Ferdinando e Carolina |
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Un film di Lina Wertmüller.
Con Mario Scaccia, Isa Danieli, Sergio Assisi, Gabriella Pession, Silvana De Santis.
continua»
Commedia,
durata 102 min.
- Italia, Francia 1999.
MYMONETRO
Ferdinando e Carolina
valutazione media:
2,96
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il tempo che fu...di Bokk74Feedback: 0 |
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giovedì 31 agosto 2006 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Sul finir della sua vita l’anziano Re Nasone rievoca morente le follie giovanili, ed il suo amore per la [bellissima] Carolina d’Austria. Il film, ambientato nella straordinaria Reggia di Caserta (che amo particolarmente), e in alcune location che rimandano splendidamente ai fasti delle corti borboniche del Settecento, è un affresco mirabile di un’epoca che stava sì per tramontare, ma che si rifiutava di vederlo. E nella sua cecità ostinata, continuava a bearsi dei capolavor mirabili creati per loro, senza merito. La gioia di vivere del poco regal Ferdinando, interpretato da un notevole Sergio Assisi, è contagiosa, esplosiva, incontenibile, scugnizza! Il suo refrain "Uhé Uhé, i' song' 'o rre", irritante e provocatorio, non rende comunque il suo personaggio abbastanza antipatico per quel che era. D’altro canto, il film tende, a mio avviso, verso tutt’altri lidi. Quel che maggiormente conta è l’atmosfera vitale che vi si respira, le ambientazioni splendide, perfettamente supportate da una colonna sonora che ruota sulla "Tarantella del Gargano" pezzo di autore anonimo del periodo, la cui eco ancor risuona nell'aurate volte della Reggia, qualora la visitiate e abbiate visto il film. Una pellicola che non è un capolavoro. Ma che certo consiglio per apprezzarne la raffinatezza scenografica, rarissima, soprattutto nel cinema italiano. Una festa per gli occhi, senza dubbio. Attori, tutti in gran forma. Mario Scaccia doppiato da Carlo Croccolo... Gli accenti tedeschi un po’ troppo caricati, ma tant’è. Il tutto, però, trasuda forse un sapore di un’epoca oramai tramontata, finita, chiusa. E’ come guardar le foto d'un morto, ed ascoltare l'apologia d’un cadavere eccellente. Un panegirico fantasioso e raffinato, realizzato in punta di cesello, in cui volontariamente si obliano le scelleratezze di quella persona, e che – tuttavia – trasuda morte e decomposizione dietro le leggiadre tende, i preziosi broccati, gli stucchi dorati, nel pensier costante di un’epoca che, come la giovinezza, una volta passata, scompare per sempre, e ne resta solo il ricordo, idealizzato e puro. *** Sito Internet: http://spazioinwind.libero.it/dario974/ - Blog: http://bokk74.blog.kataweb.it/ ***
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