thenoces
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giovedì 31 marzo 2011
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caotico
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Film particolare, non certo da buttare, ma molto molto caotico. In alcuni tratti la trama si fa un po articolata e la lentezza dello scorrere delle cose fa si che ci si incarti un po su ciò che accade. Non male l'attore protagonista, per il resto film del quale si poteva fare tranquillamente a meno.
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artnico
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martedì 22 marzo 2011
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film insulso
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Film insulso che non merita neppure il tempo per scriverne due righe
Mi stupisce solo che abbia ricevuto pareri positivi... mah!
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doni64
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sabato 29 gennaio 2011
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film...inconcludente
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Film inconcludente,inlogico,crudele, mal recitato.La trama e' mediocre come lo e' l'intero film.Voto 5
[+] recensione... anzi no
(di looeejy)
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mar.ck
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sabato 8 gennaio 2011
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che skifezza!
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di solito faccio recensioni lunghe e articolate per i film che lo meritano.ecco perche questa sarà breve...mi affascinava vederlo, visto che su mymovies al pubblico è quotato 4,2! non capisco il motivo di questo punteggio. Partiamo col dire che la scena in cui casey affleck ammazza jesssica Alba è disgustante, di una violenza estrema,(meglio evitarla di vedere)..ma il film in se per se nn ha una trama, è un vedere lo sconvolgente comportamento del protagonista che di colpo deve usare la violenza x uccidere.
e non parliamo del finale, una scemata pazzesca! il film più brutto ke ho visto negli ultimi....anzi quasi di tutti i tempi!!!! voto 0 P.S.(non capisco come fa ad essere consigliato questo orrendo film!)
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eleonor
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venerdì 7 gennaio 2011
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inlogico
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il film è privo di senso, e di logica.
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reservoir dogs
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mercoledì 29 dicembre 2010
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un sorriso può sembrare un ghigno
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Il poco onesto sceriffo Lou Ford (Affleck) riceve in cambio di una lauta compensa l'ordine da un magnate delle costrizioni di sfrattare una prostituta che ha tra i suoi clienti il figlio.
L'uomo dopo una breve colluttazione con la donna si fa "prendere la mano", passando dalla cortesia al masochismo con sesso spinto. L'incontro con Joyce, la prostituta (Alba) risveglia nell'uomo una violenza un tempo assopita facendo cambiare completamente il piano impostogli dal magnate dando così vita ad una serie di omicidi sempre più efferati.
Lo stesso tipo di amore perverso si replicherà con Emy (Hudson) perché l'unico modo di amare che Lou ormai conosce è quello legato al sangue.
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Il poco onesto sceriffo Lou Ford (Affleck) riceve in cambio di una lauta compensa l'ordine da un magnate delle costrizioni di sfrattare una prostituta che ha tra i suoi clienti il figlio.
L'uomo dopo una breve colluttazione con la donna si fa "prendere la mano", passando dalla cortesia al masochismo con sesso spinto. L'incontro con Joyce, la prostituta (Alba) risveglia nell'uomo una violenza un tempo assopita facendo cambiare completamente il piano impostogli dal magnate dando così vita ad una serie di omicidi sempre più efferati.
Lo stesso tipo di amore perverso si replicherà con Emy (Hudson) perché l'unico modo di amare che Lou ormai conosce è quello legato al sangue.
Lou dietro la sua faccia pulita e imperturbabile che si preoccupa per la mancanza di una cravatta con la camicia cela dentro di se un sadico sociopatico che sfoga la sua violenza negli altri; un sorriso tirato può sembrare un ghigno.
In una societa corrotta, dove tutti credono di conoscersi, uno sceriffo, metafora di quell'Ordine corrotto e immotivato, dimostra l'esatto contrario con la sua brutalità legata a doppio filo da una straordinaria lucidità.
Il Male proviene dal passato e l'unico modo per curarlo è detergere il peccato con le fiamme in un ultimo abbraccio con la donna perversamente amata.
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onil79
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martedì 28 dicembre 2010
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un'unica scena padrona del film...
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Un film dove se qualcuno lo volesse raccontare, parlerebbe di una ed un'unica cosa, il massacro che subisce il personaggio interpretato da Jessica Alba, che rimane impresso per tutti i 109 minuti. Se provate ad immaginare il film senza quella scena "GIRATA IN QUELLA MANIERA" vi rimane poco e nulla perchè è proprio quello che crea nello spettatore, quell'ansia di successivi colpi di scena, che purtroppo non saranno esauditi. Il regista per non farci mancare nulla è riuscito a creare il finale più brutto che abbia mai visto.
