spalla
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lunedì 18 gennaio 2010
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racconto natalizio con uno schwarzenegger in forma
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Commedia natalizia abbastanza divertente per un pubblico di tutte le età. Il tipico genitore superimpegnato che tutto preso dal lavoro finisce per dimenticare la famiglia, cerca di riscattarsi in occasione del Natale, il momento più adatto per questo, andando però incontro a mille difficoltà. Tema non troppo originale, ma sempre valido. Dopo alcune sequenze iniziali all'insegna del già visto, il film imbastisce una trama movimentata e ricca di gag e capitomboli che piaceranno sicuramente agli spettatori più giovani. Il film risulta più convincente nella prima parte, quando si presenta soprattutto come una graffiante satira sul mondo delle compere natalizie e sul consumismo.
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Commedia natalizia abbastanza divertente per un pubblico di tutte le età. Il tipico genitore superimpegnato che tutto preso dal lavoro finisce per dimenticare la famiglia, cerca di riscattarsi in occasione del Natale, il momento più adatto per questo, andando però incontro a mille difficoltà. Tema non troppo originale, ma sempre valido. Dopo alcune sequenze iniziali all'insegna del già visto, il film imbastisce una trama movimentata e ricca di gag e capitomboli che piaceranno sicuramente agli spettatori più giovani. Il film risulta più convincente nella prima parte, quando si presenta soprattutto come una graffiante satira sul mondo delle compere natalizie e sul consumismo. Alcune trovate sono decisamente azzeccate e strappano allo spettatore diverse risate. Nella seconda parte poi il film si affloscia un po' deviando nettamente verso il fantasy e nonostante le belle sequenze della trasformazione di Schwarzenegger in supereroe appare qui meno convincente. Si risolleva però nella bella scena finale all'insegna dell'amicizia e della solidarietà, dove ribadisce anche il sempre valido tema che l'affetto famigliare è sempre più importante di qualsiasi regalo. Il film è anche supportato dalla bravura degli interpreti abbastanza azzeccati. Bisogna dire che il duro per eccellenza Schwarzenegger se la cava moderatamente bene anche in ruoli piuttosto comici. Ne aveva infatti già dato prova in "Un Poliziotto Alle Elementari" ad esempio. Sono stati diversi gli attori "coriacei" che, non più giovani, hanno tentato la via della commedia, ma di certo Schawrzenegger è uno di quelli che vi è riuscito meglio. Qui è poi affiancato dal sempre simpatico James Belushi e da Simbad nei panni di un irresistibile postino pasticcione. "Una Promessa è Una Promessa" è quindi una commedia nataliza senza grandi pretese e anche alquanto prevedibile, ma nel suo genere mi sembra abbastanza riuscita e divertente. Per una serata senza troppi pensieri in occasione delle festività natalizie va più che bene.
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elgatoloco
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martedì 2 gennaio 2018
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jingle all the way, but...
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"Jingle all the Way", di Brian Levant(1996), oltre che operina natalizia simpatica, di ormai più di un ventennio fa, in epoca Clinton(siamo negli States)è in qualche modo una doppia demistificazione: del"Mito"Schwazenegger(Schwarzi, come lo chiamano nella sua natia Austria), in quanto l'ex-culturista, l'eroe di tanti film, quasi"pepla"e comunque dove poteva poteva esibirsi come eroe muscoloso, qui fa l'impiegatuccio costretto a portare il regalino all'ultimo momento al suo bambino, inserendosi persino nella parata natalizia, facendo da"Turbo Man", appunto l'eroe-meccanico che, in versione giocattolo, il bambiorno vuole per Natale; poi la demistificazioen della superparata , che porta solo a una sorta di"gioco al massacro", dove continuano le lottte al supermercato per la conquista dell'ultimo modello di"Turbo-Man", ma poi il tutto, pomposamene-bamboasticamente(cioò che Levant registicamente riesce a rendere nella sua inutile e retorica sontuosità?), diventa un qualcosa di spettacolare-nella società dello spettacolo tutto fa spettacolo-Debord godrà.
