puccoletta92
|
mercoledì 16 maggio 2012
|
penoso!!!
|
|
|
|
Uno dei più brutti film che abbia mai visto. Senza arte nè parte. Non ha una trama, non è divertente, non è drammatico, è il nulla più totale. Ridatemi i soldi!!!!
|
|
[+] lascia un commento a puccoletta92 »
[ - ] lascia un commento a puccoletta92 »
|
|
d'accordo? |
|
rongiu
|
domenica 15 aprile 2012
|
quando la notte va via.
|
|
|
|
Il film del regista Cotroneo è un film sinestetico, sensibile, empirico. L’Uomo, nella sua genesi psico-antropomorfica, è visto e proiettato allo spettatore, senza pregiudizi. L’Uomo-Eroe e non solo; concausa, meta e fine, dei “diversi e numerosi piani Primi” è “catturato”, ancorché in volo, ad elargire Amore con pedagogica saggezza. Scenario di tutto ciò è la bellissima, accogliente e sognatrice Parthenope; l’immensa lampadaforia; il quieto caos blu notte.
“Quando la notte va via.”
“Quando la notte va via” di Ermanno Olmi introduce la parte più bella di un film già di per sé interessante.
[+]
Il film del regista Cotroneo è un film sinestetico, sensibile, empirico. L’Uomo, nella sua genesi psico-antropomorfica, è visto e proiettato allo spettatore, senza pregiudizi. L’Uomo-Eroe e non solo; concausa, meta e fine, dei “diversi e numerosi piani Primi” è “catturato”, ancorché in volo, ad elargire Amore con pedagogica saggezza. Scenario di tutto ciò è la bellissima, accogliente e sognatrice Parthenope; l’immensa lampadaforia; il quieto caos blu notte.
“Quando la notte va via.”
“Quando la notte va via” di Ermanno Olmi introduce la parte più bella di un film già di per sé interessante. Da questo momento e fino allo scorrere dei titoli di coda è un crescendo di emozioni . I silenzi diventano parole; le parole cedono il passo agli sguardi. Dolci, carezzevoli, suadenti. L’accogliente sorriso di Peppino \ Luigi Catani / seduto a “capotavola” la dice lunga, su questa famiglia finalmente ritrovata. Un desco finalmente impreziosito. C’è, santo cielo, il pane. C’è, accidenti, l’insalata. C’è accipicchia tutto il resto. Ma, perdindirindina, ci sono le vere leccornie della serata. C’è la Sua Mamma \ Valeria Golino /. C’è il Suo Papà \ Luca Zingaretti /. Quanto vale per Peppino questo tesoro umano?
“Questa è una storia sull’Amore” ed il dialogo che segue è un inno all’Amore che calma, che appaga, disseta.
E’ notte. Peppino tarda a prendere sonno. L’emozione, chissà. Improvvisamente… “Ma si”, sono i passi di suo cugino Gennaro Superman \ Vincenzo Nemolato / non può non riconoscerli; accende la luce, mette gli occhiali …
-Peppino… \ E’ Gennaro Superman /. Chiama il cuginetto a voce bassa.
Ciao! Come stai? \ Peppino /
-Tu come mi vedi?
Genna’ ma hai fatto sport?
- Non ho fatto niente. E’ che ora sono nella mia vera dimensione. Mi piaccio di più.
E il naso?
-Il naso… è la cosa più difficile. Comunque… bambino ascolta! Devi venire con me!
Dove?
-Peppi’, tu fai troppe domande. Vieni! Ce lo volete mettere un poco d’olio vicino a sta’ porta. Mettimi le mani al collo e sali!
Genna’ che vuoi fare…? Io mi metto paura.
- Forza bambino non mi far perdere tempo che tengo un bordello di cose da fare. E sali!
Genna’…
-Sssssccc…!
Chiudi gli occhi… sulle note di “Life on Mars?” ( D. Bowie ) si librano in volo.
Tempo dopo…
Ma siamo sul tetto della scuola militare?
-Si! Mi piace questo posto.
Eh…, la vista è bella.
