo, e "Anna Karenina" é un romanzo che si sarebbe prestato benissimo per un adattamento cinematografico.
Da evitare come la peste.
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rampante
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venerdì 9 agosto 2013
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il destino
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Mosca 1874. Anna Karenina, bella, energica, sicura di sè ha tutto quello che i suoi contemporanei vorrebbero avere; è la moglie di Karenin, ufficiale di alto rango.
La sua posizione sociale e reputazione a San Pietroburgo non potrebbe essere più alta.
Dopo aver ricevuto una lettera da suo fratello Oblosky che gli chiede di raggiungerlo per salvare il suo matrimonio con Dolly.
Anna si reca a Mosca ed in viaggio conosce la Contessa Vronsky che alla stazione gli presenta suo figlio, l'affascinante ufficiale Vronsky.
La scintilla di reciproca attrazione che scoppia tra loro due non può essere ignorata e non lo sarà.
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Mosca 1874. Anna Karenina, bella, energica, sicura di sè ha tutto quello che i suoi contemporanei vorrebbero avere; è la moglie di Karenin, ufficiale di alto rango.
La sua posizione sociale e reputazione a San Pietroburgo non potrebbe essere più alta.
Dopo aver ricevuto una lettera da suo fratello Oblosky che gli chiede di raggiungerlo per salvare il suo matrimonio con Dolly.
Anna si reca a Mosca ed in viaggio conosce la Contessa Vronsky che alla stazione gli presenta suo figlio, l'affascinante ufficiale Vronsky.
La scintilla di reciproca attrazione che scoppia tra loro due non può essere ignorata e non lo sarà.
Il marito Karenin cercherà di salvarla ma Anna si distruggerà.
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angies
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giovedì 1 agosto 2013
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zero pathos
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Non ho la possibilità di fare il confronto con il libro perché non l'ho letto, ma la sceneggiatura è scarsa, nonostante la regia interessante. Zero pathos purtroppo.
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deianira
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martedì 23 luglio 2013
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una anna senza tempo.....orignale e passionale
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Un dramma senza tempo, una passione viscerale, travolgente, tutto su un palcoscenico! Non era un'impresa facile: è noto a tutti il "peso" artistico della storia scritta da Tolstoy tanto quanto è complicato farne un adattamento cinematografico. Ogni volta che si guarda un film ripreso da un'opera letteraria, si sente spesso dire "uff..era meglio il libro!"...ma in questa esclamazione manca una riflessione che si basi specificatamente sulle regole del cinema, sulla difficoltà di trasmettere intrecci ed emozioni tutte in 2h!Ebbene, nel caso della storia di Anna, tanti erano i personaggi e tanti erano i temi: ritengo che sia stata affrontata con leggerezza la fase della "crisi" della protagonista, il divario interiore tra ciò che dovrebbe essere e ciò che è giusto, ma originale è stata la scelta di usare lo spazio teatrale come sfondo della storia, le scene frammentate, l'incalzare della tragedia, le inquadrature d'ombra e di luce.
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Un dramma senza tempo, una passione viscerale, travolgente, tutto su un palcoscenico! Non era un'impresa facile: è noto a tutti il "peso" artistico della storia scritta da Tolstoy tanto quanto è complicato farne un adattamento cinematografico. Ogni volta che si guarda un film ripreso da un'opera letteraria, si sente spesso dire "uff..era meglio il libro!"...ma in questa esclamazione manca una riflessione che si basi specificatamente sulle regole del cinema, sulla difficoltà di trasmettere intrecci ed emozioni tutte in 2h!Ebbene, nel caso della storia di Anna, tanti erano i personaggi e tanti erano i temi: ritengo che sia stata affrontata con leggerezza la fase della "crisi" della protagonista, il divario interiore tra ciò che dovrebbe essere e ciò che è giusto, ma originale è stata la scelta di usare lo spazio teatrale come sfondo della storia, le scene frammentate, l'incalzare della tragedia, le inquadrature d'ombra e di luce...e l'amore perturbante ed esclusivo viene affrontato nell'aspetto della sua difficoltà di trovare un giusto posto nel mondo dominato dalle grette regole dell'alta società...
