chiara
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venerdì 15 giugno 2007
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un film riuscito per metà...
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sicuramente il commercio clandestino di organi, argomento trattato in sottofondo alla trama del film, è dei più meritevoli di attenzione. sicuramente i personaggi che, a causa della loro tossicodipendenza e indigenza, vengono portati a compiere azioni che in cuor loro ritengono ripugnanti, da personaggi senza scrupoli, per qualche soldo e una dose, sono lo specchio di un brasile molto poco vacanziero ma decisamente reale, che ci vuol gridare a gran voce che quel paese non è solo spiagge, tanga e samba.
sicuramente l'ambientazione è delle più riuscite: foreste pluviali rigogliose e piene di insetti, torrenti che creano cascate e grotte nascoste, spiagge fuori dagli itinerari convenzionali che lasciano senza fiato.
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sicuramente il commercio clandestino di organi, argomento trattato in sottofondo alla trama del film, è dei più meritevoli di attenzione. sicuramente i personaggi che, a causa della loro tossicodipendenza e indigenza, vengono portati a compiere azioni che in cuor loro ritengono ripugnanti, da personaggi senza scrupoli, per qualche soldo e una dose, sono lo specchio di un brasile molto poco vacanziero ma decisamente reale, che ci vuol gridare a gran voce che quel paese non è solo spiagge, tanga e samba.
sicuramente l'ambientazione è delle più riuscite: foreste pluviali rigogliose e piene di insetti, torrenti che creano cascate e grotte nascoste, spiagge fuori dagli itinerari convenzionali che lasciano senza fiato...
sicuramente i personaggi principali rispecchiano i giovani d'oggi: sicuri di avere il mondo in tasca perchè hanno fatto qualche viaggetto, spavaldi e incoscienti nell'affrontare situazioni potenzialmente pericolose, tutti magrissimi e palestrati come solo la società d'oggi impone.
sicuramente di tensione, più che di suspence, alcune scene...
ma...
...decisamente inverosimile la gestione della vita, all'interno di un paese sconosciuto, da parte di questi avventurieri improvvisati...
...impensabili alcune battute (il top viene toccato con quella finale) che ti portano a fare il solito commento "figurati se io, dopo aver avuto un'esperienza del genere, mi viene la voglia di dire..."...
...al limite della realtà e delle possibilità fisiche umane, alcune dinamiche di inseguimento...
...poco credibile la gestione dei rapporti interpersonali tra i vari personaggi: c'è chi si fa uccidere perchè non sopporta di aver perso un amico, c'è chi, invece, non versa nemmeno una lacrima...
...peccato che alcuni frangenti siano stati sviluppati in modo marginale...
purtroppo per questo film, tante sono le cose che paiono riuscite, tante sono le note dolenti che bisogna sottolineare... da valutarsi, quindi, un film riuscito per metà...
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(di casch )
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antonello villani
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venerdì 8 giugno 2007
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traffico d'organi sulle spiagge carioca
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Turisti in cerca di avventure sulle spiagge carioca. “Turistas” capovolge il mito di Ipanema con una storia al limite del sopportabile, perché mischia avventura ed horror portando alla luce una realtà che non avremmo voluto vedere. Miseria delle favelas, traffico clandestino di organi e tanta suspence per alcuni turisti rimasti intrappolati in un posto dimenticato dal Signore dopo che un autobus andato fuori strada li ha costretti ad una sosta forzata; spiagge bianchissime, perizomi in bella mostra quasi a ricordare che il Paese non è famoso solo per pallone; ragazze interessate più al portafoglio che all’avventura di una notte; medici senza scrupoli che irretiscono i forestieri con alcune adescatrici dalle belle maniere.
