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edotiratino
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martedì 23 settembre 2025
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criticone di nome e di fatto
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interpretazione di parte, preconcetta, malevola. Dissento in toto da questa recensione
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domenica 27 novembre 2022
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non fu lotta armata
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Non capisco proprio perché si parla di lotta armata quando non fu altro che delirio di onnipotenza di giovani autoreferenziali che agiva senza il minimo rispetto di una Costituzione costata quella sì una vera lotta armata contro una vera dittatura. Capire le storie personali, sì. Ma per favore nessun revisionismo storico. Quei giovani (e i meno giovani che li ispiravano) furono assassini, non partigiani.
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francesco izzo
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martedì 24 agosto 2021
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ancora macchiette e mistificazioni
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Scamarcio è nato nel 79; la Mezzogiorno nel 74. Come fanno a rendersi davvero conto, secondo voi, di cosa fu il terrorismo rosso di fine anni 70-inizio 80??
Ne esce fuori una macchietta (Scamarcio) che, con immutabile tono serioso ed ispirato, per tutto il film incarna un Segio-Mazzini colpito anche, similmente a questi, dalla Tempesta del Dubbio poco prima dell'azione al Carcere di Rovigo. Per non parlare poi della Mezzogiorno-Ronconi, che tira il colpo di grazia al povero pentito Willy steso a terra con la stessa attitudine con cui, ad una scampagnata, si raccolgono funghi o fiori. Lo stesso camminare tipo sfilata di moda dei "terroristi" durante le azioni, rende bene il fatto che i giovani attori -o il regista stesso - non abbiano avuto molto presente il tema trattato.
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Scamarcio è nato nel 79; la Mezzogiorno nel 74. Come fanno a rendersi davvero conto, secondo voi, di cosa fu il terrorismo rosso di fine anni 70-inizio 80??
Ne esce fuori una macchietta (Scamarcio) che, con immutabile tono serioso ed ispirato, per tutto il film incarna un Segio-Mazzini colpito anche, similmente a questi, dalla Tempesta del Dubbio poco prima dell'azione al Carcere di Rovigo. Per non parlare poi della Mezzogiorno-Ronconi, che tira il colpo di grazia al povero pentito Willy steso a terra con la stessa attitudine con cui, ad una scampagnata, si raccolgono funghi o fiori. Lo stesso camminare tipo sfilata di moda dei "terroristi" durante le azioni, rende bene il fatto che i giovani attori -o il regista stesso - non abbiano avuto molto presente il tema trattato.
Cominciano ad annoiare (ok, è del 2009...) queste apologie del terrorismo; chi ricorda quello vero, ricorda la cupezza del clima, e soprattutto la vigliaccheria ed infamità media delle azioni, rivolte generalmente ad obiettivi facili ed indifesi. Poco di eroico, insomma, e molto di folle.
L'atteggiamento da cospiratori carbonari dei protagonisti del film è quindi un pò melenso; e questo non perché i terroristi- alcuni forse più di altri -non abbiano davvero creduto in ciò che facevano (per andare a sparare...), quanto perchè i moventi principali di tutto il terrorismo furono disperazione e rabbia, che poco di razionale avevano e che sicuramente poca dignità di padri della patria diedero a chi li provava.
Certo, se continuano ad uscire questi film, e se ancora oggi attrici francesi affermate (Fanny Ardent) se ne escono con proclami di stima verso ex br, non ci dobbiamo meravigliare che poi i nostri terroristi rossi ancora oggi latitanti in Francia -grazie a quel capolavoro che fu la dottrina-Mitterrand - vivano come un' ingiustizia una possibile estradizione che, non potendo certo riportare in vita le loro vittime, servirebbe almeno a rendere loro quel minimo servizio che uno Stato, degno di tale nome, deve a tutti i suoi cittadini.
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welles
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mercoledì 1 aprile 2020
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buona regia, interpreti disastrosi
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Film su Sergio Segio e Susanna Ronconi, figure cardine dell'organizzazione terroristica Prima Linea. La pellicola è girata bene, con flashback tra presente, passato e passato antico, dunque su tre livelli. Regia buona, probabilmente un po' acerba, si nota il lungo rodaggio in serie tv televisive di polizia soprattutto nei dialoghi. Il vero dramma, il vero orrore di questo film è la recitazione dei due protagonisti, Scamarcio e la Mezzogiorno, probabilmente due tra i peggiori attori italiani. E ne abbiamo tanti di cani, troppi, in questo periodo. Per quasi due ore di film Scamarcio non ha che un'espressione, quella della triglia incazzata. Non esprime niente. È espressivo come un cavolfiore. La Mezzogiorno si abbina perfettamente a questo oltraggio recitativo, recitando quasi peggio, tuttavia non ci riesce: Scamarcio è veramente qualcosa di inguardabile.
