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Devo confessare la mia indifferenza rispetto all'automobolismo"sportivo": dopo il periodo infantile, nel quale seguivo in TV la"Formula Uno", ma facevo anche collezione di automodellini, dopo un memorabile film di(meglio con, ovviamente) James Dean, uno con Paul Newman, dopo il grande Steve Mac Queen e una certa piacevolezza della serie"Fast and Furious", nulla più, anche cinematograficamente. "Gone in 60 seconds"di Dominic Sena sembra sia il"Number Two"di un film anni Settanta, con cui sembra abbia poco o nulla a che vedere. Non so, non conoscendo il "Number One": il film , pur "d'azione"l'ho trovato stucchevole, poco confortato dalla presenza di una"vecchia gloria"come Robert Duvall, dove, a parte la piattezza interpretativa di Nicolas Cage(il film è del 2000, quindi chiaramente è più giovane di oggi), la giovanile freschezza della"young girl"che era allora Angelina Jolie, capace di conciliare forza e freschezza, un bell'abbinamento, è solo Delroy Lindo, il detective ad aver sprazzi recitativi convincenti. La regia di Sena, dopo la parte iniziale o quasi, relativa alla minaccia al fratello del protagonista(purtroppo il sostanzialmente piatto Cage) e della parte conclusiva"reciproca", non ha momenti entusiasmanti, salvo che non ci si accontenti della corsetta-fuga in automobile , del contrasto con le luci della"great town", delle sequenze quasi tutte"in notturna"e di qualche altro particolare. Anche rispetto a"Fast and Furious", che pure non era/é un capolavoro epocale, questo film non merita francamente di essere riproposto: suspense scarsa e talora assente, effetti sorpresa limitatissimi e comunque non degni di nota. Come si capisce da queste brevi note, non trovo che ci sia nulla da dire di piu, anche perché il rapporto vita borghese-crimininalità non è minimamente approfondito; in più pesa la scarsa dote del protagonista, già fin troppo da me sottolineata. El Gato
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