riccardo
|
sabato 10 maggio 2008
|
film importante
|
|
|
|
Innanzitutto da ammirare il coraggio di Sara Polley, che a 28 anni ha deciso di debuttare come regista trattando un argomento difficile da rappresentare. I risultati sono più che buoni!
io non ho fortunatamente avuto casi di Alzhaimer cosi a me vicini, so tuttavia cosa vuol dire in senso più generale convivere con la malattia (anche se non ha colpito me per fortuna). Comunque posso dire che la giovane regista è riuscita a trasmettere le sensazioni di dolore e altre emozioni contrastanti dei protagonisti che tali situazioni procurano.
|
|
[+] lascia un commento a riccardo »
[ - ] lascia un commento a riccardo »
|
|
d'accordo? |
|
fuz
|
domenica 30 marzo 2008
|
*****
|
|
|
|
Vorrei segnalare che la coppia è sposata da quarant'anni e non cinquanta come viene descritto.
[+] per la precisione
(di achab50)
[ - ] per la precisione
|
|
[+] lascia un commento a fuz »
[ - ] lascia un commento a fuz »
|
|
d'accordo? |
|
cory
|
sabato 1 marzo 2008
|
bellisimo ! l'amore eterno esiste !!!!!!
|
|
|
|
bellissimo . l'amore senza fine !
da far vedere assolutamente alle persone di ogni eta' che si voglione bene .... l'amore vero !
[+] sei scema !!
(di mary)
[ - ] sei scema !!
|
|
[+] lascia un commento a cory »
[ - ] lascia un commento a cory »
|
|
d'accordo? |
|
maryluu
|
martedì 26 febbraio 2008
|
solitudine e amore
|
|
|
|
Dopo la visione di questo splendido film non si può che restare storditi da un dolore non proprio e non vissuto ma che riesce a penetrare l'animo nel profondo per diversi motivi.
Innanzitutto per l'amore senza tempo e senza spazio di Aubrey per Fiona, così forte, dopo 44 anni di vita insieme, da spingerlo ad annientarsi, a mettersi da parte perchè la tanto amata moglie possa essere felice fino alla fine. Ho sempre ritenuto che questo sia amore. Desiderare la felicità di un essere umano incondizionatamente, in maniera assoluta, senza chiedere nulla in cambio. Si rimane storditi per l'invidia verso Fiona, una donna fortunata anche nella malattia perchè amata profondamente, non abbandonata, non sola.
[+]
Dopo la visione di questo splendido film non si può che restare storditi da un dolore non proprio e non vissuto ma che riesce a penetrare l'animo nel profondo per diversi motivi.
Innanzitutto per l'amore senza tempo e senza spazio di Aubrey per Fiona, così forte, dopo 44 anni di vita insieme, da spingerlo ad annientarsi, a mettersi da parte perchè la tanto amata moglie possa essere felice fino alla fine. Ho sempre ritenuto che questo sia amore. Desiderare la felicità di un essere umano incondizionatamente, in maniera assoluta, senza chiedere nulla in cambio. Si rimane storditi per l'invidia verso Fiona, una donna fortunata anche nella malattia perchè amata profondamente, non abbandonata, non sola. E nonostante in passato possano aver avuto problemi, la dimostrazione di Aubrey ha soppiantato ogni possibile negatività remota.
Ancora si resta storditi per la maestria di Sarah Polley nel ricostruire le atmosfere di pace e solitudine scandite dai toni chiari, quasi sempre bianco pallidi, immortalate in una perfetta fotografia che tende a sbiadire come la vita di Fiona.
I luoghi in cui si svolge il narrato sono caldi come lo chalet in cui i due innamorati hanno vissuto tutto il loro amore e freddi come la clinica in cui viene ricoverata Fiona. La luce promanante dalle finestre non basta a colmare lo smarrimento, l'oblio, la perdita di se stessi dei pazienzi che soggiornano li, senza molte speranze di guarigione.
