Il coraggioso |
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Un film di Johnny Depp.
Con Marlon Brando, Johnny Depp, Elpidia Carrillo
Titolo originale The Brave.
Drammatico,
durata 120 min.
- USA 1997.
- Mikado Film
uscita venerdì 14 novembre 1997.
MYMONETRO
Il coraggioso
valutazione media:
2,07
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il cinema coraggioso di Depp 1di AndreaFeedback: 0 |
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mercoledì 6 giugno 2001 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Dopo il grande “Albino alligator” (“Insoliti criminali”) di Spacey, anche Depp l’anno successivo esordisce nella regia (oltre ad essere attore protagonista e co-sceneggiatore) ed elabora in modo personalissimo il percorso verso l’autodistruzione già affrontato con il William Blake immerso nel riverberato bianco e nero del bellissimo “Dead man” di Jarmusch. Il sole eterno oppressore e la luna eterna suggeritrice punteggiano la storia e nella loro intensità luminosa gareggiano quasi con l’altrettanto sfolgorantemente dimessa regia e recitazione di Depp (accompagnate dalla raffinata e ipnotica musica di Iggy Pop [che compare per un attimo durante la festa]). La riflessività trattenuta dello sguardo attoriale e registico di Depp gli permette di raggiungere un’intensità emotiva e, al tempo stesso, una capacità di far riflettere notevolissima. Depp regista-attore sa emozionarsi prima ancora di emozionare e attraverso quest’emozionalità sa raccontare, secondo i suoi tempi fisiologico-psichici, una storia estrema come la vita cui sono costretti i suoi protagonisti. Cinema il suo originalmente alternativo che non vuol essere underground, pop, psichedelico (come un’altra preziosa storia d’autodistruzione condotta con altri ritmi e altra acredine: “Trainspotting” di Boyle) ma, semplicemente, fuori da tutte le mode perciò rischioso (economicamente ma anche artisticamente) e che vuol essere ed è, in ultima istanza, solo suo. Questa non-impostazione quasi programmatica ricorda il cinema di Kusturica, ma qui si fermano i contatti tra i due. In un film tenuto in realtà sempre sul filo del rasoio giunge imprevedibile ma liberatoria e coerente (con la difesa-sacrificio del/per il proprio focolare domestic) la rasoiata di violenza contenuta (compressa verrebbe da dire) nella scena della vendetta omicida di Raphael (Depp) contro Luis (Guzman), che magicamente non toglie nulla alla delicatezza e all’intensità emozionale della pellicola. Le carezze sanno assumere (incarnare) una purezza potente che tocca corde quasi fetali nello spettatore e in questa prospettiva le mani si fanno veicolo d’amore ma anche di morte (lo schiaffo alla moglie di Raphael da parte di Luis che basterà a condannarlo, lo strangolamento di Luis e soprattutto il marchio bovino sulla mano di Depp da parte dell’innominato emissario dell’altrettanto indefinito futuro regista della sua atroce fine).
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