francesco balzano
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venerdì 22 aprile 2005
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al culmine della rabbia
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Al culmine della rabbia.Questo doveva essere il titolo del film, se non si vuole prendere in giro il pubblico. Perchè di quei litigi d'amore del titolo non c'è ne è neanche uno. Ecco quindi che un film bellissimo viene rovinato da una sciagurata traduzione. La storia è di quelle che non lascia indifferenti, il finale è spiazzante, gli attori superbi. Certo che chi si aspettava un film alla 'Pretty woman' troverà il film estremamente noioso. Ma è questo il punto. Non ci troviamo davanti a un film romantico. 'Al culmine della rabbia' (scusate ma non ce la faccio a chiamarlo col suo titolo italiano), è un dramma sull'egoismo, sulla rabbia appunto, sulla difficoltà di crescere degli adulti e sulla maturità di chi troppo superficialmente viene definita 'ragazzina'.
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Al culmine della rabbia.Questo doveva essere il titolo del film, se non si vuole prendere in giro il pubblico. Perchè di quei litigi d'amore del titolo non c'è ne è neanche uno. Ecco quindi che un film bellissimo viene rovinato da una sciagurata traduzione. La storia è di quelle che non lascia indifferenti, il finale è spiazzante, gli attori superbi. Certo che chi si aspettava un film alla 'Pretty woman' troverà il film estremamente noioso. Ma è questo il punto. Non ci troviamo davanti a un film romantico. 'Al culmine della rabbia' (scusate ma non ce la faccio a chiamarlo col suo titolo italiano), è un dramma sull'egoismo, sulla rabbia appunto, sulla difficoltà di crescere degli adulti e sulla maturità di chi troppo superficialmente viene definita 'ragazzina'. Un film dove si invertono i ruoli, insomma, dove i grandi sono piccoli e i piccoli sono grandi. Se andrete a vedere questo film così disposti non rimarrete delusi. Per chi ha ancora il tempo di ascoltare la vita.
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francescodegiorgio
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mercoledì 6 settembre 2017
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al culmine della rabbia? in che lingua?
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Secondo la scheda del film in questo sito (e anche in altri!) il titolo significherebbe "al culmine della collera"... ma in quale lingua?
In inglese, no di certo. "The upside of anger" vuol dire "il lato positivo della rabbia" (o della collera, se preferite), niente altro.
Qualcuno, nei siti in inglese - ossia dove scrive gente che almeno il titolo lo capisce! - considera "the upside of anger" un titolo con intento ironico. Un'ironia poco riuscita, direi...
Secondo la tesi del film, il lato positivo della rabbia sarebbe che ti porta a cambiare, a trasformarti. Il che - come qualcuno, sempre nei siti inglesi, nota - non è molto ben dimostrato dalla storia.
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Secondo la scheda del film in questo sito (e anche in altri!) il titolo significherebbe "al culmine della collera"... ma in quale lingua?
In inglese, no di certo. "The upside of anger" vuol dire "il lato positivo della rabbia" (o della collera, se preferite), niente altro.
Qualcuno, nei siti in inglese - ossia dove scrive gente che almeno il titolo lo capisce! - considera "the upside of anger" un titolo con intento ironico. Un'ironia poco riuscita, direi...
Secondo la tesi del film, il lato positivo della rabbia sarebbe che ti porta a cambiare, a trasformarti. Il che - come qualcuno, sempre nei siti inglesi, nota - non è molto ben dimostrato dalla storia... sarebbe stato d'altra parte difficile, visto che come tesi è abbastanza una stupidata: la rabbia ti avvelena l'anima e basta, non ha lati positivi.
A mio avviso, la protagonista è semplicemente una donna amara, molto centrata su se stessa e negativa per indole, che tende a pensare sempre il peggio degli altri e delle loro intenzioni - per questo quando il marito è scomparso, ha subito creduto - senza neppure fare accertamenti! - che l'avesse piantata per la segretaria. Un'altra donna, al suo posto, avrebbe prima pensato che potesse essergli successo qualcosa, l'avrebbe fatto cercare etc. Soprattutto se amava il marito avrebbe per prima cosa temuto una disgrazia.
Le persone egocentriche e negative come la protagonista non cambiano, cosa che invece fa credere il film nel finale, restano come sono.
Questo sulla tesi del film.
Sulla realizzazione, l'ho trovato abbastanza noioso, ma ammetto che non è il mio genere preferito. Costner un po' bolso, mentre è una buona prova di Joan Allen, anche se mi sembra interpreti sempre personaggi un po' simili.
Vedibile, ma niente di piu.
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paolp78
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sabato 23 settembre 2017
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commedia leggerina
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Nonostante la pellicola si apra con un funerale e toni tristemente dimessi, e nonostante che la voce fuori campo (della più giovane in scena) snoccioli impegnate riflessioni sul senso della vita (per altro tradendo intenti filosofico-pedagogici alquanto velleitari), in reltà questo "litigi d'amore" si rivela niente altro che una commedia, poco brillante e molto leggera.
Tutto sommato pare che con il cast a disposizione si potesse fare decisamente molto meglio: Joan Allen è la protagonista, ed è anche la migliore in scena; Costner non lascia particolarmente il segno, forse anche per via del personaggio che mi è parso troppo inconsistente e poco interessante; meglio invece le giovani attrici che interpretano le quattro figlie della Allen, che nel complesso formano un quadretto accattivante e piacevole.
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Nonostante la pellicola si apra con un funerale e toni tristemente dimessi, e nonostante che la voce fuori campo (della più giovane in scena) snoccioli impegnate riflessioni sul senso della vita (per altro tradendo intenti filosofico-pedagogici alquanto velleitari), in reltà questo "litigi d'amore" si rivela niente altro che una commedia, poco brillante e molto leggera.
Tutto sommato pare che con il cast a disposizione si potesse fare decisamente molto meglio: Joan Allen è la protagonista, ed è anche la migliore in scena; Costner non lascia particolarmente il segno, forse anche per via del personaggio che mi è parso troppo inconsistente e poco interessante; meglio invece le giovani attrici che interpretano le quattro figlie della Allen, che nel complesso formano un quadretto accattivante e piacevole. Sono le donne a salvare il film in definitiva.
Insopportabile ed inutile, invece, il capo della stazione radiofonica che ad un certo punto ha anche una breve relazione con una delle ragazze: pare che lo abbia interpretato lo stesso regista ... in effetti solo così si spiega che un personaggio così inutile non sia stato depennato dalla sceneggiatura.
Proprio la sceneggiatura è l'elemento più criticabile della pellicola: infarcita di dialoghi stupidotti e poco originali, risulta troppo fantasiosa ed infarcita delle solite problematiche assortite che a lungo andare stancano.
Il regista non sembra disposto a rinunciare a niente: nè al matrimonio a sorpresa, nè alla malattia che fa preoccupare, nè alla relazione con troppa differenza d'età ecc. Vuole raccontare troppo, troppe storie, ed alla fine non se ne racconta neppure una veramente avvincente; inoltre la durata del film ne risente, divenendo assolutamente eccessiva, col rischio di annoiare.
Forse con una figlia in meno si sarebbe potuto contenere meglio la durata della pellicola e frenare la tendenza bulimica del regista.
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