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reservoir dogs
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venerdì 17 dicembre 2010
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un sorriso può sembrare un ghigno
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Il poco onesto sceriffo Lou Ford (Affleck) riceve in cambio di una lauta compensa l'ordine da un magnate delle costrizioni di sfrattare una prostituta che ha tra i suoi clienti il figlio.
L'uomo dopo una breve colluttazione con la donna si fa "prendere la mano", passando dalla cortesia al masochismo con sesso spinto. L'incontro con Joyce, la prostituta (Alba) risveglia nell'uomo una violenza un tempo assopita facendo cambiare completamente il piano impostogli dal magnate dando così vita ad una serie di omicidi sempre più efferati.
Lo stesso tipo di amore perverso si replicherà con Emy (Hudson) perché l'unico modo di amare che Lou ormai conosce è quello legato al sangue.
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Il poco onesto sceriffo Lou Ford (Affleck) riceve in cambio di una lauta compensa l'ordine da un magnate delle costrizioni di sfrattare una prostituta che ha tra i suoi clienti il figlio.
L'uomo dopo una breve colluttazione con la donna si fa "prendere la mano", passando dalla cortesia al masochismo con sesso spinto. L'incontro con Joyce, la prostituta (Alba) risveglia nell'uomo una violenza un tempo assopita facendo cambiare completamente il piano impostogli dal magnate dando così vita ad una serie di omicidi sempre più efferati.
Lo stesso tipo di amore perverso si replicherà con Emy (Hudson) perché l'unico modo di amare che Lou ormai conosce è quello legato al sangue.
Lou dietro la sua faccia pulita e imperturbabile che si preoccupa per la mancanza di una cravatta con la camicia cela dentro di se un sadico sociopatico che sfoga la sua violenza negli altri; un sorriso tirato può sembrare un ghigno.
In una societa corrotta, dove tutti credono di conoscersi, uno sceriffo, metafora di quell'Ordine corrotto e immotivato, dimostra l'esatto contrario con la sua brutalità legata a doppio filo da una straordinaria lucidità.
Il Male proviene dal passato e l'unico modo per curarlo è detergere il peccato con le fiamme in un ultimo abbraccio con la donna perversamente amata.
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benedetta mattei
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venerdì 17 dicembre 2010
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omaggio alla narrativa pulp
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Una storia basata su corpi discinti, violenze brutali e sangue in un Texas bigotto dove un giovane vicesceriffo reagisce alla noia dell'etichetta immergendosi nel brivido della violenza. Anni '50, Central City. A Lou Ford (Casey Affleck) il compito di far visita a Joyce Lakeland (Jessica Alba), giovane prostituta che si è stabilita nella periferia della città, per decidere come allontanarla. La tensione cresce velocemente: Lou trova una pistola, Joyce esibisce il porto d'armi, lui le chiede di lasciare la città, lei reagisce aggredendolo prima verbalmente, poi con degli schiaffi.
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Una storia basata su corpi discinti, violenze brutali e sangue in un Texas bigotto dove un giovane vicesceriffo reagisce alla noia dell'etichetta immergendosi nel brivido della violenza. Anni '50, Central City. A Lou Ford (Casey Affleck) il compito di far visita a Joyce Lakeland (Jessica Alba), giovane prostituta che si è stabilita nella periferia della città, per decidere come allontanarla. La tensione cresce velocemente: Lou trova una pistola, Joyce esibisce il porto d'armi, lui le chiede di lasciare la città, lei reagisce aggredendolo prima verbalmente, poi con degli schiaffi. In Lou, dopo quindici anni, riemerge un funesto desiderio di ferocia brutale ed irrefrenabile.
La trasposizione cinematografica di Michael Winterbottom è puntuale e ripropone fedelmente i dialoghi e le scelte narrative del romanzo di Jim Thompson (L'assassino che è in me, 1952). Anche nel film l'esposizione è affidata al personaggio principale, ma, nonostante questo stratagemma, sembra impossibile entrare veramente nella mente del nostro giovane ed affabile vicesceriffo- gentiluomo. Lou non esita mai nel folle e razionale dialogo con se stesso, ed anche nelle situazioni di maggior tensione la sua voce pare fredda ed analitica. Consapevole di questa forza oscura, che egli stesso chiama “la malattia”, continua a seguire il proprio istinto senza pentimenti. L'anima di Lou Ford non è tormentata, non cerca strade per la redenzione, né tantomeno si presta ad analisi; ed anche l'emergere di un passato violento e traumatico non sembra aver lo scopo di creare una certa commozione o empatia, quanto quello di riempire il racconto con flashback e seminare curiosità sul vissuto del personaggio. Si potrebbe dedurre che l'intento del regista non sia quello d'indagare nella psiche depravata del protagonista, né in quella dei personaggi femminili che, tracciati superficialmente, risultano praticamente incomprensibili. Niente tinte oscure tipiche del noir, ma musiche country e colori saturi sembrano rifarsi direttamente, insieme ai titoli di testa fumettistici, alle copertine squillanti e alle pagine stracce dei romanzi pulp. Il regista non cerca di giustificare le nudità e le perversioni rappresentate costruendo il fantoccio di un'analisi psicologica, ma lascia scoperta la violenza caratteristica di questo genere creando un vero e proprio omaggio ad una narrativa popolare che ha saputo interpretare i gusti di giovani e curiosi lettori offrendo loro grandi emozioni per pochi centesimi.
