sixy89
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giovedì 28 aprile 2011
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originale
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Un filmetto originale per una serata, niente di più. L'unica nota positiva è l'originalità dell'dea, perchè per il resto..La trama era scontata e si capiva da subito che SPOILER -> solo uno sarebbe sopravvissuto.
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pjmix
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sabato 12 febbraio 2011
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per gli amanti dell'enigmatico senza fine.
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Cosa ne pensate di 6 persone che si ritrovano dentro una stanza, senza conoscersi e senza sapere come siano finite lì? In realtà non si tratta di una stanza, ma di una serie di stanze; precisamente tutte queste stanze sono dei cubi, ognuno connesso ad un altro in modo complesso. Ma cosa succede all'interno di questi cubi? ogni cubo ha una trappola mortale e solo un cubo ha una via d'uscita. Bellissima idea, ma poteva essere sviluppata decisamente meglio. Bel finale, di quelli senza fine, che ti lasciano l'amaro in bocca..e forse è meglio così. C'è il sequel ovviamente, ma li sconsiglio.
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frz94
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lunedì 29 novembre 2010
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cube
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6 persone. Un cubo arcano composto da 17576 stanze semoventi e intercomunicanti, alla deriva in uno spazio e tempo indeterminato. Migliaia di trappole mortali disseminate in determinate stanze. La disperata ricerca di una via di uscita: questi gli ingredienti del film low - budget di Natali. Una pellicola onirica, visionaria, cervellotica e affascinante. Cosa rappresenti il cubo e cosa significhi davvero il finale “metafisico” è nelle mani del perplesso spettatore, il quale si trova immerso in un grande sogno fatto di giochi di luci, incastri, problemi matematici, fili e trappole (non si può non pensare per un istante al cubo di Hellraiser che spalanca le porte dell’inferno).
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6 persone. Un cubo arcano composto da 17576 stanze semoventi e intercomunicanti, alla deriva in uno spazio e tempo indeterminato. Migliaia di trappole mortali disseminate in determinate stanze. La disperata ricerca di una via di uscita: questi gli ingredienti del film low - budget di Natali. Una pellicola onirica, visionaria, cervellotica e affascinante. Cosa rappresenti il cubo e cosa significhi davvero il finale “metafisico” è nelle mani del perplesso spettatore, il quale si trova immerso in un grande sogno fatto di giochi di luci, incastri, problemi matematici, fili e trappole (non si può non pensare per un istante al cubo di Hellraiser che spalanca le porte dell’inferno). L’inferno dove sono proiettati invece i sei protagonisti è un inferno freddo, multicolore, mobile e tagliente che scinde i corpi e anche i rapporti fra di loro tanto che finiranno a scontrarsi e a uccidersi a vicenda. Un film originalissimo e leggibile e interpretabile a vari livelli, che si radica nella mente dello spettatore. Un viaggio nell’assurdo e nei meandri dell’animo umano, una metafora intelligente e raffinata. Da vedere e da rifletterci.
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babbo89
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mercoledì 27 ottobre 2010
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gustoso ma niente di più
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Film abbastanza bello, bella l'idea , belle le metafore , ma boh ! personalmente dopo un pò diventa noioso.
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giugy3000
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mercoledì 27 ottobre 2010
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dentro o fuori e' lo stesso
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Soli 350.000 dollari, un'idea geniale e raffinata, una regia corposa e ben salda retta da attori semi-sconosciuti di una bravura immensa, formano un piccolo grande capolavoro della cinematografia che non ha nulla da invidiare al ben più celebre e fortunato (purtroppo)universo di Matrix o al terrore adrenalinico della saga di SaW-L'enigmista.
Rcordando un po' la trama della "Metamorfosi" di Franz Kafka, sei anime perdute e spogliate di ogni avere si ritrovano catapultate in una stanza cubica senza sapere il come e il perchè vi sono entrate, .Uniche "certezze"esperibili: lo spazio che li racchiude è un susseguirsi di altrettante stanze a forma cubica che possono o meno racchiudere sofisticatissime trappole mortali.
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Soli 350.000 dollari, un'idea geniale e raffinata, una regia corposa e ben salda retta da attori semi-sconosciuti di una bravura immensa, formano un piccolo grande capolavoro della cinematografia che non ha nulla da invidiare al ben più celebre e fortunato (purtroppo)universo di Matrix o al terrore adrenalinico della saga di SaW-L'enigmista.
Rcordando un po' la trama della "Metamorfosi" di Franz Kafka, sei anime perdute e spogliate di ogni avere si ritrovano catapultate in una stanza cubica senza sapere il come e il perchè vi sono entrate, .Uniche "certezze"esperibili: lo spazio che li racchiude è un susseguirsi di altrettante stanze a forma cubica che possono o meno racchiudere sofisticatissime trappole mortali.
