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sabato 28 settembre 2019
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gran film
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L’unica porcheria è il commento qui sopra, irrispettoso e specchio di una certa ignoranza sul genere da parte del “giornalista”. Alta Tensione è un film che si colloca perfettamente sul filone del cinema horror francese, in cui la violenza e il gore sono determinanti. Frontiers, Martyrs, Inside e il più recente La Casa delle Bambole incarnano perfettamente quello che è lo stile francese nel campo horror/thriller. Alta Tensione non è comunque un semplice film pieno di sangue e violenza, ma un film che riesce a costruire una buona dose di “tensione” (appunto) nello spettatore e che presenta un plot twist tanto geniale quanto inaspettato. Non a caso, Alta Tensione è il film che ha consacrato Aja come regista.
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andrej
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giovedì 13 aprile 2017
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un robusto thriller che scivola nel finale
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Francamente non capisco perche’ alcuni critici abbiano stroncato questo film in modo cosi’ netto: certo, non ha pretese di trasmettere chissa’ quali messaggi, ma e’ un thriller, perbacco, non e’ mica un film di Bergman o di Lars Von Trier... Il suo unico scopo e’ di intrattenere, emozionare e far stare col fiato sospeso gli spettatori per la sua durata di circa un’ora e mezza, tutto qui. Come il 90 % degli altri thriller, del resto…E questo scopo a mio parere lo raggiunge assai bene. Si tratta infatti di un robusto thriller a tinte forti, pauroso e coinvolgente, ben diretto, ben girato e abbastanza ben recitato, che non annoia mai e da’ brividi ed emozioni superiori alla media.
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Francamente non capisco perche’ alcuni critici abbiano stroncato questo film in modo cosi’ netto: certo, non ha pretese di trasmettere chissa’ quali messaggi, ma e’ un thriller, perbacco, non e’ mica un film di Bergman o di Lars Von Trier... Il suo unico scopo e’ di intrattenere, emozionare e far stare col fiato sospeso gli spettatori per la sua durata di circa un’ora e mezza, tutto qui. Come il 90 % degli altri thriller, del resto…E questo scopo a mio parere lo raggiunge assai bene. Si tratta infatti di un robusto thriller a tinte forti, pauroso e coinvolgente, ben diretto, ben girato e abbastanza ben recitato, che non annoia mai e da’ brividi ed emozioni superiori alla media. Peccato che proprio nel finale venga inserito un deleterio colpo di scena, eclatante ma del tutto forzato e inverosimile, che se da un lato non manca di sorprendere dall'altro pero’ va in netta e stridente contraddizione con varie altre scene precedenti del film, per cui, in ultima analisi, risulta del tutto controproducente, lasciando gli spettatori sconcertati e infastiditi, in preda alla sgradevole impressione di esser stati sempre presi in giro fino a quel momento. Peccato davvero, perche’ senza questo errore sarebbe stato un film assai migliore. Lo scopo di intrattenere ed emozionare comunque lo raggiunge eccome e questo per una pellicola di genere thriller e' un pregio non da poco e che va in ogni caso riconosciuto. Personalmente ho preferito “Frontiers”, ma lo ritengo superiore al pur piu’ celebrato “Inside”.
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zero99
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giovedì 25 dicembre 2014
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un buon horror francese
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Un gran bel film horror. La trama mi è piaciuta molto, gli omicidi sono resi molto bene, c'è tanto sangue, c'è abbastanza splatter, la tensione è alta, (quindi il titolo è giusto), e l'attenzione dello spettatore rimane alta dall'inizio alla fine. Nel finale c'è un bel colpo di scena che a me piace abbastanza. A molte persone il finale non piace, e si sono sentiti presi in giro, invece a me è piaciuto, anche se cmq certe cose non quadrano. Però è un film ben fatto, gli attori se la sono cavata bene, e l'ora e mezza è volata. Ogni tanto mi fa sempre piacere riguardarmelo, quindi è un film che non mi stufo mai di rivedere.