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Turisti in cerca di avventure sulle spiagge carioca. “Turistas” capovolge il mito di Ipanema con una storia al limite del sopportabile, perché mischia avventura ed horror portando alla luce una realtà che non avremmo voluto vedere. Miseria delle favelas, traffico clandestino di organi e tanta suspence per alcuni turisti rimasti intrappolati in un posto dimenticato dal Signore dopo che un autobus andato fuori strada li ha costretti ad una sosta forzata; spiagge bianchissime, perizomi in bella mostra quasi a ricordare che il Paese non è famoso solo per pallone; ragazze interessate più al portafoglio che all’avventura di una notte; medici senza scrupoli che irretiscono i forestieri con alcune adescatrici dalle belle maniere. Il regista di “Trappola in fondo al mare” alterna con disinvoltura le immagini da cartolina ai luoghi in cui regna la disperazione: serate a base di cocktail e feste in riva al mare possono trasformarsi in incubo quando scompaiono misteriosamente bagagli e documenti. Stockwell amplifica il senso di impotenza dei protagonisti con le difficoltà linguistiche che sono portate al parossismo e parla di paure primordiali affidandosi agli elementi della natura. Laghi, grotte, foreste impenetrabili diventano metafore di questa storia che s’ispira a fatti di cronaca, un viaggio nell’ignoto tra luoghi comuni ed avventure mordi e fuggi, eppure “Turistas” sa dosare ogni ingrediente trasformando in angoscia la vacanza di alcuni ignari turisti. Efficacissima l’immagine dell’elicottero che s’intravede nell’oscurità, presagio di morte il ritrovamento dei passaporti nel cassetto, da brividi il lunghissimo inseguimento nella grotta con i protagonisti che rischiano di annegare tra i fondali cristallini. Gli attori semisconosciuti rispecchiano la gioventù vacanziera che vuole perdersi nei paradisi perduti, mentre gli indios sono spinti al delitto per pochi cruzeiri e qualche sniffata di colla; il governo brasiliano non sarà certo contento per questo vademecum che avverte l’ignaro turista sulla pericolosità delle gita fuori porta ma la realtà, talvolta, supera l’immaginazione. Stockwell sfida le regole auree del thriller svelando da subito l’enigma eppure, contro ogni pronostico, confeziona un horror ad altissima tensione. Cinefili entusiasti, autorità brasiliane un po’ meno.
Antonello Villani
(Salerno)
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tia
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venerdì 10 agosto 2007
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inferno o paradiso?
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Un gruppo di turisti provenienti da diversi paesi ha un incidente con il pullman che li doveva trasportare in una delle città più pittoresche del Brasile, e così la compagnia si trova senza mezzi di trasporto ad aspettare per almeno due giorni su una spiaggia incantata, mare azzurrissimo e un bar per bere in compagnia di belle donne.
Peccato che sia tutta una truffa e da lì cominciano i guai seri.
Il paese è nelle mani di una banda di trafficanti di organi che non tarda ad individuare la comitiva incastrata da un giovane che si fingeva disponibile ad aiutarli.
Il film è ricco di scenari tipici della zona che fanno da ottimo sfondo alla vicenda e che acuiscono il contrasto tra la bellezza del posto e la crudeltà dell'uomo che per soldi farebbe qualunque cosa.
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Un gruppo di turisti provenienti da diversi paesi ha un incidente con il pullman che li doveva trasportare in una delle città più pittoresche del Brasile, e così la compagnia si trova senza mezzi di trasporto ad aspettare per almeno due giorni su una spiaggia incantata, mare azzurrissimo e un bar per bere in compagnia di belle donne.
Peccato che sia tutta una truffa e da lì cominciano i guai seri.
Il paese è nelle mani di una banda di trafficanti di organi che non tarda ad individuare la comitiva incastrata da un giovane che si fingeva disponibile ad aiutarli.
Il film è ricco di scenari tipici della zona che fanno da ottimo sfondo alla vicenda e che acuiscono il contrasto tra la bellezza del posto e la crudeltà dell'uomo che per soldi farebbe qualunque cosa.
Le scene cruente non sono molte, ma ci sono e resta sempre un clima di inaudita violenza e barbarie che dovrebbe farci riflettere sull'oscenità del tarffico di organi, un problema che affligge il Brasile e del quale pochi se ne curano davvero.
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nick castle
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lunedì 7 giugno 2010
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fiacca pellicola, nè horror nè nient'altro...
