Uno di quei paradossi insanabili che rendono la città di Palermo un caso unico al
mondo vuole che dal suo famoso Palazzo di
Giustizia si possa godere di una buona
panoramica sull'altrettanto famoso mercato
rionale del Capo:un'autentica casbah a due
passi dal vero e proprio centro storico. Nel più distante ma non meno noto Ballarò
Roberta Torre ha ambientato Angela. Da una storia vera. Paradosso nel paradosso,
la regista, milanese di nascita ma
palermitana di adozione, è riuscita ad
analizzare come nessun altro mai le realtà
più sordide e irredimibili di questa società
malavitosa i cui esiti sono purtroppo
riscontrabili nelle non poche lapidi sparse
per le vie della città a ricordo dei caduti(da
Petrosino in avanti, fino all'albero Falcone).
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Uno di quei paradossi insanabili che rendono la città di Palermo un caso unico al
mondo vuole che dal suo famoso Palazzo di
Giustizia si possa godere di una buona
panoramica sull'altrettanto famoso mercato
rionale del Capo:un'autentica casbah a due
passi dal vero e proprio centro storico. Nel più distante ma non meno noto Ballarò
Roberta Torre ha ambientato Angela. Da una storia vera. Paradosso nel paradosso,
la regista, milanese di nascita ma
palermitana di adozione, è riuscita ad
analizzare come nessun altro mai le realtà
più sordide e irredimibili di questa società
malavitosa i cui esiti sono purtroppo
riscontrabili nelle non poche lapidi sparse
per le vie della città a ricordo dei caduti(da
Petrosino in avanti, fino all'albero Falcone).
A margine c'è da notare che i tanti
palermitani onesti sono così assuefatti a
convivere con l'omicidio e la sofferenza da non avvertire una contraddizione in termini perfino quando si riversano festosamente
ad ascoltare del buon jazz in un ex lazzaretto che non a caso veniva, ed è
chiamato "Lo Spasimo". Onore a Roberta
Torre,dunque,che riesce a filmare con grande realismo le 'normali' giornate
lavorative di una famiglia mafiosa che
vende scarpe e droga con uguale naturalezza; e se c'è da accoppare(e raramente questo termine è stato reso tanto efficacemente per immagini come
nel caso dell'unico assassinio cui si assiste in questo film) qualcuno che recalcitra per la
qualità scadente della merce,pazienza:sono
incidenti di percorso,quasi fastidiosi
contrattempi. Guai però a mescolare i
sentimenti con gli affari. E Angela -sposata
all'anziano boss Saro Parlagreco,insieme al
quale gestisce un negozio di calzature che
funge da facciata- si fa irretire a poco a poco dal giovane Masino. Si produce pertanto all'interno di un nucleo familiare
mafioso un vulnus melodrammatico che
porta alla luce il malessere esistenziale
della donna(un'intensa Donatella Finocchiaro) travolta vieppiù dalla passione
pur se orgogliosamente legata al suo codice
morale. Resterà sola su una banchina del
porto di Palermo ad aspettare il suo perduto
amore sulle note di una lacerante
"A felicidade". Bravissimi tutti i comprimari
con una citazione particolare per Erasmo
Lobello(il cugino Mimmo), Da antologia
fisiognomica lo scambio di sguardi tra
Masino e Santino Bonanno al loro primo
incontro: vi è in sintesi la filosofia mafiosa.
Davvero una bella pagina di cinema.
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