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domenico a
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mercoledì 15 dicembre 2010
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un pulp d'altri tempi
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Abbiamo visto The Killer Inside Me regia di Michael Winterbottom.
The Killer Inside Me è tratto dall’omonimo romanzo “ pulp “ di Jim Thompson, pubblicato nel 1952 ( in Italia è stato pubblicato nella collana Il Giallo Mondadori, col titolo La belva che è dentro di me nel 1970, poi nel 1993 nella collana Omnibus Mondadori col titolo Vite in gioco e infine nel 2002 da Fanucci Editore).. Thompson è uno dei grandi scrittori pulp della seconda generazione, quella degli anni Cinquanta, ma è stato anche un importante sceneggiatore ( suoi sono gli script “ Rapina a mano armata “ e “ Orizzonti di gloria “ di Stanley Kubrick, e dai suoi libri, negli anni Settanta, sono stati tratti film del calibro di “ Getaway “ di Sam Pechinpah, il magnifico e potente “ Il fascino del delitto “ di Alain Corneau del 1979, il bello “ Colpo di spugna “ di Bertrand Tavernier del 1981, l’ambiguo e originale “ Rischiose abitudini “di Stephen Frears del 1990 e altri ancora ).
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Abbiamo visto The Killer Inside Me regia di Michael Winterbottom.
The Killer Inside Me è tratto dall’omonimo romanzo “ pulp “ di Jim Thompson, pubblicato nel 1952 ( in Italia è stato pubblicato nella collana Il Giallo Mondadori, col titolo La belva che è dentro di me nel 1970, poi nel 1993 nella collana Omnibus Mondadori col titolo Vite in gioco e infine nel 2002 da Fanucci Editore).. Thompson è uno dei grandi scrittori pulp della seconda generazione, quella degli anni Cinquanta, ma è stato anche un importante sceneggiatore ( suoi sono gli script “ Rapina a mano armata “ e “ Orizzonti di gloria “ di Stanley Kubrick, e dai suoi libri, negli anni Settanta, sono stati tratti film del calibro di “ Getaway “ di Sam Pechinpah, il magnifico e potente “ Il fascino del delitto “ di Alain Corneau del 1979, il bello “ Colpo di spugna “ di Bertrand Tavernier del 1981, l’ambiguo e originale “ Rischiose abitudini “di Stephen Frears del 1990 e altri ancora ). Possiamo dire che Thompson è un grandissimo scrittore - poco conosciuto in Italia e dimenticato nell’oblio negli USA - non meno significativo di Raymond Chandler e Cornell Woorlich ( meravigliosi e impareggiabili scrittori di gialli americani degli anni Quaranta e Cinquanta ). Nel 1975 – due anni prima della sua scomparsa, Thompson recitò, nei panni del giudice Grayle nel remake “ Marlowe, poliziotto privato “ di Dick Richards, tratto forse dal più bel romanzo di Raymond Chandler e uno dei film più belli del neo-noir anni Settanta, impreziosito dalla presenza del mito Robert Mitchum in stato di grazia. Autori di questa fattura purtroppo non ne esistono più come la loro generazione e quell’epoca.
