gianmarco.diroma
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martedì 2 ottobre 2012
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la nouvelle métropole
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La differenza tra una conferenza tenuta in uno spazio universitario e una in televisione è più o meno questa: in televisione si può cambiare canale, mentre all'università, a scuola, chi parla o chi ti ha detto di andare ad ascoltare quella conferenza, magari alla fine ti giudicherà! Suona più o meno così l'ammonimento di Philippe Daverio durante Venetonight. Perché in televisione devi fare cassa. Della serie: basta che funzioni! A Philippe Daverio però, si potrebbe far notare, con la dovuta umiltà, che per fortuna il mondo è bello ed è vario. Nel senso che per esempio, nella storia del cinema, esistono i francesi, e tra i francesi esiste un nutrito gruppo di persone che hanno teorizzato un poco di tempo fa la Nouvelle Vague, il cui eco si fa ancora sentire.
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La differenza tra una conferenza tenuta in uno spazio universitario e una in televisione è più o meno questa: in televisione si può cambiare canale, mentre all'università, a scuola, chi parla o chi ti ha detto di andare ad ascoltare quella conferenza, magari alla fine ti giudicherà! Suona più o meno così l'ammonimento di Philippe Daverio durante Venetonight. Perché in televisione devi fare cassa. Della serie: basta che funzioni! A Philippe Daverio però, si potrebbe far notare, con la dovuta umiltà, che per fortuna il mondo è bello ed è vario. Nel senso che per esempio, nella storia del cinema, esistono i francesi, e tra i francesi esiste un nutrito gruppo di persone che hanno teorizzato un poco di tempo fa la Nouvelle Vague, il cui eco si fa ancora sentire. Critici cinematografici e registi (o in alcuni casi, e non per caso, entrambe le cose) che hanno teorizzato un cinema fatto di persone, prima che di storie. Una storia del cinema dove diventa importante conoscere tutta l'opera di un regista per poterne analizzare e comprendere appieno ogni singola opera. Una storia del cinema fatta da persone che prima il cinema l'hanno studiato e criticato e che poi, a volte, lo hanno anche fatto. Un cinema fatto di e da poche persone, da troupe leggere e quindi in teoria poco (o meglio, meno) costose. Nel DVD edizione BIM di Conte d'été troviamo scritto sul retro: "La prima scena che abbiamo girato sulla spiaggia, l'incontro tra Gaspard e Margot, è stata decisa all'ultimo momento. Pur essendo domenica il tempo non prometteva bene, quindi pensavamo che non ci sarebbe stata molta gente. In realtà è uscito uno splendido sole ed è arrivata una gran folla... l'abbiamo girata in cinque minuti. Quando si ha una troupe pesante, un piano di lavorazione e tutto il peso della regia... è sicuramente più difficile". Questa è una delle possibili vie per ottenere quella leggerezza e quel "candore" tipico dei francesi nel raccontare la vita di tutti i giorni, anche nelle sue sfumature più sottili. È il ritmo che fa la differenza. Il come si raccontano le cose, ancora prima di quale storia si voglia raccontare. Per questo forse, la musica è così rivelatrice dell'anima di una persona: perché nel come una musica ti fa ballare (se ti prende e ti fa ballare) prende corpo la parte più ludica e giocosa di ognuno. Perché nel ballo, si può compiere quella conversione a cui Cristo ci chiama, a quella conversione che ci vorrebbe capaci di "diventare semplici e spontanei come i bambini". Perché "in loro" (nei bambini) dovremmo "accoglierlo e servirlo" (il Cristo) "e non offrire occasioni di scandalo". Sarà per questo che si usa dire che coi bambini bisogna andarci piano. Che i bambini sono delle spugne. Che i bambini (che come "gli angeli anche delle più umili creature vedono il Padre che è nei cieli") vedono tutto e capiscono anche se possono sembrare degli spettatori distratti presi dai loro giochi. Sarà per questo che pensare alla Nouvelle Vague da sempre un gran piacere: forse perché, nella sua capacità di contenere i costi di produzione (perché non necessita di produzioni costose, che ne soffocherebbero il respiro) esprime al massimo grado un cinema fatto di persone prima che di storie. Un po' come quel prete della "campagna" qui di Venezia, possibile cuore di una nuova città metropolitana, che dice: "Ricorda che dietro ogni fotografia c'è una persona. Non bisognerebbe mai guardare solo la fotografia e dimenticare la persona ritratta".
