jeyfrush
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lunedì 27 settembre 2010
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big delusion!
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Dopo aver visto la serie di "Avatar: The Last Airbender" in cartone animato dimenticatevi di vedere questo film...il riassunto di questa prima stagione è penoso e ora vi spiego perchè:
1. il primo tempo dura circa 1 ora e racchiude ben 19 puntate della serie statunitense, risultato(?!) si passa da una scena all'altra, pardon, da un villaggio all'altro senza alcun collegamento e inoltre saltando delle parti fondamentali che creano i link necessari ai due libri successivi della serie animata...si poteva dilungare un'ora in più raccontando più cose sicuramente.
2. i dialoghi: ho letto il commento di un ragazzo americano patito della serie rimasto deluso circa i dialoghi dei film. Il messaggio diceva: «.
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Dopo aver visto la serie di "Avatar: The Last Airbender" in cartone animato dimenticatevi di vedere questo film...il riassunto di questa prima stagione è penoso e ora vi spiego perchè:
1. il primo tempo dura circa 1 ora e racchiude ben 19 puntate della serie statunitense, risultato(?!) si passa da una scena all'altra, pardon, da un villaggio all'altro senza alcun collegamento e inoltre saltando delle parti fondamentali che creano i link necessari ai due libri successivi della serie animata...si poteva dilungare un'ora in più raccontando più cose sicuramente.
2. i dialoghi: ho letto il commento di un ragazzo americano patito della serie rimasto deluso circa i dialoghi dei film. Il messaggio diceva: «...guardando questo film provo nostalgia verso il vecchio cinema muto, sebbene non mi sia mai piaciuto...». Inizialmente pensavo avesse esagerato, ma la realtà purtroppo è che i dialoghi non esistono, o meglio ci sono ma non spiegano e non aiutano a comprendere la storia, in pratica sono inutili – eccetto i dialoghi tra Zuko e lo zio Iroh, gli unici decenti.
3. attori: si preannunciava come film dal cast stellare. Beh, al di là della scelta dei personaggi, intendo ruoli, che è tutta a che dire (hanno accusato di razzismo lo stesso regista), la teatralità è un qualcosa di osceno e lo si capisce soprattutto nella scena dove i ragazzi, giunti al paese della terra, vengono imprigionati dai dominatori del fuoco – precisiamo: pessima soprattutto quella di Aang e di Katara, gli altri attori nel complesso non sono male. Inoltre viene stravolto il carattere di Sokka che nel cartone è l’imbranato e goffo della compagnia, nel film si trasforma in serio e coraggioso; oppure il principe Zuko che nella serie è sempre imbronciato, arrabbiato e nervoso, mentre qui diventa… come dire… “mollo”, provi persino tenerezza a vederlo. Il migliore è lo zio, il generale Iroh: sebbene non è grasso come nel cartone (ehehe) è veramente un figo!
4. il secondo tempo è concentrato sugli ultimi due episodi del cartone, e i problemi sono sempre gli stessi: dialoghi inutili, salto da una scena all’atra senza un senso logico, ma c’è di più: qui vengono praticamente inventate delle nuove parti! Per esempio: l’ammiraglio Zhao che nel cartone viene ucciso dallo Spirito dell’Oceano, nel film viene fatto secco da 4 dominatori dell’acqua; oppure quando Zuko riesce a catturare Aang e, superando una tempesta di neve, lo porta in una caverna, nel film lo porta semplicemente in una stanza del palazzo del paese dell’acqua… e poi ce ne sono altre…
5. il 3d in questo film è una truffa!
Nonostante i giudizi negativi devo dire che qualcosina era fatta bene: come ad esempio la scelta dei costumi, degli scenari, gli effetti speciali, Appa e momo… dal punto di vista artistico era veramente ben fatto. Peccato che il regista non abbia dedicato più tempo alla storia, ai dialoghi e ai personaggi, poteva creare veramente un bel film!
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renato volpone
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mercoledì 13 ottobre 2010
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piacevole un buon film
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Il film parte un pochino in sordina, ma poi si riprende con una buona sceneggiatura....belli i paesaggi, splendidi i costumi. E' un fantasy a cui seguiranni numerosi sequel, ma vale la pena di vederlo per trascorrere una serata rilassante.
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storyteller
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martedì 28 settembre 2010
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nobili le intenzioni, modesto il risultato
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Shyamalan si è guardato per bene la serie, su questo non ci piove.
Purtroppo i dialoghi sono davvero troppo semplicistici, talvolta sfiorano il ridicolo, e gli unici personaggi caratterizzati appena un po' sopra la media sono il principe del Fuoco e lo zio (nota di merito al piccolo protagonista, che perlomeno interpeta degnamente il suo ruolo di "prescelto-restio-a-compiere-il-proprio-destino").
