kirillov
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farinotti o ferrara?
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A voler polemizzare il "corto" più che un documentario sul Cile sembra essere un documentario sulla politica estera statunitense. Colpi di stato, torture e uccisioni: Cose conosciute e dolore condiviso dal mondo (siamo sicuri?).
Loach, come sempre ha avuto il coraggio a raccontare la realtà e a sdegnarsi per le cose così come sono. Fuori tema è andato Lei caro Farinotti o Ferrara? con la sua critica faziosa.
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spike
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domenica 29 settembre 2002
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capire
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Il sign. Farinotti parla di vetero-comunisti e di persone che non riescono a nascondere la propria soddisfazione davanti ad un fatto...accusa di banalità e se vogliamo anche di superficialità...
il signor Farinotti è uno dei tanti che si è svegliato l'11/09/01 e si è accorto che il mondo non è solo pubblicità?
I l signor Farinotti vede comunisti e antiamericani dietro ogni angolo, per lui un film sull'11 settembre doveva essere un film "in memoria di"..che so un bell'film narrativo e ricostruito sui pompieri?
Caro signor Farinotti, la vedo bene come inserzionista sulle pagine di Libero o Panorama...
Questo film cerca di fare qualcosa di più che una commemorazione, per certi versi parla delle "origini" di questo avvenimento, che non sono scontate come lei afferma, per latri cerca di dare una visone globale su ciò che è o può avvenire un qualsiasi 11 sett.
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Il sign. Farinotti parla di vetero-comunisti e di persone che non riescono a nascondere la propria soddisfazione davanti ad un fatto...accusa di banalità e se vogliamo anche di superficialità...
il signor Farinotti è uno dei tanti che si è svegliato l'11/09/01 e si è accorto che il mondo non è solo pubblicità?
I l signor Farinotti vede comunisti e antiamericani dietro ogni angolo, per lui un film sull'11 settembre doveva essere un film "in memoria di"..che so un bell'film narrativo e ricostruito sui pompieri?
Caro signor Farinotti, la vedo bene come inserzionista sulle pagine di Libero o Panorama...
Questo film cerca di fare qualcosa di più che una commemorazione, per certi versi parla delle "origini" di questo avvenimento, che non sono scontate come lei afferma, per latri cerca di dare una visone globale su ciò che è o può avvenire un qualsiasi 11 sett. Le pare poco?
Non ho trovato demagogie in questo film, in nessuno degli episodi che lo compongono, alcuni dei quali sono più belli e più riusciti, altri forse sono un po' più scontati... ma a forza di dare per scontati certi fatti, ce ne dimentichiamo...
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(di lavinia)
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anguria
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lunedì 23 settembre 2002
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Tra tutti gli 11 cortometraggi di 11'09'' e 1 fotogramma ne spiccano pochi ed il resto non merita molto. Loach si distacca dal coro ricordando ai Farinotti di questo mondo (ahimè ci sono anche loro) che elaborare un lutto significa storicizzare l'evento e che le morti innocenti a stelle e strisce sono innocenti come altre che la storia ha visto. Il corto africano ha il merito di essere l'unco ad inserire ironia in una valle di lacrime. Il lavoro giapponese parla della II guerra mondiale, ancora elaborazione del lutto. Sean Penn pure si muove sui binari di superamento dei piagnistei e confeziona un corto intelligente, che ha fatto arrabbiare negli usa, ma solo in quanto non allineato... Il peggio lo mostrano i cineasti francese e messicano.
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Tra tutti gli 11 cortometraggi di 11'09'' e 1 fotogramma ne spiccano pochi ed il resto non merita molto. Loach si distacca dal coro ricordando ai Farinotti di questo mondo (ahimè ci sono anche loro) che elaborare un lutto significa storicizzare l'evento e che le morti innocenti a stelle e strisce sono innocenti come altre che la storia ha visto. Il corto africano ha il merito di essere l'unco ad inserire ironia in una valle di lacrime. Il lavoro giapponese parla della II guerra mondiale, ancora elaborazione del lutto. Sean Penn pure si muove sui binari di superamento dei piagnistei e confeziona un corto intelligente, che ha fatto arrabbiare negli usa, ma solo in quanto non allineato... Il peggio lo mostrano i cineasti francese e messicano. Il primo con un pretesto intimista e superficiale per farsi serio di fronte alla morte... Il secondo scade nel clip esistenziale senza aggiungere nulla a parte che noia... Non necessariamente da vedere.