Anche la storia produttiva di The Killer Inside Me sembra un film a sè. Fatto di attese, interruzioni e speranze. Nel 1956 la 20th Century-Fox avrebbe voluto fare il film e aveva scelto Marlon Brando nel ruolo di Lou Ford ( impersonato oggi da un bravo ma per niente glamour Casey Affleck ), da Marilyn Monroe nel ruolo di Joyce Lakeland. ( ruolo impersonato oggi da una sensualissima Jessica Alba ) e da Elizabeth Taylor nel ruolo di Amy Stanton ( Kate Hudson, oggi ); ma il progetto fu dapprima rinviato e poi accantonato. Ci sono stati altri tentativi andata a vuoto fino a quando è stata realizzata una prima versione con Stacy Keach come Lou Ford e Susan Tyrell come Joyce Lakeland nel 1976. Una seconda versione doveva essere interpretata nel 1986 da Tom Cruise, Demi Moore e Brooke Shields, ma anche questa volta il progetto fu messo da parte ( anche questa volta per le difficoltà di mettere in scena una storia così pulp e senza speranza - Stanley Kubrick del romanzo ha detto: “È forse la più agghiacciante e verosimile storia di una perversa mente criminale, raccontata in prima persona, che mi sia mai capitato di leggere ” ). Dopo il successo di Tarantino con Pulp Fiction e la conseguente ‘ moda ‘ di un certo tipo di storie, Quentin ha lavorato al progetto pensando a Brad Pitt, Uma Thurman e Juliette Lewis: ma sono sopravvenuti gli attentati alle Torri Gemelle e quindi è stato di nuovo messo da parte. Nel 2003, Andrew Dominik ha scritto una sceneggiatura - da alcuni definita troppo stilizzata - e stava per dirigerla, con Leonardo Di Caprio, Charlize Theron e Drew Barrymore. Ma per un motivo o per un altro, Dominik ha preferito girare L’assassinio di Jesse James. E arriviamo a oggi, i diritti del film li avevano due produttori inglesi Chris Hanley di Muse Films e Bradford Schlei. Michael Winterbottom ( Benvenuti a Sarajevo, The Road to Guantanamo, Un cuore grande – tra gli altri film realizzati ) era interessato al film, si sono incontrati e con soldi americani, svedesi, inglesi e canadesi si è potuto realizzare.
La storia è ambientata nella provincia americana, nel Texas degli inizi anni Cinquanta. Una provincia solo apparentemente addormentata e tranquilla. Lou Ford è un giovane e riservato vicesceriffo, vive da solo in una bella casa che gli hanno lasciato i genitori e ha una relazione solo apparentemente segreta con una ragazza borghese del luogo. Lui è gentile e amico con tutti, se può fare un favore, lui lo fa; anche con chi arresta ha un rapporto corretto e civile. Un giorno su richiesta del più importante affarista della zona, Chester Conway, viene mandato ad avvisare una ragazza poco di buono di lasciare la cittadina. Lui si presenta, le intima di andare via e d’un tratto inizia la passione tra i due. Ma questa passione gli fa riaffiorare vari ricordi della sua infanzia che aveva rimosso, ricordi traumatici e forti. ( nel film il tutto non è proprio spiegato chiaramente, mentre nel libro tutto è più chiaro e lineare ). La ragazza ha una relazione con il figlio di Conway e giacchè il giovane si deve sposare, il padre ha deciso di pagare per mandarla via. Lei vuole prendere i soldi e andar via con il suo Lou, ma il vicesceriffo ha altro per la testa ( nel film sembra solo una brutale vendetta contro l’uomo potente e suo figlio ), e mostra il suo vero carattere di sadico, psicopatico, assassino freddo e tranquillo. Sembra che possa farla franca ma in quel mondo nulla è come sembra e gli investigatori iniziano a sospettarlo ma anche loro forse nascondono dei segreti, come anche il padrone della città, il capo del sindacato, il proprietario della tavola calda, lo sceriffo e un avvocato ( la parte più oscura del film – è un personaggio vero o immaginato dal protagonista ? ) che avvocato non è ma che lo ‘ libera ‘ e lo porta fino al luogo finale.
Il regista aveva varie possibilità con un racconto di questo genere, poteva continuare la sua ricerca “ politica “, immergendosi in quegli anni così ‘ politicizzati ‘; poteva scegliere uno stile citazionista alla Tarantino o percorrere la strada del noir colto dei Fratelli Coen o anche approfondire il lato psicanalitico di una mente disturbata e pericolosa. Invece Winterbottom ha voluto ‘ sposare ‘ il romanzo ed ha rispettato l’universo letterario di Thompson, in cui conta solo il piacere del racconto e dove la violenza viene utilizzata come forma e contenuto di cultura popolare. Con un ‘ ma ‘: sessant’anni tra il libro e il film sono un tempo troppo grande per non riempirlo dell’esperienza degli anni. Tuttavia è un film confezionato molto bene, diretto con sicurezza e abilità, con un cast giusto, ‘ fortunato “ e riuscito pienamente. L’unica perplessità che abbiamo è proprio nelle intenzioni che ha dichiarato il regista: “ Per me, l’aspetto interessante del romanzo è più che altro l’idea che Thompson scelga di ritrarre un universo in cui le persone distruggono ogni cosa, senza voler fornire spiegazioni psicologiche. Perché questo è quello che succede, è quello che fa la gente: rovina tutto, distrugge la propria vita. Per qualche strano motivo, gli esseri umani sono distruttivi. Thompson coglie qualcosa di vero della natura umana: non è necessario cercare di spiegarlo, occorre solo mostrare che è così “
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