-No… è che mi piace sapere che qua sotto ci stano tutti quei ragazzi in divisa che dormono. Mi da’ quel certo non so che. Peppì, io ti ho portato con me stanotte perché ti devo dire una cosa.
Bella o brutta.
-Né bella né brutta…! Una cosa. Peppino, ascolta bene. Tu sei come me, non sei uguale a loro.
Perché?
-Non lo so! Quello che so e che sei più uguale a me di quanto sei uguale agli altri.
Quindi c’ho i superpoteri.
-No! Cioè si, però non proprio i superpoteri di Superman. Peppì, insomma… tu non ti devi avvilire se gli altri non ti capiscono.
Ma quelli non è che non mi capiscono, mi sfottono proprio.
-E tu lasciali perdere. Sono loro che hanno problemi; non tu. Quindi se in futuro essi ti maltratteranno, ti prenderanno in giro, si faranno beffe di te…
Genna’… ma tu mi hai portato qua sopra per dirmi che farò una vita così pure da grande?
-Peppì dipenderà solo da te se la tua vita sarà facile o difficile. Se cercherai di nasconderti in mezzo agli altri, di somigliare a chi è diverso da te, passerai un sacco di guai. Se capirai che stare un po’ da solo, ad essere un esemplare unico, non c’è niente di male, sarai felice. Hai capito?
Non lo so. Stasera parli troppo strano.
-Bambino, quando scassi il cazzo! Io non posso dirti niente di più perché sei troppo piccolo.
Eh…
-Però tu ricordati quello che ti ho detto. Al momento buono, queste parole ti serviranno per non fare la fine mia. Ti fidi?
Mi fido. … Il discorso è finito?
-Si. Che vvuo’ fa’ mo?
Voglio tornare a casa se non ti dispiace, sono assai stanco, c’ho sonno.
-Allora appenditi di nuovo al collo. Però fai attenzione con queste unghie perché la mantella è nuova. Ma màmmeta nun te taglia? … Sei pronto?
Sono pronto.
Al momento buono…
Peppino ricorderà per sempre questo discorso, è troppo in gamba per dimenticare. E’ diventato un esploratore dell’animo umano. Ha imparato a conoscerlo, attraverso “gli usi ed i consumi dei grandi” ai quali è stato affidato. Una sola, meravigliosa notte è bastata a Peppino per crescere. Da questo momento, gli inevitabili ruzzoloni, faranno meno paura.
Il mondo adulto – “Un universo parallelo”.
Chi sono questi grandi? Iniziamo con Zia Titina \ Cristiana Capotondi /, Zio Federico \ Gennaro Cuomo / e Zio Salvatore \ Libero de Rienzo / sono in possesso di ... come dire… ecco, abilità strumentali e conoscenze scientifiche… alla moda e di tutto rispetto. I sogni, poi, di certo non mancano. Riusciranno a realizzarli? (bravissimi).
I nonni Vincenzo e Carmela \ Sergio Solli – Lucia Ragni / per loro, riuscire a trascendere, bypassare, il momento evolutivo che sta vivendo la famiglia, è davvero complicato. Nonno Vincenzo è pragmatico e con pericolosi picchi di irritabilità; nonna Carmela, invece, regge bene la pressione interpersonale; è in grado di “leggere” la mente dei suoi e ad elargire qualche suggerimento sul come evitare le conseguenze di un “transfert da terapia”. (due belle perle).
La teoria delle tre mamme.
E ricordatevi sempre, che ognuno di voi ha tre mamme. Tre. \ Peppino ascolta con attenzione, chiude gli occhi e…/ La prima mamma è quella che sta a casa, fa i servizi e tiene tutto pulito. La seconda mamma… è quella che sta in cielo. E’ la nostra amata Madonnina. E la terza mamma… eccola qua \ indica se stessala maestra Lina – Rosaria De Cicco / è quella che sta a scuola, è la vostra maestra che vi ha dato il Signore. \ segue suono espirato, gutturale secco e di compiaciuto assenso / …eegh!
