idealista
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giovedì 3 aprile 2008
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emozionante e convolgente
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denuncia sociale, amore assoluto e scenari mozzafiato
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bordata il sublime
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giovedì 24 gennaio 2008
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paesaggi da sogno. film che addormenta.
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noiosino.
il film ondeggia tra un belleza visiva delle scene e una melensa interpretazione di finnes.
il personaggio è veramente preso e messo lì.(dorme o recita? anche la voce del doppiaggio è narcotizzante).
la sceneggiatura non è sicuramente il massimo.
finale tirato veramente via.
si poteva fare di meglio.
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jayan walter
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martedì 24 aprile 2007
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insieme film d'autore, di denuncia e spy story
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Il regista ha saputo abilmente coniugare il film d'autore con il film denuncia e il la spy story. Passa dai tempi lunghi, anche se pochi, in cui ci fa intravedere, anche per poco, le bellezze dell'Africa, alle fasi nervose e a flash delle parti d'azione e della spy story. Tutto il film è un passare dal presente al passato, dall'incontro e l'amore con la sua donna all'impegno per scoprire l'uso di cavie umane in Kenya per sperimentare nuovi farmaci (con la morte orribile di tante persone, sia quelle uccise dai farmaci che quei pochi che hanno cercato di indagare... tra cui la sua stessa moglie). Il film passa da pagine intense a pagine delicate,... e mantiene, fino alla fine un'onda lunga di suspance, che avvince, infuoca e gela allo stesso tempo.
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Il regista ha saputo abilmente coniugare il film d'autore con il film denuncia e il la spy story. Passa dai tempi lunghi, anche se pochi, in cui ci fa intravedere, anche per poco, le bellezze dell'Africa, alle fasi nervose e a flash delle parti d'azione e della spy story. Tutto il film è un passare dal presente al passato, dall'incontro e l'amore con la sua donna all'impegno per scoprire l'uso di cavie umane in Kenya per sperimentare nuovi farmaci (con la morte orribile di tante persone, sia quelle uccise dai farmaci che quei pochi che hanno cercato di indagare... tra cui la sua stessa moglie). Il film passa da pagine intense a pagine delicate,... e mantiene, fino alla fine un'onda lunga di suspance, che avvince, infuoca e gela allo stesso tempo. Dovrebbero proiettarlo nelle scuole. Tutti dovrebbero vederlo. Tutti dovrebbero sapere le nefandezze compiute da questa gente senza scrupoli che pensa solo a far soldi.
Grazie, Meirelles,
sono in attesa di altri suoi capolavori,
Jayan Walter - www.jayanwalter.com
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miki
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domenica 8 aprile 2007
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bello
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molto bello e soprattutto molto realistico.
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il tenente brook
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giovedì 1 marzo 2007
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e brava hollywood che trova il modo di campare...
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Fernardo Meirelles l'ex videoclipparo che colpisce ancora e fa centro; la regia è spesso frenetica e sostenuta da vivacissime musiche africane e colori sgargianti nella fotografia con il risultato che il ritmo non si abbassa mai e l'attenzione è calamitata sullo schermo, con un timbro che sa di fresco [di fastidioso a tratti] e di novità.
Ballerino tra fantapolitica, spy story e chi più ne ha più ne metta, va a schierarsi a pieno merito nella oramai nutritissima categoria dei film di Hollywood "per il sociale", con quel che di risaputo e di scontato, della serie tutto il mondo è una cospirazione, vedi Siryana, con la pecca in più che nell'ultima fatica di Meirelles l'intrigo politico stupisce per una certa pochezza di idee, tirate in là fino all'esasperazione.
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Fernardo Meirelles l'ex videoclipparo che colpisce ancora e fa centro; la regia è spesso frenetica e sostenuta da vivacissime musiche africane e colori sgargianti nella fotografia con il risultato che il ritmo non si abbassa mai e l'attenzione è calamitata sullo schermo, con un timbro che sa di fresco [di fastidioso a tratti] e di novità.
Ballerino tra fantapolitica, spy story e chi più ne ha più ne metta, va a schierarsi a pieno merito nella oramai nutritissima categoria dei film di Hollywood "per il sociale", con quel che di risaputo e di scontato, della serie tutto il mondo è una cospirazione, vedi Siryana, con la pecca in più che nell'ultima fatica di Meirelles l'intrigo politico stupisce per una certa pochezza di idee, tirate in là fino all'esasperazione.
