filippo catani
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mercoledì 29 febbraio 2012
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un giovane holden contemporaneo
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Un ragazzo di 17 anni è stretto in una serie di situazioni. Intanto fatica e non è molto interessato a tenere rapporti con i suoi coetanei. In famiglia la madre passa da un matrimonio fallito all'altro mentre il padre è un avvocato con la fissa per la chirurgia estetica, le belle macchine e le giovani ragazze. La sorella intrattiene una improbabile relazione con il suo professore di linguistica sposato e molto più anziano di lei. L'unica persona con cui il ragazzo pare avere un rapporto è l'anziana nonna che non ha superato il trauma per la perdita del marito e vive nei ricordi del passato.
Per chiunque abbia letto il giovane Holden è davvero facile fare dei paragoni con questo film tratto dall'omonimo romanzo.
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Un ragazzo di 17 anni è stretto in una serie di situazioni. Intanto fatica e non è molto interessato a tenere rapporti con i suoi coetanei. In famiglia la madre passa da un matrimonio fallito all'altro mentre il padre è un avvocato con la fissa per la chirurgia estetica, le belle macchine e le giovani ragazze. La sorella intrattiene una improbabile relazione con il suo professore di linguistica sposato e molto più anziano di lei. L'unica persona con cui il ragazzo pare avere un rapporto è l'anziana nonna che non ha superato il trauma per la perdita del marito e vive nei ricordi del passato.
Per chiunque abbia letto il giovane Holden è davvero facile fare dei paragoni con questo film tratto dall'omonimo romanzo. Resta che la storia è davvero molto particolare ma plausibile e quindi lo spettatore finisce con l'immedesimarsi con il protagonista alle prese con una difficile matassa da dipanare. Già l'età dell'adolescenza non è delle più facili poi se ti ritrovi senza quasi nessun solido punto di riferimento la frittata è dietro l'angolo. D'altra parte i genitori non vogliono (o non possono?) capire che le insicurezze del loro figlio nascono dalle loro (da una parte per la ricerca di mariti e l'altro per la costante ricerca dell'aspetto esteriore). Buon film e buon cast per questo film di formazione.
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fabiodona
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mercoledì 29 febbraio 2012
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tanto impegno, ma il cinema è altrove.
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Pensate a questo film girato a Roma? Forse sarebbe ancora più banale. Per fortuna intravediamo un estetica e una sintassi americana. Per il resto, i valori che il racconto ci propone, sono così prevedibili e scontati che, purtroppo, fin dai titoli di testa sappiamo di avere a che fare con il solito percorso didattico di un cinema anziano.
L'Impegno del Maestro Faenza si nota, ma si nota anche l'ormai antiquata scelta dei temi, degli archi narrativi, dei "viva i giovani che sono meglio dei vecchi". Purtroppo il vero cinema è altrove: il cinema ora lo trovate dove si rischia "lo scorretto", "il demenziale", "l'indeterminato". E poi, che titolo invadente... figlio di uno snobismo che non aiuta più il cinema italiano.
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adelfococo
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martedì 28 febbraio 2012
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perchè quelle unghie sporche in primo piano?
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Interessanti le domande che si pone il protagonista James, stereotipato il modo per rappresentarle.
Il viaggio negli Stati Uniti non ha giovato a Faenza, non ci risparmia nulla dei modelli a cui ci hanno abituato gli americani.
Amiente borghese, famiglia distrutta, omosessuale sensibile e comprensivo, strizzacervelli alternativa e, infine, nonna confidente e vittima sacrificale per poter far riemergere i soliti buoni propositi dei protagonisti.
In alcune parti risulta davvero stucchevole.
Qualcuno mi spiega l'inquadratura in primo piano di James con le mani vicino al viso e le unghie ostentatamente sporche?
erostrato
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flyanto
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martedì 28 febbraio 2012
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quiando un giovane si sente spaesato
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Film su di un giovane, spaesato e confuso come il "Giovane Holden" dell'omonimo romanzo di Salinger, che grazie alla comprensione ed all'aiuto della propria nonna e di una "life coach" (praticamente un'analista) riesce a superare il suo stato e senso di inadattabilità alla società sua contemporanea. Nulla di nuovo per ciò che riguarda il tema dell'adolescente in profonda crisi, ma piacevole a vedersi in quanto garbato e e ben diretto.
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domenica 26 febbraio 2012
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american beauty - parte seconda.
