great steven
|
domenica 20 ottobre 2019
|
ritorno all'infanzia col tocco della smemoratezza.
|
|
|
|
UNA SCONFINATA GIOVINEZZA (IT, 2010) diretto da PUPI AVATI. Interpretato da FABRIZIO BENTIVOGLIO, FRANCESCA NERI, SERENA GRANDI, GIANNI CAVINA, BRIAN FENZI, LINO CAPOLICCHIO, CESARE CREMONINI, RICCARDO LUCCHESE, MANUELA MORABITO, ERIKA BLANC, ISABELLE ADRIANI, VINCENZO CROCITTI, DAMIANO RUSSO, OSVALDO RUGGIERI
Lino Settembre, esperto giornalista sportivo e commentatore Rai per Il Messaggero, e sua moglie Chicca, professoressa universitaria di lingue medievali, sono una coppia di mezz’età felicemente sposata che conduce una vita serena lontana da serie difficoltà. Il loro unico rammarico è il non aver avuto una prole. Quando Lino comincia ad accusare banali problemi di memoria, lui e la consorte decidono di riderci su, ma la situazione si fa sempre più penosa e imbarazzante, finché, dopo una visita presso un neurologo, si scopre che Lino è nella fase iniziale del morbo di Alzheimer.
[+]
UNA SCONFINATA GIOVINEZZA (IT, 2010) diretto da PUPI AVATI. Interpretato da FABRIZIO BENTIVOGLIO, FRANCESCA NERI, SERENA GRANDI, GIANNI CAVINA, BRIAN FENZI, LINO CAPOLICCHIO, CESARE CREMONINI, RICCARDO LUCCHESE, MANUELA MORABITO, ERIKA BLANC, ISABELLE ADRIANI, VINCENZO CROCITTI, DAMIANO RUSSO, OSVALDO RUGGIERI
Lino Settembre, esperto giornalista sportivo e commentatore Rai per Il Messaggero, e sua moglie Chicca, professoressa universitaria di lingue medievali, sono una coppia di mezz’età felicemente sposata che conduce una vita serena lontana da serie difficoltà. Il loro unico rammarico è il non aver avuto una prole. Quando Lino comincia ad accusare banali problemi di memoria, lui e la consorte decidono di riderci su, ma la situazione si fa sempre più penosa e imbarazzante, finché, dopo una visita presso un neurologo, si scopre che Lino è nella fase iniziale del morbo di Alzheimer. Chicca sceglie di tacergli la sua situazione (che purtroppo è destinata ad aggravarsi) per non farlo soffrire, ma deve scontrarsi col parere contrario dei suoi famigliari d’origine – soprattutto col fratello maggiore Emilio, primario ospedaliero, che non ha mai visto di buon occhio il cognato – che preferirebbero che lei lo ricoverasse in un istituto. Vedendo che la malattia ha drammaticamente gravato sulla loro vita coniugale, in un primo momento Chicca si rassegna ad affidarlo a due badanti straniere, ma poi, mossa a pietà dai comportamenti sempre più bisognosi ed infantili del marito che sta regredendo ad uno stato mentale da bambino, torna ad occuparsi di lui con crescente affetto. Dopo Gli amici del bar Margherita, tessitura non troppo convincente di una serie di ricordi dell’adolescenza del regista, Una sconfinata giovinezza appare subito tenuta insieme da un’idea narrativa molto più salda e forte, una storia come poche ne racconta l’odierno cinema italiano poiché intesa nel senso ampio del termine. Avati non è di sicuro il primo ad aver esplorato il tema umanissimo della trasformazione dell’amore coniugale ad amore filiale: la letteratura lo ha affrontato in ogni epoca, e il cinema ha fatto a suo modo altrettanto quando uscì Il curioso caso di Benjamin Button (2008), ma ora il regista bolognese dà una versione nostrana del suo pensiero in merito utilizzando il suo speciale linguaggio di osservatore decentrato. Peccato che le scelte di regia non sostengano sempre la dolorosa poesia della trama: le musiche enfatiche, troppo da drammone, non aiutano, e il seppia delle immagini che mostrano Lino bambino (in assoluto la parte più magica del film) intento a scoprire il mondo nelle sue invereconde passioni (il cane Perché, l’incidente d’auto mortale, gli straordinari fratelli Leo e Nerio, la vicenda del brillante che la zia intende ritrovare ad ogni costo) rappresenta più il ricordo di Avati relativo alla sua infanzia che non un tentativo di tradurre con la mano ciò