nipporampante
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domenica 24 giugno 2012
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dopo dieci anni, ancora stupendo
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Fa sempre piacere rivedere in tv quello che a mio parere è stato uno dei migliori film italiani degli ultimi anni. La leggerezza con cui è proposta la storia di Rosalba, casalinga di Pescara dimenticata dalla famiglia in un autogrill, non deve far pensare ad un prodotto lezioso, esempio, seppur ottimo, di intrattenimento intelligente; ma c'è qualcosa di più. Altrimenti non si spiegherebbe come un film piuttosto lontano dai canoni della commedia all'italiana per la descrizione degli ambienti, il modo umoristico e non bozzettistico di delineare i personaggi, abbia potuto riscuotere tanto successo tra il pubblico: in effetti assomiglia tanto ad un film francese.
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Fa sempre piacere rivedere in tv quello che a mio parere è stato uno dei migliori film italiani degli ultimi anni. La leggerezza con cui è proposta la storia di Rosalba, casalinga di Pescara dimenticata dalla famiglia in un autogrill, non deve far pensare ad un prodotto lezioso, esempio, seppur ottimo, di intrattenimento intelligente; ma c'è qualcosa di più. Altrimenti non si spiegherebbe come un film piuttosto lontano dai canoni della commedia all'italiana per la descrizione degli ambienti, il modo umoristico e non bozzettistico di delineare i personaggi, abbia potuto riscuotere tanto successo tra il pubblico: in effetti assomiglia tanto ad un film francese. Poi, si sa, i motivi che decretano la fortuna di un film sono sempre difficili da spiegare. Ma non c'è da meravigliarsi se la bizzarra situazione di partenza, la bravura di tutti gli interpreti, dalla Maglietta a Bruno Ganz che parla un italiano aulico a quelli secondari (tutti giustamente premiati), l'atmosfera magica di una Venezia poco turistica e i contributi tecnici eccellenti, possano affascinare un pubblico ampio. La profondità in questo caso si cela dietro un velo di leggera svagatezza, trasparendo attraverso le invenzioni della sceneggiatura. In due parole: perché bollarlo come "filmetto" quando ci si trova davanti ad un'opera così ricca di trovate gustose e spunti intelligenti? Ai personaggi non si può che affezionarsi; il racconto è incentrato sul tema classico del viaggio di formazione che cambia lo sguardo delle persone, niente di nuovo, ma arricchito da un che di fiabesco (il riferimento all' Orlando Furioso è frequente); persino il titolo invita a guardare oltre: Rosalba dalla vita vuole il pane, il necessario, ma a contatto con situazioni nuove scopre che un pizzico di romanticismo non lo si può solo sognare, che esistono anche i tulipani.
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[+] azzeccatissimo
(di percy faith)
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gutul
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martedì 6 dicembre 2011
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il miglior film italiano da anni e anni
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Si, è veramente un capolavoro. Intendiamoci: niente di nuovo, ma tutto perfetto. Finalmente un film di nuovo autenticamente italiano. c'è la regionalità (finalmente Venezia!), i problemi familiari, le situazioni imbarazzanti ed i personaggi improbabili che sono in realtà così frequenti a casa nostra. Insomma, è una commedia all'italiana. Da quanto tempo non capitava?
Ozpetek? Si, va beh, se ti piace OZpetek fa a meno di guarar questo, noioso che non sei altro!
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dounia
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mercoledì 22 giugno 2011
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il semplice si ricava dal complesso
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Gli attori recitano bene e la sceneggiatura é simpatica. Ritengo che il film, pur sembrando semplice, abbia presentato le sue difficoltà per girarlo. Racconta la storia d'amore tra una giovane massagiatrice e un impresario(Giuseppe Battiston, bravo attore)e quella tra una donna sposata pescarese e un cameriere veneziano(Bruno Ganz, altro bravo attore). Secondo me, é molto bella la scena in cui si vede cantare Don Backy e la parte recitata dal fioraio veneziano. Il film, nella sua semplicità, risulta positivo.