Peppino, nella sua immensa immaginazione, queste tre mamme le vede su di un podio olimpico o una crepidine? E… chi di loro perderà per prima l’equilibrio?
E poi…
La teoria dei tre pulcini. \ … e … /
Nella vita di Peppino entrano prepotentemente 3 pulcini. Fortemente voluti dal suo papà, lo scopo è terapeutico. Diventeranno delle bellissime aquile?
La teoria del costume. Assunta \ Monica Nappo /, dei quattro elementi: terra, acqua, aria, fuoco, preferisce l’acqua; quella del mare in particolare, condizioni meteo incluse. L’acqua, in questa stagione, è come il suo animo, “irrequieto”. Ma non è tanto l’acqua a simboleggiare quanto di profondo c’è in lei; bensì il costume. Infatti, Peppino imparerà che il costume … (vivace)
La teoria della zoppìa atletica. Titina \ Cristiana Capotondi / spesso si domanda quale sarà il suo futuro. La risposta è tutta nel suo sorriso; materno più che futurista, per cui… (deliziosa)
La teoria del predestinato. Salvatore \ Libero De Rienzo / A bisogno di sognare e tanto. Prenderanno forma i suoi sogni? (fantastico) “Ci devi credere Titì”.
La teoria del fare. Dr. Matarrese \ Fabrizio Gifuni / Il disorientamento, le difficoltà, sono solo del paziente? Il malessere psichico di Rosaria trarrà beneficio da queste sedute? (miglior attore non protagonista)
Ivan Cotroneo, per niente disorientato dai meccanismi di ripresa, ci ha mostrato alcune pagine di un diario; quello della famiglia Sansone. Lo ha fatto con dovizia di particolari ma e soprattutto, con garbo. Negli anni ‘70, le famiglie sono “sotto assedio”, così come lo fu la città di Napoli nel settembre del ’43. “Non bisogna vergognarsi dei nostri corpi”. Grida Peppino alla nonna mentre corrono le immagini del film di Nanni Loy “Le quattro giornate di Napoli”. Nanni Loy, un grande regista. A questo punto non mi resta che augurare all’Ivan partenopeo un sentito Ad maiora!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a rongiu »
[ - ] lascia un commento a rongiu »
|
|
d'accordo? |
|
carlita
|
sabato 14 aprile 2012
|
la fantasia non basta
|
|
|
|
Una Napoli anni settanta, una famiglia numerosa, la fantasia di un bambino. Questi ingrendienti avrebbero potuto essere sviluppati in mille modi. In realtà Cotroneo li mischia come un'apprendista cuoca che per la prima volta fa una maionese. La maionese impazzisce: l'uovo schizza, l'olio si isola, il sale non si scioglie. Lo spettatore non capisce, ma, ahimè non c'è nulla da capire. La commedia non decolla, non perchè la Capotondi non riesca a recitare in napoletano, non perchè Zingaretti era più credibile in MOntalbano, non perchè gli anni settanta sono materia nociva se usati così male, non perchè non venga mai data la parola a Napoli. La commedia non emerge perchè neppure l'immaginazione sulle note di life on Mars, neppure la fantasia lisergica di un bambino, neppure un supereroe riescono a far crescere una storia nata senza obiettivo alcuno.
[+]
Una Napoli anni settanta, una famiglia numerosa, la fantasia di un bambino. Questi ingrendienti avrebbero potuto essere sviluppati in mille modi. In realtà Cotroneo li mischia come un'apprendista cuoca che per la prima volta fa una maionese. La maionese impazzisce: l'uovo schizza, l'olio si isola, il sale non si scioglie. Lo spettatore non capisce, ma, ahimè non c'è nulla da capire. La commedia non decolla, non perchè la Capotondi non riesca a recitare in napoletano, non perchè Zingaretti era più credibile in MOntalbano, non perchè gli anni settanta sono materia nociva se usati così male, non perchè non venga mai data la parola a Napoli. La commedia non emerge perchè neppure l'immaginazione sulle note di life on Mars, neppure la fantasia lisergica di un bambino, neppure un supereroe riescono a far crescere una storia nata senza obiettivo alcuno.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a carlita »
[ - ] lascia un commento a carlita »
|
|
d'accordo? |
|
liuk�
|
sabato 7 aprile 2012
|
appena sufficiente
|
|
|
|
Film ricco di morale con uno spaccato sui primi anni '70 napoletani. Discretamente recitato e ben ambientato ma, nel complesso, poco interessante e non coinvolgente. Se ne può fare a meno.
