ashtray_bliss
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sabato 22 settembre 2012
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un pot-purri di luoghi comuni e dialogi assurdi.
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Premetto una cosa fondamentale: non conoscevo la trilogia, ne la trama nei suoi dettagli, quindi ho deciso di vedere questo film dopo essere stata convinta da un amico, un fan della trilogia del Transporter, che mi era stata presentata come un action movie al livello della trilogia di Bourne ma con aggiunta di un tono di ironia. Io sono una grandissima fan della trilogia Bourne, grandissima fan del regista dei 2 capitoli di Bourne :Paul Greengrass, e ovviamente una enorme fan di Matt Damon e di come ha saputo 'trasportare' sullo schermo un personaggio come Jason Bourne.
Finita questa premessa, sono partita con ottime aspettative verso questa pellicola e ho scelto di vedere l'ultimo capitolo, come la storia si conclude, anche perche' era il film piu recente.
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Premetto una cosa fondamentale: non conoscevo la trilogia, ne la trama nei suoi dettagli, quindi ho deciso di vedere questo film dopo essere stata convinta da un amico, un fan della trilogia del Transporter, che mi era stata presentata come un action movie al livello della trilogia di Bourne ma con aggiunta di un tono di ironia. Io sono una grandissima fan della trilogia Bourne, grandissima fan del regista dei 2 capitoli di Bourne :Paul Greengrass, e ovviamente una enorme fan di Matt Damon e di come ha saputo 'trasportare' sullo schermo un personaggio come Jason Bourne.
Finita questa premessa, sono partita con ottime aspettative verso questa pellicola e ho scelto di vedere l'ultimo capitolo, come la storia si conclude, anche perche' era il film piu recente. Sono partita con aspettative alte ed elevate e quindi faticavo a credere a quello che vedevo svolgersi davanti ai miei occhi.
Il film ha una trama parecchio piatta e nemmeno originale, vorrebbe imitare, o per meglio dire scimmiottare il filone di 007 e James Bond, con quel filo di ironia e surrealita' nelle scene d'azione, ma francamente fallisce in pieno. Addiritttura il cattivo della storia, il nostro vecchio T-Bag, Theodore Bagwell di Prison Break, non convince ma sembra piuttosto una caricatura di se stesso. Ma partiamo dal principio : Siamo in Francia e c'e' un ispettore di polizia che sta pescando in compagnia di Frank Martin, presumibilmente un agente anche lui e nel frattempo da qualche altra parte nella stessa zona, una Audi non ha rispettato un blocco della polizia e si da alla fuga. L'auto in fine precipitera' (letteralmente) a casa di Frank, e li lo spettatore notera' per la prima volta che l'autista e la ragazza sull'auto portano degli strani braccialetti metallici e si rifiutano di uscire e allontanarsi dalla vettura. Una esplosione dopo, Frank Martin verra' catturato anche esso dal cattivo della storia: Johnson (ovvero T-Bag) e gli verra' messo al polso lo stesso bracciale. Un meccanismo collegato all'auto in un certo modo che accende dei segnali di giallo e rosso manmano che la persona portante i bracciali si allontana dall'auto. Se si allontana troppo pero' la persona stessa espodera' dato che il bracciale e' sostanzialmente una bomba, che si innesca quando la persona s'allontana dall'auto. La missione che Jonhson affidera' a Martin sara' quella di trasportare il pacco(=la ragazza sull'auto) dalla Francia sino all'Ukraina, tutto in macchina. Alla fine si scoprira' che la ragazza, Valentina, e' la figlia del ministro dell'ambiente ed era stata sequestrata , per poter costringere il ministro a firmare per delle pratiche poco ambientali della societa' di Johnson. Il tutto come facilmente intuibile e' piatto e banale. La storia non si risolleva mai, ma anzi e' accompagnata da scene d'azione improbabili e surreali: macchine che vengono guidate su due ruote e attraversano dei Tir in corsa, auto che volano sul tetto del treno in corsa senza subire nemmeno un graffio, il protagonista che tira scazzoti e mette tutti ko, riesce miracolosamente a far emergere l'auto anche se finita al fondo di un fiume, ed esce sempre intatto da ogni situazione etc. Oltre a cio', lo svolgersi della trama e' fin troppo prevedibile: Valentina si innamora di Frank, nonostante non lo conosca nemmeno da 2 giorni e alla fine decide di stare con lui in Francia. Il cattivo viene neutralizzato e fatto esplodere con il suo stesso bracciale. Ma la cosa piu' fastidiosa sono i dialoghi estremamente assurdi e ridicoli : Valentina per due volte quando si sveglia nell'auto che esclama "sono in paradiso" ? Frank che sta letteralmente annegando con l'auto nel fiume ma chiama lo stesso l'ispettore francese per chiedere aiuto, come se niente fosse, con voce tranquilla e serena.
Insomma una pellicola che e' la somma delle banalita' e dei luoghi comuni : auto bellissime e velocissime, la ragazza sexy che prima odia e poi si innamora del transporter, lui il duro e puro che mette tutti KO e alla fine salva tutti e regala il dovuto happy end, il cattivo muore e tutti vissero felici e contenti.