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paskmark
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domenica 2 marzo 2014
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non ti amo
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Peccato sprecare così una trama...frutto geniale della mente micidiale di Koontz, anche se non è accreditata l'ispirazione da Intensity, il film è ben girato ma ahimè non altrettanto ben scritto. Già qualcuno ha fatto notare le incongruenze della trama che, lungi dal poter essere sorvolate, spezzano il ritmo della suspence proprio in prossimità del finale. Troppe domande infatti si affollano nella mente quando la polizia vede quel che vede nella telecamera dell'area di servizio e irrompono nel cervello al posto dell'ansia che fino a poco prima aveva tirato le fila delle scene. Di conseguenza, il finale risulta inutile e stiracchiato piuttosto che un vero colpo di scena.
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Peccato sprecare così una trama...frutto geniale della mente micidiale di Koontz, anche se non è accreditata l'ispirazione da Intensity, il film è ben girato ma ahimè non altrettanto ben scritto. Già qualcuno ha fatto notare le incongruenze della trama che, lungi dal poter essere sorvolate, spezzano il ritmo della suspence proprio in prossimità del finale. Troppe domande infatti si affollano nella mente quando la polizia vede quel che vede nella telecamera dell'area di servizio e irrompono nel cervello al posto dell'ansia che fino a poco prima aveva tirato le fila delle scene. Di conseguenza, il finale risulta inutile e stiracchiato piuttosto che un vero colpo di scena. Aja ha fatto di meglio dopo.
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davide chiappetta
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venerdì 4 gennaio 2013
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emoglobinico e approssimativo
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Il film non è quello girato da Mel Brooks nel '77 ma un sottoprodotto del genere horror che fa il verso ai gore e slasher italiani e non degli anni '70 toccando opere come 'Non aprite quella porta' 'Torso' 'Vestito per uccidere' 'Grindhouse' 'Shining' 'Secret Window' (per il modo in cui l'assassino è rivelato) e via discorrendo. Alcune sequenze sono ben girate specie quelle che riguardano il gore, e di emo in questo film ne scorre a litri piu di qualsiasi altra opera horror, peccato che la trama non esista e che nella terza parte il film deragli dai binari già fragili e traballanti facendo un vero botto con un finale a dir poco ridicolo (il film è del 2003 quando ancora esisteva la tendenza frichettona di ribaltare il punto di vista del protagonista, tendenza inaugurata con 'Il sesto senso' che a sua volta fu debitore di 'Paura in palcoscenico' del grande Hitchcock, solo che questo film mostra il volto del vero assassino a due terzi del film, e questo su consiglio di Besson che secondo me non ha fatto che peggiorare le cose).
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Il film non è quello girato da Mel Brooks nel '77 ma un sottoprodotto del genere horror che fa il verso ai gore e slasher italiani e non degli anni '70 toccando opere come 'Non aprite quella porta' 'Torso' 'Vestito per uccidere' 'Grindhouse' 'Shining' 'Secret Window' (per il modo in cui l'assassino è rivelato) e via discorrendo. Alcune sequenze sono ben girate specie quelle che riguardano il gore, e di emo in questo film ne scorre a litri piu di qualsiasi altra opera horror, peccato che la trama non esista e che nella terza parte il film deragli dai binari già fragili e traballanti facendo un vero botto con un finale a dir poco ridicolo (il film è del 2003 quando ancora esisteva la tendenza frichettona di ribaltare il punto di vista del protagonista, tendenza inaugurata con 'Il sesto senso' che a sua volta fu debitore di 'Paura in palcoscenico' del grande Hitchcock, solo che questo film mostra il volto del vero assassino a due terzi del film, e questo su consiglio di Besson che secondo me non ha fatto che peggiorare le cose). Per quel che riguarda la psicologia dei personaggi o i snodi narrativi neanche l'ombra, forse un bambino avrebbe fatto di meglio. Il serial-killer una spanna sopra tutti, ricorda il cattivone col cappellaccio di 'Wolf Creek'. Ambientazioni che cambiano regolarmente e radicalmente a ogni atto giusto per non 'annoiare' lo spettatore, ma senza nessun guizzo di originalità. Per chi ama gli arredamenti dei film insuppati di liquido rosso, e per chi crede che queste pellicole siano capolavori horror (contenti loro).