|
|
[+] lascia un commento a liuk� »
[ - ] lascia un commento a liuk� »
|
|
d'accordo? |
|
angelo umana
|
giovedì 5 aprile 2012
|
nun è peccato
|
|
|
|
Una favola a lieto fine, una crisi di coppia che infine si ricompone, sotto gli occhi assorti dell’adolescente figlio Peppino (Filippo Catani), che per diventare grande trova il sostegno di un suo superman personale, immaginario e paesano, il cugino morto Gennaro, e … vissero tutti felici e contenti. Il film sembra raccogliere aneddoti personali del regista Ivan Cotroneo ed è anche un “amarcord” per chi visse i primi anni 70: tempi della mitica Fiat 850, memorabile alcova dondolante in “La classe operaia va in paradiso”, dei pantaloni a zampa d’elefante, dei ragazzi che venivano tenuti da parte quando i grandi dovevano fare cose o discorsi “importanti”; era pure il tempo in cui si stava insieme … “per il bene dei figli”, come sembra faccia la protagonista Valeria Golino dopo aver appreso che il marito Luca Zingaretti la tradisce.
[+]
Una favola a lieto fine, una crisi di coppia che infine si ricompone, sotto gli occhi assorti dell’adolescente figlio Peppino (Filippo Catani), che per diventare grande trova il sostegno di un suo superman personale, immaginario e paesano, il cugino morto Gennaro, e … vissero tutti felici e contenti. Il film sembra raccogliere aneddoti personali del regista Ivan Cotroneo ed è anche un “amarcord” per chi visse i primi anni 70: tempi della mitica Fiat 850, memorabile alcova dondolante in “La classe operaia va in paradiso”, dei pantaloni a zampa d’elefante, dei ragazzi che venivano tenuti da parte quando i grandi dovevano fare cose o discorsi “importanti”; era pure il tempo in cui si stava insieme … “per il bene dei figli”, come sembra faccia la protagonista Valeria Golino dopo aver appreso che il marito Luca Zingaretti la tradisce. Era anche l’epoca delle battaglie femministe, le donne cercavano ribellione e affermazione di sé bruciando i reggipetti e fumando, battaglie che a distanza di tempo appaiono inutili e superate (gli uomini che non si stiravano le camicie non le stirerebbero nemmeno oggi, per la carriera … donne di valore ve ne sono con o senza quote rosa e manifestazioni popolari). Il sesso libero o la liberazione dei costumi – ammesso che non fossero liberi prima - parve affermarsi in quell’epoca e il film fornisce anche questo souvenir, tramite i giovani zii di Peppino. Sua mamma invece, fino ad allora “tutta casa letto e chiesa” e che può ricordare con nostalgia solo la libertà di una vacanza a Procida quando aveva 15 anni, trova la determinazione di frequentare lo studio dello psichiatra Fabrizio Gifuni, col quale si prende la “libertà” di un solo bacio (Peppino Di Capri nel film canta, giustamente, “Nun è peccato”), perché il marito torna all’ovile subito dopo.
Nella crescita, Peppino, che per una fissazione della maestra s’è fatto un podio mentale con la mamma al primo posto la madonna al secondo e la maestra al terzo, immagina di veder cadere una alla volta queste figure. E' il suo personale superman che gli fa superare momenti difficili, compresi quelli dello “sfigato” a cui i compagni lasciano fare al massimo il palo quando giocano a calcio e a cui rompono per dispetto diverse paia di occhiali. Tutto però ha il sapore di una favoletta aneddotica. Belle le canzoni: una di Mina, una di David Bowie e These boots are made for walkin’ che ricorda “Full metal jacket”.