Paradossalmente, sono proprio le scene d'azione quelle girate meglio: il regista concede un ampio respiro alle complesse coreografie presenti in gran numero durante la tortuosa (ma non per questo complessa) e spesso mal raccontata vicenda. I piani sequenza, coadiuvati da effetti speciali decisamente all'altezza, spesso risollevano l'umore di un film che prepara il terreno a diversi colpi di scena (spesso prevedibili), ma non sa sfruttarli a dovere.
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Shyamalan si è guardato per bene la serie, su questo non ci piove.
Purtroppo i dialoghi sono davvero troppo semplicistici, talvolta sfiorano il ridicolo, e gli unici personaggi caratterizzati appena un po' sopra la media sono il principe del Fuoco e lo zio (nota di merito al piccolo protagonista, che perlomeno interpeta degnamente il suo ruolo di "prescelto-restio-a-compiere-il-proprio-destino").
Paradossalmente, sono proprio le scene d'azione quelle girate meglio: il regista concede un ampio respiro alle complesse coreografie presenti in gran numero durante la tortuosa (ma non per questo complessa) e spesso mal raccontata vicenda. I piani sequenza, coadiuvati da effetti speciali decisamente all'altezza, spesso risollevano l'umore di un film che prepara il terreno a diversi colpi di scena (spesso prevedibili), ma non sa sfruttarli a dovere.
In sostanza l'ho trovato un kolossal piuttosto sciapo, ma - per quanto possa sembrare anacronistico - girato con grande cura e dedizione. Peccato.
Ah, si: il 3D è un furto.
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mrmettiu
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martedì 30 aprile 2013
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la tecnologia non è tutto
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L'ultimo dominatore dell'aria è sicuramente un film spettacolare: a colpo d'occhio non si può negare che il film sia avvincente - se non addirittura sorprendente - dal punto di vista degli effetti speciali. Le sequenze ardite si sprecano, l'atmosfera mistica orientale ci permea e ci avvolge. La natura alterata dagli spiriti e dai dominatori, per noi occidentali immagine tanto suggestiva quanto surreale e fantastica, è resa reale e credibile fin nei minimi dettagli. L'attenzione dedicata ai particolari è stata minuziosa, con il risultato che il film ha riscosso notevole successo nei bambini, i quali cercano - giustamente - solo immagini con cui stupirsi e meravigliarsi.
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L'ultimo dominatore dell'aria è sicuramente un film spettacolare: a colpo d'occhio non si può negare che il film sia avvincente - se non addirittura sorprendente - dal punto di vista degli effetti speciali. Le sequenze ardite si sprecano, l'atmosfera mistica orientale ci permea e ci avvolge. La natura alterata dagli spiriti e dai dominatori, per noi occidentali immagine tanto suggestiva quanto surreale e fantastica, è resa reale e credibile fin nei minimi dettagli. L'attenzione dedicata ai particolari è stata minuziosa, con il risultato che il film ha riscosso notevole successo nei bambini, i quali cercano - giustamente - solo immagini con cui stupirsi e meravigliarsi. A coronare questo quadro idilliaco vi sono i bei costumi, il sonoro efficace e lo studio approfondito delle coreografie. Il cinema è anche evasione dalla realtà, incursione nel mondo dei sogni. Purtroppo però non è solo questo. Il livello della recitazione in questo film non è lontano da quello di una recita scolastica. Vero è che ci sono molti bambini e ragazzi, ma non è questa una giustificazione: Jamie Bell quando recitò in Billy Elliot aveva poco più di tredici anni, eppure la sua recitazione era tanto professionale quanto quella di un attore navigato. La sceneggiatura non è particolarmente elaborata, scade in alcuni punti quasi nel banale. Speriamo che negli improbabili sequel questi aspetti possano essere presi in maggior considerazione da Shyamalan, in maniera da poter avere dei prodotti in cui tecnica ed arte siano meglio bilanciate.
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g_andrini
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domenica 9 gennaio 2011
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film per ragazzi ma...
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...di piacevolissima visione. Effetti speciali notevoli, con una resa in dvd veramente ottima. Come sempre il concetto di avatar è espressione di interesse, essendo presente in moltissime religioni, anzi praticamente in tutte. Film dalla trama leggera, ma di ottima fattura. Bravissimo il protagonista, ottimo nell'interpretare il personaggio, con un trucco pregevolissimo. Se avete dei ragazzi troveranno la visione interessante.