Incantevole le musiche che attraversano il film come espressione degli stati d'animo dei protagonisti, chi è che ha notato come nel mezzo del silenzio della corsa di cavalli il suono del ventaglio di Anna, sempre più nervoso, sempre più "eloquente" di ciò che lei prova....o la delusione profonda di Karenin, delusione per l'istituzione del matrimonio, delusione per la rottura di un equilibrio manifestata dalla posizione di lui su una poltrona al centro di un teatro inesorabilmente silenzionso?
E per concludere il valzer.....coreografico e delicato...unico al momento.....
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umberto
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venerdì 19 luglio 2013
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noiosoooooo...
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Non capisco la necessità di una simile versione cinematografica dell'opera di tolstoi e che cosa abbia spinto il regista a trasformarla in un brutto vaudeville.Tutto è trasferito in un'atmosfera ridicola in cui gli attori recitano come patetici burattini.(Anche la sceneggiatura viaggia su questi binari.Come il treno che corre nella neve che è un brutto treno giocattolo.)
umby
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wwiwa
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lunedì 15 luglio 2013
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mi ha annoiato
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Ho visto questo film un po' in ritardo in una rassegna e mi ha deluso.
Gli attori sono bravi ma non mi hanno coinvolto più di tanto e il fatto di raccontare la storia come se fosse un'opera teatrale non mi ha convinto del tutto
Mi è sembrato molto lungo e un po' stucchevole
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marilla
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domenica 7 luglio 2013
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povero tolstoj: "condensato" in un video traditore
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Questo film altro non è che un video molto ben confezionato, furbetto e didascalico (Moulin Rouge , che orrore, docet), un vero e proprio compito a casa, sia per l'ostentata ricerca di originalità di costruzione (calare la storia in un'ulteriore pièce teatrale, secondo un assurdo gioco di scatole cinesi che, per chi non la conoscesse, diventa inizialmente incomprensibile), sia per quanto riguarda l'ossessiva ricerca di immagini patinate e stucchevoli, dove persino il valzer diventa attività ginnnica riservata solo a chi abbia una minima esperienza sindacale di danza classica.
Perfetto per una generazione di "non pensanti", che si nutre di spunti brevi, di flash, di "lanci" di tematiche che non potranno che esser accolte e recepite solo nel loro aspetto più superficiale, mi ha profondamente deluso (io, in trepidante attesa di un "bel" film).
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Questo film altro non è che un video molto ben confezionato, furbetto e didascalico (Moulin Rouge , che orrore, docet), un vero e proprio compito a casa, sia per l'ostentata ricerca di originalità di costruzione (calare la storia in un'ulteriore pièce teatrale, secondo un assurdo gioco di scatole cinesi che, per chi non la conoscesse, diventa inizialmente incomprensibile), sia per quanto riguarda l'ossessiva ricerca di immagini patinate e stucchevoli, dove persino il valzer diventa attività ginnnica riservata solo a chi abbia una minima esperienza sindacale di danza classica.
Perfetto per una generazione di "non pensanti", che si nutre di spunti brevi, di flash, di "lanci" di tematiche che non potranno che esser accolte e recepite solo nel loro aspetto più superficiale, mi ha profondamente deluso (io, in trepidante attesa di un "bel" film).
