fra
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lunedì 12 novembre 2007
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un profumo stonato
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Partendo dal presupposto che gia` il sottotitolo "storia di un assassino" contribuisce di per se ad intaccare la bellezza di uno dei pochi Romanzi (con la R maiuscola) veramente degni di nota della letteratura contemporanea, per il resto la pellicola, sebbene sontuosa nelle ambientazioni e con una piu` che apprezzabile fotografia, si esaurisce in un nulla di fatto. Il film e` senza dubbio godibile, anche se a tratti troppo noioso per chi non ha letto il libro carpendone l`eccezionalita` "sensoriale" e la genialita` narrativa; niente di piu`. Mentre chi legge con attenzione e trasporto le pagine dello scrittore tedesco puo`, soprattutto attraverso le minuziose descrizioni della cittadina di Grasse e dei suoi profumi, sentirsi veramente al centro di un`orgia sensoriale, il povero spettatore si trova troppo spesso catapultato in situazioni al limite del delirante.
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Partendo dal presupposto che gia` il sottotitolo "storia di un assassino" contribuisce di per se ad intaccare la bellezza di uno dei pochi Romanzi (con la R maiuscola) veramente degni di nota della letteratura contemporanea, per il resto la pellicola, sebbene sontuosa nelle ambientazioni e con una piu` che apprezzabile fotografia, si esaurisce in un nulla di fatto. Il film e` senza dubbio godibile, anche se a tratti troppo noioso per chi non ha letto il libro carpendone l`eccezionalita` "sensoriale" e la genialita` narrativa; niente di piu`. Mentre chi legge con attenzione e trasporto le pagine dello scrittore tedesco puo`, soprattutto attraverso le minuziose descrizioni della cittadina di Grasse e dei suoi profumi, sentirsi veramente al centro di un`orgia sensoriale, il povero spettatore si trova troppo spesso catapultato in situazioni al limite del delirante. Il resto non serve certo a ricreare quella magica atmosfera che solo il profumo della letteratura cartacea sa trasmettere alla mente e, mai come in questo caso, ai "sensi" del lettore. La sceneggiatura ha comunque il merito di essere calzante con la trama letteraria e questo, in un cinema che tende a stravolgere quanto pubblicato, e` senza dubbio un grande pregio. Per il resto, come gia` detto, un film godibile...ma quel nome signori!!
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tizianastanzani
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martedì 6 aprile 2010
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sentori & miasmi...
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Il cinema nasce, per la prima volta con questo film, al quinto senso: l’olfatto. Coraggioso esperimento, poichè il romanzo da cui è tratto é talmente stupefacente da non necessitare di un commento visivo; eppure qualcuno l’ha fatto. E devo dire che mi aspettavo di peggio, visto che attendo questa pellicola da vent’anni. Quando uscì il libro, infatti, credevo che il regista che ne avrebbe girato un lungometraggio, un giorno, sarebbe stato una specie di artista ‘avant garde’; in futuro – pensavo – il cinema sarà multidimensionale, e in sala ci saranno odori e sensazioni tattili, oltre che colori, parole, musica e movimento: meglio aspettare: sarà magnifico.
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Il cinema nasce, per la prima volta con questo film, al quinto senso: l’olfatto. Coraggioso esperimento, poichè il romanzo da cui è tratto é talmente stupefacente da non necessitare di un commento visivo; eppure qualcuno l’ha fatto. E devo dire che mi aspettavo di peggio, visto che attendo questa pellicola da vent’anni. Quando uscì il libro, infatti, credevo che il regista che ne avrebbe girato un lungometraggio, un giorno, sarebbe stato una specie di artista ‘avant garde’; in futuro – pensavo – il cinema sarà multidimensionale, e in sala ci saranno odori e sensazioni tattili, oltre che colori, parole, musica e movimento: meglio aspettare: sarà magnifico. Mi sbagliavo; in mancanza di tali effetti, la voce fuori campo e la mera trasposizione letteraria non possono, ancora oggi, che essere l’unica soluzione: ottima la ricostruzione d’epoca, ma difficilissimo interpretare la nausea, la soavita’ o l’insolenza di certi miasmi, o il paesaggio che evoca un’altra fragranza. Difficile eppure comune, pensare di non possedere sentore, nella nostra epoca intrisa di sempre nuovi effluvi. Facile soprattutto essere fagocitati dal sistema, oggi più che mai, e non certo per amore; ma Jean Baptiste sa benissimo che non può amare, e di essere amato gli importa ben poco: Ben Whishaw, giovane attore in erba, lo ha capito fin dalle prime battute.