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paride86
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martedì 4 gennaio 2011
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molto carino
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Commedia leggera e "visionaria" sui sentimenti. Per come è girato non sembra nemmeno un film italiano. Non manca di qualche accenno più profondo, ma in definitiva rimane sul livello di intrattenimento senza approfondire troppo le questioni psicologiche e morali.
Ottimi gli attori, tutti bravi caratteristi, ma soprattutto bravissima Licia Maglietta, protagonista quasi soave.
Per una serata romantica, senza impegno.
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darietto666
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mercoledì 15 dicembre 2010
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quei film che andrebbero rivisti ogni anno
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Una casalinga di Pescara dimenticata dalla famiglia all'autogrill è l'inizio del film Pane e tulipani diretto da Silvio Soldini. E' una famiglia come tante altre, formata da due figli maschi nell'età dell'adolescenza e un marito infedele e prepotente. Questa è la premessa per un viaggio che porterà la donna a prendersi alcuni giorni di vacanza per vedere Venezia. Qui la donna incontrerà gli altri protagonisti del film: un cameriere pacato e gentile che adopera un linguaggio assai garbato e posato. Una vicina massaggiatrice che diventerà presto amica e complice della fuggiasca abruzzese. Un idraulico sovrappeso, lettore di gialli, che sarà assoldato dal marito della donna per compiere le ricerche nella città degli innamorati.
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Una casalinga di Pescara dimenticata dalla famiglia all'autogrill è l'inizio del film Pane e tulipani diretto da Silvio Soldini. E' una famiglia come tante altre, formata da due figli maschi nell'età dell'adolescenza e un marito infedele e prepotente. Questa è la premessa per un viaggio che porterà la donna a prendersi alcuni giorni di vacanza per vedere Venezia. Qui la donna incontrerà gli altri protagonisti del film: un cameriere pacato e gentile che adopera un linguaggio assai garbato e posato. Una vicina massaggiatrice che diventerà presto amica e complice della fuggiasca abruzzese. Un idraulico sovrappeso, lettore di gialli, che sarà assoldato dal marito della donna per compiere le ricerche nella città degli innamorati. E' un film che parla di una donna che riprende in mano la sua vita senza urla, ne strepiti, ma con un’inusuale sbadatezza. Pane e tulipani assomiglia a quei film francesi degli anni 90'. L'armonia del film si sposa perfettamente con l'umanità dei tanti personaggi che incontra la protagonista. Delicato e mai banale Pane e tulipani ridà splendore a un genere spesso dimenticato e criticato che affida l'eredità della Commedia all'italiana di Monicelli, De Sica, Loy nelle mani di Soldini.
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ggmymovies
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giovedì 16 luglio 2009
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"chi riesce a fare quello che gli piace fare?"
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Questa la domanda del figlio alla madre nelle fasi finali del film. Ed è proprio la madre con le sue azioni a dare la risposta a questa domanda, infatti riesce a rompere quel legame da succube che la legava al marito per lasciarsi andare a ciò che le piace fare. Visione ottimistica della società e della vita da parte di Soldini, che riesce a far riflettere senza però intristire, anzi mettendo qua e là un sottile umorismo che rende ancora più piacevole questa commedia; anche se a volte il regista esagera con stereoptipi che fannno da un lato ridere, e dall'altro tolgono quel realismo che forse avrebbe reso il film un pò troppo "serio", come, giusto per citarne uno, il marito meridionale iper-geloso e assillante, oppure il mammone che si lascia "lavorare" come il più classico dei turisti.