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tizianastanzani
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domenica 15 luglio 2012
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il crollo del sogno americano
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Primo film dedicato alla tragedia dell'11 settembre di New York, annunciato e presentato al festival di Cannes, in arrivo a Venezia e indicato dal presidente della Biennale Franco Bernabè come un film da non perdere, “11-09-01” è firmato da 11 registi di diversi paesi e culture: è c'è già chi parla di film anti-americano. Negli «undici minuti, nove secondi e un frame» (durata simbolica degli 11 cortometraggi che i registi si sono dati per raccontare a modo loro e in piena libertà l’evento) ci sono opere con diversa ispirazione e scelte creative. E sembra che tutti, in qualche modo, abbiano voluto prendere le distanze da un sentimento acriticamente filo-americano; a qualcuno, questo film non piacerà.
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Primo film dedicato alla tragedia dell'11 settembre di New York, annunciato e presentato al festival di Cannes, in arrivo a Venezia e indicato dal presidente della Biennale Franco Bernabè come un film da non perdere, “11-09-01” è firmato da 11 registi di diversi paesi e culture: è c'è già chi parla di film anti-americano. Negli «undici minuti, nove secondi e un frame» (durata simbolica degli 11 cortometraggi che i registi si sono dati per raccontare a modo loro e in piena libertà l’evento) ci sono opere con diversa ispirazione e scelte creative. E sembra che tutti, in qualche modo, abbiano voluto prendere le distanze da un sentimento acriticamente filo-americano; a qualcuno, questo film non piacerà. Non piacerà a coloro i quali si sono svegliati l'11/09/01 e si sono accorti che il sogno americano non esiste, che la felicità non sta nel consumare come cavallette tutte le risorse planetarie, che il mondo non è quello della pubblicità ingannatrice, che i vecchi esistono e devono essere tenuti nell'ombra (ottimo il cortometraggio di Sean Penn in merito). Questo film cerca di fare qualcosa di più che una commemorazione, e gli episodi che lo compongono - alcuni dei quali sono più belli e più riusciti, altri, forse, un po' più prevedibili - ci ricordano che a forza di dare per scontate le nostre certezze, rischiamo di dimenticarci che la vita non è sempre quella dipinta al cinema. Tiziana Stanzani
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filippo catani
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mercoledì 17 settembre 2014
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11 punti di vista
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11 registi realizzano ognuno un corto di 11 minuti per riflettere a modo loro sulla strage delle Torri Gemelle di New York.
Innanzitutto bisogna dire che è bella e originale l'idea di offrire a undici persone diverse la possibilità di offrire il proprio punto di vista su un evento che ha drammaticamente cambiato il corso della storia. Venendo al sodo l'episodio che più colpisce è senza dubbio quello di Inarritu con lo schermo nero e le voci in sottofondo e ogni tanto un frammento di immagini di persone che cercarono di scampare all'inferno di fuoco gettandosi nel vuoto. Molto forte anche il finale con la domanda se la luce di Dio ci guida o ci acceca.
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11 registi realizzano ognuno un corto di 11 minuti per riflettere a modo loro sulla strage delle Torri Gemelle di New York.
