ashtray_bliss
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martedì 5 febbraio 2013
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romantica decadenza di anna karenina.
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Anna Karenina di Joe Wright non e' un classico dramma storico fedele al capolavoro letterario del russo Tolstoj. E' una versione nuova, orignale e fresca che porta con se una molteplicita' di elementi innovativi, tra tutti le recitazioni volutamente teatrali dei protagonisti. L'intero film ha una precisa impostazione registica: richiamando una piece teatrale ininterotta. Motivo per cui sono ben evidenti palcoscenici sui quali si consuma gran parte della recitazione, sipari che cambiano, e quinte. Lo spettatore ha una immagine precisa di quello che sta seguendo: un film originale e particolare che non ha alcuna intenzione di mettersi in coda ai precedenti film su Anna Karenina.
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Anna Karenina di Joe Wright non e' un classico dramma storico fedele al capolavoro letterario del russo Tolstoj. E' una versione nuova, orignale e fresca che porta con se una molteplicita' di elementi innovativi, tra tutti le recitazioni volutamente teatrali dei protagonisti. L'intero film ha una precisa impostazione registica: richiamando una piece teatrale ininterotta. Motivo per cui sono ben evidenti palcoscenici sui quali si consuma gran parte della recitazione, sipari che cambiano, e quinte. Lo spettatore ha una immagine precisa di quello che sta seguendo: un film originale e particolare che non ha alcuna intenzione di mettersi in coda ai precedenti film su Anna Karenina.
Pieno di fantastiche coreografie e scenografie spettacolari e colorate, supportato da una collona sonora magistrale, il film offre una visione alternativa, del classico dramma, che proprio per questo elemento-chiave: la sua originalita' e innovazione, potrebbe piacere o meno allo spettatore.
La storia, classica, rivisita la storia di amore romantico, ma anche impossibile vissuto dalla Karenina, moglie di Karenin. Anna si innamorera' del conte Aleksej Vronsky per il quale sacrifichera' tutto e andra contro ogni imposizione sociale. Si allontanera' dalla famiglia (marito e figlio), sopportera' le malignita' di sguardi e commenti della aristocrazia russa che la circondano, ed infine andra' a vivere lontano dalla capitale, in campagna dove vira' la sua storia d'amore contestata con il giovane Aleksej Vronky fino alla tragica fine.
Ma Anna Karenina di Wright e' anche o sopratutto una storia di romantica decadenza, raccontata tra sfarzose e imponenti scene di balli, tra giochi di luci e ombre di bellissimi palazzi (seppur inventati sul palcoscenico) ma specialmente raccontata dai movimenti e sguardi dei protagonisti. Dietro lo splendore che accompagna scene e coreografie dei personaggi ci celano sentimenti umani veri e potenti come l'amore, la felicita', la rabbia e il dolore (per il tradimento) ed infene la solitudine e disperazione, che porteranno Anna al suicidio.
Cosi l'immagine dominante che viene data allo spettatore e' ,in fin dei conti, quella di una Karenina non icona tragica, ma anzi, di una donna forte e determinata pronta ad andare contro le convenzioni di una societa' chiusa (e religiosa), una donna pronta a sacrificare ogni agio e privilegio per poter inseguire la sua scelta di vivere la storia d'amore con Vronsky, ma anche sfacciata a tal punto da chiedere perdono al marito (prima di abbandonarlo di nuovo), non rancoroso ma fedele e pronto ad accettarla di nuovo a casa, al quale affidera' succesivamente la figlia Anya avuta dal conte. Anna Karenina dunque e' un personaggio rivisitato e sicuramente modernizzato, quello proposto da Wright, ma comunque fedele all'originale che segue tutti i passi nel percorso di decandenza psicologica che portera' Anna alla fatidica scelta di suicidarsi.
Un film che celebra il romanticismo classico e autodistruttivo, rivisitato in una prospettiva completamente nuova ed originale (appunto quella teatrale). Coreografie, abiti, scenografie e fotografie grandiose e magnifiche che catturano e incantano lo spettatore in una opera visiva monumentale che non verra' affatto dimenticata dal pubblico.
Ottima, come sempre, Keira Nightley e molto bravi anche gli interpreti secondari, spicca sicuramente Johnson. Musiche grandiose echeggianti la grandiosita' (esterna) dell'epoca barocca della Russia degli zar.
Un capolavoro cinematografico indiscusso.