Film altamente deludente, oserei dire ridicolo (per i dialoghi) e assurdo (per le scene d'azione) che ovviamente non puo' nemmeno per scherzo essere paragonato alla trilogia Bourne. Film inutile, ridicolo, presuntuoso, fatto solo per mettere in evidenza la faccia e i muscoli di Jason Statham e per intrattenere una fascia di spettatori maschi tra i 10 e 15 anni.
Felicemente trascurabile. Voto finale : 1/5
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wynorski guiaz '80s
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martedì 16 marzo 2010
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il trasportatore 3
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Frank Martin(Jason Statham) e il fido amico Ispettore Tarconi(Francois Berleand) vengono richiamati in servizio quando, nella casa di Frank, insorge una macchina con a bordo un uomo amico di Martin e una donna, Valentina(Natalya Rudakova). Per Frank le cose si mettono male: aggredito subito dopo l'incidente, il trasportatore viene convocato dal losco Johnson(Robert Knepper) per portare Valentina in mete da lui prestabilite. Come se non bastasse, a Frank e a Valentina vengono messi dei bracciali esplosivi per tenerli costantemente vicini alla vettura. Ma le cose si complicano ulteriormente. Avevamo lasciato il buon Frank Martin all'uscita dell'ospedale dove aveva salvato miracolosamente da un potente virus, la famiglia di un importante uomo politico.
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Frank Martin(Jason Statham) e il fido amico Ispettore Tarconi(Francois Berleand) vengono richiamati in servizio quando, nella casa di Frank, insorge una macchina con a bordo un uomo amico di Martin e una donna, Valentina(Natalya Rudakova). Per Frank le cose si mettono male: aggredito subito dopo l'incidente, il trasportatore viene convocato dal losco Johnson(Robert Knepper) per portare Valentina in mete da lui prestabilite. Come se non bastasse, a Frank e a Valentina vengono messi dei bracciali esplosivi per tenerli costantemente vicini alla vettura. Ma le cose si complicano ulteriormente. Avevamo lasciato il buon Frank Martin all'uscita dell'ospedale dove aveva salvato miracolosamente da un potente virus, la famiglia di un importante uomo politico. Lo ritroviamo in Francia, insieme all'amicone Tarconi(simpatico come sempre in questo ruolo Berleand) mentre pescano e li lasciamo così anche nel finale(con l'aggiunta della fidanzata di Frank, Valentina- una esordiente Rudakova). Sintesi a parte, ecco Transporter 3, il capitolo conclusivo(?) della trilogia del mitico trasportatore di Hollywood(ma il film, come i precedenti, è prodotto da Luc Besson). IL canovaccio non cambia: la sceneggiatura pone sempre il ricatto che accende la trama, le scene d'azione(pur diminuendo notevolmente da Transporter: Extreme) sono sempre spettacolari e impossibili(vedi il finale sul treno o le acrobazie su strada) e i personaggi ben definiti nei loro ruoli. Una pellicola pulita e precisa, quindi, ma che si lascia vedere con la stessa simpatia dei precedenti Transporter. Jason Statham è forse l'unico degli attori d'action di nuova generazione stabile nella scelta dei ruoli, sempre in pellicole d'azione alla Van Damme e Seagal ma con varianti che lo rendono poco ripetitivo e capace di reinventarsi in ruoli inaspettati(vedi i due adrenalinici Crank) o addirittura fantasy(il buon In The Name Of The King di Uwe Boll). Transporter 3 è la fine(molto possibile) di tre film unici nel proprio genere, nati sotto il genere pop corn movie ideato a Hollywood ma con un protagonista degno di essere ricordato(le sue mitiche tre regole alla fine sempre infrante). Inutile quindi dire, che i 30 milioni di dollari nei cinema USA, il film se li è proprio meritati. In Italia, a livello distributivo, il discorso è diverso: dopo i primi due film usciti nei cinema, ci si aspettava anche di vedere questo terzo episodio. Purtroppo è uscito solo in tv in prima visione assoluta e a breve anche in dvd. Un peccato, soprattutto per i possibili fan della serie. Da vedere per concludere la trilogia.
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dario carta
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giovedì 21 ottobre 2010
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Chi dovesse lecitamente domandare quali elementi determinino la conformità ai presupposti cardinali dell’economia dello spettacolo,potrebbe sentirsi rispondere che oggi una procedura commerciale condotta a buon fine deve declinarsi nei termini di una corrispondenza biunivoca tra genere e protagonista.
Allora verrebbe giustificata la ridda di reboot,remakes e spinoff fabbricati a catena e gettati su un mercato stagnante di novità ,dove l’unico obiettivo è il cashflow in moto perpetuo dai botteghini alle tasche delle produzioni.
Nel ’66 Sean Connery annunciò ad un pubblico esterrefatto di voler separare la propria immagine dall’identità dell’agente di Ian Flemig,mandando in frantumi l’immaginifico popolare e provocando una dolorosa scissione fra idolo ed individuo, componente nata ai tempi dell’”Uomo ombra”.
