renato volpone
|
venerdì 2 settembre 2011
|
un classico giallo ambientato nella cina antica
|
|
|
|
Le caratteristiche di un classico giallo vengono perfettamente rispettare in questo film ambientato nella cina degli imperatori. La sceneggiatura è ben costruita e i colpi di scena si susseguono in un intreccio ben costruito. Le morti per autocombustione che apparentemente vengono attribuite a forze soprannatuali vengono svelate dal detective Dee, un accattivante personaggio alla corte dell'unica Imperatrice di Cina. Tutti i personaggi riescono a fare simpatia. La fotografia e le costruzioni sceniche sono spettacolari. ottimo film
[+] de gustibus
(di epidemic)
[ - ] de gustibus
|
|
[+] lascia un commento a renato volpone »
[ - ] lascia un commento a renato volpone »
|
|
d'accordo? |
|
riccardo tavani
|
sabato 10 settembre 2011
|
il futuro della cina visto dal suo passato
|
|
|
|
Non deve mai sfuggire il lato ideologico di una pellicola, soprattutto quando si tratta di una produzione ad alto budget e perciò destinata a un pubblico di massa. I colossal rappresentano gli interessi economici e ideologici del sistema produttivo di un intero Paese e perciò non possono lasciarsi sfuggire la preziosa occasione del contatto di massa che lo spettacolo offre per veicolare in maniera indiretta, subliminale un messaggio politico. È stata e continua a essere la regola delle megaproduzioni americane, che ora la Repubblica Cinese e il suo aggressivo avamposto finanziario in Hong Kong sembrano applicare alla perfezione. La Cina odierna si trova a una grande svolta epocale della sua millenaria storia, così come in questo film la consacrazione di una donna a imperatrice rappresenta un formidabile simbolo di discontinuità dalla tradizione.
[+]
Non deve mai sfuggire il lato ideologico di una pellicola, soprattutto quando si tratta di una produzione ad alto budget e perciò destinata a un pubblico di massa. I colossal rappresentano gli interessi economici e ideologici del sistema produttivo di un intero Paese e perciò non possono lasciarsi sfuggire la preziosa occasione del contatto di massa che lo spettacolo offre per veicolare in maniera indiretta, subliminale un messaggio politico. È stata e continua a essere la regola delle megaproduzioni americane, che ora la Repubblica Cinese e il suo aggressivo avamposto finanziario in Hong Kong sembrano applicare alla perfezione. La Cina odierna si trova a una grande svolta epocale della sua millenaria storia, così come in questo film la consacrazione di una donna a imperatrice rappresenta un formidabile simbolo di discontinuità dalla tradizione. Una rete di intrighi, complotti sordidi o sfide a viso aperto si muovono contro questo imminente evento. Soprattutto, mettono in allarme la prossima imperatrice le misteriosi morti di alcuni alti dignitari che presiedono alla costruzione di una colossale e vertiginosa statua di Buddha che si erige proprio davanti al palazzo imperiale e che sarà inaugurata proprio il giorno della elezione di Wu Zetian nell’anno 625. Le morti avvengono a causa di un incomprensibile fenomeno di combustione che si sprigiona dall’interno del corpo delle vittime e le porta presto a essere completamente divorate e carbonizzate dalle fiamme. Per risolvere il mistero l’imperatrice chiama uno dei suoi più fieri oppositori, il detective Di Renjie che sta marcendo in una putrida e remota prigione, dove si ammassano e vengono bruciati tutti i rapporti e le suppliche che i Mandarini locali e il popolo inviano incessantemente al potere centrale. Dee viene liberato, formalmente riabilitato e restituito, da Wu in persona, al suo incarico di ispettore. La futura imperatrice avrà però l’accortezza di affiancargli una sua fidata quanto abile e affascinante