Un grande encomio merita l'interpretazione di Julie Christie, tragica e affascinante nello stesso tempo, innamorata al punto da voler svincolare il marito dal grande peso di prendersi cura di lei.
In fondo questa è una storia d'amore. Triste, inerme, dai colori sbiaditi come la candida neve.
Una storia profonda che non possiamo fare a meno di gustare, nella sua lentezza e nel suo fascino, minuto dopo minuto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a maryluu »
[ - ] lascia un commento a maryluu »
|
|
d'accordo? |
|
milena
|
domenica 24 febbraio 2008
|
non mi ha catturata
|
|
|
|
penso che sia un film ben fatto e bene interpretato,grandi attori protagonisti,ma, nonostante il tema, non mi ha catturato.L'ho tovato lento,monotono e pesante,senza pause,a tratti angosciante.Non mi ha coinvolta emotivamente,alla fine della proiezione ho tirato un sospiro di sollievo
|
|
[+] lascia un commento a milena »
[ - ] lascia un commento a milena »
|
|
d'accordo? |
|
cesare
|
giovedì 21 febbraio 2008
|
ma gli occhi cerulei di julie non sono invecchiati
|
|
|
|
Il film della giovane Sarah Polley, allieva del grande regista armeno-canadese Atom Egoyan (qui coproduttore) mette in scena (da un libro di Alice Munro, pure cosceneggiatrice) l'inesorabile naufragare nell'Alzheimer di una magnifica Julie Christie (cui difficilmente sfuggirà l'Oscar per la migliore interpretazione) e il dramma del marito (un pacato Gordon Pinsent) il cui amore, dopo un matrimonio lungo quarantacinque anni, approda alla negazione di sé pur di procurare alla vittima della malattia più devastante che si conosca qualche momento di serenità accanto ad un ricoverato nella medesima casa di cura. Tema non nuovo al cinema (dal toccante "Iris" in cui la mente insultata dal morbo era quella acutissima di Iris Murdoch, a d un asottostoria del recente "La ragazza del lago"), qui tutto è svolto, fin troppo, in chiave di sensibilità, rispetto, comprensione, "correctness" (come se un dramma così straziante e ingiusto non potesse giustificare anche rabbia e disperazione), cui fa da contrappunto la scelta stilistica del film, come avvitato su se stesso, circolare, e in definitiva immobile come la malattia, nonostante l'uso, piuttosto banale, del flashback (e del flashforward).
[+]
Il film della giovane Sarah Polley, allieva del grande regista armeno-canadese Atom Egoyan (qui coproduttore) mette in scena (da un libro di Alice Munro, pure cosceneggiatrice) l'inesorabile naufragare nell'Alzheimer di una magnifica Julie Christie (cui difficilmente sfuggirà l'Oscar per la migliore interpretazione) e il dramma del marito (un pacato Gordon Pinsent) il cui amore, dopo un matrimonio lungo quarantacinque anni, approda alla negazione di sé pur di procurare alla vittima della malattia più devastante che si conosca qualche momento di serenità accanto ad un ricoverato nella medesima casa di cura. Tema non nuovo al cinema (dal toccante "Iris" in cui la mente insultata dal morbo era quella acutissima di Iris Murdoch, a d un asottostoria del recente "La ragazza del lago"), qui tutto è svolto, fin troppo, in chiave di sensibilità, rispetto, comprensione, "correctness" (come se un dramma così straziante e ingiusto non potesse giustificare anche rabbia e disperazione), cui fa da contrappunto la scelta stilistica del film, come avvitato su se stesso, circolare, e in definitiva immobile come la malattia, nonostante l'uso, piuttosto banale, del flashback (e del flashforward). Solo in alcuni momenti emerge, come sotto la neve degli sterminati (e benissimo fotografati da Luc Montpellier) paesaggi dell'Ontario qualche brivido di inquietudine sotto l'apprente serenità (il personaggio della moglie del ricoverato, bene tratteggiato da Olympia Dukakis, qualche accenno alla malattia come costigo di una lontana colpa del marito: e l'Alzheimer risparmia la memoria lunga). Alla Egoyan, appunto. ma il film si ricorderà soprattutto per la splendida prova della Christie, i cui occhi cerulei non sono invecchiati dai tempi di "Darling".