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fedeleto
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sabato 9 aprile 2011
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l'estate dell'indecisione
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Rohmer dopo essersi preso una pausa dai racconti delle stagioni con Incontri a parigi,torna alla tematica con questo nuovo capitolo.Un ragazzo passa l'estate al mare da solo in attesa della sua ragazza con sui ha un rapporto alquanto bizzarro,ma inaspettatamente conosce margot una dolce ragazza che lavora in un ristorante,diventeranno molto amici,e seppur il ragazzo e' molto demoralizzato poiche' non si sente uno capace di sedurre o intrigare,si ritrovera' circondato dalla passione di un altra ragazza e della sua stessa ragazza che ritorna senza preavviso quando ormai non sembrava piu' possibile.Cosa scegliere?oppure scegliera' il destino?Rohmer dirige forse il suo capolavoro degli anni novanta,attraverso una sceneggiatura del tutto originale,mette in scena i dubbi.
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Rohmer dopo essersi preso una pausa dai racconti delle stagioni con Incontri a parigi,torna alla tematica con questo nuovo capitolo.Un ragazzo passa l'estate al mare da solo in attesa della sua ragazza con sui ha un rapporto alquanto bizzarro,ma inaspettatamente conosce margot una dolce ragazza che lavora in un ristorante,diventeranno molto amici,e seppur il ragazzo e' molto demoralizzato poiche' non si sente uno capace di sedurre o intrigare,si ritrovera' circondato dalla passione di un altra ragazza e della sua stessa ragazza che ritorna senza preavviso quando ormai non sembrava piu' possibile.Cosa scegliere?oppure scegliera' il destino?Rohmer dirige forse il suo capolavoro degli anni novanta,attraverso una sceneggiatura del tutto originale,mette in scena i dubbi.gli incontri,il destino inaspettato che sconvolge la vita sentimentale di un ragazzo(come dice margot e' come se fossi stato povero e ti fossi risvegliato miliardario),l'estate e' teatro di passione e sentimenti,o meglio spensieretezza,ed e' proprio li che accadono le cose che desideriamo ,quando la nostra mente non ci manovra come burattini e ci si affida al caso,anche se forse sarebbe giusto almeno provare a scegliere ma con il cuore.Senza dubbio un vero capolavoro del regista francese.Buona tra l'altro a canzone corsara che compone il ragazzo,che da' quasi un certo tono di avventura .
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mary22
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martedì 15 settembre 2009
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noioso
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A parte l'ambientazione nella magnifica Bretagna è uno dei film più noiosi e neno riusciti di Rohmer.
E pure datatissimo.
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famigliao
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lunedì 29 settembre 2008
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scegliere di non scegliere
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Scandito dal calendario, un countdown con la data di partenza del protagonista, il film narra le brevi vacanze di un ragazzo in un paesino del Nord della Francia. Giunto per incontrarsi con la propria ragazza che però tarda a farsi viva, il ragazzo, che nel corso del film mostra tanti lati di sè quante sensazioni prova, conosce altre 2 ragazze con cui intrattiene rapporti diversi, ma accomunati entrambi dal desiderio di piacere (di "essere" come dice lui stesso). Il ragazzo rimorchia suo malgrado, non sceglie ma viene scelto (ed è lui a dire che gli piace che sia così. Ma dobbiamo credergli? Quante volte si mente a se stessi per non sentirsi inadeguato? Quante volte ci si adatta alle proprie debolezze?)
Il film parla di cose che tutti hanno sperimentato sulla propria pelle, sia ragazzi che ragazzi.
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Scandito dal calendario, un countdown con la data di partenza del protagonista, il film narra le brevi vacanze di un ragazzo in un paesino del Nord della Francia. Giunto per incontrarsi con la propria ragazza che però tarda a farsi viva, il ragazzo, che nel corso del film mostra tanti lati di sè quante sensazioni prova, conosce altre 2 ragazze con cui intrattiene rapporti diversi, ma accomunati entrambi dal desiderio di piacere (di "essere" come dice lui stesso). Il ragazzo rimorchia suo malgrado, non sceglie ma viene scelto (ed è lui a dire che gli piace che sia così. Ma dobbiamo credergli? Quante volte si mente a se stessi per non sentirsi inadeguato? Quante volte ci si adatta alle proprie debolezze?)
Il film parla di cose che tutti hanno sperimentato sulla propria pelle, sia ragazzi che ragazzi. Di quanto possano essere smidollati i ragazzi e complicate le ragazze. Le cose raccontate ed il modo in cui sono raccontate sanno di vero, senza eccessi di pathos fuori luogo, senza nulla di stonato.
Rohmer sceglie di non farsi notare particolarmente, confezionando un film semplice, basando tutto il film sulle bugie, le debolezze, le indecisioni di un ragazzo di vent'anni. E il finale non poteva essere che quello in cui il protagonista sceglie di non scegliere, sceglie di rimandare, di non essere uomo, ancora...
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