Non è necessario essere dei grandi letterati per conoscere, anche solo per sentito dire, le vicende legate alla guerra di Troia, specialmente gli episodi narrati in un fantomatico libro, l’Iliade, parente stretto di un altro libro, l’Odissea, scritti entrambi da un altrettanto fantomatico poeta cieco, tale Omero (sorvoliamo sul fatto che Omero non è mai esistito e che sia Iliade e Odissea, sono stati tramandati a voce da più aedi, per secoli).
Tra tutti gli spettatori che vogliono vedere questo film, i più fortunati sono quelli che l’Iliade non l’hanno mai neanche aperto; perché chi invece conosce la bellezza del poema omerico, rabbrividisce alla visione di questo prodotto che non è altro che una delle massime espressioni del cinema Hollywoodiano moderno.
In Troy, la mitologia si avverte solo lontanamente, ancor di meno la religiosità degli antichi greci su cui invece si basa l’intera magia dell’Iliade: è totalmente assente la presenza degli dei.
E non è necessario essere degli storici per capire che i greci (così come i Troiani) non avrebbero mai potuto combattere così come fanno gli attori nel film: secondo quale virtù, Achille e i suoi compagni, appena sbarcati sul suolo Troiano, riescono a improntare una difesa “a testuggine”, cosa che avrebbero inventato i Romani solo qualche secolo più tardi?
Non posso criticare il regista, Petersen, qui al suo film peggiore, perché non ha la cultura classica necessaria per poter apprezzare ciò che invece ha rovinato. Non posso criticare produttori e sceneggiatori per aver elaborato uno dei pacchi più colossali della storia del cinema, perché sono strapagati per far questo. Non posso criticare James Horner, il compositore della colonna sonora, per aver scritto un tema trito e ritrito, a tratti pietoso e imbarazzante. E non posso criticare gli attori che tutto hanno tranne qualcosa in comune con i Greci, perché loro sono stati scritturati. Posso solo dire che Troy dai poemi omerici è stata solo liberamente ispirata, ma volti, storie, episodi, miti sono stati stravolti al servizio del colosso cinematografico Americano (Ad esempio Achille non morì il giorno della caduta di Troia, morì prima; e Aiace non fu colpito da tre frecce, tipo Rambo: si uccise)... E posso solo dire che trovo orribile una cosa del genere.
Non parliamo poi delle scenografie assurde, che ricostruiscono paesaggi per nulla simili a quelli dell’Asia Minore, e la fotografia, pessima, con una forte dominante luminosa che appiattisce ogni contrasto.
In compenso, nel film appare la ricostruzione del cavallo di Troia, tecnicamente ed esteticamente migliore di tutte le trasposizioni visive dell’Iliade (ops… nell’Iliade il cavallo di Troia non è menzionato, al contrario nell’Odissea). Vale la pena vedere Troy, per avere un’idea di come dovesse essere il cavallo di legno, costruito, secondo la leggenda, con ciò che rimaneva delle navi dei greci.
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sepp
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giovedì 7 novembre 2024
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poche idee, e confuse
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Commento negativo in maniera forzata, al punto che ti contraddici da solo: prima dici che la mitologia si avverte solo lontanamente, poi lo critichi per la poca storicità nell''inscenare la testuggine romana... un film non può essere "mitologico" e storicamente accurato al tempo stesso. Tralascio gli evidenti strafalcioni filologici... anzi no, li commento perché esemplari di quanto il commento sia sprovveduto e viziato dal pregiudizio: l''Iliade non è "un fantomatico libro", esiste e per esistere vuol dire che qualcuno l''ha composta, se poi questo qualcuno si chiamasse Omero o Vattelappesca, stica. Esiste l''opera, esiste un autore. Dici che i più fortunati tra gli spettatori di questo film siano quelli che l''Iliade non l''hanno mai letta, ma tu sei evidentemente tra costoro: se l''avessi letta, sapresti che in essa gli dèi sono personaggi a tutti gli effetti, assumono sembianze umane e prendono parte attiva alle vicende della storia, laddove il film, rinunciando a questa impostazione, si dà un tono più storico anziché sembrare, come sarebbe sembrato, un film rientrante nel filone del fantasy, o comunque più affine al fumettoso, stile Marvel/DC Comics che a quel punto sì, sarebbe stato davvero di stampo palesemente "holliwoodiano".
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Commento negativo in maniera forzata, al punto che ti contraddici da solo: prima dici che la mitologia si avverte solo lontanamente, poi lo critichi per la poca storicità nell''inscenare la testuggine romana... un film non può essere "mitologico" e storicamente accurato al tempo stesso. Tralascio gli evidenti strafalcioni filologici... anzi no, li commento perché esemplari di quanto il commento sia sprovveduto e viziato dal pregiudizio: l''Iliade non è "un fantomatico libro", esiste e per esistere vuol dire che qualcuno l''ha composta, se poi questo qualcuno si chiamasse Omero o Vattelappesca, stica. Esiste l''opera, esiste un autore. Dici che i più fortunati tra gli spettatori di questo film siano quelli che l''Iliade non l''hanno mai letta, ma tu sei evidentemente tra costoro: se l''avessi letta, sapresti che in essa gli dèi sono personaggi a tutti gli effetti, assumono sembianze umane e prendono parte attiva alle vicende della storia, laddove il film, rinunciando a questa impostazione, si dà un tono più storico anziché sembrare, come sarebbe sembrato, un film rientrante nel filone del fantasy, o comunque più affine al fumettoso, stile Marvel/DC Comics che a quel punto sì, sarebbe stato davvero di stampo palesemente "holliwoodiano". Andrebbero semmai criticate le licenze che si prende: la "spada di Troia" inventata di sana pianta, Enea ridotto al ruolo di fugace comparsa, la regina Ecuba del tutto assente, Patroclo che da amico diventa "cugino" quasi a voler celare la probabile omosessualità dell''Achille omerico, le morti di Menelao, Agamennone e Priamo, e via discorrendo. Personalmente oscillo tra la sufficienza e il discreto (il film offre comunque spunti di riflessione non presenti nel poema originale). Per quanto ti riguarda, come direbbe Sgarbi: studia, capra!
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