Ogni personaggio sembra essere una pedina indispensabile al gioco malefico di lotta alla sopravvivenza in cui sono paralizzati: una dottoressa nubile, una studentessa modello di matematica, un poliziotto dalle maniere pesanti, un ritardato mentale, un ladro specializzato in evasioni e...uno dei partecipanti alla costruzione dell'involucro esterno del cubo. Tutti protagonisti travagliati da un psiche tutt'altro che serena e tutti convinti, chi per un modo chi per un altro, che alla fonte del loro incubo vi sia qualcosa o qualcuno di terribilmente potente: il governo, un Dio tutt'altro che misericordioso, gli alieni, i dilemmi della matematica o semplicemente un altro uomo comune e mortale come loro. La vicenda parrebbe una testimonianza vivace del detto hobbesiano <<Homo homini lupus>> dove la lotta per la vita supera egosticamente quella della dignità umana, ma non deve e non può essere tutto qui. Se da un lato il misterioso cubo risponde perfettamente ai dettami delle leggi matematiche dei numeri primi, delle potenze e della legge di Cartesio, dall'altro lato è la costruzione più indefinita, incerta e paradossale dell'intera storia dell'umanità. Guardare avanti, dritto con i propri occhi e smettere di cercare un'uscita che non c'è o perpetrare nello scopo di vedere nuovamente la luce del sole? La chiave sta in noi stessi, noi e solo noi siamo il nostro nemico, la prospettiva con il quale guardiamo le cose sarà la risposta a quest'avventura proibitiva per ogni tipo di intelletto sano. E difatti sarà l'unica mente per certi aspetti "malata" a trovare la soluzione all'intrigo a quattro lati e quattro angoli: Kazan non perde tempo in speculazioni, supposizioni o lotte interno con il resto del "branco": egli si comporta come sempre nella sua natura limitata e finita...gli scappa la pipì per la paura, ha bisogno di una carezza di conforto, vorrebbe le sue caramelle e prova piacere a fare "il gioco del silenzio".
Mentre c'è chi quel mondo là fuori ha ancora voglia di azzannarlo in quanto pieno di voglia di vivere, c'è anche chi non vede motivo di esistenza fuori da quel labirinto di trappole e non vede differenza tra la stupidità umana che regna dentro il cubo e l'orizzonte esterno. Penso che nessuna battuta sia però più azzeccata e significativa di quella finale di Leaven : "anche se pure là fuori è un incubo vale la pena di saperci convivere".
Un esempio commovente, strabiliante e ingegnosamente pensato (ottima tutta la parte ingegnieristica delle "leggi interne" del cubo) che sfiora e supera la vetta della perfezione su ogni livello semantico, seppur solo e sempre accennato. Sarà stato solo un sogno?La luce che si vede fuori dal Cubo è la testimoniaza di essere tornati alla realtà mondana?Un dubbio iperbolico attanagliante ci divora e ci ricorda solo che l'unica certezza è quella del nostro esistere.
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shining
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mercoledì 14 luglio 2010
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ansia per tutto il film!
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Magnifico thriller psicologico canadese. Una trama originale e avvincente, un costante sprofondare verso la pura pazzia, vedremo ogni protagonista trasformare in quello che è veramente: un animale che risponde unicamente alle leggi della sopravvivenza. Un enorme cubo di rubik che periodicamente si muove, ansia e tensioni costanti, interpretazioni discrete.. Bel lavoro!!
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radiante
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sabato 24 ottobre 2009
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cosa oltre l'assurdo?
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Cartesio. Cosa, se un genio maligno avesse creato una realtà fittizia con la quale ci illude? Cosa se la nostra stessa esistenza fosse un'illusione?
La risposta: cogito, ergo sum. Penso, quindi sono.
Ed è il pensiero, quello puro, l'unica via di salvezza. Oltre a questo, c'è l'infinita stupidità umana.
Cosa oltre l'assurdo? L'ignoto.
Bella l'idea del Cubo, spettacolare la similitudine col cubo di Rubik.
Fantastico film cerebrale, ma godibilissimo a diversi livelli.
Dopo averlo visto, torna in mente, risale come un ascensore. Straordinario.
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granfa
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venerdì 18 settembre 2009
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le facce del cubo
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Il film ha vari livelli di lettura.
Partendo dalla superficie,"The Cube" è senza dubbio un discreto film horror.La psicosi da "animali in trappola" e il decadimento psico-fisico dei protagonisti esaspera in modo crescente i toni, mantenendo un buon livello di suspense per tutto il film.
E' abbastanza chiaro che il film vuole essere una metafora della vita,come risulta evidente nei dialoghi centrali tra Daniel e Quentin.I protagonisti non hanno idea delle ragioni per cui si trovano nel cubo(la vita) e tanto meno capiscono se a capo di tutto c'è un'intelligenza(Dio) o se è frutto del caso(tesi nichilista di Daniel,esplicitata chiaramente nel film).Ogni personaggio vive in maniera diversa l'esperienza nel cubo,così come ognuno nella vita fa le proprie scelte.
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Il film ha vari livelli di lettura.
Partendo dalla superficie,"The Cube" è senza dubbio un discreto film horror.La psicosi da "animali in trappola" e il decadimento psico-fisico dei protagonisti esaspera in modo crescente i toni, mantenendo un buon livello di suspense per tutto il film.