Innanzitutto bisogna dire che è bella e originale l'idea di offrire a undici persone diverse la possibilità di offrire il proprio punto di vista su un evento che ha drammaticamente cambiato il corso della storia. Venendo al sodo l'episodio che più colpisce è senza dubbio quello di Inarritu con lo schermo nero e le voci in sottofondo e ogni tanto un frammento di immagini di persone che cercarono di scampare all'inferno di fuoco gettandosi nel vuoto. Molto forte anche il finale con la domanda se la luce di Dio ci guida o ci acceca. Senza dubbio l'episodio più squisitamente politico (e non c'erano dubbi in merito) è quello di Loach e il suo parallelismo con un altro tragico 11 settembre e cioè quello che portò in Cile all'instaurazione della terribile dittatura di Pinochet. Quello invece tragicomico è senza dubbio quello dei bimbi africani che cercano di catturare Bin Laden per poter intascarnme la taglia e pagare le medicine alla mamma di uno di loro. Ecco in questo caso si ride amaro in quanto si affronta il dramma africano con però la leggerezza dei bambini (magnifici mentre guardando l'aereo che porta via l'uomo gli urlano di tornare). L'episodio di Sean Penn è invece senza dubbio quello che potremmo definire più poetico. Fra gli altri episodi certamente toccanti quello di Sebrenica e della ragazza sordomuta mentre l'unico un po' deludente è quello del regista che vede il fantasma del marine. Molto tosti infine sono sia il corto giapponese e quello sul Medio Oriente. Un'opera davvero ben fatta.
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trffoli
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mercoledì 12 settembre 2018
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mancante qualche congegno di progresso.
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un sacco di docufilm e film si sono inerpicati nel
descrivere una sdituazione surreale, che pottesse far
fronte allla disgrazia, presupposizioni senza arte ne parte,
gettandosi illazioni di ogni genere, e senza neanche prenderne parte,
non sembrerebbe una mancanza delle struttture militari, degli apparati
di sorveglianza e sicurezza, per
quanto sia mastodontico e efficiente l'apparato
difese e attacchi, i controlli delle azioni sui criminali, anche se
schedati, e gli effetti amplifoni delle cronache in tali eventi, non
sarebbe stato possibile forse come ora, preventivare in modo efficace,
cose del genere, azioni improvvise nele intenzioni
distruttorie, e le spese e risorse e ogni cosa non sarebbe sufficiente, la
mancanza forse probabile è la ricerca e il progresso annesso,
ngli e in quei mezzi di trasporto, diventati per
tali mancanze armi d'efficienza non convenzionale,
le strutture, le competenze, le forze di ogni genere
non preparate per un combattimento
loro interno, l'intercettazione e l'intervento di un apparecchio.
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un sacco di docufilm e film si sono inerpicati nel
descrivere una sdituazione surreale, che pottesse far
fronte allla disgrazia, presupposizioni senza arte ne parte,
gettandosi illazioni di ogni genere, e senza neanche prenderne parte,
non sembrerebbe una mancanza delle struttture militari, degli apparati
di sorveglianza e sicurezza, per
quanto sia mastodontico e efficiente l'apparato
difese e attacchi, i controlli delle azioni sui criminali, anche se
schedati, e gli effetti amplifoni delle cronache in tali eventi, non
sarebbe stato possibile forse come ora, preventivare in modo efficace,
cose del genere, azioni improvvise nele intenzioni
distruttorie, e le spese e risorse e ogni cosa non sarebbe sufficiente, la
mancanza forse probabile è la ricerca e il progresso annesso,
ngli e in quei mezzi di trasporto, diventati per
tali mancanze armi d'efficienza non convenzionale,
le strutture, le competenze, le forze di ogni genere
non preparate per un combattimento
loro interno, l'intercettazione e l'intervento di un apparecchio... militare su
uno di linea, ecc ecc, nel preventivare e combattere così
tali forme di imprevisti, si sarebbe dovuto sviluppare con
spese e risorse minori e un più mirato esito, l'efficacia dei sistemi
nei mezzi aerei, non soltanto le cabine blindate,
ma qualsiasi congegno sia col pilota automatico e non preventivante
e funzionante non portante su
zone, e in tali corcostanze, permettendo al veivolo di
atterrare soltanto nell'aereoprto, e/o altre misure efficenti
di prevenzione e sicurezza, forse ora vi sono
tali precauzioni e funzionalità di progresso per un settore allora
poco sviluppato e rivelatosi per
tal caso di importanza come l'apparato bellegerate americano,
tipo le altre storie e film, non vi sono
narrazioni del genere, presenti forse in un prossimo film.
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