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jonnylogan
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sabato 24 giugno 2023
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on the road again
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Esordio cinematografico di Edoardo Leo in qualità di regista che segue a due anni di distanza il film per la TV: Ne parliamo a cena. E film che curiosamente spinge l’autore romano distante dalla sua comfort – zone, non piegandosi alla commedia brillante ma per una volta decidendo di far riflettere il pubblico, seppure in presenza di qualche sana spruzzata comica affidata a incursioni di colleghi del calibro di Valerio Aprea, e trasformando il proprio esordio in una dramedy di rara efficacia.
A farla da padrone le rivendicazioni famigliari e i litigi di una coppia di fratelli i quali vengono portati a un incontro forzato voluto da Mirko, meccanico balbuziente impersonato dallo stesso Leo, il quale desidera acconsentire alle ultime volontà di un padre che gli è stato sempre vicino e che vuole che i due figli, che da molti anni si odiano e non si vedono per volontà di Genziano, un ottimo Marco Bonini amico fraterno del regista e qui anche nel ruolo di co-soggettista e co-sceneggiatore, si riappacifichino.
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Esordio cinematografico di Edoardo Leo in qualità di regista che segue a due anni di distanza il film per la TV: Ne parliamo a cena. E film che curiosamente spinge l’autore romano distante dalla sua comfort – zone, non piegandosi alla commedia brillante ma per una volta decidendo di far riflettere il pubblico, seppure in presenza di qualche sana spruzzata comica affidata a incursioni di colleghi del calibro di Valerio Aprea, e trasformando il proprio esordio in una dramedy di rara efficacia.
A farla da padrone le rivendicazioni famigliari e i litigi di una coppia di fratelli i quali vengono portati a un incontro forzato voluto da Mirko, meccanico balbuziente impersonato dallo stesso Leo, il quale desidera acconsentire alle ultime volontà di un padre che gli è stato sempre vicino e che vuole che i due figli, che da molti anni si odiano e non si vedono per volontà di Genziano, un ottimo Marco Bonini amico fraterno del regista e qui anche nel ruolo di co-soggettista e co-sceneggiatore, si riappacifichino. L’impresa potrà forse essere portata a termine nel corso di un viaggio in direzione di Reggio Calabria durante il quale i due ripercorreranno ricordi e recriminazioni, trovandosi a cercare una ‘quadra’ del loro rapporto. Ai protagonisti s’aggiunge sia la figura di Sabrina Impacciatore, nel ruolo della moglie di Mirko, capace di confezionare una parte drammatica e carica di pathos, distante dalle sue indubbie corde comiche ma ampiamente all’altezza dell’attrice Romana e come detto anche una serie di altri attori di primo piano del cinema di casa nostra che aggiungono alla prima pellicola di Leo una virata a suo modo umoristica.
Esordio ben apprezzato da pubblico e critica e film da vedere se siete innamorati sia delle pellicole on the road, sia di drammi famigliari non necessariamente dotati di un finale scontato.
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fabio1957
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martedì 21 aprile 2015
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dignitoso
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L'esordio alla regia di Edoardo Leo è a mio parere,sufficiente ma non eccellente,passa con troppa disinvolta leggerezza da corde frivole a toni fortemente melodrammatici,ed è qui che forse la sceneggiatura è più carente.E'nel registro comico la forza del nostro e quindi è con questo tasto che dovrebbe esprimersi.Nel complesso il lavoro non è male,l'interpretazione dei protagonisti convincente,i personaggi di contorno simpatici.
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liuk!
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giovedì 13 febbraio 2014
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valido
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Interessante lavoro di Edoardo Leo che si cimenta con capacitá anche nella regia. Il film non è particolarmente originale ma si sviluppa bene, destando interesse. Niente di particolare, quindi, ma merita di essere visto.
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giupapa
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martedì 8 gennaio 2013
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il miglior esordio del 2010
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mi è proprio piaciuto il film di Edoardo Leo
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gianrelli
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sabato 5 gennaio 2013
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bisogna dare più spazio ai meno noti
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Ottimo film, ben diretto, ben recitato, sceneggiatura e trama intriganti. Allora bisogna dare più spazio a registi ed attori sconoscoiuti, o poco noti, ma spesso più validi di quelli stranoti.
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armakuni
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mercoledì 9 maggio 2012
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bello&invisibile
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Si dice che in Italia non si fanno più commedie decenti, che è tutto solo Moccia&Vanzina... poi uno guarda questo film e capisce che non è vero che in Italia non ci sono più storie belle e/o registi coraggiosi capaci di scrivere e dirigere belle commedie ma il problema di fondo sono le case di produzione/distribuzioe incapaci di osare e il pubblico incapace di andare oltre ai soliti nomi. Edoardo Leo, esordisce con un piccolo bellissimo film, un gioiello semplice, delicato, divertente. E' bello sapere che ci sono film italiani come questo!
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g_andrini
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mercoledì 2 maggio 2012
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di qualità.
