schwarzenegger
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giovedì 12 agosto 2010
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tra azione e noir
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Un bel film contraddistinto da atmosfere cupe e uggiose che ne fanno una pellicola triste, malinconica ma allo stesso tempo reale e dura, proprio come lo sono i granitici personaggi di Sly e Rourke. Entrambi gli attori sembrano essere nati per le parti di Carter e Cyrus al punto che, talmente i personaggi sono cuciti loro addosso, quasi non hanno bisogno di recitare. Assolutamente consigliato a chi cerca un film d'azione diverso dal solito, complesso e sofisticato con tanto di tinte noir.
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elgatoloco
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mercoledì 5 luglio 2017
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film discontinuo
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"An Other Stallone?"Never. Stephen Kay, al di là del fatto che si tratti di un remake, di cui non si può stabilire alcun rapporto con l'originale(chi scrive non lo conosce), gli confeziona un film, questo"Get Carter", a.D.2000, nel quale fa e dice quanto fa di solito, ossia spara sentenze, vendica e si vendica, fa il culturista etc.Questo"Get Carter"ha un tenue pretesto drammaturgico, ma non va oltre ciò, ancorandosi nel solito meccanismo, il che non toglie un po'di suspense iniziale, qualche discreta(non buona)scena d'azione, ma la parte centrale del film è così noiosa, nonostante la presenza di Michael Caine, attore a 360°e carati, nonostante il contrasto con Michael Rourke etc.
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"An Other Stallone?"Never. Stephen Kay, al di là del fatto che si tratti di un remake, di cui non si può stabilire alcun rapporto con l'originale(chi scrive non lo conosce), gli confeziona un film, questo"Get Carter", a.D.2000, nel quale fa e dice quanto fa di solito, ossia spara sentenze, vendica e si vendica, fa il culturista etc.Questo"Get Carter"ha un tenue pretesto drammaturgico, ma non va oltre ciò, ancorandosi nel solito meccanismo, il che non toglie un po'di suspense iniziale, qualche discreta(non buona)scena d'azione, ma la parte centrale del film è così noiosa, nonostante la presenza di Michael Caine, attore a 360°e carati, nonostante il contrasto con Michael Rourke etc., che l'unica salvezza è nella versione rockeggiata di"Silent Night"e di"Jingle Bells", motivi che contornano un film ambientato(in realtà non si capisce bene perché, ma succede in vari film)nel periodo natalizio. Il solito Stallone, non il solito Caine, che è sempre bravo a "inventare"nuove sfumature interpretative, poi Miranda Richardson, Rourke(nihil novum sub sole)e qualche lacrima sul fratello(di Carter-Stallone morto/ucciso)e sulla figlia di quest'ultimo. Poco di tutto, potremmo/dovremmo dire...Stallone, negli anni, con qualche eccezione dovuta anche alla sua abilità-in qualche caso-di sceneggiatore non ha pordotto nulla di nuovo. Ma lo sapevamo, forse...o no? El Gato
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sylvester stallone
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mercoledì 22 maggio 2002
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è un buon film
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la vendetta di carter è un buon film che alterna però momenti molto intensi come la lotta tra mickey rourke e sly ad altri noiosi come i continui interrogatori alla ragazza
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luigim
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sabato 22 aprile 2006
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l'estremo saluto di sly
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Il lupo (in questo caso lo stallone) perde il pelo ma non il vizio. Dopo anni di meritato (per noi, certo non per lui) riposo, il più vecchio dei supermuscolosi di Hollywood decide di rinascere per la seconda volta, visto che poco tempo prima aveva deciso di dedicarsi alla commedia, anche se con risultati scarsissimi, visto che ancora non si era deciso a svestire i panni del duro. Stavolta la rinascita, più che una vera e propria palingenesi, rappresenta il ritorno al rerum status di prima. Morale della favola: dopo anni che sono sembrati attimi per come sono scivolati via, siamo costretti a sorbirci di nuovo la stessa storia. La novità è che stavolta Sly è ancora più povero di idee del solito e, per ovviare al problema, si rivolge ad un buon film inglese d’inizio anni Settanta (Carter), spostando inevitabilmente la scena dalla bella Newcastle del tempo ad una diluviante Seattle dei giorni nostri.
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Il lupo (in questo caso lo stallone) perde il pelo ma non il vizio. Dopo anni di meritato (per noi, certo non per lui) riposo, il più vecchio dei supermuscolosi di Hollywood decide di rinascere per la seconda volta, visto che poco tempo prima aveva deciso di dedicarsi alla commedia, anche se con risultati scarsissimi, visto che ancora non si era deciso a svestire i panni del duro. Stavolta la rinascita, più che una vera e propria palingenesi, rappresenta il ritorno al rerum status di prima. Morale della favola: dopo anni che sono sembrati attimi per come sono scivolati via, siamo costretti a sorbirci di nuovo la stessa storia. La novità è che stavolta Sly è ancora più povero di idee del solito e, per ovviare al problema, si rivolge ad un buon film inglese d’inizio anni Settanta (Carter), spostando inevitabilmente la scena dalla bella Newcastle del tempo ad una diluviante Seattle dei giorni nostri. Ma, visto che per il suo ritorno vuole fare le cose in grande, esige al suo fianco un irriconoscibile Mickey Rourke e, manco a dirlo, il protagonista del film originale, Michael Caine, a recitare uno scontato cameo in cui non è più l’assassino come al tempo che fu, bensì la vittima. Purtroppo il protagonista, da buon attore di punta del film, ha il poteraccio di uniformare alla sua immobilità espressiva anche i suoi compagni di scena, al punto che il premio Oscar Caine avrà perso almeno la metà dei suoi fan. Il risultato è un filmaccio che, a differenza degli altri in cui Stallone era almeno più giovane e quindi leggermente più credibile, si fa guardare soltanto per la curiosità di verificare se davvero possa rappresentare la rinascita del divo. Buona parte della colpa, bisogna ammetterlo, è dell’inesperto Kay il quale crede di poter ovviare ai pazzeschi buchi di sceneggiatura ricorrendo a movimenti di macchina frenetici e caratterizzati da un montaggio insensatamente sconnesso, probabilmente anche per conferire concitatezza a scene invece molto lente e dai dialoghi vecchi quanto la cinepresa dei Lumière. Impegnato com’era a muovere di qua e di là la macchina, evidentemente non deve essersi accorto di tutte quelle frasi e situazioni forse destinate ad un altro film, visto che in questo non c’entrano niente. Doveva essere un film dai toni malinconici, ma di crepuscolare c’è soltanto un’estenuante déja-vu di vecchie trame stalloniane. E come potrebbe essere altrimenti, se una delle scene madri del film, ovvero la tanto attesa (da chi?) scazzottata finale con Rourke, sembra copiata giusta giusta da uno dei cinque Rocky (scelga il lettore quale è il più malriuscito): il nostro che prima le prende e sembra essere finito, poi inspiegabilmente si rialza e si vendica inesorabilmente. E per quanto riguarda l’obiettivo del film, ossia la rinascita di Sly? Beh, più che un ritorno sulla cresta dell’onda, sembra un ultimo saluto al cinema.
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[+] ti sbagli guarda rocky balboa.
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