vales.
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martedì 31 agosto 2010
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carino
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Una commedia che affronta con il giusto equilibrio una tematica sempre attuale. La protagonista interpreta abbastanza bene il ruolo della adolescente tosta ma a volte fragile, l'ho trovata molto credibile. Ho notato che predominano le donne, forti ed indipendenti, mentre gli uomini sono presentati come immaturi e poco presenti. Il linguaggio usato dai più giovani mi è sembrato un pò sorpassato e forzato. Il montaggio e la sceneggiatura sono ben fatti, ma in generale non è niente di eccezionale e credo sia stato sopravvalutato.
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antonio de rose
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lunedì 7 aprile 2008
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nessun intento didascalico per juno
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Una sceneggiatura da Oscar, quella della blogger Diablo Cody, per un tema di grande momento. Una sedicenne resta incinta di un suo coetaneo e decide di abortire. Ma dopo aver sentito “la puzza di dentista” di Women Now, un ambulatorio dove si praticano aborti in maniera anonima, Juno fugge letteralmente dalla struttura, corre verso casa per raccontare al padre e alla sua seconda moglie che, non solo aspetta un bambino, ma è pure determinata a tenerlo per affidare la creatura ad una giovane coppia. Il senso di respondabilità di Juno stupisce, sbilancia l’immagine di ragazzetta intelligente sì, ma svampita; incanta la sua visione della vita, di adolescente proiettata nel mondo degli adulti, fresca, senza la benché minima ipocrisia.
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Una sceneggiatura da Oscar, quella della blogger Diablo Cody, per un tema di grande momento. Una sedicenne resta incinta di un suo coetaneo e decide di abortire. Ma dopo aver sentito “la puzza di dentista” di Women Now, un ambulatorio dove si praticano aborti in maniera anonima, Juno fugge letteralmente dalla struttura, corre verso casa per raccontare al padre e alla sua seconda moglie che, non solo aspetta un bambino, ma è pure determinata a tenerlo per affidare la creatura ad una giovane coppia. Il senso di respondabilità di Juno stupisce, sbilancia l’immagine di ragazzetta intelligente sì, ma svampita; incanta la sua visione della vita, di adolescente proiettata nel mondo degli adulti, fresca, senza la benché minima ipocrisia. Da Juno andiamo tutti a lezione di coraggio, ma nel film non c’è alcun intento didascalico con riferimento alla materia abortista o, più in generale, a quella dei diritti civili.
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jude
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giovedì 25 settembre 2008
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juno.
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Celebrato come film rivelazione e candidato agli Oscar, Juno narra essenzialmente dei problemi di un'adolescente non comune che scopre di essere incinta dopo il suo primo rapporto. La storia che segue non è proprio quella che uno si aspetta e le reazioni dei vari personaggi(nonchè gli stessi personaggi), a partire da quella dei genitori, hanno ben poco di oridnario. Il film è sorretto sin dall'inizio da un rapido dialogare intriso di sarcasmo e ironia che, sebbene non disturbi, non lascia molto spazio al riso, contando il fatto che si tratta pur sempre di un dramma e la leggerezza con la quale la giovane Juno affrona questo piccolo "imprevisto" può letteralmente spiazzare. Non è una ragazza come le altre, lo si capisce fin da subito, e sembra che resti fedele a se stessa nonostante la gravidanza e la consapevolezza che una nuova vita stia nascendo dentro di lei; è ancora un'adolescente e continua a comportarsi come tale.
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Celebrato come film rivelazione e candidato agli Oscar, Juno narra essenzialmente dei problemi di un'adolescente non comune che scopre di essere incinta dopo il suo primo rapporto. La storia che segue non è proprio quella che uno si aspetta e le reazioni dei vari personaggi(nonchè gli stessi personaggi), a partire da quella dei genitori, hanno ben poco di oridnario. Il film è sorretto sin dall'inizio da un rapido dialogare intriso di sarcasmo e ironia che, sebbene non disturbi, non lascia molto spazio al riso, contando il fatto che si tratta pur sempre di un dramma e la leggerezza con la quale la giovane Juno affrona questo piccolo "imprevisto" può letteralmente spiazzare. Non è una ragazza come le altre, lo si capisce fin da subito, e sembra che resti fedele a se stessa nonostante la gravidanza e la consapevolezza che una nuova vita stia nascendo dentro di lei; è ancora un'adolescente e continua a comportarsi come tale. Sa di non essere pronta e non si sforza per diventarlo, ma, nonostante ciò, decide lo stesso di portare avanti la gravidanza.