Chi conosce il romanzo, ma anche chi ne ha visto ben altre trasposizioni filmiche, non può non innervosirsi, nel complesso,
a)di fronte ad cast "visivamente" contemporaneo, che in nulla allude o ricorda un volto russo dell'Ottocento, e, nello specifico,
b)di fronte ad un'eroina rigida, ingessata, assolutamente sfuggente (Anna, che dovrebbe entrarci nel cuore!) il cui dramma interiore (che mirabilmente Tolstoj ci vorrebbe raccontare) si configura più come un'isteria amorosa,
c)di fronte ad un eroe che, con quei riccioloni biondi e quella sua esilarante battuta in cui, per approcciare Anna, le offre un gelato (un bel simbolo fallico, nulla da dire!!!) ma lei ripiega su una sigaretta (un piccolo simbolo fallico, poveretta: possibile che Tolstoi scriva questo?????), ci ricorda un tronista di defilippiana memoria,
c)di fronte ad un Karenin, ondeggiante fra la pietas e l'ipocrito rigore (e qui sembrerebbe proprio che si sia tentato di approfondire un cincinino il tema, che tuttavia Tolstoj risolve con una netta condanna di Karenin, rivedendo tuttavia il giudizio nella Sonata a Kreutzer, pubblicato 12 anni dopo),
d) di fronte ad una Kitty la cui inquadratura finale, al ballo (rileggiamo la memorabile pagina dove Tolstoj ci racconta di Kitty al ballo e della caduta delle illusioni!!!), mi riporta alla battistiana boutade ("un sorriso, e ho visto la mia fine sul tuo viso....)..
e) di fronte ad un Konstatin, portatore degli antichi valori, che qui potrebbe sfilare su una passerella di Dolce e Gabbana
..........e, chi più ne ha più ne metta (come non fare il paragone con le dame sul canapé di quel capolavoro che è Il Gattopardo, vedendo le damine di questo film, con i ventagli in tinta col vestito, irrigidite nelle inquadrature che ne vorrebbero fare dei topos?).
Il meccanismo della "condensazione", di freudiana memoria, è pericolosissimo: o si è dei geni, o è meglio lasciarlo fare ai nostri sogni, e limitarsi, con maggiore umiltà, ad operare buone, splendide, raffinate "ricostruzioni", che, peraltro, permetterebbero ai giovani che nulla sanno di Tolstoj, di capirci qualcosa.
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silviorighini
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lunedì 20 maggio 2013
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superbo
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Joe Wright sceglie - si direbbe - di raccontare il romanzo stesso più che rappresentarne la storia.
Questo permette un sottile distacco dalle emozioni, una reinterpretazione discreta e rispettosa, e un'analisi psicologica dei personaggi inaspettata, quasi a posteriori, lasciando vagamente intendere che si parla di un'epoca che non c'è più.
Geniale l'idea di girare quasi tutto il film all'interno di un teatro e con le scene che cambiano durante l'azione (anzi fanno parte dell'azione) quasi come se lo spettatore fosse la macchina da presa stessa. Bellissime anche certe simbologie per sintetizzare la storia. Effettivamente riuscire a realizzare l'ennesima versione di Anna Karenina senza mai essere ridondanti, è un'impresa non da poco.
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Joe Wright sceglie - si direbbe - di raccontare il romanzo stesso più che rappresentarne la storia.
Questo permette un sottile distacco dalle emozioni, una reinterpretazione discreta e rispettosa, e un'analisi psicologica dei personaggi inaspettata, quasi a posteriori, lasciando vagamente intendere che si parla di un'epoca che non c'è più.
Geniale l'idea di girare quasi tutto il film all'interno di un teatro e con le scene che cambiano durante l'azione (anzi fanno parte dell'azione) quasi come se lo spettatore fosse la macchina da presa stessa. Bellissime anche certe simbologie per sintetizzare la storia. Effettivamente riuscire a realizzare l'ennesima versione di Anna Karenina senza mai essere ridondanti, è un'impresa non da poco.
Superflui i complimenti al cast. Da vedere assolutamente.