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Chi dovesse lecitamente domandare quali elementi determinino la conformità ai presupposti cardinali dell’economia dello spettacolo,potrebbe sentirsi rispondere che oggi una procedura commerciale condotta a buon fine deve declinarsi nei termini di una corrispondenza biunivoca tra genere e protagonista.
Allora verrebbe giustificata la ridda di reboot,remakes e spinoff fabbricati a catena e gettati su un mercato stagnante di novità ,dove l’unico obiettivo è il cashflow in moto perpetuo dai botteghini alle tasche delle produzioni.
Nel ’66 Sean Connery annunciò ad un pubblico esterrefatto di voler separare la propria immagine dall’identità dell’agente di Ian Flemig,mandando in frantumi l’immaginifico popolare e provocando una dolorosa scissione fra idolo ed individuo, componente nata ai tempi dell’”Uomo ombra”.
Un atto di saggezza che il cinema non ha perpetuato,con l’esito di estenuanti emissioni di prodotti rigenerati da sé stessi fino alla nausea,in un ossessivo riproporsi di titoli e protagonisti in ripetitiva copia conforme. “Transporter 3” non si sottrae al suo compito di replica ordinaria di episodi e titoli precedenti ,riprodotti nelle medesime modalità. Frank Martin (Jason Statham),in apparente ritiro vicino a Marsiglia con il suo collega Tarconi (Francois Berleand),si ritrova coinvolto in un nuovo incarico,trascinato dal malvivente Johnson (Robert Knepper,”Hitman”),che vincola Frank al suo impegno chiudendogli al polso un braccialetto elettronico in grado di esplodere se l’uomo dovesse allontanarsi più di trenta metri dalla sua macchina.
Frank deve portare Valentina,la giovane figlia rapita ad un corrotto ufficiale di governo,da Marsiglia a Odessa.
L’uomo finirà per trovarsi coinvolto emotivamente.
Il lavoro del regista Olivier Megaton,su una sceneggiatura di Luc Besson e Robert Kamen,tradisce la natura di prodotto predigerito e imbastito sulla monotonia di un impianto narrativo veicolato senza tregua da un sistema di distribuzione stanco e arido di idee e originalità.
Lo script di Besson e la regia di Megaton azzeccano il vuoto del qualunquismo d’immagine,tradotto nelle danze marziali di un film iperattivo ma privo di argomenti e dialoghi sensati,farcito di eco di un’improbabile Matrix nelle sequenze ripetitive di combattimenti acrobatici coreografati dal mestierante Cory Yuen,nella ricerca delle emozioni dei titoli emessi dal cinema marziale cinese dei primi anni ’70.
Megaton,già regista della seconda unità in “Hitman”,(anche questo prodotto da Besson),riporta in “Transporter 3” tutti gli elementi comuni alla oramai deprimente tradizione dell’action movie più abusato,saga dei “Crank” di Neveldine compresa.
Non resta granchè da vedere in questa superflua riedizione dei Transporter,dove l’inesistente trama e i dialoghi inconsistenti sembrano aderire alla regola dei presupposti di un cinema inebetito dalle sperequazioni di facile cassetta
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nick castle
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mercoledì 22 settembre 2010
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pietoso...
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Piuttosto pietoso. La trilogia era iniziata bene, continuata un po' banalmente e sembrerebbe essere finita davvero in male. Le acrobazie in auto come i combattimenti sono sempre più improbabili e forzate e i ruoli degli attori sono palesemente ridicoli, mentre l'ispettore Tarconi che era uno dei comprimario migliori viene retrocesso e non fa neanche più da spalla, se non all'inizio e alla fine. Dopo essere passata per le mani di Corey Yuen e Louis Leterrier, la trilogia va a Olivier Megaton, che con la sua regia e il montaggio ultra veloce, ne cava fuori un film casinista più che mai. Uscito in Francia nel 2008 e arrivato in Italia solo in tv nel marzo 2010, con una conseguente uscita in dvd per il noleggio sei mesi dopo.
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Piuttosto pietoso. La trilogia era iniziata bene, continuata un po' banalmente e sembrerebbe essere finita davvero in male. Le acrobazie in auto come i combattimenti sono sempre più improbabili e forzate e i ruoli degli attori sono palesemente ridicoli, mentre l'ispettore Tarconi che era uno dei comprimario migliori viene retrocesso e non fa neanche più da spalla, se non all'inizio e alla fine. Dopo essere passata per le mani di Corey Yuen e Louis Leterrier, la trilogia va a Olivier Megaton, che con la sua regia e il montaggio ultra veloce, ne cava fuori un film casinista più che mai. Uscito in Francia nel 2008 e arrivato in Italia solo in tv nel marzo 2010, con una conseguente uscita in dvd per il noleggio sei mesi dopo. Dubito che si vedrà la trilogia in cofanetto blu-ray e ferose è meglio così. La strategia del passaggio in primissima tv Italia 1, è stata di nuovo effettuata a settembre anche con "Ace Ventura 3", prima di allora inedito in Italia.
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