Nel complesso piacevole, divertente, se non preso troppo sul serio. Piacevolissima anche la colonna sonora che include pezzi come "All I Want is You" di Barry Louis Polisar e "I'm Sticking With You" dei Velvet Undergroud.
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aristoteles
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sabato 17 ottobre 2015
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fagiolo in arrivo!!!
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Bellissima Ellen Page quando cammina,tutta colorata,con quel pancione.
Goffo e abbastanza bambinone anche il fidanzatino, al punto che viene voglia di insultarlo e prenderlo in giro a prima vista, anche se con parsimonia e delicatezza.
Quando indossa il completino sportivo raggiunge il top.
Juno è una sedicenne frizzante e originale,arguta e con un linguaggio forbito e spiazzante,anche troppo per la sua età, ed incanta,incanta tutti.
Nonostante un'improvvisa gravidanza i suoi genitori sono comprensivi e trasudano amore e benevolenza nei suoi confronti.
La ragazzina non si sente pronta,OK,lo sarebbero in molte.
Ma la sua scelta non mi è piaciuta, in fondo c'erano tutti gli elementi per tenersi il frutto di un'amore che c'è.
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Bellissima Ellen Page quando cammina,tutta colorata,con quel pancione.
Goffo e abbastanza bambinone anche il fidanzatino, al punto che viene voglia di insultarlo e prenderlo in giro a prima vista, anche se con parsimonia e delicatezza.
Quando indossa il completino sportivo raggiunge il top.
Juno è una sedicenne frizzante e originale,arguta e con un linguaggio forbito e spiazzante,anche troppo per la sua età, ed incanta,incanta tutti.
Nonostante un'improvvisa gravidanza i suoi genitori sono comprensivi e trasudano amore e benevolenza nei suoi confronti.
La ragazzina non si sente pronta,OK,lo sarebbero in molte.
Ma la sua scelta non mi è piaciuta, in fondo c'erano tutti gli elementi per tenersi il frutto di un'amore che c'è.
Sopratutto se a questa coppia di ricchi borghesi proposti non affiderei,personalmente, neanche un panino del McDonald's ,figuriamoci un bambino.
Tuttavia il prodotto finale è fresco, originale e divertente e merita la visione.
Probabilmente avrebbero dovuto mostrarci il seguito, quello della venticinquenne Juno pentita della scelta fatta pochi anni prima.
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goruz
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giovedì 2 settembre 2010
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onesto ed equilibrato
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Una commedia equilibrata che affronta in modo intelligente e onesto un tema scottante, quello delle ragazze madri. Questo film riesce, a mio giudizio, ad andare oltre i facili buoni sentimenti con cui sarebbe facile tratteggiare la classica e rassicurante commedia americana, non possiamo non percepire quanto siano faticosi per la piccola Juno quei 9 mesi che la separano dal tornare alla normalità della sua vita di sempre, in attesa di essere veramente pronta per affrontare adeguatamente il compito di madre, e quando deve scontrarsi con il fatto che spesso anche gli adulti non sanno essere molto più maturi dei ragazzini. Consigliatissimo per passare un buon pomeriggio e divertirsi con un film intelligente (contornato da una fantastica colonna sonora).
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Una commedia equilibrata che affronta in modo intelligente e onesto un tema scottante, quello delle ragazze madri. Questo film riesce, a mio giudizio, ad andare oltre i facili buoni sentimenti con cui sarebbe facile tratteggiare la classica e rassicurante commedia americana, non possiamo non percepire quanto siano faticosi per la piccola Juno quei 9 mesi che la separano dal tornare alla normalità della sua vita di sempre, in attesa di essere veramente pronta per affrontare adeguatamente il compito di madre, e quando deve scontrarsi con il fatto che spesso anche gli adulti non sanno essere molto più maturi dei ragazzini. Consigliatissimo per passare un buon pomeriggio e divertirsi con un film intelligente (contornato da una fantastica colonna sonora).
