Juno |
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Un film di Jason Reitman.
Con Elliot Page, Michael Cera, Jennifer Garner, Jason Bateman, Olivia Thirlby.
continua»
Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 92 min.
- USA, Canada, Ungheria 2007.
- 20th Century Fox Italia
uscita venerdì 4 aprile 2008.
MYMONETRO
Juno
valutazione media:
3,23
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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l’autonomia consapevole delle scelte di una donnadi Ciccio CapozziFeedback: 0 |
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lunedì 14 aprile 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Juno è una quindicenne che resta incinta. Decide di non abortire e di dare il figlio ad una coppia che lo desideri, e che sia in grado di dargli affetto. Pluricadidato agli Oscar 08, ha vinto quello per la migliore sceneggiatura originale, di un’esordiente, Diablo Cody, che in realtà si chiama Brook Boosey: e non c’è dubbio che questa sia uno dei suoi punti di forza. L’altro è l’attrice protagonista, in realtà ventunenne, E.Page. Il suo personaggio è un insieme di freschezza adolescenziale , tenera, ma non indifesa ingenuità, energia, intelligenza e senso autoironico, che non le viene mai meno. La regia (del figlio di Ivan Reitman), ha ben amalgamato i diversi spunti insoliti, assicurando un’atmosfera narrativa intelligentemente in bilico tra la commedia adolescenziale, e lo spaccato intergenerazionale, nonchè un efficace, svelto, ma attento spaccato di sonnolenta realtà provinciale. E’ stato presentato come film “antiabortista”. Si: la ragazza decide di non abortire; ma con l’identica sicurezza, d’accordo con i saggi genitori, decide di “dare in affidamento” per sempre suo figlio, perdendo ogni titolo alla stato di madre. Mentre invece è un’opera che riflette, autobiograficamente per la sceneggiatrice, fuori dagli schemi, sull’autonomia consapevole che deve caratterizzare le scelte di una donna, a partire dalla giovanissima età. Il film sfiora la drammaticità insita in questa angolatura. Ma la rende più efficace, perché ce la presenta in un clima da commedia: mi riferisco sia alla solitudine di Juno, che vive questa fase con ovvia difficoltà; ma soprattutto all’aspirante madre. L’impossibilità di questa di avere figli, ha generato un desiderio di averne, che è diventato quasi un’ossessione, tale da spaventare il marito; ma non la fa demordere da questo struggimento disperato. L’interpretazione che ne dà J. “Alias” Garner è da manuale per la sua composta, ma dolorosa intensità. Al suo dramma fa da specchio la pochezza adolescenziale del marito, che “gioca” ancora con i fumetti e la chitarra. Anche questo è un personaggio ben definito: ci è presentato come maturo, affascinante, in grado di colpire un’adolescente; ma in realtà è spaventato dalle difficoltà della vita. E la scelta di Juno, di affidare alla madre, lo stesso benché single, suo figlio, è in linea con la ricerca dell’autonomia. Ma fondata sul desiderio di ispirare le scelte di base su un reale amore, sincero e totale, com’è quello che la donna può nutrire per il figlio a lei affidato. Così sono ben curate tutte le altre figure di contorno, come il fidanzatino: la storia sentimentale tra lui e Juno è costruita con grande delicatezza e originalità, anche di commento musicale.
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