Babel

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Un film di Alejandro G. Iñárritu. Con Brad Pitt, Cate Blanchett, Gael García Bernal, Kôji Yakusho, Adriana Barraza.
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Drammatico, durata 144 min. - USA, Francia, Messico 2006. uscita venerdì 27 ottobre 2006. MYMONETRO Babel * * * - - valutazione media: 3,04 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
jayan venerdì 4 dicembre 2009
un puzzle sulla violenza, la solitudine Valutazione 3 stelle su cinque
50%
No
50%

Un puzzle sulla violenza, la solitudine e sulla morte. Il regista passa da ciò che è avvenuto a ciò che era prima che esso avvenisse o a ciò che sarà dopo, da una parte all'altra del mondo, per raccontare la violenza, spesso involontaria (il ragazzo che spara alla turista senza avere intenzione di farlo), o volontaria (l'atteggiamento aggressivo dei poliziotti americani di frontiera verso i messicani, in questo caso verso la governante dei figli della moglie del protagonista, ferita in Marocco), la solitudine di chi vive in una grande città come Tokyo (e che è sordomuta, pur essendo figlia di un imprenditore ricco) ma anche di chi si trova nel deserto e non riesce a trovare un elicottero che venga a prendere sua moglie ferita e morente. [+]

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andyflash77 giovedì 16 agosto 2012
surreale babele Valutazione 4 stelle su cinque
50%
No
50%

Nel silenzio del deserto marocchino due ragazzini armati di Winchester esplodono dei colpi, ma i proiettili vanno più lontano di quanto loro avrebbero mai potuto immaginare, ferendo Susan (Cate Blanchett), una donna americana in viaggio col marito Richard (Brad Pitt) su un pullman. Questo evento drammatico ha ripercussioni su quattro diversi gruppi di persone che vivono in altrettanti continenti: un'adolescente giapponese sordomuta e suo padre, una tata messicana perduta con i due bambini della coppia ferita ed il nipote Santiago (Gael Garcia Bernal), e la famiglia berbera dei due ragazzini armati. Le loro vite, i loro destini dipenderanno da un gesto del passato: il dono di un fucile. [+]

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danko188 mercoledì 9 marzo 2016
atto iii della trilogia della morte Valutazione 3 stelle su cinque
0%
No
0%


Marocco. Un pastore acquista un fucile per tenere lontani gli sciacalli dal suo gregge, affidandolo ai suoi due giovanissimi figli i quali, per testare la validità dell’arma, si apprestano a far fuoco da un monte dell’Atlante ai primi bersagli umani che si trovano sotto i loro occhi. Una donna americana (Cate Blanchett) che si trova su un pullman di turisti assieme al marito (Brad Pitt),  rimane gravemente ferita.
Stati Uniti. Una badante messicana (Adriana Barraza) che ha sotto la propria custodia due bambini, decide irresponsabilmente di portarli con sé in Messico per prendere parte al matrimonio del figlio con la promessa da parte di suo nipote (Gael Garcìa Bernal) di riportarli negli USA una volta celebrato l’evento. [+]

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alberto lunedì 22 maggio 2017
4 storie verosimili e drammatiche Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
0%

 Cosa potrà mai accomunare una coppia californiana in viaggio reduce dalla prematura morte del figlio, due ragazzi marocchini intenti a maneggiare un fucile per acquisire una buona mira, due bambini che attraversano il Messico sotto la responsabilità della tata e un'adolescente giapponese sordomuta? Lo spettatore, di fronte a quattro storie che si alternano nel corso della pellicola, percorre gradualmente un cerchio e partecipa ad un gioco di causa-effetto improbabile ma molto verosimile, che ci aiuta a ricordare, come direbbe Einstein, che l'unica razza di questo mondo è quella umana e non possiamo dare per scontato che la lontananza geografica o culturale equivalga al lavamento delle mani. [+]

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mats lunedì 3 settembre 2007
distanze che uccidono. Valutazione 3 stelle su cinque
47%
No
53%

Più che un puzzle, come da qualcuno descritto, un quadro. Con quattro angoli che convergono in unico centro: l'incomunicabilità. Babel è un film sulla distanza (un padre che non c'è mai, un altro che scappa dopo la morte di un figlio, bambini lasciati crescere da soli nel deserto); la distanza dei genitori dai figli, che sfocia (quasi) inesorabilmente nella morte. Manierismo e autocompiacimento sono limiti che accompagnano spesso il cinema di Inarritu, ma se al giorno d'oggi c'è un regista che può specchiarsi nelle sue opere, è proprio lui. I suoi film tendono ad assomigliarsi un po' troppo, eppure, anche Babel, regala sequenze ed immagini impossibili da scordare. Impossibili da confondere. [+]

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odissea 2001 lunedì 14 gennaio 2008
come tanti granelli di sabbia Valutazione 4 stelle su cinque
47%
No
53%