Morale: sociale non è sociale, Fiennes è un divo e mal ci sta in Africa, ben ci campa sugli scandali...però è avvicente e persino commuovente a tratti, un po' facile qua e là...3 patacche piene.
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angydepp
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mercoledì 28 febbraio 2007
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accettabile
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io l'ho visto a scuola per affrontare meglio lo studio del kenya, l'ho trovato molto realistico è soprattutto importante per far riflettere sulle problematiche africane... in certi momenti un pò troppo lungo, certe scene potevano essere tagliate, ma il risultato è cmq accettabile
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emanuele
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mercoledì 3 gennaio 2007
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le potenzialità c'erano..peccato!
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Le tematiche trattate offrivano al regista tutte le potenzialità per fare un gran bel film...peccato davvero che queste sono state bruciate da una trama a volte troppo aggrovigliata che ha reso difficile allo spettatore di "star dietro" agli eventi ed ha fatto si che il film risultasse poco scorrevole, a tratti poco chiaro e quindi poco avvincente...poteva essere un gran film,peccato!
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giulia gibertoni
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domenica 3 dicembre 2006
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justin, diplomatico per carriera e per indole
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Justin Quayle, diplomatico britannico a Nairobi, dopo l’assassinio della moglie Tessa, non crede al movente passionale e vuole a tutti i costi scoprire la verità. Ripercorrerà così gli spostamenti della ragazza, che generosamente lottava in prima persona per cause umanitarie e stava indagando sulle sperimentazioni farmacologiche condotte da una multinazionale sulla popolazione locale. Di carattere riservato e flemmatico, Justin dovrà mettere in gioco tutto se stesso e rinunciare una volta per tutte alla tranquillità, se vorrà portare a termine la missione di Tessa.
Tre anni dopo City of God (2002), malinconico ritratto delle favelas di Rio de Janeiro, il brasiliano (ma dall’aspetto simpaticamente britannico) Fernando Meirelles torna a gettare uno sguardo sulle piaghe del Terzo Mondo e incontra l’ultimo romanzo di John Le Carré.
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Justin Quayle, diplomatico britannico a Nairobi, dopo l’assassinio della moglie Tessa, non crede al movente passionale e vuole a tutti i costi scoprire la verità. Ripercorrerà così gli spostamenti della ragazza, che generosamente lottava in prima persona per cause umanitarie e stava indagando sulle sperimentazioni farmacologiche condotte da una multinazionale sulla popolazione locale. Di carattere riservato e flemmatico, Justin dovrà mettere in gioco tutto se stesso e rinunciare una volta per tutte alla tranquillità, se vorrà portare a termine la missione di Tessa.
Tre anni dopo City of God (2002), malinconico ritratto delle favelas di Rio de Janeiro, il brasiliano (ma dall’aspetto simpaticamente britannico) Fernando Meirelles torna a gettare uno sguardo sulle piaghe del Terzo Mondo e incontra l’ultimo romanzo di John Le Carré. Ambientato in Kenya, è una denuncia dello strapotere delle industrie farmaceutiche, che perpetuano abusi sui deboli tra i deboli, per favorire i ricchi e cinici, spalleggiati da governi locali corrotti e da istituzioni politiche occidentali incaricate di mantenere lo status quo.
Meirelles affronta qui un tema così crudele da sembrare davvero soltanto materia di fiction e si mette alla prova in una descrizione complessa, quella di una terra non lontana in linea d’aria, ma perdutamente distante nel tempo per bisogni e prospettive, una terra che esporta vittime e importa i predatori: un continente di cui ci parlano fin da piccoli, tanto che si finisce per accettare la tragedia come norma geografica. E’ il continente dove da copione i bambini muoiono di fame, ma non soltanto i bambini e non solo di fame: l’Africa, realtà intricata, confusione di violenza e immobilità, è un coacervo di torti da raddrizzare.
Meirelles punta il dito sul business farmaceutico e sulla connivenza degli organismi diplomatici occidentali e lo fa intrecciando la denuncia con un’altra linea narrativa, ossia la storia d’amore tra due caratteri all’apparenza opposti: Justin Quayle, diplomatico per carriera e per indole, e Tessa, che pensa che in un mondo ingiusto non resti che cercare di diminuirne aritmeticamente il dolore.
