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Hostage |
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Un film di Florent Emilio Siri.
Con Bruce Willis, Kevin Pollak, Jonathan Tucker, Ben Foster, Jimmy Bennett.
continua»
Thriller,
durata 113 min.
- USA, Germania 2005.
uscita venerdì 1 aprile 2005.
MYMONETRO
Hostage   
valutazione media:
2,69
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Tentativo non riuscito.
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| domenica 26 febbraio 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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I primi minuti di questo The Hostage mi hanno incuriosito. Nello stile con il quale è stata presentata l'ambientazione, specialmente, ho notato un tentativo di spezzare qualche schema del genere. Quella villa lussuosa incastonata nella roccia, unita alla colonna sonora quasi gotica, mi ha fatto pensare a un castello e all'intrigante possibilità che qualcosa di originale potesse palesarsi da li a breve. Ma non ho fatto in tempo a sfregarmi le mani che subito mi sono trovato al cospetto della trama. Va detto che, nonostante nel cast spicchi uno degli uomini di punta del cinema muscolare, il regista sceglie di dosare i tempi e di dare spazio ai personaggi, trattenendo fin che può l'esplosione dell'azione. Il punto è che questi caratteri sono piuttosto stereotipati e non riescono a produrre un intreccio troppo sorprendente. Il protagonista della storia, il solito poliziotto in quasi pensione Bruce Willis, è persino sovraccarico di motivazioni, mentre i suoi tanti rivali non sfuggono a certe regole scritte per loro troppo tempo fa. Siri si rende conto di questo, evidentemente, e tenta di mettere una pezza utilizzando una regia quasi sempre quadrata, ma che non disdegna qualche svolazzo artistico quando la situazione lo richiede. In generale da vedere il film non è malaccio, se si esclude un eccessivo utilizzo dei filtri. L'atmosfera verdognola che ammanta tutto questo lavoro fa a pugni con un commento musicale che tenta di mantenere il mood gotico fino alla fine. Purtroppo fallendo in questa missione che avrebbe dovuto essere la vera arma in più di tutta la pellicola. A tutto ciò si aggiungono alcune scelte stilistiche di dubbio gusto, come la scena cristologica in mezzo all'incendio, durante la quale non sapevo se ridere o piangere tanto appariva forzata e fuori contesto. In definitiva non si può non vedere quanto Siri e Willis (nelle vesti di produttore), credessero in questo lavoro. Un peccato che la loro voglia di strafare abbia portato un risultato distante da quello che probabilmente avevano in mente. Ovvero la creazione di un'opera in grado di fungere da nuovo riferimento del genere.
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