toty bottalla
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sabato 28 febbraio 2015
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thriller ben costruito ma stereotipato!
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Inchiodato ad un letto per via di un incidente sul campo il detective rhyme dirige con zelo e grande competenza le indagini su un serial killer con l'aiuto di amelia: una poliziotta dal brillante futuro che siccome è la jolie è molto bella, la storia è raccontata in modo credibile anche se i puzzle annaspano nel verosimile e il disturbo del collega keney è un pò fumettistico di contro, è buona l'idea nel finale quando viene uccisa thelma e la fotografia negli esterni, in fine lincoln, circondato dall'affetto dei suoi amici sceglie la vita nonostante tutto, un film che vedi senza sussulti e senza addormentarti. Saluti.
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giovanni morandi
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venerdì 11 novembre 2022
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noyce non è hitchcock giovanni morandi
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La storia comincia con l'incidente che costringe il Poliziotto criminologo Rhime (Denzel Washington), in un letto con mille marchingegni costruiti nella sua abitazione, ma quando ha preso la decisione di farla finita.Nel frattempo, tra una crisi ed un altra Rhime fa la conoscenza di Amelia (Angelina Jolie), poliziotta anche lei, che scopre molti strani indizi di un omicidio di un serial killer che utilizza arnesi ed altro materiale risalenti a molte decine di anni prima. Quindi viene "assunta" da Rhime, come un' "appendice" del suo corpo paralizzato.
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La storia comincia con l'incidente che costringe il Poliziotto criminologo Rhime (Denzel Washington), in un letto con mille marchingegni costruiti nella sua abitazione, ma quando ha preso la decisione di farla finita.Nel frattempo, tra una crisi ed un altra Rhime fa la conoscenza di Amelia (Angelina Jolie), poliziotta anche lei, che scopre molti strani indizi di un omicidio di un serial killer che utilizza arnesi ed altro materiale risalenti a molte decine di anni prima. Quindi viene "assunta" da Rhime, come un' "appendice" del suo corpo paralizzato. Ma, nonostante le geniali intuizioni, la Jolie arriva sempre un istante dopo che i vari tremendi delitti siano portati a termine.Ad un certo punto, riescono a localizzare il mattatoio, ma anche questa volta arrivano troppo tardi: il ragazzo è già morto, divorato dai ratti. Amelia, guidata da Rhyme, esamina ancora una volta la scena del crimine con rinnovata sicurezza, rinvenendo i consueti indizi lasciati dal killer, ma è costretta a consegnarli a Cheney, che pretende di assumere il comando delle operazioni. Cheney, prevedibilmente, viene beffato dal killer e finisce con il risalire alla persona sbagliata.Amelia, approfittando del clamoroso fallimento di Cheney, porta a Rhyme uno degli indizi, un pezzetto di carta con dei simboli simile ad altri due trovati sui luoghi degli omicidi dei coniugi Rubin e, mettendo insieme i frammenti, scoprono che il killer sta indicando loro un romanzo poliziesco di inizio secolo, il Collezionista di Ossa, di cui l'assassino sta replicando tutti i delitti descritti. Amelia, grazie alle informazioni fornite dal romanzo, trova le vittime successive, un uomo anziano con la nipotina legati sotto un molo e lasciati ad annegare, riuscendo tuttavia a salvare solo la bambina. Anche questa volta il killer lascia degli indizi e Amelia riesce ad interpretarli senza l'aiuto di Rhyme, giungendo ad una scioccante conclusione: la prossima vittima del killer sarà lo stesso Rhyme.Il killer si rivela essere Richard Thompson, il tecnico sanitario responsabile della manutenzione delle macchine di Rhyme. Questi uccide brutalmente Thelma, l'infermiera di Rhyme, accoltellandola al ventre, e Cheney, dopodiché racconta allo stupefatto criminologo la propria storia: Thompson è in realtà