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jacopo b98
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mercoledì 1 maggio 2013
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anna karenina di joe wright - da non perdere
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Anna (Knightley), moglie senza amore del ricco Aleksiej Karenin (Law), si innamora del conte Vronskj (Taylor-Johnson). Tra i due nasce una relazione che sconvolgerà la vita di entrambi e spingerà lei a buttarsi sotto un treno. Dal romanzo capolavoro di Lev Tolstoj, sceneggiato dal commediografo Tom Stoppard (e si vede), premio Oscar per Shakespeare in love, e diretto da Wright al suo quarto film, il terzo con la Knightley come protagonista, è il più insolito e sperimentale mai diretto da regista, nonché il migliore. Infatti spesso dobbiamo dire che in un film c’è una regia o una recitazione teatrale, ma di questo film dobbiamo dire che è teatrale, un grande spettacolo teatrale.
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Anna (Knightley), moglie senza amore del ricco Aleksiej Karenin (Law), si innamora del conte Vronskj (Taylor-Johnson). Tra i due nasce una relazione che sconvolgerà la vita di entrambi e spingerà lei a buttarsi sotto un treno. Dal romanzo capolavoro di Lev Tolstoj, sceneggiato dal commediografo Tom Stoppard (e si vede), premio Oscar per Shakespeare in love, e diretto da Wright al suo quarto film, il terzo con la Knightley come protagonista, è il più insolito e sperimentale mai diretto da regista, nonché il migliore. Infatti spesso dobbiamo dire che in un film c’è una regia o una recitazione teatrale, ma di questo film dobbiamo dire che è teatrale, un grande spettacolo teatrale. Infatti tutto è ambientato e girato in un teatro, appositamente allestito con preziose scenografie. Gli attori si comportano più da attori che da personaggi, vanno dietro le quinte dove si cambiano e discutono in privato… Gli unici momenti all’aria aperta sono le scene con il personaggio di Levin (Gleeson), innamorato della principessa Kitty (Vikander), uomo di saldi principi morali e politici, che infatti nella scena della cena a casa di Stiva (Macfadyen) colpisce molto Karenin che arriva addirittura a perdonare la moglie, senza sapere veramente il motivo di questa scelta. Anche gli attori sono teatrali, quasi operistici. Comunque è geniale in alcune scene: il ballo tra Anna e Vronskj e la scena della dichiarazione d’amore di Kitty a Levin tramite il gioco di scarabeo. Impeccabile dal punto di vista scenografico e dei costumi. Musiche dell’italiano Dario Marianelli. Oscar per i costumi.
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giugy3000
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giovedì 11 aprile 2013
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un caldo cuore nella neve
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Rendere sullo schermo uno dei capolavori assoluti della letteratura del XIX secolo, tutte le sue sfumature sociali di una russa zarista basate su relazioni studiate "comme il faut" e tratteggiare la caratterizzazione di una donna,perla di coraggio e dell'alta società di San Pietroburgo, non poteva portare che a due strade: fare un film angusto e pesante, che avrebbe sicuramente fatto rimpiangere l'ex Anna Karenina (ossia Greta Garbo) o cambiare rotta verso una sceneggiatura perfetta e una trama originale e fresca, retta da un'idea semplicemente geniale.