Ognuno dei personaggi dei film di Inarritu ha perso qualcosa. Si può perdere il figlio, il proprio Paese, la moglie o la felicità conquistata dopo anni di sacrifici. Si può perdere il senso della vita, la speranza, ogni fiducia in se stessi e negli altri. Tutto in un lampo. E forse non lo si potrà recuperare mai più. Il regista messicano, che scava nei sentimenti e li mostra senza reticenze, rappresenta anche in Babel l'umanità sfilacciata, globalizzata e disperata che si ritrova nelle altre sue opere. Ottima la scrittura di Arriga, notevole la regia, sempre azzeccata la scelta del commento musicale. Credibili gli attori, a partire da un Brad Pitt sempre più maturo. E così risulta impossibile staccarsi dalla trama, scomposta e ricomposta grazie ad un abile e sorprendente doppiaggio. [+]

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kondor17 mercoledì 11 marzo 2015
impalpabile e troppo lento Valutazione 2 stelle su cinque
33%
No
67%

Ammetto di non aver mai amato Inarritu, a parte Amores Perros, del 2000, per me il suo film migliore. Ho rivisto ieri in Tv dopo 8 anni questa pellicola, perchè ad un premio oscar (Birdman - che ho lasciato a metà proiezione) bisogna sempre dare una seconda chance. E me ne pento. Due ore e passa (più di 3 in TV) sprecate.
Ho fatto fatica ad arrivare a metà e mi sono imposto di giungere alla fine, ma che fatica. Mi tenevo sveglio a sberle.
Proprio non ne capisco il senso. Va bene l'incomunicabilità, che permea il tutto e di cui è simbolo il titolo, vanno bene i salti spaziali e temporali, ma era proprio necessario trovare improbabili collegamenti tra Marocco, Messico, USA e Giappone? Non era meglio forse fare dei semplici episodi? Il film non ne guadagna, anzi secondo me ne perde. [+]

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jacopo b98 martedì 30 luglio 2013
il miglior film di inarritu. e che attori! Valutazione 4 stelle su cinque
29%
No
71%

 Quattro storie si intrecciano: in Marocco due fratelli (Ait El Caid e Tarchani) si divertono a sparare con un fucile e più o meno accidentalmente colpiscono una turista (Blanchett). Una coppia in crisi, marito e moglie (Pitt e Blanchett), fa un viaggio in Marocco, lei viene ferita da una fucilata e rischia di morire: la tragedia li riavvicinerà. Negli USA i figli della coppia (Fanning e Gamble) sono affidati alla governante di casa (Barraza) che li porta al matrimonio del figlio, al ritorno di notte hanno un guaio con la frontiera messicana e lei perde l’affidamento dei bimbi che ha cresciuto per tutta la vita. In Giappone una sordomuta (Kikuchi) con una crisi sessuale riallaccia i rapporti con il padre (Yakusho), che aveva regalato il fucile ad un uomo marocchino che a sua volta lo aveva venduto alla famiglia dei due ragazzini. [+]

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ettore bezzi martedì 21 agosto 2007
chaos a.d. e la torre di babele Valutazione 4 stelle su cinque
33%
No
67%

Questo film mi ha riportato alla mente un disco di una band brasiliana -CHAOS A.D. dei Sepultura- semplicemente per la caotica esistenza del genere umano in esso rappresentato. Il controllo delle vite che sfugge a causa di eventi imprevisti e imprevedibili, confuse e deliberate azioni criminali, attuate da persone al tempo stesso inconsapevoli, incomprensibili ed egoiste. BABEL ha la forza dolente di un racconto noir, l'asciutta freddezza di uno spietato romanziere tanto dolce quanto disperato da far vivere emozioni di un profondo senso di pietà umana, tradotta in squarci di autentica poesia narrativa visiva. Quattro storie di vita incrociate in altrettanti lontani angoli di mondo: San Diego (USA - CAL); Tijuana (MEX); Marocco; Tokyo. [+]

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lore giovedì 6 marzo 2008
aiutatemi a capire Valutazione 3 stelle su cinque
14%
No
86%

ci sono elementi del film che ancora non mi sono chiari. spero mi aiuterete a capire il perchè di tale e tanta sofferenza, tutta insieme! La trattazione della globalizzazione è molto interessante(forse la vera novità apportata dal film), personalmente non ravvedo il tema dell'incomunicabilità, anzi il contrario (la coppia in crisi in Marocco aveva un signor motivo per essere in crisi (la morte bianca del loro figlio neonato) e stavano veramente cercando una soluzione, infatti sono andati fino in Marocco!!; la governante arrestata dalla polizia statunitense era effettivamnete una clandestina. Non aveva il permesso di soggiorno e i poliziotti l'hanno trattata con correttezza; insomma non credo che si possa parlare di incomunicabilità di fronte alla grave sofferenza, in tali casi la difficoltà a comunicare è normale, fisiologica. [+]

[+] non è sulla sofferenza... (di monica)
[+] per monica (di claux)
[+] x claux (di monica)
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