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Un po' un miscuglio eterogeneo, questa pellicola. Abbiamo dei ragazzi, adulti in teoria, che arrivati in Brasile in autobus e successivamente a un incidente stradale si ritrovano in una spiaggia isolata, con un bar che serve bevande alcoliche narcotizzate. I ragazzi all'inizio si risvegliano e scoprono di essere stati derubati, mentre già due di loro sono nelle grinfie dei cattivi. Tra una cosa e l'altra e con il falso aiuto di un ragazzo del luogo, che sembra avere rimorsi di coscienza, finiscono anche loro elle mani del sadico di turno. Il finale è fin troppo buonista. Non si capisce dove voglia andare a parare questo film, che poco sa di horror e poco sa di altro. In questo caso non si può definire un genere particolare.
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Un po' un miscuglio eterogeneo, questa pellicola. Abbiamo dei ragazzi, adulti in teoria, che arrivati in Brasile in autobus e successivamente a un incidente stradale si ritrovano in una spiaggia isolata, con un bar che serve bevande alcoliche narcotizzate. I ragazzi all'inizio si risvegliano e scoprono di essere stati derubati, mentre già due di loro sono nelle grinfie dei cattivi. Tra una cosa e l'altra e con il falso aiuto di un ragazzo del luogo, che sembra avere rimorsi di coscienza, finiscono anche loro elle mani del sadico di turno. Il finale è fin troppo buonista. Non si capisce dove voglia andare a parare questo film, che poco sa di horror e poco sa di altro. In questo caso non si può definire un genere particolare. Potrebbe anche essere scambiato per drammatico, oppure per qualcosa di socialmente impegnato. Non si capisce chi siano i cattivi e chi siano i buoni, ma forse lo sono entrambi, gli inglesi che in questo film si comportano come americani boriosi e cazzoni, infatti il chirurgo brasiliano parla come se d esse per scontato che tutti i turisti che arrivano in Brasile siano americani, e in qualche battuta li chiama persino americani, oppure la facciamo semplice e i cattivi sono i brasiliani? Appunto, sarebbe farla troppo semplice, facendo finta che gli inglesi siano come gli americani (e sappiamo che realmente non è così, perchè gli inglesi hanno differenze culturali ben profonde rispetto agli statunitensi), e il tutto sia comandato dal Dio denaro, allora la questione dei trapianti diventa, dalla parte dei Brasiliani, anche se non giustificata, non totalmente in torto. Mentre per chi pensa che l'omicidio è sempre omicidio è valga uguale in qualunque caso lo si ponga, allora i brasiliani sono in torto marcio. Tutto questo però nel film manca, nella pratica il film è un banale pretesto per urtale almeno in parte lo spettatore, proponendogli una pseudo morale politica-sociale, ma questo genere di argomenti hanno bisogno di ben più approfondimenti, invece di accenni pretestuosi e mal gestiti. Trucchi ed effetti speciali dignitosi, minimo apporto di animazioni digitali per le sequenze più difficoltose. Nel caso della regia si èuù dire che, il regista doveva almeno girare la scena, poi come, è tutto un altro discorso.
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riccardo
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venerdì 8 giugno 2007
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insomma...
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Per un gruppo di giovani turisti americani, australiani e inglesi, l'emozionante e tanto sognato viaggio in Brasile si trasformerà in un mortale gioco di sangue e fughe. A metà tra "Hostel" e "Lost", la pellicola si avvia ad una severa critica del "mondo ricco"(America, Australia ed Europa) la cui sete di conquista e la cupidigia lo portarono e lo portano tutt'ora a sfruttare quegl'angoli della terra meno sviluppati, da cui il guadagno di beni materiali a basso costo era ed è ancora assicurato. Ma qui non si parla di petrolio, materie prime etc. ma di organi: tema centrale del film è infatti il traffico illegale di quest'ultimi. Svegliandosi dopo la sbronza della sera prima, i turisti già citati, si accorgono di essere stati derubati; comincia così il loro viaggio alla ricerca dei responsabili del furto che li trascinerà però in un vero e proprio incubo.