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great steven
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giovedì 4 giugno 2015
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contraddistinto da intelligenza e classe purissime
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JUNO (USA, 2007) diretto da JASON REITMAN. Interpretato da ELLEN PAGE, J. K. SIMMONS, JENNIFER GARNER, JASON BATEMAN, ALLISON JANNEY, MICHAEL CERA, OLIVIA THIRLBY
« Tutto è cominciato con una poltrona»: così si apre una delle commedie statunitensi più brillanti e intelligenti dell’ultimo quinquennio degli anni 2000, fra l’altro meritatamente premiata con un Oscar alla migliore sceneggiatura. Juno è un’adolescente sedicenne dalla lingua tenace che vive col padre, ex soldato e ora impiegato presso una ditta di riscaldamento, e la matrigna, estetista in una casa di bellezza. Passa molto tempo con la migliore amica, con la quale si diverte in lunghe conversazioni fatte di sberleffi reciproci e amenità confidenziali.
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JUNO (USA, 2007) diretto da JASON REITMAN. Interpretato da ELLEN PAGE, J. K. SIMMONS, JENNIFER GARNER, JASON BATEMAN, ALLISON JANNEY, MICHAEL CERA, OLIVIA THIRLBY
« Tutto è cominciato con una poltrona»: così si apre una delle commedie statunitensi più brillanti e intelligenti dell’ultimo quinquennio degli anni 2000, fra l’altro meritatamente premiata con un Oscar alla migliore sceneggiatura. Juno è un’adolescente sedicenne dalla lingua tenace che vive col padre, ex soldato e ora impiegato presso una ditta di riscaldamento, e la matrigna, estetista in una casa di bellezza. Passa molto tempo con la migliore amica, con la quale si diverte in lunghe conversazioni fatte di sberleffi reciproci e amenità confidenziali. Quando però fa sesso con un compagno di classe, rimane incinta: scartata l’ipotesi poco felice dell’aborto, sceglie infine di dare il bimbo in adozione. E incontra dunque una coppia di sposi che desiderano avere un figlio, il compositore Mark e l’infermiera Vanessa. Una volta contattati i futuri genitori adottivi del nascituro, le cose sembrano procedere per il meglio, ma la strada per la maturità completa è irta di ostacoli che non ci si aspetta. Meno male che Juno può contare sulla comprensione del saggio padre e sulla fedeltà dell’amica del cuore, e si innamora pure del ragazzo corresponsabile dell’inghippo. Una straordinaria E. Page (candidata all’Academy Award) dà verità al suo personaggio in una maniera correttissima e lecita anche secondo canoni non buonisti ma bensì educativi, e il suo brio recitativo, che si mette in mostra specialmente negli scoppiettanti e allegri dialoghi, la fa da padrone in un film che conta tra le sue schiere una quantità eccezionale di meriti. Il tema della gravidanza, combinato a quello parallelo e complementare dell’adozione ma anche a quello del ruolo genitoriale nella società odierna, è trattato con disarmante sincerità e mai portato alle estreme conseguenze allo scopo di mantenere un equilibrio narrativo intermedio che però sorprende grazie alla sobrietà favolosa della regia, al piglio disinvolto dei discorsi, al martellante sarcasmo del copione e, non ultima, alla sapiente mescolanza di comico e serio che gli attori riescono ad infondere alle proprie performances senza apparire forzati e senza sfociare in moralismi dimostrativi che sicuramente avrebbero appesantito l’opera, rendendola noiosa e scontata. Oltre alla meravigliosa protagonista, si distinguono anche un funzionale Simmons nelle vesti di un padre severo e rigoroso ma pur sempre convinto e adatto a fare da figura di riferimento per Juno, un J. Bateman chitarrista appassionato di film dell’orrore italiani e musica pop e una J. Garner che desidera con profondo ardore e sentimentale preparazione l’arrivo della maternità. Questo per quanto riguarda il reparto degli adulti, ma anche gli altri due ragazzi, Cera e Janney, rispettivamente il fidanzato di Juno e la sua confidente più intima e sanguigna, non si fanno certo mettere da parte, sfoderando un’ottima carica di simpatia e ritagliandosi il loro posto in una pellicola che dà veramente spazio a tutti, non soltanto agli interpreti ma anche e specialmente ad un’abbondanza di aspetti che vanno considerati integralmente nella loro totalità e verosimiglianza. Da non perdere i titoli di testa, realizzati con disegni animati di quel tocco artigianale che non invecchia mai (che il cielo lo benedica!). Nient’affatto modesta anche la colonna sonora, che sfrutta in particolar modo brani sintonizzati su arpeggi di chitarra accompagnati da voci maschili e femminili. Da gustare nella migliore delle maniere insieme alla propria famiglia, dai più giovani ai più anziani. Page stupendamente doppiata da Alessia Amandola.