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roby
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mercoledì 7 marzo 2007
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il "profumo" che pochi al cinema hanno sentito...
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Una fedele trasposizione del romanzo "Il profumo" di Suskind, curata in tutti i particolari; non vedevo un lavoro così ben fatto e preciso dai tempi de "Il Signore degli anelli". La cosa più riuscita del film, e la più importante, è la sensazione degli odori che riesce a trasmettere, quella sensazione di sentirli che le immagini riescono a dare in maniera piuttosto suggestiva, brutale, reale e, alle volte, sinistra. Ottima la scelta del protagonista, rende bene con la propria recitazione un personaggio affascinante ed enigmatico, che divide veramente il giudizio che lo spettatore può dare riguardo alle sue azioni. E' anche grazie alla fotografia che le immagini sanno comunicare ciò che deve essere comunicato, e nel film tutto questo si nota ed è molto apprezzabile; le scene sono girate proprio con la luce giusta, una luce calda e quotidiana, che rende vivo l'ambiente.
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Una fedele trasposizione del romanzo "Il profumo" di Suskind, curata in tutti i particolari; non vedevo un lavoro così ben fatto e preciso dai tempi de "Il Signore degli anelli". La cosa più riuscita del film, e la più importante, è la sensazione degli odori che riesce a trasmettere, quella sensazione di sentirli che le immagini riescono a dare in maniera piuttosto suggestiva, brutale, reale e, alle volte, sinistra. Ottima la scelta del protagonista, rende bene con la propria recitazione un personaggio affascinante ed enigmatico, che divide veramente il giudizio che lo spettatore può dare riguardo alle sue azioni. E' anche grazie alla fotografia che le immagini sanno comunicare ciò che deve essere comunicato, e nel film tutto questo si nota ed è molto apprezzabile; le scene sono girate proprio con la luce giusta, una luce calda e quotidiana, che rende vivo l'ambiente. Ogni evento del libro è fedelmente riportato nel film (compresa la mistica e travolgente orgia del finale) e, nonostante la lunghezza, risulta piuttosto scorrevole. Certo, è il massimo che potesse fare il regista mettendo in immagini ciò che era solamente sulla carta; il libro, ovviamente, riesce a dare con le parole sempre qualcosa in più che un film difficilmente può rendere nella stessa maniera. Comunque, resta un film ottimo e, secondo me, poco apprezzato.
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[+] ciaoooo
(di roby!)
[ - ] ciaoooo
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tabula rasa elettrificata
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mercoledì 24 dicembre 2008
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accostamenti arditi
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Esiste un'estetismo della perversione ? Se lo riteniamo possibile allora diverrà tollerabile anche l'incredibile soggetto che sta alla base di questo film ; un bravissimo , a mio parere almeno , interprete riesce a incarnare il male rendendolo dionisiaco pur nella sua efferata e paranoica azione criminale . Una regia a tratti magistrale , servita da una fotografia sensazionale , confeziona una chicca per cinefili dotati di stomaco forte . Un commento musicale estremamente coinvolgente ed appropriato , pur senza mai risultare invadente , completa l'opera di un regista che non conoscevo minimamente . Avrei preferito qualche particolare nauseabondo in meno , specie all'inizio , ma a quanto pare non esiste rosa senza spina ; è l'unica nosta stonata in un'opera al limite del capolavoro .
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Esiste un'estetismo della perversione ? Se lo riteniamo possibile allora diverrà tollerabile anche l'incredibile soggetto che sta alla base di questo film ; un bravissimo , a mio parere almeno , interprete riesce a incarnare il male rendendolo dionisiaco pur nella sua efferata e paranoica azione criminale . Una regia a tratti magistrale , servita da una fotografia sensazionale , confeziona una chicca per cinefili dotati di stomaco forte . Un commento musicale estremamente coinvolgente ed appropriato , pur senza mai risultare invadente , completa l'opera di un regista che non conoscevo minimamente . Avrei preferito qualche particolare nauseabondo in meno , specie all'inizio , ma a quanto pare non esiste rosa senza spina ; è l'unica nosta stonata in un'opera al limite del capolavoro . Ciao a tutti .