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Per un gruppo di giovani turisti americani, australiani e inglesi, l'emozionante e tanto sognato viaggio in Brasile si trasformerà in un mortale gioco di sangue e fughe. A metà tra "Hostel" e "Lost", la pellicola si avvia ad una severa critica del "mondo ricco"(America, Australia ed Europa) la cui sete di conquista e la cupidigia lo portarono e lo portano tutt'ora a sfruttare quegl'angoli della terra meno sviluppati, da cui il guadagno di beni materiali a basso costo era ed è ancora assicurato. Ma qui non si parla di petrolio, materie prime etc. ma di organi: tema centrale del film è infatti il traffico illegale di quest'ultimi. Svegliandosi dopo la sbronza della sera prima, i turisti già citati, si accorgono di essere stati derubati; comincia così il loro viaggio alla ricerca dei responsabili del furto che li trascinerà però in un vero e proprio incubo. Gli organi vengono sottratti alle giovani vittime per essere donati ai bambini poveri brasiliani...un vero e proprio rovescio delle "convenzioni"!. Ma Stockwell limita la denuncia a poche, chiare e inquietanti parole proferite dal "chirurgo" nell'atto di estrarre organi da una delle ragazze e si abbandona invece a tanti,rivoltanti omicidi ed accidenti. Ai vivaci e colorati paesaggi della selvaggia natura brasiliana, si contrappone la tetra vicenda, le cui sequenze sono coontinuamente macchiate di sangue e arricchite da una buona dose di violenza. Non è dunque uno spettacolo gradevole quello di "Turistas", ma alcune scene sono senz'altro ben fatte: la fuga subacquea attraverso le grotte sottomarine e lo stesso intervento dell'estrazione degli organi (ma assolutamente stomachevole). Discreta la recitazione....lento l'inizio.
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medz
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sabato 5 gennaio 2008
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quanto è facile far schifo
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Il torture porn è un genere che non mi ha mai appassionato, ma sentendo alcune recensioni positive su questo film, ho deciso di tentare un avvicinamento alla materia. Film orribile, non tanto per i contenuti, ma per tutto ciò che vi sta intorno; poco splatter, è vero, ma quando c'è il regista abbonda con inquadrature gratuite e compiaciute; il film non si riesce a reggere in alcune scene, ma non solo in quelle di violenza, ma anche in molte altre, poichè la noia abbonda, molto più della tensione. Tensione che tra l'altro proprio non sussite; Eli Roth, l'oramai celeberrimo regista di Hostel tenuto a battesimo da Tarantino, in un intervista disse che ogni volta che uno spettatore davanti a una scena di un suo film aveva un conato di vomito, lui era contento.
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Il torture porn è un genere che non mi ha mai appassionato, ma sentendo alcune recensioni positive su questo film, ho deciso di tentare un avvicinamento alla materia. Film orribile, non tanto per i contenuti, ma per tutto ciò che vi sta intorno; poco splatter, è vero, ma quando c'è il regista abbonda con inquadrature gratuite e compiaciute; il film non si riesce a reggere in alcune scene, ma non solo in quelle di violenza, ma anche in molte altre, poichè la noia abbonda, molto più della tensione. Tensione che tra l'altro proprio non sussite; Eli Roth, l'oramai celeberrimo regista di Hostel tenuto a battesimo da Tarantino, in un intervista disse che ogni volta che uno spettatore davanti a una scena di un suo film aveva un conato di vomito, lui era contento. Forse bisognerebbe far capire a Eli Roth e ai suoi fratelli di torture porn che a far schifo sono buoni più meno tutti, ma mettere paura è un altra cosa. Se io mostro in un film un uomo che taglia un gamba a un altro oppure, come in questo, una particolareggiata scena in cui il cattivo ficca nell'occhio di un suo aiutante uno stecco e lo tortura lungamente, il 90% della sala, ha un conato di vomito o comunque prova schifo (il restante 10% probabilmente sono chirurghi e quindi avvezzi alla materia); quindi non penso ci voglia tanto talento a far schifire la gente. Questo film in cui un gruppo di ragazzi viene attirato in una casa nel bosco per poi essere torturato al fine di appropiarsi degli organi, sembra avere un velato intento di critica sociale o comunque una maggior serietà rispetto ad altri lavori; ma è solo apparenza, perchè il film è totalmente futile ed oltretutto xenofobo, innescando la solita paura per lo straniero inculturato, vile e selvaggio, in grado di aiutare un così spietato dottore. Nella prolissità del racconto vengono anche inserite quelle scene subaquee che piacciono tanto al nostro regista, e già ampiamente sfruttate in "Into the blue", dove almeno c'erano le grazie di jessica alba a salvare il film. Qui invece se nella prima parte bisogna pur riconoscere la bellezza di queste riprese, nella seconda diventano noiose, in un inseguimento tra le grotte subacquee che è inverosimile, assurdo e fastidiosamente grottesco. Ma per fortuna il bene trionfa sul male, e nelle memorie rimarrà scolpita la storica frase finale: "è meglio l'aereo". Grazie di cuore del consiglio.