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baby firefly
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martedì 25 settembre 2012
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l’apoteosi delle incongruenze
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Il colpo di scena del secondo lungometraggio di Alexandre Aja è l’elemento che rovina uno splatter fino ad allora niente male. Ad una prima analisi fatta a caldo, il film può sembrare un capolavoro, mista unione di malata psicologia schizofrenica e puro splatter, ma una minima riflessione mette a nudo i limiti di Alta tensione. L’elemento scatenante il caos è rappresentato proprio dal colpo di scena: il maniaco omicida non è altro che Marie. Fino a qui niente da ridire se non che nella parte precedente ci sono incongruenze grandi come una casa a tre piani con terrazza. La prima è la scena in cui il maniaco dopo un aver ricevuto un rapporto sessuale orale getta via dal finestrino la testa mozzata di una ragazza.
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Il colpo di scena del secondo lungometraggio di Alexandre Aja è l’elemento che rovina uno splatter fino ad allora niente male. Ad una prima analisi fatta a caldo, il film può sembrare un capolavoro, mista unione di malata psicologia schizofrenica e puro splatter, ma una minima riflessione mette a nudo i limiti di Alta tensione. L’elemento scatenante il caos è rappresentato proprio dal colpo di scena: il maniaco omicida non è altro che Marie. Fino a qui niente da ridire se non che nella parte precedente ci sono incongruenze grandi come una casa a tre piani con terrazza. La prima è la scena in cui il maniaco dopo un aver ricevuto un rapporto sessuale orale getta via dal finestrino la testa mozzata di una ragazza. Dopo aver visto tutto il film questa scena rafforza la convinzione che in quel furgoncino non poteva esserci Marie, ma visto che l'assassino col berretto e Marie sono la stessa persona allora la scena non ha alcun senso e il regista avrebbe fatto più bella figura a tagliarla in fase di montaggio. La parte più oscena è quella dell’inseguimento tra il furgoncino e la Ford Granada coupé. Ma se di fatto i personaggi sono due, Marie ed Aléx, di cui uno ammanettato nel retro del furgoncino, come è stato possibile guidare due autoveicoli? Si potrebbe pensare che la Ford sia frutto della fantasia di Marie ma ciò non è possibile perché le ferite dell’omicida tra cui quelle al braccio sinistro sono causate proprio dal ribaltamento della Ford all’interno del bosco. Allora chi guidava il furgoncino? Ma soprattutto il furgoncino da dove è saltato fuori? Chi è il proprietario? Il presunto maniaco arriva al casolare mentre Marie è sdraiata sul letto e si sta masturbando quindi non può essere stata lei a guidarlo. Marie ha commesso gli omicidi e su questo non ci sono dubbi, eppure nonostante abbia ammazzato padre, madre, figlio e benzinaio e abbia pestato Aléx neanche una goccia di sangue è schizzata sui suoi vestiti. Lasciamo gli altri gli innumerevoli interrogativi ai posteri. Morale della favola è che un bel film è stato rovinato dal tentativo maldestro ed avventato di creare un improbabile colpo di scena. Più spettacolare di "Seven". Più terrificante de "Il silenzio degli innocenti". Paragonabile solo a "Saw l'enigmista". Questo è quanto recita uno degli slogan promozionali del film, ma avendo visto i tre film citati il paragone non regge affatto, anzi.
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soter1978
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giovedì 30 agosto 2012
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sintomi di un talentuoso regista.
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Chi parla della sceneggiatura scarsa e scritta in poche righe ignora che il film è un rifacimento che segue passo passo il libro di Dean Koontz INTENSITY, almeno fino alla fine. Romanzo di eccezionale bellezza e tensione. Il film di Aja riesce a mantenere quella tensione e dimostra da alcuni stili registici utilizzati che non era fumo. E infatti ne ha fatto di strada in questi anni.
Dovrebbero essere comunque banditi quei critici che definiscono questi lavori a basso costo delle porcherie.
E' chiaro che non hanno mai girato un minuto di filmato e se lo hanno fatto hanno fallito diventando astiosi spargitori di puttanate sul web.