Marcus Andrews, un ex tecnico della Scientifica licenziato e finito in galera anni prima a causa di una perizia stesa dallo stesso Rhyme che dimostrava che Andrews aveva inquinato la scena di un delitto, portando all'arresto di sei innocenti. Tutti gli omicidi commessi erano un atto di sfida nei confronti di Rhyme e ora Andrews si appresta ad ucciderlo; Rhyme, astutamente e nonostante la paralisi, riesce a tenerlo a bada (schiacciandogli le dita con il suo letto pieghevole e mordendogli il collo) fino all'arrivo di Amelia, che uccide Andrews un attimo prima che questi accoltelli Rhyme.La scena finale mostra un Rhyme rinvigorito e deciso a continuare a vivere mentre festeggia il Natale a casa propria circondato da tutti i suoi amici e parenti; accanto a lui, c'è anche Amelia, ed è implicito che i due ora siano compagni anche nella vita, oltre che sul lavoro.Molti hanno paragonato questo film a La Finestra sul cortile di Hitchcock, ma a me non pare un paragone azzeccato. Qui siamo in presenza di un thriller/noir, con in più il problema dell'eutanasia. E poi, qui non c'è l'aspetto del "guardone" dei fatti del vicinato. Il film è molto forte quanto a immagini e situazioni, ma su tutto prevale la superba interpretazione di Denzel Washington, bene appoggiato da un' ottima Angelina Jolie.
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francesco2
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mercoledì 25 maggio 2011
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collezione..di cose già viste
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Questo è' sì un film citazionista come lo definisce Farinotti, ma, come intende lui, spesso nel senso negativo. Vediamo perché.
Partendo da Washington, come Hannibal Lecter del "Silenzio degli innocenti" è anche lui un "Monstrum", nel senso strettamente latino del termine, di creatura particolare, anche se a differenza di Lecter è stato reso così dalla vita, e non lo è per (de) formazione. Ciò però scarica (Non tanto) lievemente sul film un sapore melenso, come anche (O soprattutto?) sapere del suicidio del padre del personaggio della Jolie: quella stessa atmosfera dolciastra che si respira, ad esempio, nel pessimo "Guardia del Corpo", che non salvano neanche certe intuizioni di Kasdan. Spostandoci proprio sulla figura della poliziotta,il rapporto col "Capo" è relativamente simile o relativamente diverso da quello che Clarissa/Jodie Foster ha con Lecter.
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Questo è' sì un film citazionista come lo definisce Farinotti, ma, come intende lui, spesso nel senso negativo. Vediamo perché.
Partendo da Washington, come Hannibal Lecter del "Silenzio degli innocenti" è anche lui un "Monstrum", nel senso strettamente latino del termine, di creatura particolare, anche se a differenza di Lecter è stato reso così dalla vita, e non lo è per (de) formazione. Ciò però scarica (Non tanto) lievemente sul film un sapore melenso, come anche (O soprattutto?) sapere del suicidio del padre del personaggio della Jolie: quella stessa atmosfera dolciastra che si respira, ad esempio, nel pessimo "Guardia del Corpo", che non salvano neanche certe intuizioni di Kasdan. Spostandoci proprio sulla figura della poliziotta,il rapporto col "Capo" è relativamente simile o relativamente diverso da quello che Clarissa/Jodie Foster ha con Lecter. Si determina, col tempo, un approccio più empatico e confidenziale, ma anche lui, nella scialba e presuntuosa psicologia(?) del film, cerca di metterla due volte su una pista corretta: riguardo gli omicidi commessi da un misterioso serial-killer (Che poi, oltretutto, non si rivelerà né l'uno né l'altro) e riguardo una (Ri) scoperta di sé stessa. Ma mentre il cannibale di Demme scavava nella psicologia della poliziotta, che fin dall'inizio ci viene presentata mentre corre accompagnata da un teso sottofondo, qui ci accontentiamo di una giovane frustrata dal mondo che la circonda se non da sé stessa, senza nulla di "Aggiunto" che non sia il citato suicidio del padre.