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silvia boccabella
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lunedì 28 gennaio 2013
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una locomotiva profetica insegue il secolo breve
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[...]Vronskij al contrario studia la fragilità di Anna, la usa come pedina per accrescere la propria popolarità (l’ uomo trae benefici dal prestigio di seduttore) mentre la donna, Anna è ora guardata con disprezzo (seppur con una certa segreta ammirazione) dalle altre donne, come Kitty, che sebbene sedotta anch’ ella da Vronskij ha il riguardo di non esporsi nei suoi iniziali sentimenti, rivelatisi poi inappropriati per il seduttore impenitente.E’ perciò l’ inesperienza di Anna, il suo provincialismo consolidatosi lontana dai saloni e i palazzi di San Pietroburgo e Mosca e sorto per via di un’ esperienza matrimoniale acquisita in età troppo giovane e senza scelta consapevole, a tradirla: la ragione per cui la sua lucidità appare oscurata ; le altre nobildonne, più ciniche e sofisticate sembrano al contrario avere il "paracadute" per questo genere di avventure.
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[...]Vronskij al contrario studia la fragilità di Anna, la usa come pedina per accrescere la propria popolarità (l’ uomo trae benefici dal prestigio di seduttore) mentre la donna, Anna è ora guardata con disprezzo (seppur con una certa segreta ammirazione) dalle altre donne, come Kitty, che sebbene sedotta anch’ ella da Vronskij ha il riguardo di non esporsi nei suoi iniziali sentimenti, rivelatisi poi inappropriati per il seduttore impenitente.E’ perciò l’ inesperienza di Anna, il suo provincialismo consolidatosi lontana dai saloni e i palazzi di San Pietroburgo e Mosca e sorto per via di un’ esperienza matrimoniale acquisita in età troppo giovane e senza scelta consapevole, a tradirla: la ragione per cui la sua lucidità appare oscurata ; le altre nobildonne, più ciniche e sofisticate sembrano al contrario avere il "paracadute" per questo genere di avventure.
Inoltre, lei è una donna in viaggio, in esplorazione di sé stessa.Ricorda figure attualissime di personaggi cinematografici e letterari come 'Blair Waldorf' e 'Mary Crawley' la cui inquietudine, nel viaggio per esplorare se stesse é dichiaratamente smarrimento, e pertanto può diventare un calvario che mette alla prova l’ equilibrio e la determinazione di queste fiere figure, con attacchi sociali che possono variare verso tali "eletti" bersagli dal mero pettegolezzo fino allo stigma rasentando quasi la "Damnatio Memoriae".
Anna incolpa se stessa, così disprezzata dalle donne (ipocrite) e si sente umiliata dalle avances dei loro mariti meschini, che le si rivolgono quasi come se fosse una prostituta, paradossalmente proprio a lei, l’ unica ad aver creduto e ha ceduto solo per amore.
Anna persa, delusa, umiliata e sconfitta lancia sé stessa sotto quello stesso treno che l’ aveva proiettata oltre le sue catene, le convenzioni del suo mondo dorato ma morente.Lei si copre di un destino crudele, comune ad un uomo rivoluzionario, non accettato dalla famiglia che s’ uccide prima di lei, e da lei profeticamente scorto morire.
Ma la Anna di questo film sarebbe stata 'rivoluzionaria' solo per il senso comune vigente fino a un decennio fa.
Anna del XXI secolo, che mi piacerebbe ri-scrivere per un’ ipotetica pièce o pellicola, butta Vronskij sotto un treno, e sorridente torna poi alla sua vita, attorno a tutte le altre amiche abbandonate e ingannate dall’arrampicatore vile e furbetto.Le avrebbe così di sicuro tutte solidari e riconoscenti, attorno a sé,dimentiche del passato e forse anche il marito le sarebbe divenuto poi grato e riconoscente e forse molto più appassionato e devoto, magari come Kostantin verso Kitty. Chissà…
Silvia Boccabella
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silvia boccabella
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lunedì 28 gennaio 2013
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una locomotiva profetica insegue il secolo breve
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Il post-moderno dramma molto ‘teatrale’'Anna Karenina' è un film che ricorda per impianto scenico ed intensità narrativa “ Dogville” di Lars von Trier (con un decisamente intenso e suggestivo ‘pathos’ riassunto in mirabili “Stops” teatrali!!!).
La scena si apre su di un Impero russo in decadenza, dove l’ incombente crisi di valori (e sociale) porta ad una perdita di modelli di comportamento ed obiettivi di riferimento, con esiti socio-culturali molto dirompenti, sui fermenti di costume dell’ epoca, che si svelano maggiormente eclatanti proprio nella crisi dell' "amore romantico".
