Il dolce e l'amaro

MI PIACEREBBE VEDERLO E PENSO CHE LO FARO.

Il limite del film è probabilmente rappresentato da quella sensazione di già visto che suscita fin dall'inizio (notevoli sono le influenze anche solo stilistiche con alcuni film italiani dell'ultimo periodo - da Romanzo Criminale ad Arrivederci Amore Ciao). Ciò non toglie che la straordinaria interpretazione di Lo Cascio, alcune scene di forte impatto emotivo (su tutte il pianto di Saro a letto con la bravissima Donatella Finocchiaro), la lucidità con cui viene mostrata la logica spietata della mafia danno al film un innegabile fascino a cui non si può che cedere.

E' un film che scorre in modo gradevole, molto ben raccontato, con un Luigi Lo cascio in gran forma...

L'intenzione del regista di dare un senso ai buoni sentimenti naufraga nel finale con l'uccisione del giudice. Mi sarei aspettato che il finale fosse dolce, a parte l'esilarante scena della seconda rapina. Ma è un dolce/amaro che si limita all'arte del regista di farci sorridere e rattristarci a fasi alterne, dando a volte un'immagine troppo casereccia della mafia. Per il resto, come al solito grande Lo Cascio ma veramente bravi anche gli altri attori. Secondo me non è riuscita l'ambientazione storica. Di sicuro siu tratta di un ottimo riassunto di come nasce e si sviluppa il fenomeno mafiose con le inevitabili citazioni al grande lavoro che fu svolto dal pool di Falcone.

In primo luogo non è un film sulla mafia ma il punto di vista di un uomo che,cambiata vita,lontano dalla sua Sicilia,ripercorre in modo leggero,divertito e malinconico il suo passato,TUTTO il suo passato. In questo mi ha ricordato "Breakfast on Pluto" perché è proprio la voce narrante di Saro (nel momento in cui ne sottolinea momenti cruciali) ad offrirci una chiave di lettura personale (uno su tutti:il momento della rapina).Chiave di lettura che sposta l’attenzione dalla sostanza tragica dell'avvenimento. E' una sorta di guida alla lettura. Una lettura umoristica .Al di là della trama quello che permette lo scarto è Lo Cascio,che sembra del tutto a suo agio in un ruolo diverso da quello coperto ne “I Cento Passi”. [+]

In primo luogo non è un film sulla mafia ma il punto di vista di un uomo che,cambiata vita,lontano dalla sua Sicilia,ripercorre in modo leggero,divertito e malinconico il suo passato,TUTTO il suo passato. In questo mi ha ricordato "Breakfast on Pluto" perché è proprio la voce narrante di Saro (nel momento in cui ne sottolinea momenti cruciali) ad offrirci una chiave di lettura personale (uno su tutti:il momento della rapina).Chiave di lettura che sposta l’attenzione dalla sostanza tragica dell'avvenimento. E' una sorta di guida alla lettura. Una lettura umoristica .Al di là della trama quello che permette lo scarto è Lo Cascio,che sembra del tutto a suo agio in un ruolo diverso da quello coperto ne “I Cento Passi”. Il fatto di aver respirato l’aria rappresentata,di aver visto da vicino la realtà raccontata ha aiutato la sua naturale predisposizione all’introspezione psicologica dando vita non ad una macchietta (come spesso accade) ma ad un personaggio credibile e “universale” ,esempio di quello che è e che sempre sarà l’uomo d’onore. La Finocchiaro ha come sempre una bellezza elegante e antica che dà vita a un legame intenso più che con chiunque altro. Molto bello. [-]

Ottima pellicola questa seconda opera di Andrea Porporati. Al centro della pellicola la formazione di Saro Scordia, giovane siciliano, figlio di un deliquente perito in carcere, che arriva in alto nella malavita siciliana. Un film sofferto e molto commovente, ottima (come sempre) l'interpretazione di Luigi Lo Cascio, una dolente ed intensa Donatella Finocchiaro e un cast di comprimari di prim'ordine, su tutti Renato Carpentieri e Fabrizio Gifuni. Il film è pieno di speranza, ma non è affatto irreale, anche nei momenti meno drammatici è realistico e lontano anni luce dalle fiction italiane sulla mafia. Speriamo che sia piaciuto alla giuria veneziana e che piaccia al pubblico italiano. Da non perdere!

film bellissimo molto incisiva l'interpretazione di tony gambino, lo cascio come sembre bravissimo nell' interpretare il suo ruolo, perfetti tutti gli attori del film. Consiglio a tutti di vederlo.

Abbiamo un nuovo Al Pacino!!!

Quattro stelle. Bel film, senza retorica e molto realista. Il modello è "Scarface" ma senza nessuna grandiosità nel Male. E infatti, il picciotto Saro non arriva da nessuna parte se non a farsi usare dai suoi capi. L'apetto interessante del film - e molto veritiero - è l'attenzione su come anche i grandi capi delle organizzazioni criminali italiane facciano tutto quello che fanno per un piatto di maccheroni e una vita di merda che potevano fare anche senza diventare mafiosi. In questo è una metafora dello storia di Bernardo Provenzano, grande capo della mafia per passare una vita a mangiare pane e cicoria.