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gus da mosca
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domenica 27 aprile 2008
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it's just a food baby, did you have a big lunch ?
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Ellen Page ha la carica di un ciclone sulle ali di una libellula: con questa fanciulla, insieme ad una paio di idee giuste di fotografia, colore e musica, qualunque regista e' in grado di mettere insieme un blockbuster da milioni di dollari, spendendone qualche migliaio. Non penso sia una questione di testi "giovanili" o di sceneggiatura "scapigliata", certo ci vuole uno script che la faccia parlare e la vesta per quei 5 anni in meno di quelli che ha, ma la chiave di tutto resta definitivamente lei. Chi non l'ha conosciuta in Hard Candy, non perda l'occasione e trovera' una variante ancora piu' dirompente del suo carattere spontaneo e travolgente. Quanto alla regia, sono diffidente e spero che Reitman non scivoli anzitempo come Slade (dopo Hard Candy, giu' nel baratro di 30 Days of Night), dimostrando ancor di piu' che la riuscita della pellicola e principalmente dovuto a lei, solo a lei e non alle accattivanti canzoncine, ai colori-pastello, a grafica e titoli ammiccanti ed alle mille ideuzze "birbanti" disseminate nella scenografia.
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Ellen Page ha la carica di un ciclone sulle ali di una libellula: con questa fanciulla, insieme ad una paio di idee giuste di fotografia, colore e musica, qualunque regista e' in grado di mettere insieme un blockbuster da milioni di dollari, spendendone qualche migliaio. Non penso sia una questione di testi "giovanili" o di sceneggiatura "scapigliata", certo ci vuole uno script che la faccia parlare e la vesta per quei 5 anni in meno di quelli che ha, ma la chiave di tutto resta definitivamente lei. Chi non l'ha conosciuta in Hard Candy, non perda l'occasione e trovera' una variante ancora piu' dirompente del suo carattere spontaneo e travolgente. Quanto alla regia, sono diffidente e spero che Reitman non scivoli anzitempo come Slade (dopo Hard Candy, giu' nel baratro di 30 Days of Night), dimostrando ancor di piu' che la riuscita della pellicola e principalmente dovuto a lei, solo a lei e non alle accattivanti canzoncine, ai colori-pastello, a grafica e titoli ammiccanti ed alle mille ideuzze "birbanti" disseminate nella scenografia. Senza Ellen Page questo film non esisterebbe e forse proprio in questo sta la limitazione della "ragazzina-prodigio", che quando crescera' potrebbe non trovare piu' script "giusti" per farla scatenare. 5 stelle a lei, nel momento magico della sua carriera, ed al film magicamente e semplicemente quasi perfetto.
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martunza
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venerdì 15 agosto 2008
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decisamente sopravvalutato
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Personalmente, credo che sia un film assolutamente impersonale e privo di sentimenti autentici, la positività presente nel film non è assolutamente credibile in un contesto reale, e credo che se si scelga di trattare argomenti come la nascita di un bambino per una sedicenne, si dovrebbe mettere in conto che non è uno scherzo, e se proprio si vuole rendere una gravidanza prematura una commedia (che fra l'altro non presenta nemmeno della satira, cosa che magari l'avrebbe salvata), bisognerebbe strutturarla di modo che presenti almeno qualche elemento che sia comico, appunto. In tutta la durata del film, i personaggi sono abbastanza allegri, ma non c'è mai un momento di autentica felicità.
Le questioni trattate (l'amore, il matrimonio, la libertà) sono sollevate e mai affrontate, cosa che lascia un senso di vuoto e d'incompiutezza al film che poteva andare ma, forse proprio perchè tutti troppo impegnati a tingere di rosa una stuazione che rosea non lo è affatto, che finisce solo per rimarcare il fatto che la vita non è così facile come scegliere una potenziale famiglia adottiva sfogliando con un'amica una rivista al parco.