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Film su Sergio Segio e Susanna Ronconi, figure cardine dell'organizzazione terroristica Prima Linea. La pellicola è girata bene, con flashback tra presente, passato e passato antico, dunque su tre livelli. Regia buona, probabilmente un po' acerba, si nota il lungo rodaggio in serie tv televisive di polizia soprattutto nei dialoghi. Il vero dramma, il vero orrore di questo film è la recitazione dei due protagonisti, Scamarcio e la Mezzogiorno, probabilmente due tra i peggiori attori italiani. E ne abbiamo tanti di cani, troppi, in questo periodo. Per quasi due ore di film Scamarcio non ha che un'espressione, quella della triglia incazzata. Non esprime niente. È espressivo come un cavolfiore. La Mezzogiorno si abbina perfettamente a questo oltraggio recitativo, recitando quasi peggio, tuttavia non ci riesce: Scamarcio è veramente qualcosa di inguardabile. Oltre all'espressività inesistente anche la performance del doppiaggio è desolante. I due attori si doppiano che peggio non si può, sbiascicano, si mangiano le parole, parlano troppo in fretta... Capisco che il cinema in Italia sia ridotto ai minimi termini e dunque punti sul personaggio attira spettatori, ma non si può buttare via un film che sicuramente ha dei meriti per questo. Meglio passare del tutto inosservati in un primo momento ed essere riscoperti successivamente, piuttosto di proporre interpretazioni del genere, che ci fanno chiedere come siamo finiti così in basso dai tempi del grande cinema nostrano. Scamarcio è probabilmente il peggior attore italiano assieme a Raul Bova: talmente inespressivi da diventare brutti. La Mezzogiorno è un cagnaccio che riesce a risultare poco attraente da quanto fa male quello che fa. Abbiamo attori di prim'ordine come Kim Rossi Stuart, Lo Cascio, Boni... Visi accattivanti, capacità recitative di prim'ordine... Anche nel panorama femminile c'è tanto di buono. Possibile che ci sia necessità di andare a pescare sempre i soliti cagnacci solo perchè hanno uno stuolo di ammiratrici? Ricordiamoci che a seguire le imprese di Scamarcio non è di certo un pubblico altolocato di cinefili che si potrebbe interessare ad argomenti come il terrorismo degli Anni di Piombo, ma un manipolo di ragazzine che probabilmente non saprebbe seguire una trama che vada oltre il solito triangolino d'amore. Peccato, bella occasione sprecata.
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euwexxxx
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venerdì 18 gennaio 2019
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avvincente
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Ambientazione perfetta in ogni dettaglio, il film ti trascina come una macchina del tempo dritto alla fine degli anni ‘70. Taglio stile polizziotteschi, grande prova dei protagonisti Scamarcio e Mezzogiorno. Superbo, appassionante.
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stefano bruzzone
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sabato 23 novembre 2013
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poteva andare meglio
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un affresco sull'italia negli anni di piombo visto attreverso le avventure politco-terroristiche di una coppia di giovani appartenenti al gruppo armato prima linea. bella l'idea di inserire pezzi di video originali i quali ci riportano a quei tragici momenti e buona la prova dei due protagonisti, scamarcio-mezzogiorno, ma il film tocca solo superficialmente i fatti, i quali andrebbero approfonditi con maggior impegno, e si sofferma sulla storia d'amore e battaglia dei due giovani attori tralasciando quello per cui entrambi si battono. anche il parlato è freddo e a frasi brevi, monocorde e concise tipo comunicato stampa. nel complesso cmq è un buon film.
Voto: 6,5
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molenga
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martedì 19 febbraio 2013
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la prima linea di un corteo che non c'è
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Un buon film italiano, questo"la prima linea", che ripercorre la storia di uno dei gruppi più attivi negli anni di piombo attraverso le storie di due dei suoi membri più attivi interpretati da Scamarcio e dalla Mezzogiorno. Un film importante per mettere in luce l'ovvia follia di chi vuole lottare per "creare un mondo migliore perdendo la propria umanità" e, punto dalla mosca dell'ideale da affermare a qualunque costo, perde di vista chi questo ideale dovrebbe rappresentare.
Attuale, tristemente: speriamo che non sia premonitore.
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gurthang
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domenica 16 dicembre 2012
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vergognoso fillmetto al soldo del ministero
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La seguente dichiarazione del ministero dei beni culturali dice tutto su questo filmetto di regime. Notare che uno dei motivi principali per cui vengono concessi i fondi è il riconoscimento che il film *tradisce* lo spirito del libro a cui proclama di ispirarsi:
"Il ministero dei Beni culturali ha approvato il progetto di finanziamento del film La prima linea, prodotto dalla Lucky Red di Andrea Occhipinti per la regia di Renato De Maria, stanziando un milione e 500 mila euro. La sceneggiatura del film, tratta dal libro Miccia corta di Sergio Segio, era stato bocciata lo scorso 7 ottobre dalla stessa Commissione per la cinematografia che aveva richiesto un supplemento di documenti su richiesta del ministro per i beni culturali Bondi.