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Rendere sullo schermo uno dei capolavori assoluti della letteratura del XIX secolo, tutte le sue sfumature sociali di una russa zarista basate su relazioni studiate "comme il faut" e tratteggiare la caratterizzazione di una donna,perla di coraggio e dell'alta società di San Pietroburgo, non poteva portare che a due strade: fare un film angusto e pesante, che avrebbe sicuramente fatto rimpiangere l'ex Anna Karenina (ossia Greta Garbo) o cambiare rotta verso una sceneggiatura perfetta e una trama originale e fresca, retta da un'idea semplicemente geniale. Joe Wright raggiunge l'apoteosi del suo connubio con la musa Keira Knightley, volto già scelto in passato per altre due fortunate trasposizioni da libri celebri, ossia "Espiazione" di McEwan e "Orgoglio e pregiudizio" d Austen. Ma fare un film tratto da un libro di quasi mille pagine di Tolstoj rende ancor più arduo il compito e la Knightley riesce a firmare senza dubbio la sua più riuscita interpretazione mai stata assegnatole. Anna, per citare Godard, "n'est pas une infame, c'est une femme" e come donna, seppur già moglie e madre affettuosa, non riesce a scacciare dalla sua esistenza la felicità di un amore passionale, trovato per caso, non cercato ma impossibile da dimenticare. Quella di Anna non è una semplice sbandata, non è un civettuolo mezzo per infrangere le regole della rigida Russia del tempo, che proibiva alle donne adultere di parlare con dir si voglia...Anna grazie all'amore per il Conte Vronsky riacquisterà se stessa, si farà promotrice di una coraggio e di una battaglia verso il divorzio (parola quasi impronunciabile all'epoca) che nemmeno lei avrebbe mai creduto di possedere. Come in tutte le storie d'amore purtroppo però, l'amore solenne che ci fa vedere il mondo con gli occhi dell'amato e solo con la presenza fisica di quest'ultimo accanto, è inscindibile dalla sua dicotomia con la morte. La vita di Anna corre veloce sul treno della condanna e della perdita e come una montagna russa raggiunge vette di dolore misti a momenti celestiali, sino all'ultima fermata, quella del disfacimento di una felicità che pareva reale, ma che portava con sè un'ombra di tragedia. Anna e Vronsky (un eccellente Aaron Johnson, che ricordiamo per aver prestato il volto ad un giovane Jhon Lennon in "Nowhere boy") ballano un valzer maledetto e la regia del film segue questo ballo affannato e ricco di pathos a cui non si può far altro che cedere, assecondandolo. Nonostante sia una donna capace di tradire un marito che si chiede più volte cosa abbia fatto per meritarsi tutte queste pene, Anna (da credente) insiste moltissimo sul perdono e sul ruolo preponderante che quest'ultimo ha sulle nostre esistenze (non per nulla il film comincia proprio da un tentativo della protagonista di porre rimedio ai tradimenti del fratello con la cognata). Ella in una bellissima scena tenterà, dopo aver avuto problemi con il parto della sua secondogenita, di instradare i suoi due "amori", marito e amante, nella più difficile stretta di mano che due rivali in amore si possano dare, uscendone vittoriosa moralmente nel dimostrare altruismo in situazioni estreme e cercando di non far mai vivere le persone a cui è più affezionata nel dolore che l'odio reciproco può arrecare. Incompresa e rinnegata, animo puro,nobile e caldo come un cuore pulsante, Anna morirà nel freddo della sua San Pietroburgo, sola nella sua pazzia, che è riuscita a consumare le sicurezze delle sue scelte passate, inficiando il suo rapporto con Vronsky di gelosia e insoddisfazione per una vita solitaria senza contatti col mondo.
Last but non least da menzionare l'aspetto più incantevole dell'intera pellicola: Wright non iscena la vicenda in luoghi reali o in esatte ricostruzioni in studio; si avvale di un metacinema che professa un forte amore per il teatro, dove Anna e la cerchia di personaggi si muovono a tratti sul palco e dietro le quinte, dormono "dentro i quadri", creando un senso di smarrimento tra ciò che è reale e su dove realmente si stia svolgendo la scena. Una scenografia che non esita certo a mostrare tutti i suoi meccanismi, le comparse, i sipari...e lo spettatore a tratti è seduto sulla poltrona davanti al palco e a tratti è per le strade russe come un fortuito passante. Anna sarà felice e solare solo sul palco, tra le braccia del suo uomo, mentre troverà malinconia e solitudine quando il marito Alexei Karenin la riporterà dietro le quinte, nei meandri dell'alta società, dove l'etichetta e il codice morale non lascia certo posto a cambiamenti d'idea o circostanze quando si hanno accettato legami sacri proclamati da Dio.
Perchè si tradisce?Perchè si ama? Sarebbe come chiederci perchè respiriamo, lo si fa e basta...e certi perchè non hanno risposta.
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