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jacopo b98
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lunedì 19 maggio 2014
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un film godibile, visivamente meraviglioso, ma...
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IL VERO VOTO PER QUESTO FILM è **½ (DUE STELLE E MEZZO)
Nel ‘700 nasce a Parigi Jean-Baptiste Grenouille (Whishaw); abbandonato subito dalla madre, è affidato ad un orfanotrofio. Il bambino dimostra da subito di avere un olfatto eccezionali, tuttavia è inodore: non ha un odore proprio. Disprezzato e maltrattato da tutti, voterà la propria esistenza allo scopo di crearsi un profumo tramite l’omicidio di giovani vergini… Il romanzo di Patrick Süskind è una delle pietre miliari della letteratura moderna: uscito nel 1985 non solo ha ricevuto una straordinaria accoglienza del pubblico, ma è probabilmente, dal punto di vista letterario, il romanzo più bello e significativo dalla sua uscita a oggi.
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IL VERO VOTO PER QUESTO FILM è **½ (DUE STELLE E MEZZO)
Nel ‘700 nasce a Parigi Jean-Baptiste Grenouille (Whishaw); abbandonato subito dalla madre, è affidato ad un orfanotrofio. Il bambino dimostra da subito di avere un olfatto eccezionali, tuttavia è inodore: non ha un odore proprio. Disprezzato e maltrattato da tutti, voterà la propria esistenza allo scopo di crearsi un profumo tramite l’omicidio di giovani vergini… Il romanzo di Patrick Süskind è una delle pietre miliari della letteratura moderna: uscito nel 1985 non solo ha ricevuto una straordinaria accoglienza del pubblico, ma è probabilmente, dal punto di vista letterario, il romanzo più bello e significativo dalla sua uscita a oggi. Un vero capolavoro insomma. Di un adattamento se n’era parlato tante volte. Esso fu proposto a Scorsese e a Kubrik, il quale rifiutò poiché affermò che il romanzo di Süskind, pur essendo un capolavoro, era infilmabile. E se a dirlo era il più grande regista della Storia (lo stesso che aveva precedentemente affermato: Qualsiasi cosa può essere scritta o pensata può essere anche filmata) forse un motivo c’era. Il libro è infatti, a detta dei critici e dei lettori di tutto il mondo, l’unico romanzo nella Storia ad essere riuscito, con il solo uso delle parole, a rendere gli odori e i profumi in modo convincente. Una bella impresa per un grande capolavoro! Qui dunque ci si deve porre una domanda: se Kubrik affermò che Profumo era inflimabile significava che affermava che sullo schermo i profumi non si possono rendere. E non aveva tutti i torti in quando è già più facile far immaginare un profumo in un libro che non in un film. E qui arriviamo alla domanda: se Kubrik lo riteneva impossibile, perché Tykwer, regista discreto, ha creduto di poterlo fare? Ambizione? Presunzione? Ingenuità? Probabilmente un misto di entrambe. Tuttavia la prima cosa che va detta su questo film è che brutto non è. Anzi. Con ciò non si può neanche dire che Tykwer sia riuscito al 100% nella sua fantasmagorica impresa. Infatti Profumo è un film grandioso, potente, affascinante, romantico e melodrammatico: una summa di tutti i vizi e le virtù del cinema di Tykwer, e il risultato è affascinante, senza dubbio. Ma per chi, come me, ha avuto l’onore di leggere le incantate pagine di Süskind, l’impresa risulta riuscita solo a metà. Il film nel complesso è abbastanza fedele al libro, specie nella prima parte; nella seconda il regista è costretto a tagliare quasi del tutto la assolutamente-impossibile-da-filmare parte della montagna e proprio totalmente la parte del marchese de la Taillade-Espinasse (perché, caro Tykwer, l’hai tagliata?! Questa parte era filmabile!), per poi andare ad aggiungere, aggiungere e aggiungere nella terza parte, ambientata a Grasse, in cui il regista si sofferma moltissimo sugli assassini di Grenouille, che nel romanzo sono descritti appena. Quindi, con una discreta fedeltà al romanzo, molte invenzioni di sana pianta, una lunghezza un po’ eccessiva e qualche manierismo, bene o male il film scorre che è un piacere. Ma di odori nemmeno l’ombra. Oltre al fatto che dell’ambiguità pietosa che nel libro aveva il personaggio di Grenouille, qui non c’è traccia. E ciò fa perdere molto fascino al personaggio, che per fortuna almeno è interpretato da Ben Whishaw, che, oltre ad essere perfetto nella parte, ci lascia un’interpretazione indimenticabile! E di qui in poi si potrebbero sprecare le parole per lodare il versante tecnico del film: la fotografia (Frank Griebe) è meravigliosa, le musiche sinfoniche (composte dallo stesso regista, con Johnny Klimek e Reinhold Heil, e eseguite dalla Berliner Philharmoniker) immergono lo spettatore in un’atmosfera perfetta, costumi e scenografie lasciano a bocca aperta. E, se le scene dell’orgia finale sono visivamente e musicalmente perfette, perdono anch’esse l’ambiguità, la violenza e la crudezza del romanzo, in favore di una sacralità troppo casta. Perciò il film è riuscito a metà: visivamente è perfetto, gli attori sono grandiosi, ma la storia non è trattata troppo bene. Ma sarà anche che io il libro l’ho letto e me ne sono innamorato. Il film mi è venuto sotto il naso, l’ho annusato e, della superba aroma del romanzo, ne ho sentita solo una parte.