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La seguente dichiarazione del ministero dei beni culturali dice tutto su questo filmetto di regime. Notare che uno dei motivi principali per cui vengono concessi i fondi è il riconoscimento che il film *tradisce* lo spirito del libro a cui proclama di ispirarsi:
"Il ministero dei Beni culturali ha approvato il progetto di finanziamento del film La prima linea, prodotto dalla Lucky Red di Andrea Occhipinti per la regia di Renato De Maria, stanziando un milione e 500 mila euro. La sceneggiatura del film, tratta dal libro Miccia corta di Sergio Segio, era stato bocciata lo scorso 7 ottobre dalla stessa Commissione per la cinematografia che aveva richiesto un supplemento di documenti su richiesta del ministro per i beni culturali Bondi.
Nel comunicato emesso dal ministero si legge: «Rispetto alla prima stesura, presentata sei mesi fa, probabilmente anche in conseguenza delle audizioni e degli auspici formulati dalla Commissione, la sceneggiatura risulta sostanzialmente cambiata. Sembra avere raggiunto l´equilibrio necessario a raccontare una delle storie dei tragici anni che hanno segnato la vita più recente del nostro Paese. L´ultima versione si distacca sostanzialmente dalla prima e soprattutto dal libro, rispetto al quale è liberamente ispirata. Non costituisce apologia di quel drammatico fenomeno, non lo giustifica e non nega le responsabilità politiche, morali e giudiziarie dei protagonisti».
Nello stesso comunicato stampa che ufficializza lo sblocco del finanziamento si possono leggere, con una certa inquietudine, le condizioni a cui la pellicola è sottoposta: 1. ogni variazione alla sceneggiatura che sarà apportata dovrà essere comunicata tempestivamente all’Amministrazione per essere sottoposto all’approvazione della Commissione; 2. la copia campione sarà visionata ai fini di stabilire la sostanziale conformità con il progetto approvato (D. Lgs. 28/2004, art. 8, comma 1, lettera b); 3. la produzione si è impegnata nella fase di promozione del film (conferenze stampa, trasmissioni televisive etc.) a non utilizzare nessuno dei protagonisti reali della storia e ciò nell’ottica, richiesta dalla Commissione, di non dare tribune agli ex terroristi; 4. conferma dell’impegno assunto dalla produzione che nessuno dei proventi del film andrà a favore dei reali protagonisti della vicenda.
Le riprese inizeranno a gennaio, in Veneto. Il film narra infatti la storia dell'assalto al carcere femminile di Rovigo del 3 gennaio 1982 con il quale i Colp di Segio e il Nucleo di comunisti di Diego Forastieri Molinari liberano le detenute Ronconi, Premoli, Biancamano e Meroni, provocando la morte del 64enne Angelo Furlan, pensionato. Gli attori protagonisti saranno Riccardo Scamarcio (nei panni di Sergio Segio) e Giovanna Mezzogiorno (in quelli di Susanna Ronconi)."
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(di molenga)
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luca scial�
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sabato 13 ottobre 2012
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una storia d'amore con una guerra sullo sfondo
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Rovigo, 1982. Alcuni ex membri di Prima Linea fanno uscire di carcere alcune ex compagne rivoluzionarie. E l'ultimo atto della loro avventura, ormai finita al capolinea già da qualche tempo. Sergio, arrestato, racconta gli anni degli omicidi, della lotta armata, e dell'amore difficile con Susanna, compagna di lotta ancor più passionaria di lui.
Più che la storia di Prima Linea, organizzazione sanguinaria di estrema sinistra attiva in Italia tra la seconda metà anni '70 e inizio anni '80, Renato De Maria racconta la storia d'amore tra Sergio e Susanna. Il risultato finale è discreto, forse sminuito dal fatto che in quel periodo diverse sono state le opere sul terrorismo, sull'onda di Romanzo Criminale.
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Rovigo, 1982. Alcuni ex membri di Prima Linea fanno uscire di carcere alcune ex compagne rivoluzionarie. E l'ultimo atto della loro avventura, ormai finita al capolinea già da qualche tempo. Sergio, arrestato, racconta gli anni degli omicidi, della lotta armata, e dell'amore difficile con Susanna, compagna di lotta ancor più passionaria di lui.
Più che la storia di Prima Linea, organizzazione sanguinaria di estrema sinistra attiva in Italia tra la seconda metà anni '70 e inizio anni '80, Renato De Maria racconta la storia d'amore tra Sergio e Susanna. Il risultato finale è discreto, forse sminuito dal fatto che in quel periodo diverse sono state le opere sul terrorismo, sull'onda di Romanzo Criminale. La stessa scelta di Scamarcio nel ruolo di protagonista - seppur bravo - sembra poco felice, essendo uscito da poco dal successo di Mio fratello è figlio unico.
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