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"Jingle all the Way", di Brian Levant(1996), oltre che operina natalizia simpatica, di ormai più di un ventennio fa, in epoca Clinton(siamo negli States)è in qualche modo una doppia demistificazione: del"Mito"Schwazenegger(Schwarzi, come lo chiamano nella sua natia Austria), in quanto l'ex-culturista, l'eroe di tanti film, quasi"pepla"e comunque dove poteva poteva esibirsi come eroe muscoloso, qui fa l'impiegatuccio costretto a portare il regalino all'ultimo momento al suo bambino, inserendosi persino nella parata natalizia, facendo da"Turbo Man", appunto l'eroe-meccanico che, in versione giocattolo, il bambiorno vuole per Natale; poi la demistificazioen della superparata , che porta solo a una sorta di"gioco al massacro", dove continuano le lottte al supermercato per la conquista dell'ultimo modello di"Turbo-Man", ma poi il tutto, pomposamene-bamboasticamente(cioò che Levant registicamente riesce a rendere nella sua inutile e retorica sontuosità?), diventa un qualcosa di spettacolare-nella società dello spettacolo tutto fa spettacolo-Debord godrà...- e con il vate dlella pop art tutti(o nessuno, che poi è lo stesso o quasi)avranno/avrà i loro/i suoi quindici minuti di celebrità, stavolta è un papà , che cos' risolve la scarsa stima che negli ultimi tempi riscuote in famiglia, divenendo di colpo(effetto pop-Debord-Vaneighem)un super-eore soprattutto entro le mura domestiche. Da un punto di vista intepretativo, Schwarzi è non più della propria"icona", meglio Belshi(jim, siamo nel 1996, quando John ormai non c'era più), Curtis Armstrong, Simbad e Rita Wilson, tutti più bravi dell'"eroico"Arnold.... El Gato
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elgatoloco
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mercoledì 11 dicembre 2019
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commedia piacevole, a natale
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"Jingle all the Way"(Brian Levant, 1996, ma scritto da Randy Kornfield)è una commedia che da un lato demisfifica il personaggio Schwarzenegger(all'epoca ancora pienamente attore e culturista, non ancora governatore della California), dall'altro demistifica le"grandi corse"non alla villeggiatura di goldoniana memoria, ma invece quelle all'ultimo regalo , da"Black Friday"etc. Roba da ridere, nel doppio senso del termine:la doppia demistificazione(oltre a tutto la competizione di "Schwarzi"con due comici veri: Sinbad, il competitor al raggiungimento dell'ambito giocattolo"Turbo_Man"(che sembra ci fosse davvero, all'epoca)e poi con James Belushi, che qui impersona il"Papa Noe"l del famoso supermarket.
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"Jingle all the Way"(Brian Levant, 1996, ma scritto da Randy Kornfield)è una commedia che da un lato demisfifica il personaggio Schwarzenegger(all'epoca ancora pienamente attore e culturista, non ancora governatore della California), dall'altro demistifica le"grandi corse"non alla villeggiatura di goldoniana memoria, ma invece quelle all'ultimo regalo , da"Black Friday"etc. Roba da ridere, nel doppio senso del termine:la doppia demistificazione(oltre a tutto la competizione di "Schwarzi"con due comici veri: Sinbad, il competitor al raggiungimento dell'ambito giocattolo"Turbo_Man"(che sembra ci fosse davvero, all'epoca)e poi con James Belushi, che qui impersona il"Papa Noe"l del famoso supermarket...Dunque l'eroe culturista versus i comici... Ma naturalmente c'è anche il mito del giocattolo tecnologico un po'violento, che appassiona i bambini, "drogati"da pubblicità e consumismo, spinti disperatamente a consumare e ad ambire a riconoscimenti lontani dalle cose più belle(animaletti, storie, giochi "veri")per fuggire(roba da vero e proprio"escape"in una dimensione non tanto fantastica quanto artificiosamente costruita per loro, in modo che gli adulti compriono loro questi prodotti... Quale distanza, poi, rispetto a prodotti meccanici-blandamente tecnologici, per es., in un vecchio"Perry Mason"(sperando che la memoria non mi tradisca, certo,,,)in bianco e nero visto da bambino in TV, dove comunque c'era ancora il fascino della sorpresa e della seduzione dell'oggetto"misterioso", comunque da scoprire. Qui , ormai tutto è ostentato(per spots e in ogni modo, con ogni modalità espressiva), ma il bambino sembra comunque contento... C'è poi anche la parata, che aggiunge "sale"a questa "minisocietà dello spettacolo", continuamente onnipresente quanto ostentata e capace di infilitrarsi u n po'dovunque. Rita Wilson fa la mamma, Jake Lyod il bambino, ma il "piatto forte"rimane quello che si è detto, Eppure lo spirito natalizio non soccombe mai del tutto. El Gato
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felicity
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martedì 12 gennaio 2021
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un film intelligentemente stupido
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Una promessa è una promessa è una sorta di libera parodia relativa alle vendite sold-out di alcune bambole/action-figure.