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(di casch )
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francis metal
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lunedì 3 ottobre 2016
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nulla di ché
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Sarà anche vero che lo splatter in questo film è poco, ma c'è. Estremamente realistico, questo è vero, crudo, impressionante, ma se lo potevano proprio risparmiare, non serve a niente, è fine a se stesso.
Buona parte del film è fatta per mostrare le belle ragazze e compiacere il pubblico maschile. A cosa serviva, a creare il contrasto con la tragedia? Oppure fare vedere quanto i protagonisti erano allocchi abbassando la guardia in quella maniera? Forse questa cosa è passabile ma quella parte dura troppo, una parte non horror in un film che non è horror, per poi pretendere che tutto il film è horror... mah.... E poi fare vedere proprio la bionda fare quella bruttissima fine non solo è uno stereotipo ma serve anche a dispiacere quelli che prima sbavavano davanti ad essa.
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Sarà anche vero che lo splatter in questo film è poco, ma c'è. Estremamente realistico, questo è vero, crudo, impressionante, ma se lo potevano proprio risparmiare, non serve a niente, è fine a se stesso.
Buona parte del film è fatta per mostrare le belle ragazze e compiacere il pubblico maschile. A cosa serviva, a creare il contrasto con la tragedia? Oppure fare vedere quanto i protagonisti erano allocchi abbassando la guardia in quella maniera? Forse questa cosa è passabile ma quella parte dura troppo, una parte non horror in un film che non è horror, per poi pretendere che tutto il film è horror... mah.... E poi fare vedere proprio la bionda fare quella bruttissima fine non solo è uno stereotipo ma serve anche a dispiacere quelli che prima sbavavano davanti ad essa.
E poi si capisce quasi da subito come sarebbe andato a finire... si capiva benissimo di cosa sarebbero state vittime i protagonisti.
Di positivo c'è che non si è fatto uso del sovrannaturale, che l'assassino non è uno tradizionale e che denuncia un problema esistente per davvero..
ALLARME SPOILER.
Non credo che sia saggio prelevare un rene (o anche un fegato se solo fosse stato possibile nel film) a una persona che poche ore prima si era ubriacato e fatto le canne... mi pare una cosa davvero poco realistica... grosso buco nella trama.
Inoltre, per togliere solo un rene non è necessario uccidere la persona. Magari se muore non parla, ma se muore il cadavere prima o poi lo trovano e comunque non risolvi il problema... o sbaglio?
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amandagriss
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sabato 6 aprile 2013
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paradiso amaro
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La maledizione del turista colpisce ancora: dopo Wolf Creek e Hostel un'altra pellicola sui pericoli che corre il giovane viaggiatore yankee/europeo in terra straniera.Non il tipico slasher con le sue regole fisse
(il body count),ma un horror-movie blando (se di horror si vuol parlare).Potremmo definirlo sociologico,in quanto amalgama intelligentemente truculenza col contagocce e crudo disincanto di una realtà povera e disagiata quale il sud America,nello specifico il Brasile,succulenta preda degli avidi fratelli USA,che,usurpato delle sue ricchezze,ha ben pensato di essere equamente risarcito organizzando un mercato clandestino di trapianti d’organi,destinati alla sfortunata gente locale o a stranieri benestanti,costantemente rifornito dall’ingente mole di giovani turisti alla ventura fatti cadere in studiatissime imboscate.