che la mente filmica ha elaborato per condividerlo con lo spettatore. Malgrado ciò, però, la pellicola ha una potenza emotiva irresistibile e tocca corde profonde, descrivendo come il lascito dell’infanzia torni per riappropriarsi dei sentimenti di una persona quando la sua vita volge al tramonto (o in autunno, come il cognome del protagonista sembra suggerire). La sceneggiatura si concentra proprio sulla sorte bizzarra dell’uomo che, giunto a un certo punto del suo cammino, ha da fare i conti col mistero accattivante del suo passato più remoto. Così le corse dei ciclisti al Giro e al Tour (l’apparizione di Gastone Nencini in televisione dopo una vittoria importante ad una tappa) e le rimembranze di un amico che fingeva di saper resuscitare i morti tornano con prepotenza a reclamare un’importanza, spazzando via le esperienze e il materiale che l’essere umano ha finora saputo costruirsi. Nessuno poteva interpretare un personaggio così sensibile meglio di Bentivoglio, con la sua aria di triste saccenteria: ci regala un protagonista formidabile sicuro del fatto suo oltre ogni ragionevolezza, ma anche la compartecipazione della Neri al suo fianco rivela una donna corazzata perspicacemente contro il dolore che, nonostante una rinuncia di cui si pente, respinge aiuti indesiderati a costo di nascondere al compagno d’una vita una verità terrificante. A tal proposito, la sequenza del pestaggio casalingo è eloquente nel mostrare come la rabbia per un deperimento precoce dovuto alla demenza senile sia esemplificativa d’una reazione esplosiva. Sono graditi anche i ritorni di Cavina e Capolicchio che, coi loro ruoli ambigui e le loro ombre, illuminano per contrasto l’innocenza di Bentivoglio e gli creano attorno un contorno di uomini che lo sostengano nella continuazione del suo sogno delirante mediante la sua esclusione dalla realtà. E S. Grandi punta su una gentilezza raffinata e placida per intingere all’acqua di rose una zia squisitamente materna. Avati propone l’esistenza umana come un film: quando s’arriva alla fine, si riguarda dal principio.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a great steven »
[ - ] lascia un commento a great steven »
|
|
d'accordo? |
|
fabio1957
|
martedì 30 giugno 2015
|
doloroso
|
|
|
|
Per chi come me ha avuto un familiare colpito da questo morbo,è stata particolarmente dolorosa la visione di questo film,tuttavia ciò dimostra quanto sia credibile e realistico il lavoro di Avati.Naturalmente non è priva di difetti l'elaborazione cinematografica di una malattia così devastante e indescrivibile, per le tante sfaccettature che presenta.Ma nel complesso, il regista ha fatto un'operazione riuscita,con il grosso contributo di un Bentivoglio perfettamente calato nella parte.Era un ruolo difficile da interpretare il suo,c'era il rischio di costruire un personaggio didascalico,stereotipato nelle sue deficienze,invece l'attore lo padroneggia benissimo, scivolando lentamente e con inesorabilità nelle spire del male e nell'oblio di questa terribile malattia,senza autocompiacimenti,con essenzialità.
[+]
Per chi come me ha avuto un familiare colpito da questo morbo,è stata particolarmente dolorosa la visione di questo film,tuttavia ciò dimostra quanto sia credibile e realistico il lavoro di Avati.Naturalmente non è priva di difetti l'elaborazione cinematografica di una malattia così devastante e indescrivibile, per le tante sfaccettature che presenta.Ma nel complesso, il regista ha fatto un'operazione riuscita,con il grosso contributo di un Bentivoglio perfettamente calato nella parte.Era un ruolo difficile da interpretare il suo,c'era il rischio di costruire un personaggio didascalico,stereotipato nelle sue deficienze,invece l'attore lo padroneggia benissimo, scivolando lentamente e con inesorabilità nelle spire del male e nell'oblio di questa terribile malattia,senza autocompiacimenti,con essenzialità.