guardiana, con il compito di aiutarlo ma anche di sorvegliarlo. Nel cantiere del grande Buddha Dee incontra un suo vecchio compagno di ribellione, Shatuo Zhong, a cui Wu fece tagliare una mano ma che ora ha nominato responsabile di tutti i lavori. La statua si sostiene su un immane pilastro cavo che affonda trenta metri sotto terra e non potrebbe essere scosso neanche dal più furibondo dei terremoti e che serve anche da ascensore per materiali e persone. Nel dipanare avventuroso e pericoloso di tutti i misteri che avvo0lgono la fiamma fantasma, Dee viene anche a conoscenza di tutti i misfatti di cui si è macchiata Wu per realizzare il disegno di una donna per la prima volta al potere in Cina: “Per la grandezza ogni sacrificio è degno” ama ripetere l’ambiziosa Wu, ed è lei stessa a rispondere ai dubbi del suo vecchio oppositore Dee sull’innovazione e il ristabilimento della giustizia che il suo regno avrebbe rappresentato. Il detective accorda la sua fiducia alla donna, ma non la pensa così l’altro irriducibile oppositore, quale si rivelerà il Monco, ossia il direttore del cantiere del Grande Buddha. Lo scontro finale tra i due è inevitabile. La vertiginosa e aggressiva potenza politica ed economica della Cina contemporanea, sembra voler riconoscere il suo passato dittatoriale e proporre un patto di fiducia agli oppositori interni e internazionali per una grander svolta storica. La fine del Monco, però, dice qualcosa anche sulla eventuale mancata adesione al patto.
[-]
[+] ma i giudizi?
(di epidemic)
[ - ] ma i giudizi?
|
|
[+] lascia un commento a riccardo tavani »
[ - ] lascia un commento a riccardo tavani »
|
|
d'accordo? |
|
hollyver07
|
giovedì 8 settembre 2011
|
movimentato ma pacchiano wuxia
|
|
|
|
Ciao. Film decisamente "movimentato" ed estremamente sovracaricato nella trama, effetti più o meno speciali e caratterizzazioni dei personaggi. Detto sinceramente... non mi è piaciuto molto e trovo azzardati ed ingiustificati gli accostamenti al "sherlock Holmes" di Guy Ritchie ed alle avventure di "Indiana Jones". Sarà pure che Tsui Hark fu definito "lo Steven Spielberg di Hong Kong" ma in questo caso siamo ben lontani dal poter avvalorare una simile terminologìa di riferimento. Lasciando stare la trama, tutto sommato accettabile in ambito prettamente fantasy, le uniche cose positive che mi sento di evidenziare sono: la parte tecnica - dalle scenografie ai costumi al trucco ecc.
[+]
Ciao. Film decisamente "movimentato" ed estremamente sovracaricato nella trama, effetti più o meno speciali e caratterizzazioni dei personaggi. Detto sinceramente... non mi è piaciuto molto e trovo azzardati ed ingiustificati gli accostamenti al "sherlock Holmes" di Guy Ritchie ed alle avventure di "Indiana Jones". Sarà pure che Tsui Hark fu definito "lo Steven Spielberg di Hong Kong" ma in questo caso siamo ben lontani dal poter avvalorare una simile terminologìa di riferimento. Lasciando stare la trama, tutto sommato accettabile in ambito prettamente fantasy, le uniche cose positive che mi sento di evidenziare sono: la parte tecnica - dalle scenografie ai costumi al trucco ecc. - una buona componente in CGA e discrete (per quanto classiche nel panorama cinese) coreografie degli scontri. Nella recitazione... nulla di nuovo sotto il sole d'oriente... fatta eccezione per Andy Lau che mi è apparso il più "intonato" del cast. In definitiva, nonostante il consistente e costoso impegno produttivo, a mio avviso si tratta di un film capace di un discreto intrattenimento ma ben lungi da lasciare il segno in campo cinematografico. Saluti a tutti
[-]
[+] lungi lungi direi...
(di epidemic)
[ - ] lungi lungi direi...
|
|
[+] lascia un commento a hollyver07 »
[ - ] lascia un commento a hollyver07 »
|
|
d'accordo? |
|
|