[-]
[+] luigi catani non filippo (che è un commentatore)
(di angelo umana)
[ - ] luigi catani non filippo (che è un commentatore)
|
|
[+] lascia un commento a angelo umana »
[ - ] lascia un commento a angelo umana »
|
|
d'accordo? |
|
no_data
|
mercoledì 4 aprile 2012
|
bello,
|
|
|
|
Bello, a tratti originale, bravi gli attori, bella la città dove è ambientato.
|
|
[+] lascia un commento a no_data »
[ - ] lascia un commento a no_data »
|
|
d'accordo? |
|
il conformista
|
martedì 3 aprile 2012
|
autobiografismo che interessa all'autore, a noi no
|
|
|
|
Il dramma di questi film è l'autobiografismo. Ma perchè ci deve interessare la vita di Giuseppe Tornatore, di Carlo Virzì, o di Ivan Cotroneo? Che cosa mai hanno da interessare il pubblico? Avessero avuto delle vite originali, particolari, invece no. Piatte, monotone. Io sto lì a seguire, poi mi annoio mortalemente perchè non succede niente,. Personaggi inutili alla narrazione, Butatti lì. Qualche ideuzza ogni tanto, ma robbetta. Peccato perchè l'inizio pareva divertente. Poi non si ha mai il coraggio di staccarsi dalla realtà e fare qualcosa di interessante. Di creativo. Non dico alla Almodovar, cui questo film strizza l'occhio, senza avere il coraggio di spingersi troppo.
[+]
Il dramma di questi film è l'autobiografismo. Ma perchè ci deve interessare la vita di Giuseppe Tornatore, di Carlo Virzì, o di Ivan Cotroneo? Che cosa mai hanno da interessare il pubblico? Avessero avuto delle vite originali, particolari, invece no. Piatte, monotone. Io sto lì a seguire, poi mi annoio mortalemente perchè non succede niente,. Personaggi inutili alla narrazione, Butatti lì. Qualche ideuzza ogni tanto, ma robbetta. Peccato perchè l'inizio pareva divertente. Poi non si ha mai il coraggio di staccarsi dalla realtà e fare qualcosa di interessante. Di creativo. Non dico alla Almodovar, cui questo film strizza l'occhio, senza avere il coraggio di spingersi troppo. Ma almeno qualcosa che drammaturgicamente porti da qualche parte. Che abbia qualcosa da dire. Tutta questo espediente miserello del Superman è per dire che Peppino sarà omosessuale come lui? E' questo il messaggio? Non si capisce per niente. Potrebbe essere uno sfigato qualsiasi. Oppure è un messaggio generale, per i futuri nerd? La confezione è molto carina, costumi, scene, luci, ma si vede che manca la mano di un regista, qualcuno che ci capisca qualcosa tecnicamente o abbia un pò di coraggio artistico, estetico.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a il conformista »
[ - ] lascia un commento a il conformista »
|
|
d'accordo? |
|
kyotrix
|
domenica 1 aprile 2012
|
discreto
|
|
|
|
In genere non apprezzo i film italiani, tanto meno con accenti napoletani. Ma questo film non e' male, girato bene, si fa notare dal piattume italiano. Pero' mi aspettavo piu' umorismo, qualche risata in piu', o almeno un po' di ritmo. In effetti e' lento e accade poco, capisco che possa annoiare...e lascia il dubbio sul significato dello zio superman...
|
|
[+] lascia un commento a kyotrix »
[ - ] lascia un commento a kyotrix »
|
|
d'accordo? |
|
osteriacinematografo
|
mercoledì 28 marzo 2012
|
surreale elogio della diversità
|
|
|
|
Napoli, 1973. Il film esplora le vicende domestiche della stravagante famiglia Sansone: Antonio, un marito adultero e distratto; Rosaria, una moglie devota e dolcemente rassegnata a una vita semplice; gli anziani genitori di lei; i tre fratelli della donna, due dei quali –Titina e Salvatore- dediti agli eccessi del mondo hippie, ed uno eternamente impegnato nella preparazione di un esame che non verrà mai; Peppino, un bimbo di nove anni che nasconde uno sguardo curioso e arguto sotto i grandi occhiali dell’epoca; e lo zio Gennaro, strambo personaggio convinto di essere Superman.