Pertanto, i privilegi delle classi agiate, l'ipocrisia, il cinismo e la noia che i loro fasti promuovono, favorisce la fioritura di relazioni 'pericolose', perché spesso alimentate solo dall'emozione di sfidare le convenzioni , e magari dall’ istinto di fuga, almeno temporanea, di ognuno dalla propria gabbia dorata.
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Il post-moderno dramma molto ‘teatrale’'Anna Karenina' è un film che ricorda per impianto scenico ed intensità narrativa “ Dogville” di Lars von Trier (con un decisamente intenso e suggestivo ‘pathos’ riassunto in mirabili “Stops” teatrali!!!).
La scena si apre su di un Impero russo in decadenza, dove l’ incombente crisi di valori (e sociale) porta ad una perdita di modelli di comportamento ed obiettivi di riferimento, con esiti socio-culturali molto dirompenti, sui fermenti di costume dell’ epoca, che si svelano maggiormente eclatanti proprio nella crisi dell' "amore romantico".
Pertanto, i privilegi delle classi agiate, l'ipocrisia, il cinismo e la noia che i loro fasti promuovono, favorisce la fioritura di relazioni 'pericolose', perché spesso alimentate solo dall'emozione di sfidare le convenzioni , e magari dall’ istinto di fuga, almeno temporanea, di ognuno dalla propria gabbia dorata.
Quando incontra l'istrionico e criminale Vronskij, seduttore per ‘sport’ per educazione e per ruolo, A si illude d’ essere "l’ unica’ o quantomeno la favorita nel cuore di colui che si rivelerà poi nient’ altro che un banale seduttore:un arrampicatore sociale, impunito e d’ animo vile che per vanità inizia un gioco che lo coinvolge sensualmente ed emotivamente in un sentimento che è in realtà un amore in tutte le sue componenti sì, ma che gestito con irresponsabilità ed egoismo diventa ogni giorno di più , una prigione "sociale" ,in cui la coppia che ha violato le regole paga con l’ isolamento, e quella scelta che presa di impulso sembrava così naturale e libera si rivela per Anna fatale...(continua)
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donni romani
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martedì 22 gennaio 2013
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una magica coreografia per la karenina di wright
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Immaginate un palcoscenico magico, dove le scene si alternano con la leggerezza di una piuma, immaginate una coreografia che coinvolge protagonisti e comparse in una danza invisibile ad occhio nudo ma percepibile nell'armonia dei gesti e dei movimenti, aggiungete una fotografia che insegue luci ed ombre con fascino antico, dei costumi sontuosi e coloratissimi musiche struggenti ed evocatrici di epoche lontane (ed infatti scenografie, costumi, luci e musiche sono in nomination agli Oscar) ed avrete l'originalissima messa in scena di una "Anna Karenina" moderna e allo stesso tempo eterna, avviluppata in un walzer di passione e perdizione come in altre precedenti celeberrime versioni (quelle con la Garbo in primis) ma anche ammantata di un nuovo carisma, ipnotico ed elegante, che la reinventa e la rivitalizza.
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Immaginate un palcoscenico magico, dove le scene si alternano con la leggerezza di una piuma, immaginate una coreografia che coinvolge protagonisti e comparse in una danza invisibile ad occhio nudo ma percepibile nell'armonia dei gesti e dei movimenti, aggiungete una fotografia che insegue luci ed ombre con fascino antico, dei costumi sontuosi e coloratissimi musiche struggenti ed evocatrici di epoche lontane (ed infatti scenografie, costumi, luci e musiche sono in nomination agli Oscar) ed avrete l'originalissima messa in scena di una "Anna Karenina" moderna e allo stesso tempo eterna, avviluppata in un walzer di passione e perdizione come in altre precedenti celeberrime versioni (quelle con la Garbo in primis) ma anche ammantata di un nuovo carisma, ipnotico ed elegante, che la reinventa e la rivitalizza. Del resto che Joe Wright fosse a suo agio con le trasposizioni cinematografiche di grandi libri lo aveva già dimostrato con "Espiazione" di Mc Ewan, ma qui va oltre immaginando un palcoscenico, sociale ed emotivo, in cui far muovere i suoi personaggi, così noti da poter intimidire anche i più grandi registi. La storia d'amore che nasce improvvisa e incontrollabile fra Anna, moglie del ministro Karenin - un controllatissimo e toccante Jude Law - e il conte Vronsky, è di quelle che sconvolgono non solo i cuori dei protagonisti ma anche le famiglie - Vronsky dovrebbe sposare la giovane Kitty, sorella della cognata di Anna - e la società, che non perdonerà ad Anna di aver scelto di andare a vivere con l'amante e di aver avuto una figlia da lui. Wright accompagna il crescendo di dolore ed isolamento di Anna con scene potenti magistralmente interpretate da una Keira Knightley semplicemente perfetta nei panni di Anna, ma