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Personalmente, credo che sia un film assolutamente impersonale e privo di sentimenti autentici, la positività presente nel film non è assolutamente credibile in un contesto reale, e credo che se si scelga di trattare argomenti come la nascita di un bambino per una sedicenne, si dovrebbe mettere in conto che non è uno scherzo, e se proprio si vuole rendere una gravidanza prematura una commedia (che fra l'altro non presenta nemmeno della satira, cosa che magari l'avrebbe salvata), bisognerebbe strutturarla di modo che presenti almeno qualche elemento che sia comico, appunto. In tutta la durata del film, i personaggi sono abbastanza allegri, ma non c'è mai un momento di autentica felicità.
Le questioni trattate (l'amore, il matrimonio, la libertà) sono sollevate e mai affrontate, cosa che lascia un senso di vuoto e d'incompiutezza al film che poteva andare ma, forse proprio perchè tutti troppo impegnati a tingere di rosa una stuazione che rosea non lo è affatto, che finisce solo per rimarcare il fatto che la vita non è così facile come scegliere una potenziale famiglia adottiva sfogliando con un'amica una rivista al parco.
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(di kik22222)
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jacopokiller95
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lunedì 28 giugno 2010
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un'odissea con rinascita cinematografica (7 e 1/2)
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La sedicenne Juno MacGuff, avuto un rapporto sessuale con il classico tenero e sincero sfigato di turno (Paulie Bleeker), resta incinta, decidendo di lasciare in adozione il figlio ad una coppia, evitando così di abortire. Inizia così per lei un'odissea di peripezie, piccole tragedie ed esperienze che condurranno lei e lo spettatore in un iter edificante e toccante, in cui entrambi riusciranno a riscoprire un lato della propria persona rimasto celato oppure dimenticato.
Tuttavia, il film comincia malissimo: sia il regista Reitman che lo sceneggiatore Cody non inseriscono un minimo di seria e sapiente drammaticità alla scoperta da parte della ragazza della gravidanza, ridicolizzando il tutto con pessime battute (che scivolano immediatamente nel cliché) e battute scialbe, banali e per nulla brillanti (incredibile per uno del calibro di Reitman).
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La sedicenne Juno MacGuff, avuto un rapporto sessuale con il classico tenero e sincero sfigato di turno (Paulie Bleeker), resta incinta, decidendo di lasciare in adozione il figlio ad una coppia, evitando così di abortire. Inizia così per lei un'odissea di peripezie, piccole tragedie ed esperienze che condurranno lei e lo spettatore in un iter edificante e toccante, in cui entrambi riusciranno a riscoprire un lato della propria persona rimasto celato oppure dimenticato.
Tuttavia, il film comincia malissimo: sia il regista Reitman che lo sceneggiatore Cody non inseriscono un minimo di seria e sapiente drammaticità alla scoperta da parte della ragazza della gravidanza, ridicolizzando il tutto con pessime battute (che scivolano immediatamente nel cliché) e battute scialbe, banali e per nulla brillanti (incredibile per uno del calibro di Reitman). Lo scottante tema della gravidanza tra adolescenti viene trattato con leggerezza e banalità disarmanti; il tutto appesantito da un'ostentazione ossessiva di una colonna sonora (solo chitarre acustiche e voci dolci e melodiose, inizialmente carine, ma in seguito strazianti) che diviene presto onnipresente. Si fa subito notare più che positivamente l'interpretazione umana, schietta ed intensa di Ellen Page, complice il profilo psicologico del suo personaggio, brillante, puro, autentico e forte, arricchito da un'irriverenza e da una graziosa ingenuità adolescenziale. Nonostante i primi tragici errori (relative soprattutto alla sceneggiatura), Reitman dirige ottimamente, firmando con stile e classe ogni singola scena, teatro di un'avventura, sbavature a parte, concreta ed accattivante. Imperdonabile, però, resta la poca "lotta" tra l'aborto ed il tenere il bambino, che offre uno spunto di riflessione praticamente nullo. Ma, andando avanti, sceneggiatore e regista riprendono in mano con grandezza cinematografica le redini della pellicola, migliorandola in ogni suo 'orrore iniziale': le battute ed i dialoghi abbandonano la banalità iniziale per divenire brillanti e lucidi, i rapporti dei vari personaggi che ruotano attorno a Juno sono gestiti e descritti in maniera quasi sopraffina (il legame tra la ragazza ed il futuro padre adottivo, il suo rapporto col padre genetico imbranato ma dolce, il dialogo aperto col padre) e soprattutto il sofisticato inserimento dell'elemento drammatico (con la richiesta di divorzio da parte dell'immaturo padre-rockstar), carico d'intensità e forza evocativa, in grado di innalzare ad alti livelli la potenza narrativa e cinematografica di un film rinato. Purtroppo (e questo è strano per il regista) l'elemento sentimentale-emozionale ha una rilevanza troppo maggiore rispetto alla riflessione politico-sociale e la pellicola scarseggia molto in fatto di metafore (abbondantemente presenti, invece, in "Up In The Air"). Le ultime scene, fuorché quella ridicola della rottura delle acque, sono accettabili: buona la scena del parto, grazioso e più commovente di mille parole il pianto finale di Juno, ben curato il primo incontro di Vanessa col "fagiolo" e romantico il finale estivo a base di chitarre.