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James è un giovane adolescente, che a differenza dei coetanei ha molte della caratteristiche che formano un uomo adulto. Ha la passione per l'arte, il cinema e la lettura, ama la solitudine e ha una propria idea ben formata sulla società e sul conformismo. A questo però si oppone la sua ricerca di un suo posto all'interno di questa società, e una migliore interazione con le altre persone, che però sono troppo all'infuori dei suoi schemi anticonformisti. Ad aiutare James con la caduta nella depressione esistenziale, si aggiunge la sua famiglia: la madre (una donna alla disperata ricerca di un'anima gemella a farle compagnia) e il padre (un uomo che si ferma alla superficialità delle apparenze e alla figura che la sua persona proietta sulle altre persone) sono separati e la sorella è una ragazza in realtà molto più adolescente del protagonista, che tenta la via del successo tramite la scrittura delle proprie memorie, avendo vissuto la vita piatta di un americano medio.
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James è un giovane adolescente, che a differenza dei coetanei ha molte della caratteristiche che formano un uomo adulto. Ha la passione per l'arte, il cinema e la lettura, ama la solitudine e ha una propria idea ben formata sulla società e sul conformismo. A questo però si oppone la sua ricerca di un suo posto all'interno di questa società, e una migliore interazione con le altre persone, che però sono troppo all'infuori dei suoi schemi anticonformisti. Ad aiutare James con la caduta nella depressione esistenziale, si aggiunge la sua famiglia: la madre (una donna alla disperata ricerca di un'anima gemella a farle compagnia) e il padre (un uomo che si ferma alla superficialità delle apparenze e alla figura che la sua persona proietta sulle altre persone) sono separati e la sorella è una ragazza in realtà molto più adolescente del protagonista, che tenta la via del successo tramite la scrittura delle proprie memorie, avendo vissuto la vita piatta di un americano medio. L'unica persona con cui James si trova in sintonia è la nonna, l'unica figura che tenta di indirizzare un ragazzo sperduto sulla retta via.
Ormai si sa che il cinema italiano è decaduto da un pezzo. Le pellicole italiane si ripetono ormai una identica all'altra, senza originalità, con sceneggiature che sfociano sempre nella banalità. Non è però il caso di questa pellicola che, forse grazie alla co-produzione con gli Stati Uniti, riesce ad offrire qualcosa di quasi fresco, che faccia riflettere su qualcosa di più insolito del "normale". Tutta la prima parte del film riesce ad intrattenere e a far riflettere sul significato di normalità e sul termine relativismo. Purtroppo il finale si lascia andare un po' alla banalità tipica delle commedie/dramma dei film italiani dell'ultimo periodo. Senza offrire spoiler basterà dire che scene e dialoghi verranno inevitabilmente previsti dallo spettatore qualche minuto prima che questi si susseguano sullo schermo. Effettivamente la pellicola ricorda molto quell'American Beauty che fu, a cui però vengono sostinuiti un cast d'attori stellare, senza nulla togliere alla buona recitazione degli attori di questo film, e una ventata d'aria fresca al genere commedia/dramma che ci aveva portato Kevin Spacey negli anni '90. Comunque la produzione funziona bene e riesce ad intrattenere per un'ora quaranta senza diventare pesante. La normalità non esiste, perchè ognuno è normale per se stesso; e quando le altre persone non capiscono quello che pensi e quello che provi, quando soffri immensamente per questo, allora sappi che "Un giorno questo dolore ti srà utile".
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mr cinefilo
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domenica 26 febbraio 2012
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un giorno
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Una piacevole sorpresa che potrebbe diventare un piccolo cult, con un Sandy Cohen riesumato e perfettamente a suo agio
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lisadp
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domenica 26 febbraio 2012
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quindi?
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Dopo 98 infiniti minuti di noia, mi sono trovata a domandarmi: e quindi?
Insomma, alla fine questo film, cos'ha da dire? inizia esattamente come finisce, non c'è nè capo nè coda.
La sceneggiatura è mediocre e passa da dialoghi che sfiorano l'idiozia ad ovvietà assolute, le riprese, le inquadrature, ricordano quelle di una soap opera, la regia è debole e la mancanza di una trama che voglia arrivare ad un punto preciso fa sì che alla fine di una storia soporifera, lo spettatore resti anche a bocca asciutta per la mancanza di un messaggio concreto. Davvero non si capisce perchè tutto quello che accade nel film sia stato mostrato dato che non porta da nessuna parte.
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chanti
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domenica 26 febbraio 2012
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luoghi comuni a go go
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noioso , non trasmette la solitudine del personaggio principale, malgrado la bravura dell'attore, superficiale il contesto, New York non è così
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