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E' un film italiano a basso budget, ma la qualità è indubbia. Questo dimostra che anche con pochi soldi si possa produrre e realizzare un buon film. Bella la Morgan, con un fascino tutto suo. Bravi gli attori, bella sceneggiatura, ottima la fotografia. Non è adatto a tutti, ma per chi ama i film di qualità è consigliato.
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brian77
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domenica 7 novembre 2010
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ma basta...
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Mamma mia, che film insopportabile... Battute penose, personaggi insipidi, protagonisti sgradevoli, musica invadente per cercare di dare un tono a sequenze senza capo né coda. Ma che senso ha? Qualche immagine sarebbe anche discreta, ma è il film nel suo insieme che è solo un noioso riciclaggio di banalità. Allora fatemi un film di genere, con una storia un briciolo interessante, un pubblico cui rivolgersi e poi se avete qualche voglia autoriale dimostratela raccontandomelo bene. Questa è solo la solita solfa stravista in tutti i film poveri e senza idee. Mannaggia alla fine dell'industria del cinema. Almeno prima uno entrava in un meccanismo costruito per raggiungere uno spettatore, e poi se ci sapeva fare a poco a poco riusciva a imprimere un suo sguardo personale.
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Mamma mia, che film insopportabile... Battute penose, personaggi insipidi, protagonisti sgradevoli, musica invadente per cercare di dare un tono a sequenze senza capo né coda. Ma che senso ha? Qualche immagine sarebbe anche discreta, ma è il film nel suo insieme che è solo un noioso riciclaggio di banalità. Allora fatemi un film di genere, con una storia un briciolo interessante, un pubblico cui rivolgersi e poi se avete qualche voglia autoriale dimostratela raccontandomelo bene. Questa è solo la solita solfa stravista in tutti i film poveri e senza idee. Mannaggia alla fine dell'industria del cinema. Almeno prima uno entrava in un meccanismo costruito per raggiungere uno spettatore, e poi se ci sapeva fare a poco a poco riusciva a imprimere un suo sguardo personale...
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rocil
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lunedì 20 settembre 2010
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plagio o remake?
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E' veramente deprimente constatare che nessuno si sia reso conto che "18 anni dopo" è un plagio o, ad esser buoni, un remake, di livello comunque inferiore rispetto all'originale, di "Dietro l'angolo" opera prima di Jordan Roberts: i personaggi ci sono tutti, due fratelli che si ritrovano dopo 18 anni al posto di padre e figlio che si ritrovano dopo 30 (quanto più significativi il ruolo drammatico e l'interpretazione di Christopher Walken rispetto al balbuziente, in tutti i sensi, protagonista del remake), il vecchio, interpretato da G. Ferzetti, al posto dell'inimitabile Michael Caine, il bambino, la donna, decisamente meglio caratterizzati nel film di Roberts, e infine le ceneri on the road su un'auto d'epoca invece che su un vecchio furgone; non manca l'incidente all'origine del dramma e l'interpretazione che se n'era data e che si rivela falsa nel finale dei due film.
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E' veramente deprimente constatare che nessuno si sia reso conto che "18 anni dopo" è un plagio o, ad esser buoni, un remake, di livello comunque inferiore rispetto all'originale, di "Dietro l'angolo" opera prima di Jordan Roberts: i personaggi ci sono tutti, due fratelli che si ritrovano dopo 18 anni al posto di padre e figlio che si ritrovano dopo 30 (quanto più significativi il ruolo drammatico e l'interpretazione di Christopher Walken rispetto al balbuziente, in tutti i sensi, protagonista del remake), il vecchio, interpretato da G. Ferzetti, al posto dell'inimitabile Michael Caine, il bambino, la donna, decisamente meglio caratterizzati nel film di Roberts, e infine le ceneri on the road su un'auto d'epoca invece che su un vecchio furgone; non manca l'incidente all'origine del dramma e l'interpretazione che se n'era data e che si rivela falsa nel finale dei due film. Come si vede c'è tutto; Edoardo Leo non s'è perso niente. Solo che la mano di Roberts è più leggera ed efficace della sua, gli attori, oltre ad essere di un livello superiore, sono meglio diretti, i personaggi meglio caratterizzati, le musiche più accattivanti, la sceneggiatura più fluida e priva di elementi esoterici che invece sono presenti in "18 anni dopo" (la fanciulla che si accompagna casualmente ai due fratelli on the road" e che alla fine si scopre essere la madre defunta (!)che fa loro da angelo custode) e ne sono l'unica nota origianale (oltre alla balbuzie del protagonista), senza per questo arricchire il film, anzi rappresentandone una nota stonata. E dire che al MGFF di Soverato il film di Leo è stato preferito al ben più vivo e soprattutto originale "Basilicata coast to coast" di Rocco Papaleo!!!
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scusimano
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venerdì 3 settembre 2010
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originale gioeillino
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geniale...un road movie che mette in contrapposizone due mo(n)di,diversi, opposti e contrapposti; bravissimo Leo, scene esilaranti insieme a scene sentimentalmente forti, il giusto mix che ne fa davvero un gioiellino del cinema italiano. sottovalutato dalla distribuzione, da consigliare a chi del cinema italiano ne parla e straparla male, senza cognizione di causa.
[+] meglio tardi che mai
(di light one)
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