The Dreamers - I sognatori |
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Un film di Bernardo Bertolucci.
Con Michael Pitt, Louis Garrel, Eva Green, Robin Renucci.
continua»
Titolo originale The Dreamers.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 130 min.
- Italia, Gran Bretagna, Francia 2003.
- Cineteca di Bologna
uscita lunedì 8 gennaio 2024.
MYMONETRO
The Dreamers - I sognatori
valutazione media:
3,02
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Roberto Nepoti
La Repubblica
Una storia di formazione impeccabilmente raccontata. Una bella sequenza finale di scontri tra manifestanti e polizia (chi si aspettava di meno, dal regista di Novecento?). Quando i titoli di coda cominciano a scorrere sulle note della celebre canzone di Edith Piaf ("non, rien de rien..."), però, ti viene da chiederti: che cosa non rimpiange, Bernardo Bertolucci, di quel che ci ha appena fatto vedere? In realtà, " The Dreamers " è precisamente il tipo di film che gronda rimpianti; ma pieno di disincanto quanto povero di utopia, quasi un "gruppo di famiglia in un interno" quale avrebbe potuto realizzare, un tempo, Luchino Visconti. Al primo posto c'è la nostalgia della giovinezza, incarnata in quei corpi (improbabilmente) perfetti che la cinepresa accarezza dalla prima inquadratura all'ultima. Non è certo il rimpianto della generazione senza padri predicata dall'ideologia di allora; al padre anzi (un poeta, come Attilio Bertolucci) il film rimprovera di non assumere l'autorità del proprio ruolo, abbandonando i figli in balìa di se stessi (la vera figura paterna, a conti fatti, è il giovane americano); ed esprime, in ciò, la nostalgia di una mancanza. Ancor più evidente, infine, c'è la nostalgia del cinema com'era, dei vecchi tempi della Cinémathèque Langlois, di tanti titoli gloriosi, da Venere bionda alla Regina Cristina, da "Fino all'ultimo respiro" a Mouchette. Pur ammirando la bella forma del film apolide (autore italiano, ambientazione parigina, dialoghi in inglese), si fa strada poco a poco una sensazione d'imbarazzo; come quando, al termine di una cena con amici, qualcuno tira fuori la chitarra e comincia a intonare le canzoni di Battisti. Quel che manca, in tutto ciò, è la nostalgia dell'immaginazione al potere (di quel '68 che Bertolucci voleva contribuire a sottrarre all'oblio e che, invece, fa entrare dalla finestra solo ai tempi supplementari.
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