Juno è chiaramente un must-see, ricco (soprattutto di propulsiva ed innovativa energia cinematografica, ma anche di molte imperfezione tipicamente americane) e particolare nel suo genere, come qualsiasi altro film di Jason Reitman. Forse il suo film meno riuscito, anni luce indietro rispetto al geniale isolamento politico ed esistenziale di R. Bingham, ma comunque toccante e profondo.
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(di jacopokiller95)
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dave san
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domenica 19 gennaio 2020
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iconico
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Juno sembra un film emblema. Rappresentativo di un certo e diffuso femminismo realista. Uno stato d’animo politico che questa ragazzina incarna come un supereroe con la divisa. La sua gravidanza è un atto di amore perché anche se fortuita, scaturisce da un forte rapporto di complicità e attrazione, per l’amico Paulie. La scelta di entrambi è finalizzata a garantire un futuro per il bimbo, quanto a continuare a vivere come ragazzi della loro età. Il personaggio è vitale e onesto e non è un caso che alla fine dichiari la sua avversione per Mark. Un uomo che sembra imprigionato nei sogni e tralascia l’evidenza delle sue responsabilità, sino al momento di svelarsi espressamente.
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Juno sembra un film emblema. Rappresentativo di un certo e diffuso femminismo realista. Uno stato d’animo politico che questa ragazzina incarna come un supereroe con la divisa. La sua gravidanza è un atto di amore perché anche se fortuita, scaturisce da un forte rapporto di complicità e attrazione, per l’amico Paulie. La scelta di entrambi è finalizzata a garantire un futuro per il bimbo, quanto a continuare a vivere come ragazzi della loro età. Il personaggio è vitale e onesto e non è un caso che alla fine dichiari la sua avversione per Mark. Un uomo che sembra imprigionato nei sogni e tralascia l’evidenza delle sue responsabilità, sino al momento di svelarsi espressamente. Così facendo però, si mostra scorretto verso la moglie. Mark è particolarmente attratto dalle estetiche indie del periodo (splatter, grunge, noise…). Elementi di gusto, concentrati nell’uomo attratto da Juno. Ancorato al miraggio di diventare un rocker, com’era di voga allora. In conclusione, un uomo che nasconde le sue velleità dietro un’immagine fittizia di borghese modello. Il diavolo per molte/i... La caratterizzazione del regista è rappresentativa per tutti i personaggi. Quasi una dichiarazione d’intenti. Alcuni artisti indie a quanto ho sentito, sono diventati anche padri. Alcuni di loro non hanno intaccato più di tanto l’estetica “low-fi”. Pur allevano marmocchi. Tuttavia (presumibile per una ragazzina dell’età di Juno), quando si scoprirà tradita dal futuro padre adottivo del nascituro, la sua rabbia si scaglierà contro i feticci dell’uomo. Molti degli artisti indie, effettivamente, erano piuttosto “consumati”. Poco propensi a pianificare spese di casa, tasse, bollette, scuole per i figli… Se consideriamo, però la portata estetica delle loro opere (a prescindere dalla classifica), bisogna convenire sul fatto che sulla carta, quelli erano/sono Artisti. E se Pirandello riteneva che la vita “O la vivi o la scrivi”. Possiamo supporre che l’atteggiamento finale di Juno verso quei feticci, pare un filino determinista. Così come ipocrita si dimostra il futuro padre del “fagiolo”. Così come tenero e fidato, si mostra Paulie.
Juno sembra proprio un film che celebra la vita e il dovere di rispettarne le regole essenziali per non inquinarla o corromperla.
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