Forse il finale lascia un pò perplessi.
Comunque un buon film
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fabio1957 »
[ - ] lascia un commento a fabio1957 »
|
|
d'accordo? |
|
giannamaria casciola
|
giovedì 17 ottobre 2013
|
molto bello
|
|
|
|
Molto bello. Soggetto struggente, sceneggiatura sorprendente, ottima recitazione.
|
|
[+] lascia un commento a giannamaria casciola »
[ - ] lascia un commento a giannamaria casciola »
|
|
d'accordo? |
|
antrace
|
sabato 12 ottobre 2013
|
la maestria dei pastelli
|
|
|
|
Un film sull'amore tra due sposi ,e sulla vita esile del protagonista , che fugge, aggrappata ai ricordi
.La trama è tutta nel declino senile precoce di un uomo dalla mente vivace , colpito da una grave malattia celebrale, invano assistito dalla moglie . Pupi Avati racconta ogni cosa con intensa emozione, e con sapiente uso dei colori, tinte sfumate, dialoghi tenui, attenzione agli sguardi ed alle pieghe dei volti, espressioni liriche pure nei momenti più eccitati e controversi. E' un maestro dei pastelli sul grande schermo, un regista efficace .Nei frequenti amarcord del giornalista malato,riesce a dare voce e ritmo alle scorribande di un fanciullo con il suo cane ,e con gli amici temerari delle campagne emiliane, affidando agli occhi dell'animale il centro della scena.
[+]
Un film sull'amore tra due sposi ,e sulla vita esile del protagonista , che fugge, aggrappata ai ricordi
.La trama è tutta nel declino senile precoce di un uomo dalla mente vivace , colpito da una grave malattia celebrale, invano assistito dalla moglie . Pupi Avati racconta ogni cosa con intensa emozione, e con sapiente uso dei colori, tinte sfumate, dialoghi tenui, attenzione agli sguardi ed alle pieghe dei volti, espressioni liriche pure nei momenti più eccitati e controversi. E' un maestro dei pastelli sul grande schermo, un regista efficace .Nei frequenti amarcord del giornalista malato,riesce a dare voce e ritmo alle scorribande di un fanciullo con il suo cane ,e con gli amici temerari delle campagne emiliane, affidando agli occhi dell'animale il centro della scena. Descrive un amore incrinato dalla sofferenza con i silenzi , le esitazioni, i dubbi di entrambi i coniugi. Entra nell'intimità dei luoghi e delle persone senza intemperanze , evitando toni troppo dolci, petulanti così come esasperazioni e gesti bruschi.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a antrace »
[ - ] lascia un commento a antrace »
|
|
d'accordo? |
|
galat�
|
venerdì 11 ottobre 2013
|
ci vuole coraggio un grande coraggio ad affrontare
|
|
|
|
Ci vuole coraggio
un grande coraggio ad affrontare la tematica
Alzheimer, non solo l'aids o altre malattie invalidanti
"toccano". Il film di Avati pone in primo piano la vita che cambia all'improvviso in una coppia di coniugi . E non solo , è la "nostra vita" il nostro ruolo che sfugge alla catastrofe di "assenza presente".Nulla di retorico. La vita è "quell'attimo", e nulla .
Maria Grazia Galatà
|
|
[+] lascia un commento a galat� »
[ - ] lascia un commento a galat� »
|
|
d'accordo? |
|
riccardo leone
|
giovedì 22 marzo 2012
|
degenerazione di uno shok
|
|
|
|
Un rispettabile giornalista sportivo è vittima del morbo di Alzheimer. Malattia che inizialmente è tenuta sotto controllo dai farmaci, ma che nel giro di poco tempo prende il sopravvento portando indietro e bloccando la mente di Angelo (il giornalista) ai ricordi dell'infanzia. Continui flashback interrompono il normale racconto della storia per indurci a vagare in piccoli spaccati del passato del malato, apparentemente decontestualizzato, ma emotivamente significativi per Angelo. Epoca in cui vorrebbe tornare probabilmente per non subire lo stress del presente o momento a cui e riconducibile il sorgere della malattia: la perdita dei genitori per un incidente automobilistico.