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loris760
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venerdì 9 dicembre 2011
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porcata
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Ho visto migliaia di film nella mia vita, questo è sul podio per il film più brutto.
Regge un po' la recitazione e la fotografia il resto del film è quanto di peggio si possa trovare in cinematografia.
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absintium
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martedì 9 agosto 2011
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film particolare
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Sono un amante di horror, ma in generale di qualsiasi film mi tenga sulle spine, bhe questo film ti tiene incollato alla schermo a farneticare su varie possibilità di finale .. su quale sia la "sola" .. e poi in fine scopri di non aver capito nulla.. e rimani colpito sia dalla trama che dai molteplici cruenti atti che sono molto curati e ben visibili. In generale un buon film passatempo.
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frz94
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venerdì 1 luglio 2011
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alta tensione
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Alexia invita l’amica Marie a trascorrere un weekend nella casa di famiglia; tuttavia la notte stessa dell’arrivo uno psicopatico irrompe nell’abitazione e, dopo aver ucciso i genitori e il fratellino di Alexia, rapisce quest’ultima, portandola con sé sul suo vecchio furgoncino. Marie, dopo aver assistito impotente alla strage, si lancia all’inseguimento dell’amica, pronta a tutto pur di salvarla.
Il promettente regista francese Alexandre Aja firma nel 2003 questo slasher, che, sebbene non dica nulla di nuovo, lo dice relativamente bene. Mi spiego. Di certo la trama, per chi non è novizio al genere, risulta oltremodo già vista (il solito pazzo! Quanti pazzi psicopatici ha sfornato il cinema da trent’anni a questa parte!), tuttavia Aja dimostra di avere un notevole talento da regista, creando atmosfere di tensione e utilizzando inquadrature azzeccate.
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Alexia invita l’amica Marie a trascorrere un weekend nella casa di famiglia; tuttavia la notte stessa dell’arrivo uno psicopatico irrompe nell’abitazione e, dopo aver ucciso i genitori e il fratellino di Alexia, rapisce quest’ultima, portandola con sé sul suo vecchio furgoncino. Marie, dopo aver assistito impotente alla strage, si lancia all’inseguimento dell’amica, pronta a tutto pur di salvarla.
Il promettente regista francese Alexandre Aja firma nel 2003 questo slasher, che, sebbene non dica nulla di nuovo, lo dice relativamente bene. Mi spiego. Di certo la trama, per chi non è novizio al genere, risulta oltremodo già vista (il solito pazzo! Quanti pazzi psicopatici ha sfornato il cinema da trent’anni a questa parte!), tuttavia Aja dimostra di avere un notevole talento da regista, creando atmosfere di tensione e utilizzando inquadrature azzeccate. Se la regia è buona, la sceneggiatura, come spesso accade in film del genere, è leggerina, se non quasi inesistente: i dialoghi sono di una pochezza impressionante e il colpo di scena finale sembra tirato per i capelli, come se non si potesse fare a meno di scioccare lo spettatore. E, devo dire, che al centesimo slasher di questo genere, personalmente mi sono stufato di vedere teste recise e arti monchi senza una salda base di contorno, o un’idea di base che giustifichi in qualche modo la mattanza a cui si assiste. Oltre a una certa saturazione per la violenza, concorre parallelamente la noia. Il buon vecchio Scream non è che un antico ricordo. Gli attori tuttavia se la cavano discretamente e in particolare Cecile de France, bella e brava. Sprecato Philippe Nahon, che, se supportato da una sceneggiatura più solida, poteva dare di più; sebbene si sforzi invano, il personaggio del killer risulta piuttosto piatto e monocromatico, uguale a mille altri.
Manco a dirlo poi gli SFX sono incredibili. Nel complesso devo dire che il film mi ha abbastanza insoddisfatto, sebbene stranamente la prova attoriale sia superiore agli standard dello slasher, dove di solito vengono ingaggiati interpreti di mezza tacca. Comunque le potenzialità in Aja ci sono tutte (all’epoca del film era solo un venticinquenne); non resta che aspettare!
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