La storia ha inizio quando il protagonista ossessionato dal lavoro e spesso assente ad alcuni avvenimenti clou nella vita del figlio promette al piccolo di regalargli per natale l'action-figure di Turbo Man, una specie di supereroe che combatte il male sul piccolo schermo.
Una promessa è una promessa rimane evidentemente una produzione rivolta a grandi e piccini, una platea di famiglie i cui genitori sono desiderosi di godere con la propria prole di un titolo esilarante e non impegnativo. E se i novanta minuti di visione scorrono effettivamente sulle fila di una comicità "per tutti", con alcune gag in cui il divertimento facile-facile è assicurato, è altresì innegabile che l'intero insieme risulti troppo caotico e gridato per risultare efficace anche da un punto di vista più smaliziato.
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Una promessa è una promessa è una sorta di libera parodia relativa alle vendite sold-out di alcune bambole/action-figure.
La storia ha inizio quando il protagonista ossessionato dal lavoro e spesso assente ad alcuni avvenimenti clou nella vita del figlio promette al piccolo di regalargli per natale l'action-figure di Turbo Man, una specie di supereroe che combatte il male sul piccolo schermo.
Una promessa è una promessa rimane evidentemente una produzione rivolta a grandi e piccini, una platea di famiglie i cui genitori sono desiderosi di godere con la propria prole di un titolo esilarante e non impegnativo. E se i novanta minuti di visione scorrono effettivamente sulle fila di una comicità "per tutti", con alcune gag in cui il divertimento facile-facile è assicurato, è altresì innegabile che l'intero insieme risulti troppo caotico e gridato per risultare efficace anche da un punto di vista più smaliziato.
Il regista Brian Levant preme l'acceleratore su un ritmo scatenato che a lungo andare risente dei propri limiti concettuali, con l'intera parte finale che si rivela un informe e frenetico guazzabuglio di situazioni paradossali che fa affidamento su discreti effetti speciali, il tutto all'insegna dei buoni sentimenti come d'altronde l'atmosfera natalizia esige.
Schwarzy si trova alle prese con situazioni ridondanti, dalle continue e involontarie scaramucce con un agente di polizia ai contrasti con l'acerrimo contendente, mentre fa i conti con una situazione familiare complicata ulteriormente dalle ripetute avance dell'odioso vicino di casa nei confronti della moglie delusa.
Nonostante le insidie alle quali il nostro va incontro, il lieto-fine è già ovviamente scritto in partenza - e la velata critica al consumismo, che include veri e propri assalti ai centri commerciali, risulta troppo debole e annacquata per risultare realmente incisiva.
A un film come Una promessa è una promessa non si chiedeva certamente di osare oltre il dovuto e di uscire dal seminato, visto il relativo target di riferimento, ma a conti fatti un maggiore impegno in fase narrativa e conseguente messa in scena poteva tranquillamente elevare il tutto dai toni di piacevole mediocrità sui quali si adagia senza ambizioni di alcun tipo.
Il film natalizio prodotto e diretto da due vecchie volpi (Chris Columbus e Brian Levant) è dunque un prodotto intelligentemente stupido, con indolori accenni anti-consumisti e morale virtuosa.
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