[+]
Un rispettabile giornalista sportivo è vittima del morbo di Alzheimer. Malattia che inizialmente è tenuta sotto controllo dai farmaci, ma che nel giro di poco tempo prende il sopravvento portando indietro e bloccando la mente di Angelo (il giornalista) ai ricordi dell'infanzia. Continui flashback interrompono il normale racconto della storia per indurci a vagare in piccoli spaccati del passato del malato, apparentemente decontestualizzato, ma emotivamente significativi per Angelo. Epoca in cui vorrebbe tornare probabilmente per non subire lo stress del presente o momento a cui e riconducibile il sorgere della malattia: la perdita dei genitori per un incidente automobilistico. Lo shock dell'evento è maturanto all'interno di Angelo sfociando dopo tanti anni con la sindrome di Alzeimer che lo blocca in queglia anni.
Film tutto sommato buono o quanto meno di buone intenzioni. Gli attori, se pur bravi non sono stati all'altezza: troppo freddi e distaccati dagli eventi; le musiche usate anche durante le riprese del presente ricordano film anni 70, forse una sorta di nostalgia del regista.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a riccardo leone »
[ - ] lascia un commento a riccardo leone »
|
|
d'accordo? |
|
tostella
|
giovedì 23 febbraio 2012
|
tostella - pupi come al solito..........ottimo
|
|
|
|
Come il buon vino.....Pupi con gli anni migliora...........trovo che il film per l'argomento
che trattato è molto coraggioso.La delicatezza con cui gli attori hanno seguito la mano esperta del
regista,traspare e si fa molto apprezzare .Una citazione particolare per bentivoglio a suo agio nel ruolo.
film molto poetico e ben fatto... anche se il finale resta un pò improbabile .
bravo Pupi deliziaci ancora in futuro anche se i tuoi film non faranno cassetta restano di grande spessore.
|
|
[+] lascia un commento a tostella »
[ - ] lascia un commento a tostella »
|
|
d'accordo? |
|
molenga
|
lunedì 7 novembre 2011
|
lontano da tutti
|
|
|
|
Lino è un giornalista sportivo di successo, chicca è la sua bella moglie, sposata a vent'anno:non hanno figli ma si amano molto finche tra loro si frappone l'Alzheimer...Lino perderà il contatto dalla realtà per tornare all'infanzia trascorsa sull'appennino bolognese, agli amici di quel periodo spensierato ed al più vecchio di tutti i suoi compare, il cane"perché".
Amara e nostalgica poesia visiva di Pupi Avati sulla malattia e sul recupero delle radici, una regia buona e-rarità per il cinema nostrano- dei personaggi ben interpretati( recita anche la Nieri!), in particolare un superlativo Bentivoglio.
|
|
[+] lascia un commento a molenga »
[ - ] lascia un commento a molenga »
|
|
d'accordo? |
|
chicco433
|
giovedì 7 luglio 2011
|
unico
|
|
|
|
|
|
[+] lascia un commento a chicco433 »
[ - ] lascia un commento a chicco433 »
|
|
d'accordo? |
|
astromelia
|
giovedì 14 aprile 2011
|
non convincente
|
|
|
|
....vero o falso? si riferisce a persone realmente vissute? la recensione dice sì il film scrive no boh.....comunque mi aspettavo più approfondimento,non mi sono commossa anche se il tema trattato è uno dei più tristi che possa accadere ad una persona,il finale poi....che uno scompaia nel nulla senza fare ricerche mi sa di favola, ad avati ho visto far di meglio.........
|
|
[+] lascia un commento a astromelia »
[ - ] lascia un commento a astromelia »
|
|
d'accordo? |
|
|