Non mi dimentico che si tratta più prettamente di un giallo, sia chiaro. Ma l'intreccio(?) è macchinoso e privo di una vera suspense, senza farci mancare momenti come il ragazzo lasciato nel garage, il che conferma come la mano di Noice, ove e quando può, calchi sui pietismi non solo riguardo ai protagonisti, ma anche relativamente alle figure marginali.
Si aggiunga un finale inatteso ma non troppo, per chi sia divenuto un minimo smaliziato tramite la visione di polizieschi cinematografici e televisivi, nonché l'inevitabile "Happy-end" natalizio con famiglia a seguito, e resta un cinema anonimo, che partorisce il dubbio come il film di Demme e "Seven" abbiano lanciato la moda dei serial-killer da cinema, dando luogo, oltre al film di cui ho parlato, ai già desolanti "Avvocato del diavolo" ed "Il tocco del male".
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opidum
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venerdì 1 agosto 2014
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come ho fatto a capire chi è il colpevole!!
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rivisto ieri sera dopo tanti anni.
sempre un gran bel trillher.
quando lo vidi al cinema indovinai subito il colpevole per un particolare non da poco.
il colpevole è interpretato da un attore conosciuto che fino alla fine del film si vede in due brevissime scene.
un attore ( non una star ma appunto un attore popolare) così non si sarebbe sprecato per due sole scene.
e infatti!!!
vi consiglio caldamente di leggere il libro che oltre ad essere un gran bel giallo è anche un sentito saggio a favore dell'eutanasia.
comunque la pensiate.
saluti.
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mystic
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mercoledì 3 aprile 2013
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una messinscena poco ambiziosa e mal riuscita
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Alcuni gialli, si pensi ai film del maestro David Fincher, catturano il pubblico grazie alla loro crudele bellezza. Altri, pur rimanendo prodotti poco pretenziosi, regalano tensione e adrenalina. Altri ancora però, si rivelano progetti del tutto sbagliati, e Il collezionista di ossa è uno di questi: impostato bene nei primi minuti, si infanga ben presto perdendo dell'intensità che il genere richiede.
La trama è piuttosto schematica: Denzel Washington, nel ruolo di un detective costretto a letto paralizzato guida l'inesperta ma capace poliziotta Amelia (Angelina Jolie) nei sotterranei di New York per risolvere il caso di cui si parla, un misterioso killer che uccide le proprie vittime lasciando precisi indizi che le forze dell'ordine devono codificare.
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Alcuni gialli, si pensi ai film del maestro David Fincher, catturano il pubblico grazie alla loro crudele bellezza. Altri, pur rimanendo prodotti poco pretenziosi, regalano tensione e adrenalina. Altri ancora però, si rivelano progetti del tutto sbagliati, e Il collezionista di ossa è uno di questi: impostato bene nei primi minuti, si infanga ben presto perdendo dell'intensità che il genere richiede.
La trama è piuttosto schematica: Denzel Washington, nel ruolo di un detective costretto a letto paralizzato guida l'inesperta ma capace poliziotta Amelia (Angelina Jolie) nei sotterranei di New York per risolvere il caso di cui si parla, un misterioso killer che uccide le proprie vittime lasciando precisi indizi che le forze dell'ordine devono codificare.
Questo è un film che presenta non poche assurdità, ma che in fondo cerca solo di spaventare un poco. Senza mai riuscire a portare avanti le (poche) trame secondarie proposte (l'amante della Jolie che fine ha fatto?) si trasforma in una messinscena in pieno stile CSI NY. Ma negli spazi bui manca ancora una volta la capacità di creare tensione e il bandolo della matassa è fin troppo facile da sbrogliare per discreti lettori come i nostri eroi.
Alla fine, dopo uno "scontro finale" in cui Washington riesce ad avere la meglio sullo spietato quanto distratto assassino, realizzerete definitivamente la scarsa qualità della pellicola di Phillip Noyce. Poco ambizioso, mal riuscito, con un cast quasi completamente sbagliato e il culmine del ridicolo arriva nel finale con un insoddisfacente (quanto prevedibile) finale felice. Carente sotto ogni punto di vista, potrebbe essere il peggior giallo che vedrete per molto tempo.
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