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Questa la domanda del figlio alla madre nelle fasi finali del film. Ed è proprio la madre con le sue azioni a dare la risposta a questa domanda, infatti riesce a rompere quel legame da succube che la legava al marito per lasciarsi andare a ciò che le piace fare. Visione ottimistica della società e della vita da parte di Soldini, che riesce a far riflettere senza però intristire, anzi mettendo qua e là un sottile umorismo che rende ancora più piacevole questa commedia; anche se a volte il regista esagera con stereoptipi che fannno da un lato ridere, e dall'altro tolgono quel realismo che forse avrebbe reso il film un pò troppo "serio", come, giusto per citarne uno, il marito meridionale iper-geloso e assillante, oppure il mammone che si lascia "lavorare" come il più classico dei turisti. Ottima la musica, buone le interpretazioni (oltre ai due protagonisti mi piace sottolineare il diverso ruolo di Catania rispetto al solito) e eccellente la scelta di inserire ogni tanto dei "switch off" nel cambio di scena, che lasciano allo spettatore il tempo per un sorriso o per un accigliamento, a seconda dell'occasione.
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giulia
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domenica 16 novembre 2008
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licia maglietta, prima attrice
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Il film non è niente di che, un film molto "normale", ma quello che è peggio è il cast: prima fra tutti Licia Maglietta, che sfoggia senza remore le sue notevolissime tettone per nascondere la pochezza attoriale.
[+] ma torna nel nulla, please...
(di alby360)
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viviana
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lunedì 1 settembre 2008
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la nostra italia
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Un film squisitamente italiano, che narra la "vera" Italia, quella che viviamo ogni giorno, senza accorgercene, ma che ha dell'assurdo (come la gita dove ti vendono la batteria di pentole!). Una Venezia che mostra i suoi lati non stereotipati...e, a dire il vero, ancora troppo aulica di com'è in realtà (parola di veneta doc!). E la poeticità che può esserci dietro una vita normale, dietro un salto nel buio, dietro il lasciarsi attraversare dalla Vita. Quella con la V maiuscola. Bellissimo!!
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enzodemaglie
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martedì 19 agosto 2008
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licia magnifica
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Licia Maglietta ha interpretato il ruolo in modo eccellente, ha una luce negli occhi che fa innamorare anche i giovani, pagherei il prezzo del biglietto solo per vederla recitare nuovamente.
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fabio panichi
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martedì 15 aprile 2008
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ci vuole sensibilità verso la vita
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ci vule sensibilità verso la vita.
Pane e Tulipani non è un film per tutti. Mi spiego meglio. E' un film per i sognatori, è un film per chi non si accontenta, è un film per chi vorrebbe vivere mille vite diverse in mille città diverse del mondo. E' un film per chi preferisce un giorno da leoni a mille da pecore.
Solo così si può apprezzare in pieno la straordinaria bellezza di questo film, così terribilmente sottile che riesce a pentetrare nell'animo di pochi e fermarsi invece sulla pelle degli altri che dicono "si un bel film.. però forse un po' surreale". No! la vita non è surreale! la vita è poter cambiare la vita! L'importante è accorgersene.. come? beh, basta un vaso che si infrange sul pavimento o una conversazione a tavola incentrata sui tipi di gas dei condizionatori.
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ci vule sensibilità verso la vita.
Pane e Tulipani non è un film per tutti. Mi spiego meglio. E' un film per i sognatori, è un film per chi non si accontenta, è un film per chi vorrebbe vivere mille vite diverse in mille città diverse del mondo. E' un film per chi preferisce un giorno da leoni a mille da pecore.
Solo così si può apprezzare in pieno la straordinaria bellezza di questo film, così terribilmente sottile che riesce a pentetrare nell'animo di pochi e fermarsi invece sulla pelle degli altri che dicono "si un bel film.. però forse un po' surreale". No! la vita non è surreale! la vita è poter cambiare la vita! L'importante è accorgersene.. come? beh, basta un vaso che si infrange sul pavimento o una conversazione a tavola incentrata sui tipi di gas dei condizionatori.
Dolceamaro, malinconico e sognante, delicato, profondo ed "elitario", pungente come un vento freddo che ti sussurra : "tu puoi essere chiunque ed essere ovunque, tu puoi"
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