Due sono gli eventi che rompono la routine familiare: Rosaria scopre i tradimenti del marito e si chiude in se stessa, nel silenzio dei ricordi e delle occasioni perdute, e lo zio Gennaro muore improvvisamente, travolto da un tram.
[+]
Napoli, 1973. Il film esplora le vicende domestiche della stravagante famiglia Sansone: Antonio, un marito adultero e distratto; Rosaria, una moglie devota e dolcemente rassegnata a una vita semplice; gli anziani genitori di lei; i tre fratelli della donna, due dei quali –Titina e Salvatore- dediti agli eccessi del mondo hippie, ed uno eternamente impegnato nella preparazione di un esame che non verrà mai; Peppino, un bimbo di nove anni che nasconde uno sguardo curioso e arguto sotto i grandi occhiali dell’epoca; e lo zio Gennaro, strambo personaggio convinto di essere Superman.
Due sono gli eventi che rompono la routine familiare: Rosaria scopre i tradimenti del marito e si chiude in se stessa, nel silenzio dei ricordi e delle occasioni perdute, e lo zio Gennaro muore improvvisamente, travolto da un tram.
L’improvvisa depressione di Rosaria ne sancisce la temporanea assenza, e scombina in particolare la vita del piccolo Peppino, che si trova privo di punti di riferimento, tra il saltuario rapporto con un padre che sostituisce l’affetto paterno con tre malcapitati pulcini, e quello con gli zii Titina e Salvatore, cui sarà affidato per un periodo breve ma sufficiente a inserirlo nel mondo folle e strabiliante dei figli dei fiori, fra camicie tagliatissime e multi colore, pantaloni a zampa e promiscuità sessuale, fra corpi nudi, ottima musica, manifestazioni femministe e feste in cui le droghe impazzano.
Mentre Rosaria affiderà il proprio dolore al Dottor Matarrese, un affascinante psichiatra, Peppino riuscirà a uscire dalla centrifuga del caos familiare grazie al dialogo segreto che instaura con lo zio morto, unica ancora di salvezza possibile,l’eroe incompreso in cui il bimbo riflette e risolve i propri impacci, tra uno strambo consiglio e un volo sulla splendida Napoli degli anni settanta.
Ivan Cotroneo, scrittore e sceneggiatore, esordisce alla regia portando in scena “La kryptonite nella borsa”, tratto dal romanzo omonimo, di cui egli stesso è autore. Buone le prove di Luca Zingaretti, Fabrizio Gifuni e Cristiana Capotondi, calata finalmente in un ruolo più interessante del solito; ottimi il piccolo Luigi Catani nel ruolo di Peppino e Valeria Golino, che interpreta con fascino e sensualità il doppio volto di una donna solare e verace prima, depressa e rabbuiata poi.
La forza dell’opera, pur imperfetta, risiede nell’elogio della diversità: è una commedia che affronta in modo leggero e surreale una quotidianità sofferta, capace di utilizzare un linguaggio nuovo rispetto al panorama nazionale di un genere che ripete sempre gli stessi schemi senza mai sorprendere, di sapersi distinguere sia dal punto di vista del metodo cinematografico sia da quello della storia in sé, che privilegia la prospettiva particolare di un bambino che vive in modo complesso una diversità che si tramuta e traduce ben presto in ricchezza.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a osteriacinematografo »
[ - ] lascia un commento a osteriacinematografo »
|
|
d'accordo? |
|
ragthai
|
mercoledì 21 marzo 2012
|
privo di verve
|
|
|
|
Le due stelle sono fin troppo, mi ha annoiato.
|
|
[+] lascia un commento a ragthai »
[ - ] lascia un commento a ragthai »
|
|
d'accordo? |
|
|