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dario j. a.
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venerdì 1 ottobre 2010
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il primo dell'ultimo
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Gli appassionati delle produzioni precedenti potranno notare differenze eclatanti, negative o positive. Come film e come parte di una serie, può avere considerazioni indipendenti. Non c'è dubbio che la storia sia interessante e potrebbe essere una sorta di trasposizione del Signore degli Anelli dall' "occidente" all' "oriente". Purtroppo manca l'intensità del primo per poter fare un giusto paragone. Lo sviluppo infatti è un pò frettoloso e ne esce fuori una sequenza di scene, si spettacolari ma mal legate tra di loro. Manca di Pathos in sostanza. Una grave pecca per una pellicola che di per sé a raggiunto un buon livello tecnico. In questo senso infatti costumi, scenari e ricostruzioni digitali sono degne di pregio, anche la componente marziale è più che discreta, delude un pò di più l'utilizzo della tecnologia 3d che risulta minima e riesce appena a dare il senso di profondità.
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Gli appassionati delle produzioni precedenti potranno notare differenze eclatanti, negative o positive. Come film e come parte di una serie, può avere considerazioni indipendenti. Non c'è dubbio che la storia sia interessante e potrebbe essere una sorta di trasposizione del Signore degli Anelli dall' "occidente" all' "oriente". Purtroppo manca l'intensità del primo per poter fare un giusto paragone. Lo sviluppo infatti è un pò frettoloso e ne esce fuori una sequenza di scene, si spettacolari ma mal legate tra di loro. Manca di Pathos in sostanza. Una grave pecca per una pellicola che di per sé a raggiunto un buon livello tecnico. In questo senso infatti costumi, scenari e ricostruzioni digitali sono degne di pregio, anche la componente marziale è più che discreta, delude un pò di più l'utilizzo della tecnologia 3d che risulta minima e riesce appena a dare il senso di profondità.
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vincenzo barbarulli
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mercoledì 6 ottobre 2010
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ci si aspettava qualcosa di più
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Coraggioso tentativo, peraltro centrato solo in parte, di mixare fantasy con filosofia orientale. Sprazzi incompleti di un Shyamalan fuori forma, forse fuori genere; sicuramente incompleto e poco convincente.
L'affascinante concetto dei quattro elementi contigui ma contrapposti (Yin e Yang), viene sviluppata in una storia manieristica ed ottimista. Il taglio fotografico è di livello, la camera scorre su paesaggi fantastici, da segnalare costumi che colpiscono notevolmente l'occhio. Per quanto riguarda il 3D, il risultato non è dei massimi, più che altro sia ha la sensazione che derivi da un operazione commerciale. In sostanza, poteva essere evitato.
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Coraggioso tentativo, peraltro centrato solo in parte, di mixare fantasy con filosofia orientale. Sprazzi incompleti di un Shyamalan fuori forma, forse fuori genere; sicuramente incompleto e poco convincente.
L'affascinante concetto dei quattro elementi contigui ma contrapposti (Yin e Yang), viene sviluppata in una storia manieristica ed ottimista. Il taglio fotografico è di livello, la camera scorre su paesaggi fantastici, da segnalare costumi che colpiscono notevolmente l'occhio. Per quanto riguarda il 3D, il risultato non è dei massimi, più che altro sia ha la sensazione che derivi da un operazione commerciale. In sostanza, poteva essere evitato.
Questa storia ruota intorno alla figura di un Avatar. Esso, oltre dominare i quattro elementi, avrebbe la capacità di parlare con gli spiriti. Fatualmente, oltre non dominare veramente gli elementi, non si capisce fino in fondo che ruolo hanno questi spiriti; da dove si originano e che fanno nel mondo. E via così, si cerca con arte di aprire cerchi, senza sforzarsi troppo di chiuderli. Curiosamente ci saranno, in ordine, dominatrici dell'acqua che non sanno dominare l'acqua, figli di re incapaci ed esiliati, generali che hanno perso tutte le battaglie importanti. In effetti, se c'è un tema dominante dei vari personaggi è proprio quello del non riuscire nella cosa che per loro dovrebbe essere più facile. Tutto il film è invaso da questo motivo dell'inadeguatezza al proprio destino. Forse, il regista ha voluto sottolineare quello che ritiene un tema epocale. È un fatto che il protagonista, in simil-Frodo-mono-espressione, abbia dei continui flash back, di onirica insofferenza, alla sua stessa dottrina.