[-]
|
|
[+] lascia un commento a cesare »
[ - ] lascia un commento a cesare »
|
|
d'accordo? |
|
matteo
|
martedì 19 febbraio 2008
|
fiona e grant:amore oltre i confini!
|
|
|
|
Film poetico ed elegante,Lontano da lei(di Sarah Polley che stupisce alla sua prima regia)ha portato la mia mente ad una malattia che avrei voluto dimenticare:il morbo di Alzhaimer.Mio nonno morì di questo orrendo male e so bene cosa vuol dire non essere riconosciuti dal proprio familiare.Lo sa bene amche Grant(un magnifico Gordon Pinsent,che meritava almeno una considerazione ai Globes)che inizialmente non riesce a sopportare l'idea della nuova situazione di Fiona(una magistrale e sublime Julie Christie,papabile vincitrice dell'Oscar 2008)e il fatto che essa non ricambi più l'amore di un tempo,a causa di questo male terribile che priva l'uomo della più importante fonte di sentimenti:il cervello.
[+]
Film poetico ed elegante,Lontano da lei(di Sarah Polley che stupisce alla sua prima regia)ha portato la mia mente ad una malattia che avrei voluto dimenticare:il morbo di Alzhaimer.Mio nonno morì di questo orrendo male e so bene cosa vuol dire non essere riconosciuti dal proprio familiare.Lo sa bene amche Grant(un magnifico Gordon Pinsent,che meritava almeno una considerazione ai Globes)che inizialmente non riesce a sopportare l'idea della nuova situazione di Fiona(una magistrale e sublime Julie Christie,papabile vincitrice dell'Oscar 2008)e il fatto che essa non ricambi più l'amore di un tempo,a causa di questo male terribile che priva l'uomo della più importante fonte di sentimenti:il cervello.Ma il cuore rimane sempre acceso e anche un malato di Alzhaimer può ritrovare in sè l'amore.Fiona ci riesce(anche se per un attimo)con i suoi sguardi penetranti e toccanti e con la sua voce calma e melodiosa,dando ancora una,seppur vaga,speranza ad un oramai rassegnato Grant.E il loro forte legame amoroso sembra rinascere nell'ultima scena.Questo perchè,anche se in passato la loro storia non è stata del tutto lucida e linda,il tempo li ha portati a rafforzarsi l'un l'altro e a stabilire un legame indissolubile e indistruttibile,un amore oltre qualsiasi confine,che supera qualsiasi barriera,anche quelle della malattia.Julie Christie è fantastica e bellissima pur avendo superato i 60 e la sua performance è davvero toccante.Spero dal profondo del cuore che possa vincere l'Oscar.
[-]
[+] gordon pinsent
(di arnaco)
[ - ] gordon pinsent
|
|
[+] lascia un commento a matteo »
[ - ] lascia un commento a matteo »
|
|
d'accordo? |
|
mario scafidi
|
lunedì 18 febbraio 2008
|
lo sguardo di julie christie
|
|
|
|
Una pellicola su di un tema assai poco praticato al cinema (l’unico precedente che mi viene in mente è “Iris – Un amore vero” di Richard Eyre): il morbo di Alzheimer. Fiona (Julie Chriestie) è una donna di mezza età che si accorge di essere affetta dalla malattia degenerativa che la condurrà presto o tardi ad una vita vegetativa. Di comune accordo con il marito (a dire il vero rstio al grande passo) decide di ricoverarsi presso una casa di cura, dove riscoprirà l’amore con gli slanci e gli entusiasmi dell’età adolescenziale. E ciò perché il malato di Alzheimer regredisce man mano che la malattia va avanti, sino a tornare bambino, per poi divenire un corpo inerte, senza memoria, ma capace di provare sentimenti.
