Il genere commedia è scritto, diretto e interpretato con l'intento di far ridere, o almeno sorridere. Nel film Il grande match (Le grand final) è stata abilmente applicata anche una regola molto semplice: un'idea di base molto originale che non sempre si trova in commedia, è più facile costruire una o più storie su degli stereotipi con risultati del tutto prevedibili e quindi allo spettatore rimane solo di godersi il riso o il sorriso.
In questo film di Olivares, invece, è l'idea originale il punto di forza: tre storie differenti che si sviluppano in tre diversi continenti, con personaggi autoctoni inseriti nel loro stupendo e unico paesaggio.
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Il genere commedia è scritto, diretto e interpretato con l'intento di far ridere, o almeno sorridere. Nel film Il grande match (Le grand final) è stata abilmente applicata anche una regola molto semplice: un'idea di base molto originale che non sempre si trova in commedia, è più facile costruire una o più storie su degli stereotipi con risultati del tutto prevedibili e quindi allo spettatore rimane solo di godersi il riso o il sorriso.
In questo film di Olivares, invece, è l'idea originale il punto di forza: tre storie differenti che si sviluppano in tre diversi continenti, con personaggi autoctoni inseriti nel loro stupendo e unico paesaggio. Per tutti e tre i gruppi di interpreti e comparse locali lo scopo è identico: riuscire ad assistere in televisione alla finale dei mondiali di calcio del 2002 Brasile-Germania. Utilizzeranno tutto il loro ingegno, con quello che possono e che l'ambiente può mettere loro a disposizione, per giungere alla serata finale davanti alla televisione. Le praterie della Mongolia, il deserto del Niger, e la foresta Amazzonica si fondono in un unico spettacolare documentario naturalistico ricco di colori e dove le contrapposizioni delle diverse culture si accomunano in questa ardua impresa. Ci riusciranno! Lo spettatore non potrà che sorridere, non solo per le situazioni, ma per l'intelligenza applicata dai personaggi nei loro intenti. Un grande merito va anche all'intelligenza coraggiosa di chi è riuscito a realizzare un film inconsueto.
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