Delle molte frecce lanciate dal regista, ben poche vanno a segno. Imperneazioni buddiste, fantasy, da fumetti e teen-movie-amori latenti; sfiorano il bersaglio senza fare centro. Da segnalare anche qualche colpo andati a segno. Come una certa profondità nella visione dei personaggi: qua non si vedono solo buoni e cattivi. Ci sono personaggi con storie alle spalle e motivazioni che li spingono, in bene e in male. Oppure la morte di Suki, che dona la vita, perché arriva a capire che il suo scopo karmico è proprio quello. Nonostante questa profondità, il risultato globale è incompleto, indefinito, Ne risulta una pellicola a tratti di impronta Disney, con innesti di dramma Tolkieniano, però mal contestualizzati.
Ma così, la trama risulta essere mal sviluppata, soprattutto in certi aspetti, non centrando di fatto, quella ottima suspense alla quale ci ha abituato Shyamalan nei sui film precedenti. I protagonisti coprono i ruoli approssimativamente, e questo vale sopratutto per il gruppo dei più giovani. A questo, fanno notevole eccezione alcune meritevoli interpretazioni come quella di Shaun Toub e Cliff Curtis. Questo schema del doppio piano, protagonisti giovani contro cattivi grandi, aveva già tra l'altro cileccato in Dungeons & Dragons ( Che il gioco abbia inizio ); misconosciuto fantasy blasonato, rivelatosi poi un completo fallimento. Bisogna riconoscere che il genere fantasy non sia tra i più semplici da realizzare.
Non tutto da buttare, film comunque nel complesso godibile. Tre stelle di incoraggiamento, tanto per essere generosi.
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lugath2
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sabato 21 maggio 2011
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il cinema è una cosa seria
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Inizia tutto con un trailer coinvolgente, che come carta moschicida miete vittime tra coloro che ci cascano ingenuamente sicuri di assistere ad una guerra degli elementi degna di un colossal.
La serie animata da cui è tratto il film è spensierata, ironica e si lascia guardare, scorre senza pretese con personaggi capaci di affezionare il pubblico, come è giusto che sia per una serie animata pluripremiata. Il film doveva essere diverso per funzionare, per quanto le differenze sono state viste negativamente dal pubblico affezionato alla serie, la scelta di Shyamalan di sceneggiare personalmente la storia adattandola per il grande schermo è povera di idee.
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Inizia tutto con un trailer coinvolgente, che come carta moschicida miete vittime tra coloro che ci cascano ingenuamente sicuri di assistere ad una guerra degli elementi degna di un colossal.
La serie animata da cui è tratto il film è spensierata, ironica e si lascia guardare, scorre senza pretese con personaggi capaci di affezionare il pubblico, come è giusto che sia per una serie animata pluripremiata. Il film doveva essere diverso per funzionare, per quanto le differenze sono state viste negativamente dal pubblico affezionato alla serie, la scelta di Shyamalan di sceneggiare personalmente la storia adattandola per il grande schermo è povera di idee. I due prodotti si litigano a vicenda e il risultato è confusione e incoerenza, fino ad annullarsi privandosi di una propria personalità.
La verità è che Shyamalan è stato influenzato dallo spirito fanciullesco della serie, ma se una guerra sul piccolo schermo può essere affrontata con leggerezza e humor al cinema la guerra è una cosa seria.
Iniziamo a parlare dei personaggi, nello sforzo di dargli una personalità originale hanno perso colore, si sono spenti e impoveriti fino a essere presto dimenticati perdendo ai punti con i loro alterego colorati. Come è stato detto in molte recensioni a salvarsi sono solo lo zio e il nipote della fazione del fuoco, che sembrano aver ispirato il regista-sceneggiatore a dare di più per questi personaggi tanto che il loro rapporto e le loro storie rimangono impresse nel tempo allo spettatore.
La storia invece si evolve nella scontatezza più sfrontata, il tutto rincorre un fine che non ti sorprende, i personaggi percorrono le tappe come a una caccia al tesoro per raggiungere i loro obiettivi, senza se e senza ma, e solo per inerzia raggiungono la loro meta.
Una nota dolente la devo fare anche alle scene d'azione. La battaglia che si svolge al villaggio della terra, oppresso dall'esercito del fuoco, si riduce a una sassaiola e a qualche ustionatura superficiale, tanto che ti chiedi come possano aver conquistato quel luogo così ben difeso con tanta facilità, serviva davvero un ragazzino per cacciarli a pedate? Ma non fai in tempo a chiederti che razza di guerra sia che all'arrivo nella città dell'acqua la battaglia prende la forma di un balletto, le comparse sullo sfondo agitano le spade come animatronics, ripetendosi fino alla noia dello spettatore perplesso, nessuno viene esplicitamente ucciso, nessun cadavere rimane a terra, una guerra pulita e ordinata, a misura di bambino. Gli effetti speciali ci sono ma non sono all'altezza di quella che doveva rappresentare una battaglia tra dominatori di tale potere (eccezion fatta per l'avatar) che solo il cinema moderno ci avrebbe saputo regalare come spettacolo, ma che questo film si limita ad accontentarci con poco.