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counterfeit
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lunedì 5 marzo 2007
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profumo. storia di un esteta.
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Un film estremamente curato, reso realistico attraverso l'ossessione di Jean-Baptiste Grenouille. E' spettacolare il modo in cui il regista riesce a cogliere la morbosa ricerca del bello e del perfetto.
In questo capolavoro viene rappresentata la bassezza e la crudeltà del mondo parigino settecentesco. L'ingenua fede del protagonista, brutalmente calpestata, spinge a commetterlo i "crimini" dal punto di vista umanistico imperdonabili.
Jean-Baptiste, però, non è un assassino che gode a vedere la propria vittima, è un esteta, un artista che non ha altro modo per arrivare al fine supremo, al sublime.
[+] recitazione non esaltante ma sensuale, intenso
(di nikita)
[ - ] recitazione non esaltante ma sensuale, intenso
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andyflash77
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lunedì 30 luglio 2012
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un grande hoffman in un film complesso
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E' sempre difficile trasportare un romanzo sul grande schermo, alcune volte è impossibile. Questo sembrava il caso di "Profumo" di Patrick Süskind, sia per il tipo di narrazione, basata principalmente sulle sensazioni olfattive del protagonista, sia per l'intransigenza dell'autore a cederne i diritti. Il progetto aveva, comunque,interessato più di un regista, tra cui Martin Scorsese e Stanley Kubrick, ma solo nel 2001 Süskind concede la liberatoria e il film viene affidato alla regia di Tom Tykwer. Ambientato nella Francia di metà diciottesimo secolo, "Profumo", narra la vita di "una tra le figure più geniali e scellerate di quell'epoca", quella di Jean Baptiste Grenouille.
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E' sempre difficile trasportare un romanzo sul grande schermo, alcune volte è impossibile. Questo sembrava il caso di "Profumo" di Patrick Süskind, sia per il tipo di narrazione, basata principalmente sulle sensazioni olfattive del protagonista, sia per l'intransigenza dell'autore a cederne i diritti. Il progetto aveva, comunque,interessato più di un regista, tra cui Martin Scorsese e Stanley Kubrick, ma solo nel 2001 Süskind concede la liberatoria e il film viene affidato alla regia di Tom Tykwer. Ambientato nella Francia di metà diciottesimo secolo, "Profumo", narra la vita di "una tra le figure più geniali e scellerate di quell'epoca", quella di Jean Baptiste Grenouille. Nato nel luogo più puzzolente di Parigi, rifiutato dalla madre fin dalla nascita, vive in condizioni di estrema miseria e povertà. A sostenerlo, un dono unico, un olfatto finissimo e una memoria olfattiva fuori dal comune, che gli permette di catalogare qualsiasi odore lui senta. Con testardaggine e pervicacia, egli decide di mettere a frutto questa qualità nel campo dei profumi. Dopo un primo apprendistato a Parigi si sposta a Grasse, per perfezionare la sua arte, ma durante il viaggio si ritira, in una grotta sul massiccio dell'Auvergne, in completo isolamento dal mondo e dai suoi odori. In questo periodo, il protagonista raggiunge progressivamente la consapevolezza che lui solo non ha odore e decide di creare un profumo che arrivi al cuore delle persone e le domini. Per realizzare il suo progetto non si farà scrupolo di uccidere creature viventi ed esseri umani indifesi per poterne estrarre l'essenza odorosa. Ma il suo operare non può essere considerato malvagio. Grenouille non prova nessun sentimento umano, non prova né gioia, né dolore, non ha bisogno né di amore, né di comunicare con il prossimo. In un certo senso non appartiene nemmeno al mondo in cui agisce, l'assenza di odore in un contesto in cui tutto