Da un lato le ragioni dell’attesa, del lavorio lento, indiretto, di clan, poche domande e molte firme su molte carte; dall’altro, l’indignazione di fronte al sopruso e il rispetto per la vita, il coinvolgimento personale e l’aiuto diretto, e poi: molte domande, e molto urgenti.
Le due linee narrative scorrono parallele a forza di flash-back, mentre Meirelles mostra la stessa agile conoscenza dei mezzi tecnici che dispiegava in City of God. Parte delle riprese hanno qualità documentaristica, si fa largo uso della videocamera a mano, le inquadrature sono tagliate al vivo e inserite con disinvoltura in un montaggio vivace.
La struttura, però, è resa a tratti complessa dall’uso virtuoso, ma continuo, di flash-back mentre l’indubbia capacità tecnica sembra, anche se di rado, esitare tra il gusto esperto del cinema d’autore e la genuina esigenza di denuncia sociale.
Ottima la fotografia di César Charlone, che restituisce la luce del sole e del deserto senza farne uno stereotipo turistico e sottolinea a tinte forti il coraggio disperato ma saldo del protagonista. Flemmatico e candido appassionato di giardinaggio, all’improvviso e irrimediabilmente si trova scisso tra un prima e un poi e, come per un’intuizione tardiva, si rende conto che non basta coltivare il proprio giardino.
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vittorio
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venerdì 24 novembre 2006
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discreto ma poteva essere meglio
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Buon film, con una splendida fotografia e una storia che denuncia la case farmaceutiche che la fanno da padroni in Africa.
Il film è però a volte lento e il finale è sinceramente di un melodrammatico alquanto scontato.
Come dice la frase di lancio...un film che ti lascia con la sensazione di un piccolo vuoto: poteva essere fatto decisamente meglio!!
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nigel mansell
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venerdì 27 ottobre 2006
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tre film in uno
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Mi è veramente piaciuto, mi ha interessato sino all’ultimo anche se dura sulle due ore.
Tre film in uno, l'intrigo spionistico, il documento di denuncia e la bella storia d'amore.
Proprio per rispettare la sua triplice vocazione il film è stato realizzato anche in tre modi diversi, serrato e veloce con molti flash back e atmosfere soft-chic dei ricevimenti, dei campi da golf e dei club londinesi quanto ricalca la classica spy-story; per diventare quasi un documentario quando con la camera mobile scandaglia nella miseria dei kenioti, o durante l’assalto dei predoni nel campo in Sudan; poi con bellissimi primi piani del fantastico viso dell'affascinante Weizs, quando narra la storia d’amore, non si può non innamorarci anche noi della splendida attrice.
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Mi è veramente piaciuto, mi ha interessato sino all’ultimo anche se dura sulle due ore.
Tre film in uno, l'intrigo spionistico, il documento di denuncia e la bella storia d'amore.
Proprio per rispettare la sua triplice vocazione il film è stato realizzato anche in tre modi diversi, serrato e veloce con molti flash back e atmosfere soft-chic dei ricevimenti, dei campi da golf e dei club londinesi quanto ricalca la classica spy-story; per diventare quasi un documentario quando con la camera mobile scandaglia nella miseria dei kenioti, o durante l’assalto dei predoni nel campo in Sudan; poi con bellissimi primi piani del fantastico viso dell'affascinante Weizs, quando narra la storia d’amore, non si può non innamorarci anche noi della splendida attrice.
Si esce dalla sala con la certezza che ormai esistono due tipi di informazione, quella di facciata trasmessa dai media, con le Nazioni Unite i politici e tutte le organizzazioni impegnate nell'alleviare le miserie dei popoli del sud del mondo con la solidarietà la carità la diplomazia ecc. ... e quella reale, magari che trapela da film come questo o in libri coraggiosi, di un ristretto gruppo di corporation, oramai senza titolari in carne d’ossa mossi come una volta dalla passione per l’imprenditoria e il prodotto, ma in mano a gruppi di investimento che mirano solo al profitto. Così pochi paesi occidentali con le loro multinazionali agiscono di fatto ancora come i vecchi monarchi colonialisti, alleati con i politici corrotti dei paesi che sfruttano, usando ogni mezzo per raggiungere il loro fine.
Bellissime le scene iniziali e quelle finali di uno stormo che sorvola il lago dove trovano la morte i due protagonisti.
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[+] finale
(di gabry)
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