Insomma la trasposizione delle atmosfere adolescenziali della serie animata hanno forse spento quella grande idea di fondo che gironzolava nella testa di Shyamalan, ma che non ha saputo prendere forma rimanendo solo una buona idea mal realizzata, forse ancora nella sua testa, chissà se avrà veramente il coraggio di realizzare il sequel, e chissà se questa idea vedrà davvero la luce che merita.
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spike
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lunedì 27 settembre 2010
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un shyamalan minore, troppo...
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Peccato, la storia poteva essere interessante ma stavolta M. Night ha steccato (..scusato, visto le perle che ci ha dato negli ultimi dieci anni). Tutto troppo superficiale, veloce, la trama è esile e non appassiona. Night è un talento nel mischiare realtà e fantasia:'Il sesto senso', 'Unbreakable', 'Lady in the water', 'E venne il giorno'..., un pò meno quando si tratta di dover ricreare un mondo fantastico e sviluppare storie coinvolgenti. Pollice verso sceneggiatura e interpretazioni. Certo non è facile fare un film di un'ora e mezza da una storia complessa come è The Last Airbender nell'originale. M. Night perdonato, il film sconsigliato. UNA MEGA TRUFFA IL 3D, PRIMA O POI IL PUBBLICO SI STANCHERA' DI ESSERE PRESO IN GIRO!!!!!
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felicity
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giovedì 5 settembre 2024
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l''opera meno riuscita di m. night shyamalan
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L'ultimo dominatore dell'aria è l'opera meno riuscita di M. Night Shyamalan: oltre a problemi di coesione e conseguente confusione, soffre la scelta di girare le scene d'azione preferendo, pur coraggiosamente, il respiro del long take alla frenesia del montaggio ipercinetico.
La messinscena del regista, oltre alla sceneggiatura frettolosa, è carente: basti l’imbarazzante scena in cui avatar e compagni convincono il popolo ad insorgere, con combattimenti che, anziché essere epici ed esaltanti, si riducono ad una scaramuccia parrocchiale, dove il regista non sa montare l’azione né imbastire coreografie potenti. Il film si riprende nella scena in cui l’uomo uccide il Dio e lascia il segno perché, finalmente, Shyamalan toglie la parola alle sue figurine di cartone e lascia parlare le musiche, alzando un muro d’acqua, monito agli usurpatori dell’equilibrio spirituale: ci sono pathos e meraviglia, ed il dolore di un Re suo malgrado, gravato dal peso del proprio potere, dal senso di colpa di una scelta fatta un secolo prima, che ha condannato sé e l’uomo alla violenza.
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L'ultimo dominatore dell'aria è l'opera meno riuscita di M. Night Shyamalan: oltre a problemi di coesione e conseguente confusione, soffre la scelta di girare le scene d'azione preferendo, pur coraggiosamente, il respiro del long take alla frenesia del montaggio ipercinetico.
La messinscena del regista, oltre alla sceneggiatura frettolosa, è carente: basti l’imbarazzante scena in cui avatar e compagni convincono il popolo ad insorgere, con combattimenti che, anziché essere epici ed esaltanti, si riducono ad una scaramuccia parrocchiale, dove il regista non sa montare l’azione né imbastire coreografie potenti. Il film si riprende nella scena in cui l’uomo uccide il Dio e lascia il segno perché, finalmente, Shyamalan toglie la parola alle sue figurine di cartone e lascia parlare le musiche, alzando un muro d’acqua, monito agli usurpatori dell’equilibrio spirituale: ci sono pathos e meraviglia, ed il dolore di un Re suo malgrado, gravato dal peso del proprio potere, dal senso di colpa di una scelta fatta un secolo prima, che ha condannato sé e l’uomo alla violenza.
L’ultimo dominatore dell’aria è, purtroppo, un film che limita volontariamente le proprie potenzialità, rinunciando a qualsiasi complessità narrativa, mettendo in scena personaggi monocromatici, appena tratteggiati.
L’ultimo dominatore dell’aria ha comunque qualche motivo per farsi apprezzare, dalle buone scelte di cast, senza volti particolarmente noti, alle magie della computer grafica, dal buffo bisonte volante alla città fortificata della Tribù dell’Acqua del Nord.
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