ha un profumo, ed è da questo univocamente definito, lo pone completamente al di fuori della realtà. Ma in virtù della sua straordinaria abilità, è come un dio, un dio cinico e sprezzante. Alla fine la morte gli appare come l'unica soluzione alla terribile contraddizione che caratterizza il suo essere: dominatore assoluto di qualcosa che non potrà mai avere. Nel trasportare sul grande schermo la vita di Grenouille, Tom Tykwer deve fare un uso massiccio della voce fuori campo, che racconta il contesto e i sentimenti che muovono il protagonista, quasi muto. Nelle parti iniziali abbiamo una ricostruzione attenta e precisa della realtà, con scene molto forti e disturbanti, che ben rendono l'ambiente abbietto nel quale nasce e cresce Grenouille. Ma più il film procede più la regia si fa patinata e leccata, con un uso ridondante della musica. Si abbandona il parallelismo tra immagini e odori, per concentrarsi, nella parte centrale, sugli omicidi, utilizzando tutti gli stilemi dei film sui serial killer. Ancora meno riuscita la parte della grande orgia compiuta dagli abitanti di Grasse, dove si vedono solo corpi puliti e depilati, quasi senza imperfezioni, quando la folla dovrebbe essere composta da miserabili e straccioni. Rimarrà per sempre il dubbio su come un genio come Kubrick avrebbe potuto portare sullo schermo una vicenda tanto complessa e difficile.
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valentina
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domenica 2 settembre 2007
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un veridico prototipo
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Il personaggio di Jean-Baptiste Grenouille potrebbe spiegare, inferendolo dalla teoria di Kernberg, “il mondo interiore” dei serial killer. Innanzitutto, Jean-Baptiste Grenouille nasce e vive in un contesto degradato (orfanotrofio, conceria di pelli) incapace di rimandargli un’ immagine positiva di sé; immagine che con il tempo cercherà di compensare attraverso la dimostrazione della sua unicità (si spingerà oltre il 12° profumo!). Nel contempo, il protagonista non assimila neanche un’ immagine positiva degli altri, che vede come privi di valore, come oggetti, tanto da poter usare con “disprezzo” (lo si vede bene verso Baldini) od uccidere. Invero, dal profumiere Baldini otterrà la possibilità di apprendere l’ arte del distillare le essenze ed a Grasse apprenderà come “immortalare” un odore umano; fino ad uccidere in modo rituale, senza un’ accenno ad alcun senso di colpa.
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Il personaggio di Jean-Baptiste Grenouille potrebbe spiegare, inferendolo dalla teoria di Kernberg, “il mondo interiore” dei serial killer. Innanzitutto, Jean-Baptiste Grenouille nasce e vive in un contesto degradato (orfanotrofio, conceria di pelli) incapace di rimandargli un’ immagine positiva di sé; immagine che con il tempo cercherà di compensare attraverso la dimostrazione della sua unicità (si spingerà oltre il 12° profumo!). Nel contempo, il protagonista non assimila neanche un’ immagine positiva degli altri, che vede come privi di valore, come oggetti, tanto da poter usare con “disprezzo” (lo si vede bene verso Baldini) od uccidere. Invero, dal profumiere Baldini otterrà la possibilità di apprendere l’ arte del distillare le essenze ed a Grasse apprenderà come “immortalare” un odore umano; fino ad uccidere in modo rituale, senza un’ accenno ad alcun senso di colpa. Per ottenere che cosa? Ciò che non possiede: un odore! Ed alla fine riuscirà ad ottenerlo; ma è un profumo superiore perché è la fusione di tante componenti diverse ( vuoi di persone, vuoi di altre essenze), come un’ assimilazione “cannibalica”. Questa componente viene rievocata nella scena finale, nella quale Jean-Baptiste decide di porre fine alla sua vita in modo per lui “trionfale”. A mio parere “sopravvivendo smembrato ” nei corpi dei commensali..