E' abbastanza chiaro che il film vuole essere una metafora della vita,come risulta evidente nei dialoghi centrali tra Daniel e Quentin.I protagonisti non hanno idea delle ragioni per cui si trovano nel cubo(la vita) e tanto meno capiscono se a capo di tutto c'è un'intelligenza(Dio) o se è frutto del caso(tesi nichilista di Daniel,esplicitata chiaramente nel film).Ogni personaggio vive in maniera diversa l'esperienza nel cubo,così come ognuno nella vita fa le proprie scelte.Nonostante l'insieme delle capacità dei protagonisti(l'umanità) fosse potenzialmente in grado di superare le difficoltà e di arrivare all'uscita del cubo,il gruppo si spacca e la maggior parte dei protagonisti fa una brutta fine,solo il ritardato-genio Kazan riesce nell'impresa.
La Ragione dell'uomo(le capacità matematiche di Leaven e Kazan) sono decisive per trovare l'uscita;eppure se i protagonisti avessero rinunciato fin dall'inizio(Daniel di per sè non cercherebbe di uscire),sarebbero giunti comunque allo stesso compartimento(il primo e l'ultimo sono identici).
Come in un'esperienza di pre-morte,Kazan attraversa il ponte avvolto da un'intensa luce bianca.L'uscita può essere vista metaforicamente come la Felicità(per Daniel ,ad esempio, non ne esiste alcuna) o come la soluzione al problema del dopo-vita:c'è qualcosa oltre questa vita(il cubo) e cosa?Il Film volutamente si interrompe lasciando aperta la questione.
"La vita è troppo complicata,la ragione per cui siamo qui ci sfugge totalmente"(David Worth)
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nick castle
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martedì 16 giugno 2009
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buon film, lasciate stare le critiche e recensite!
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In bilicop tra il fantastico e i thriller, Cube spiazzo il pubblico nel 1998, sicuramente non si era abituati a un film così. Anche se ben utilizzati gli effetti visivi digitali ci sono e si vedono(ma non così tanto...), la storia è totalmente originale e per questo il film si merita subito la sufficienza. Sicuramente più che sull'efferatezza delle scene, in cui i congegni mortali sono in atto(aspetto più grafico che narrativo), gli sceneggiatori volevano puntare sull'approfondimento psicologico, ma non riuscendoci pienamente a mio parere. Motivo la mia affermazione dicendo che i personaggi patiscono molto l'isolamento, la frustrazione, la paura e la rabbia, ma sembrano macchine(pur dicendo che non mangiano da ore sembrano non lamentarsene, pur dicendo di non riposare da ore sembrano non essere stanchi, in tutte quelle ore solo uno di loro ha bisogno di urinare).
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In bilicop tra il fantastico e i thriller, Cube spiazzo il pubblico nel 1998, sicuramente non si era abituati a un film così. Anche se ben utilizzati gli effetti visivi digitali ci sono e si vedono(ma non così tanto...), la storia è totalmente originale e per questo il film si merita subito la sufficienza. Sicuramente più che sull'efferatezza delle scene, in cui i congegni mortali sono in atto(aspetto più grafico che narrativo), gli sceneggiatori volevano puntare sull'approfondimento psicologico, ma non riuscendoci pienamente a mio parere. Motivo la mia affermazione dicendo che i personaggi patiscono molto l'isolamento, la frustrazione, la paura e la rabbia, ma sembrano macchine(pur dicendo che non mangiano da ore sembrano non lamentarsene, pur dicendo di non riposare da ore sembrano non essere stanchi, in tutte quelle ore solo uno di loro ha bisogno di urinare). Per giunta sembrano tutti in una forma fisica smagliante, in più un ragazzo ritardato(a me però è sembrato più autistico che ritardato, diversamente da quelo che affermano i protagonisti, comunque...), da che mondo e mondo non va in palestra, perciò mi risulta difficile credere che riesca a mantenersi sospeso solo usando le braccia, per di più per un bel po' di tempo. Infine, il film ha poco approfondimento della psicologia dei personaggi, non spiega realmente come sono fatti, come non spiega niente sull'origine e su chi ci sia dietro la struttura e il funzionamento del cubo, i personaggi usano "amorevoli passi di danza per strappare brandelli d'informazioni, senza doverle chiedere"(Michael Connelly).
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taniamarina
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venerdì 24 aprile 2009
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elogio a franz kafka
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Si poteva pensare di tutto e di più sul cubo di Rubick, tranne che avrebbe potuto ispirare un film del genere. Non c'è via d'uscita nella maligna progettazione ingegneristica di un uomo sadico, e i personaggi che attraversano le inquietanti sale rotanti, non sono affatto a caso. Anche il matematico non riuscirà a comprendere appieno la logica di un sistema senza senso, ma ci riuscirà un demente, quasi a voler dire che soltanto chi ha una mente semplice e ritardata, può ancora trovare del bello in una vita moderna scandita da cinismo e sadismo. Si può affermare che Kafka è ancora tra noi.
Bel film.
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