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La maledizione del turista colpisce ancora: dopo Wolf Creek e Hostel un'altra pellicola sui pericoli che corre il giovane viaggiatore yankee/europeo in terra straniera.Non il tipico slasher con le sue regole fisse
(il body count),ma un horror-movie blando (se di horror si vuol parlare).Potremmo definirlo sociologico,in quanto amalgama intelligentemente truculenza col contagocce e crudo disincanto di una realtà povera e disagiata quale il sud America,nello specifico il Brasile,succulenta preda degli avidi fratelli USA,che,usurpato delle sue ricchezze,ha ben pensato di essere equamente risarcito organizzando un mercato clandestino di trapianti d’organi,destinati alla sfortunata gente locale o a stranieri benestanti,costantemente rifornito dall’ingente mole di giovani turisti alla ventura fatti cadere in studiatissime imboscate.Film che a distanza di tempo fa ancora tremare; brutale,veritiero,efficacissimo nel raccontarci le esatte dinamiche comportamentali di quei ragazzotti che in vacanza scelgono l’avventura,i luoghi esotici e sconosciuti (e vivamente sconsigliati),con in testa l’assurda idea di essere approdati in paradisi terrestri tutti ‘peace&love’.Dopo lo sballo invade la scena,come una doccia fredda,la dura realtà: senso di disorientamento,paura,profondo disagio nel trovarsi in una terra straniera,tra volti sconosciuti e ostili,in una situazione di debolezza,in condizioni di bisogno,prostrazione e avvilimento,e la pesante incognita su quale sia il futuro più prossimo. Tensione,angoscia,amarezza in contrasto con una splendida scenografia naturale (oceano,cascate immerse nel verde).Buona la regia,che dà il meglio di sé nelle riprese subaquee finali -insostenibili- (Stockwell ha girato anche Trappola in fondo al mare con Paul Walker e Jessica Alba).Tutto si svolge a misura d'uomo: al bando eroismi,decessi sopra le righe,scene madri,finali a sorpresa e/o aperti.Terrorizzante come solo la realtà,quando è spietata,sa essere.
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m.raffaele92
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mercoledì 9 ottobre 2013
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crudo e originale: da vedere.
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"Turistas" é un film prezioso e non mi stupirei se tra una decina d'anni venisse considerato come un cult movie.
La trama é un classico: gruppo di ragazzi in cerca d'avventure e divertimento si recano in un paese lontano e pseudo-sconosciuto. Sennonché stavolta siamo in Brasile (paese ben più pericoloso e temibile della Slovacchia di "Hostel" o dell'Australia di "Wolf Creek").
Dopo una notte di baldoria sulla spiaggia, all'alba inizia l'incubo.
Una violenza cruda e mai estetizzata rende l'orrore credibile; l'argomento centrale del film, inerente al trapianto (quindi vendita) di organi, lo rende attuale.
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"Turistas" é un film prezioso e non mi stupirei se tra una decina d'anni venisse considerato come un cult movie.
La trama é un classico: gruppo di ragazzi in cerca d'avventure e divertimento si recano in un paese lontano e pseudo-sconosciuto. Sennonché stavolta siamo in Brasile (paese ben più pericoloso e temibile della Slovacchia di "Hostel" o dell'Australia di "Wolf Creek").
Dopo una notte di baldoria sulla spiaggia, all'alba inizia l'incubo.
Una violenza cruda e mai estetizzata rende l'orrore credibile; l'argomento centrale del film, inerente al trapianto (quindi vendita) di organi, lo rende attuale.
L'ultima parte del film calca sul pedale dell'avventura (ma il regista mai si dimentica che sta girando un horror), e la pellicola ci guadagna, soprattutto perché ci ricorda molto "Un tranquillo weekend di paura" di John Boorman. Stavolta non é però del rapporto uomo natura che si sta parlando: siamo "semplicemente" di fronte ad un ottimo esempio di film di genere (e oggi non é affatto poco).
Un lieto fine un po’ consolatorio poco toglie alla carica di un horror che é da valorizzarsi soprattutto perché ha il coraggio di scostarsi dagli argomenti triti e ritriti che oggi tanto popolano i film dell'orrore, quindi di essere diverso.
Comunque, al di là di tutto, solo per stomaci forti.
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stego
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lunedì 4 gennaio 2010
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niente male
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la trama del film apparirebbe scontata, un gruppo di turisti che sono braccati da feroci criminali ma a parte questo di scontato non c'è nulla, il ritmo è incalzante, suspance è buona e sufficiente da tenere con il fiato sospeso fino all' inaspettbile finale con un avvincente inseguimento subacqueo, altra pecca, oltre alla piu classica delle trame, le scene troppo forti d' accordo che è un film orror ma sono davvero ai limiti della visione nel complesso il film è piu che positivo
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