L'arte di vincere |
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Un film di Bennett Miller.
Con Brad Pitt, Jonah Hill, Robin Wright, Philip Seymour Hoffman, Chris Pratt.
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Titolo originale Moneyball.
Drammatico,
durata 126 min.
- USA 2011.
- Warner Bros Italia
uscita venerdì 27 gennaio 2012.
MYMONETRO
L'arte di vincere
valutazione media:
3,76
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un film che rende le statistiche emozionantidi Marco Q.Feedback: 100 |
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martedì 7 gennaio 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Billy Beane (Brad Pitt) è il GM degli Oakland Athletics, squadra di buon livello ma con un budget basso. Ogni anno il suo lavoro viene vanificato dalla strapotenza economica degli avversari che puntualmente offrono cifre innarivibili ai migliori giocatori della sua squadra, lasciandola indebolita e da ricostruire. La svolta: incotra Peter Brand (Jonah Hill), giovane laureato in economia,che lo convincere ad adottare un metodo per ottenere delle vittorie sulla base delle statistiche dei giocatori. Perchè Beane, ossessionato dall'idea di essere un perdente, non vuole giocare bene o ottenere buoni risultati; lui vuole vincere. Brand gli fa capire che le valutazioni dei giocatori si basano su sistema antiquato, che guarda più all'apparenza e al carattere (in sostanza una valutazione superficiale) che alla vera "forza" di un giocatore, comprensibile solo attraverso un attenta analisi statistica. Ed è questo il tratto veramente atipico di questo film. Nei film sportivi (americani) sono sempre stati cuore, coraggio, determinazione e qualche volta un po' di provvidenza manzoniana a portare gli atleti con pochi mezzi al successo, metafora di quel sogno americano che ha guidato per tanti anni hollywood. Nell"Arte di vincere" tutto questo è sostituito da una oggettiva e razionale analisi , che si sostanzia nella frase "comprare vittorie e non giocatori". Un'idea semplice, scientifica, anche un po' arida nella sua assolutezza. Un'idea basata su calcoli matematici, non su grandi ideali o forti motivazioni personali. Ed è qui che il film esprime tutta la sua straordinarietà: nonostante la sua aridità di fondo, questa storia colpisce al cuore. Emoziona come pochi altri, forse proprio per questo suo basarsi su un razionalismo che non lascia molto al cuore, come un fiore che nasce nel deserto. E' quindi certamente una perla nel sua genere, anche grazie alla eccellente fotografia, alle ottime interpretazioni degli attori, ed a una sceneggiatura che rende il film scorrevole e profondo allo stesso tempo. Da vedere.
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