quello che più colpisce è la capacità del regista di costruire le scene come fossero quadri in movimento, capaci di vivere di luce propria, come alcune scene di ballo in cui i passi di danza di Anna e Aleksei al loro passaggio nella sala danno vita alle altre coppie, o la scena della corsa dei cavalli, allestita in un teatro raccolto, come se fosse una recita nella recita, con il rumore del ventaglio di Anna che diventa lo scalpitio degli zoccoli dei cavalli, o come la scena finale, girata in uno sterminato campo d'erba che si scopre essere il fojer di un teatro. Finzione nella finzione quindi, ma anche passione e tensione, con le lunghe parti del romanzo di Tolstoj dedicate alle riflessioni di Levin sulle società rurale ridotte a pochi quadri d'insieme che bastano però a dare una precisa immagine della Russia al tempo degli Zar. Sceneggiata dallo stesso Wright con Tom Stoppard - e si sente la sua mano "shakespeariana" - "Anna Karenina" riesce nella titanica impresa di raccontare un'epoca, una passione e una società senza mai indulgere in intellettuali psicologismi - l'approfondimento emotivo dei personaggi è affidato ad una frase, ad un gesto, ad uno sguardo - e senza ricorrere a scene madri ricattatorie - la morte di Anna avviene quasi fuori campo - lasciando che sia l'eleganza, la grazia e la simmetria di gesti, sguardi e silenzi a costruire un autentico capolavoro cinematografico.
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(di patty morelli)
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(di sorella luna)
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alex2044
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giovedì 6 dicembre 2012
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sontuoso: una gioia per gli occhi
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Sontuoso. Una sorpresa. Mi aspettavo del tatro filmato ho trovato un gran film. Gli attori tutti bravi. La regia geniale. Le scenografie immaginifiche. 130 Minuti ben spesi e senza pause. Se ce ne sarà l'occasione da rivedere.
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antonio canzoniere
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martedì 4 dicembre 2012
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festa per gli occhi
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Dal romanzo di Tolstoj la cui più famosa trasposizione cinematografica è quella anni 30 con la Garbo: Anna è la moglie di Karenin, illustre politico della Russia zarista che lei lascia poiché infatuatasi di Vronskji, ufficiale di cavalleria bello ma vile, tutto fumo e niente arrosto, mentre Kitty, giovane aristocratica, s'innamora ricambiatissima, di Lenin, un uomo che lascia l'alta società per seguire nuovi e validi valori esistenziali. Scritto da Tom Stoppard e diretto con mano virtuosa da Wright, è un universo barocco di esplicito impianto teatrale, un'opera che si rifà ai grandi film del passato (da quelli di Powell e Pressburger fino a Ophuls, di cui molto ricorda Lola Montes), superbo per grazia, finezza, attenzione ai particolari (dei personaggi come del decòr), interpretazioni eccellenti (Keira sopra tutti, accompagnata da un Law intenso, una Vikander aerea e un Gleeson che sa il fatto suo) e il gusto per lo splendore senza eccesso.
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Dal romanzo di Tolstoj la cui più famosa trasposizione cinematografica è quella anni 30 con la Garbo: Anna è la moglie di Karenin, illustre politico della Russia zarista che lei lascia poiché infatuatasi di Vronskji, ufficiale di cavalleria bello ma vile, tutto fumo e niente arrosto, mentre Kitty, giovane aristocratica, s'innamora ricambiatissima, di Lenin, un uomo che lascia l'alta società per seguire nuovi e validi valori esistenziali. Scritto da Tom Stoppard e diretto con mano virtuosa da Wright, è un universo barocco di esplicito impianto teatrale, un'opera che si rifà ai grandi film del passato (da quelli di Powell e Pressburger fino a Ophuls, di cui molto ricorda Lola Montes), superbo per grazia, finezza, attenzione ai particolari (dei personaggi come del decòr), interpretazioni eccellenti (Keira sopra tutti, accompagnata da un Law intenso, una Vikander aerea e un Gleeson che sa il fatto suo) e il gusto per lo splendore senza eccesso. Ne ha cavato fuori un melodramma inebriante, forse pecca un po' nel suo ritmo danzante, ma poco rovina l'essenza di un lavoro da maestro, io costumi della Greenwood e le musiche di Marianelli.
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1482 n
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sabato 29 settembre 2012
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si aspetta molto da questo film...
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Attori condidati all'oscar e regista perfetto saranno l'accoppiata vincente?
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