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curamedievale
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sabato 8 dicembre 2007
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bel compitino
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Ho letto il libro.
Poi ho visto il film.
Poi ho guardato il libro e gli ho detto:" ma hai visto cosa ti hanno fatto?"
Il libro non mi ha risposto per educazione.
Il film è un classico esempio di megaproduzione multimilionaria in cui i soldi che stanno dietro la macchina organizzativa cinema distorcono il reale impatto che avrebbe dovuto avere l'opera. Cioè: il romanzo di Suskind (che non ha voluto partecipare alla stesura della sceneggiatura E SI VEDE) doveva essere trattato cinematograficamente in modo diverso dal resto dei filmetti moderni. Mi spiego: la struttura drammatica del film è così semplicemente banale. Appiattisce tutto. Non basta partire dalla fine e poi fare tutto un flashback per fare finta di essere alternativi.
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Ho letto il libro.
Poi ho visto il film.
Poi ho guardato il libro e gli ho detto:" ma hai visto cosa ti hanno fatto?"
Il libro non mi ha risposto per educazione.
Il film è un classico esempio di megaproduzione multimilionaria in cui i soldi che stanno dietro la macchina organizzativa cinema distorcono il reale impatto che avrebbe dovuto avere l'opera. Cioè: il romanzo di Suskind (che non ha voluto partecipare alla stesura della sceneggiatura E SI VEDE) doveva essere trattato cinematograficamente in modo diverso dal resto dei filmetti moderni. Mi spiego: la struttura drammatica del film è così semplicemente banale. Appiattisce tutto. Non basta partire dalla fine e poi fare tutto un flashback per fare finta di essere alternativi. Se il romanzo di Suskind è un capolavoro lo deve anche alle caratteristiche del romanzo, capacità di scrittura, qualità dell'ordine, potenza immaginifica, e ovviamente alla potenza della storia. Lo specifico del cinema è diverso da quello letterario. Non si può pretendere di prendere il romanzo per i capelli, tagliare via il superfluo e gettarlo in pasto alla macchina da presa. Questo film è monco di quella particolare bellezza che ha il romanzo, perchè mentre il romanzo per renderla usa lo specifico della letteratura, il cinema non usa il specifico, ma spera che trascinando di peso il romanzo la sua bellezza rimanga intatta. Film appena sufficiente, che, se non fosse per Dustin Hoffman, si meriterebbe a stento come voto il "bellino".
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joker 91
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domenica 25 luglio 2010
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citazioni e buon cinema
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un prodotto discreto quello dei fratelli hughes,buon film con messaggi che riconducono alla fede in modo indelebile,un film che dovrebbe far riflettere e far capire che è bene combattere per qualcosa che è giusto ed a cui teniamo mettendoci contro le ingiustizie che dilagano nel film ma anche nel mondo,deve fare riflettere questo prodotto perchè insegna veramente qualcosa di giusto ed rende consci di dove potrerebbe finire il mondo se non miglioriamo tutti nel rispetto dell ambiente ed delle risorse di energia che abbiamo.
Recitazione fantastica da parte di Washington e di Oldman che finalmente ritorna ai ruoli a lui più congeniali,citazioni all' america di sergio leone in molte sequenze.
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un prodotto discreto quello dei fratelli hughes,buon film con messaggi che riconducono alla fede in modo indelebile,un film che dovrebbe far riflettere e far capire che è bene combattere per qualcosa che è giusto ed a cui teniamo mettendoci contro le ingiustizie che dilagano nel film ma anche nel mondo,deve fare riflettere questo prodotto perchè insegna veramente qualcosa di giusto ed rende consci di dove potrerebbe finire il mondo se non miglioriamo tutti nel rispetto dell ambiente ed delle risorse di energia che abbiamo.
Recitazione fantastica da parte di Washington e di Oldman che finalmente ritorna ai ruoli a lui più congeniali,citazioni all' america di sergio leone in molte sequenze.
Un film che si può vedere tranquillamente ma se cercate il solito film effetti speciali,violenza e distruzione questo non fa per voi perchè fa riflettere ed affronta tematiche forti.
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