[+]
Una pellicola su di un tema assai poco praticato al cinema (l’unico precedente che mi viene in mente è “Iris – Un amore vero” di Richard Eyre): il morbo di Alzheimer. Fiona (Julie Chriestie) è una donna di mezza età che si accorge di essere affetta dalla malattia degenerativa che la condurrà presto o tardi ad una vita vegetativa. Di comune accordo con il marito (a dire il vero rstio al grande passo) decide di ricoverarsi presso una casa di cura, dove riscoprirà l’amore con gli slanci e gli entusiasmi dell’età adolescenziale. E ciò perché il malato di Alzheimer regredisce man mano che la malattia va avanti, sino a tornare bambino, per poi divenire un corpo inerte, senza memoria, ma capace di provare sentimenti. Julie Christie (candidata ai prossimi Oscar come Miglior attrice protagonista, e già vincitrice della statuetta nel 1965 per la sua interpretazione in “Darling”) è bravissima nel disegnare il ritratto di un essere fragile e senza ricordi, in poco più di un'ora e mezza tratteggia con sensibilità l’evoluzione della malattia, e lo fa con la sola forza del suo sguardo vago e profondo. All’età di sessantasei anni la Christie appare ancor più bella che in passato, dolce quanto nemmeno la sua Lara de “Il Dottor Zivago” ha saputo essere. Dirige l’esordiente di talento Sarah Polley.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a mario scafidi »
[ - ] lascia un commento a mario scafidi »
|
|
d'accordo? |
|
sonnenkind
|
domenica 17 febbraio 2008
|
vai julie!
|
|
|
|
bella fotografia, bella storia, ma soprattutto una splendida Julie Christie che "buca" lo schermo con un sguardo, alla faccia dei suoi quasi 70 anni tutti portati, senza eguali.
|
|
[+] lascia un commento a sonnenkind »
[ - ] lascia un commento a sonnenkind »
|
|
d'accordo? |
|
edo
|
domenica 17 febbraio 2008
|
sarah polley e julie christie
|
|
|
|
Sarah Polley, regista al suo primo film, e Julie Christie, una delle più belle e brave attrici di sempre (anche a 70 anni), mettono su una pellicola veramente intensa e toccante, dalla trama apparentemente semplice (si parla di solitudine e distacco) ma allo stesso tempo profonda ed estremamente realistica, che fa perno su flashback e un solido intreccio. Ottimo lavoro alla regia, con inquadrature e direzione degli attori impeccabili. Attori, a partire dalla Christie, eccezionali. La candidata all'Oscar (spero lo vinca) riesce con solo lo sguardo ad esternare emozioni su emozioni. Il suo personaggio è magnifico, ottimamente scritto e non fa una grinza: una delle interpretazioni dell'anno. Perfetta.
[+]
Sarah Polley, regista al suo primo film, e Julie Christie, una delle più belle e brave attrici di sempre (anche a 70 anni), mettono su una pellicola veramente intensa e toccante, dalla trama apparentemente semplice (si parla di solitudine e distacco) ma allo stesso tempo profonda ed estremamente realistica, che fa perno su flashback e un solido intreccio. Ottimo lavoro alla regia, con inquadrature e direzione degli attori impeccabili. Attori, a partire dalla Christie, eccezionali. La candidata all'Oscar (spero lo vinca) riesce con solo lo sguardo ad esternare emozioni su emozioni. Il suo personaggio è magnifico, ottimamente scritto e non fa una grinza: una delle interpretazioni dell'anno. Perfetta. Ma anche i due attori non protagonisti, Gordon Pinsent (il marito) e Olympia Dukakis se la cavano egregiamente.
Da vedere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a edo »
[ - ] lascia un commento a edo »
|
|
d'accordo? |
|
|