duilio antonio vaccari
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martedì 1 gennaio 2008
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duilio antonio vaccari - campania in pillole
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DARK WATER - Jennipher Connely
Potete trovare in tutti i BLOCKBUSTER questa ennesima prova di recitazione di Jennifer Connelly. Da Labirinth con la partecipazione straordinaria di David Bowie - Chi non ricorda la scena dell'intreccio di rampe di scale a prospettive sfalsate su disegno di Escher - La Connelly cavalcava il bianco e buon draghetto dal muso simpatico. Anche un'esperienza italiana per l'attrice americana, quando tredicenne ebbe un ruolo da protagonista in Phenomena di Dario Argento. Sicuramente i ruoli tormentati e cupi le si addicono per l'accento drammatico dei colori scuri e dello sguardo di velluto. La Connelly non pecca di dolcezza dal ruolo di moglie di Russel Crow in Beautiful Mind alla mamma dolce di Dark Water.
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DARK WATER - Jennipher Connely
Potete trovare in tutti i BLOCKBUSTER questa ennesima prova di recitazione di Jennifer Connelly. Da Labirinth con la partecipazione straordinaria di David Bowie - Chi non ricorda la scena dell'intreccio di rampe di scale a prospettive sfalsate su disegno di Escher - La Connelly cavalcava il bianco e buon draghetto dal muso simpatico. Anche un'esperienza italiana per l'attrice americana, quando tredicenne ebbe un ruolo da protagonista in Phenomena di Dario Argento. Sicuramente i ruoli tormentati e cupi le si addicono per l'accento drammatico dei colori scuri e dello sguardo di velluto. La Connelly non pecca di dolcezza dal ruolo di moglie di Russel Crow in Beautiful Mind alla mamma dolce di Dark Water. In questo film che mostra una povera Seattel si sacrifica tra separazioen con il marito - esasperato ma responsabile - ed una nuova condizione di povertà che costringe la protagonista e la figlia a vivere in un mega condominio isolato e fatiscente. La Connely con una deliziosa spalla, una bambina meravigliosa - Jennifer Blaxter - si dipana nella storia e nei nuovi film horror americani un retrogusto di filmografia a flash e bagliori verdi ricorda il sentore giapponese dei film sulla scia di The Ring e figli.
L'ossesiva goccia sul soffitto, l'attacamento alla naturale salvaguardia della figla ed una bambina fantasma nel condominio diventano la trama fatta di angoscie e paure. Il film è bello ma lento come nella migliore tradizione americana - questa volta - inagurata da The sixty sense ad oggi. Il finale è imprevedibile e non lo anticipo. Tutto lievemente strugente. Gradevoli anche le caratterizzazioni di contorno alla storia
voto 7
alla prossima : love and peace
duilio
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elgatoloco
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sabato 16 luglio 2016
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segni dell'"altro", non gore
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Devo premettere di non conoscere l'originale giapponese di cui questo"Dark Water"è il remake né tantomeno il romanzo da cui esso era stato tratto/a cui si era ispirato. Detto questo e avendo letto che il film di Salles è meno"gore"del precedente-archetipo, mi sembra di poter rilevare che in effetti solo alcune sono scene"hard", ovviamente nell'accezione orrorifca, che comunque lo sviluppo(climax)a livello segnico parte dalla funicolare"claustrofobica"dell'inizio del film, passa per architetture comunque claustrofobiche e generalmente"fobiche", che esso ha momenti ulteriori nella casa e (ma in misura minore)nella scuola che la bambina para-protagonista frequenta, prima ancora che con l'acqua, certo "very dark", con la figura del custode-portiere della casa, inquietante, pur se poi non lo sarà neppure più di tanto.
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Devo premettere di non conoscere l'originale giapponese di cui questo"Dark Water"è il remake né tantomeno il romanzo da cui esso era stato tratto/a cui si era ispirato. Detto questo e avendo letto che il film di Salles è meno"gore"del precedente-archetipo, mi sembra di poter rilevare che in effetti solo alcune sono scene"hard", ovviamente nell'accezione orrorifca, che comunque lo sviluppo(climax)a livello segnico parte dalla funicolare"claustrofobica"dell'inizio del film, passa per architetture comunque claustrofobiche e generalmente"fobiche", che esso ha momenti ulteriori nella casa e (ma in misura minore)nella scuola che la bambina para-protagonista frequenta, prima ancora che con l'acqua, certo "very dark", con la figura del custode-portiere della casa, inquietante, pur se poi non lo sarà neppure più di tanto...Una serie, come si vede, di segni disseminati lungo il film, che dal punto di vista tecnico è realizzato molto bene, che prepara e anticipa quella progressione che porterà a un"acme" a un culmine drammaturgico assoluto, quello della rivelazione della vera identità della vera proprietaria dello zainetto lasciato... Non si può, certo, dire di più, pena mettere in crisi il patto implicito con il futuro spettatore(la futura spettatrice)quanto alla vera identità celata e al finale, ma si può dire che la"storia di fantasmi"ha molto a che vedere con quella fantasmatica in senso psicoanalitico-lacaniano che sta all'inizio della storia, dove la componente psicologico-familistica è molto accentuata, proprio "all'americana", con la madre appena separata dal marito e quindi il trauma relativo(per lei e ancora di più per la bambina), con un fondamentale rispecchiamento con e nella vicenda"altra", "soprannaturale".Gli interpreti, a iniziare dalla pur brava Jennifer Connelly, non sono di uno spessore"travolgente", ma tant'è... El Gato
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