In un paese pieno di paradossi come l'America, nel quale l'opinione pubblica si scaglia contro un Presidente che ha una relazione con la sua stagista e ne sostiene uno che manda a morire migliaia di giovani per una causa fantasma, la voce di Tim Robbins è come un urlo nel silenzio.
La pena di morte, totalmente incongruente con la libertà di possedere un'arma, è la scomoda protagonista di questa pellicola.
Tratto dal libro scritto da Suor Helen Prejean, il film ripercorre la storia di Matthew Poncelet, accusato, insieme ad un suo amico, dello stupro e del brutale omicidio di due giovani fidanzati.
La grave accusa mossa al sistema giudiziario americano è resa ancora più forte da più di un aspetto: la personalità di Poncelet, interpretato da un ottimo Sean Penn, che ci mostra un uomo rozzo, razzista, nullafacente, violento, non viene ammorbidita, anzi, il regista non fà nulla per rendercelo almeno accettabile.
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In un paese pieno di paradossi come l'America, nel quale l'opinione pubblica si scaglia contro un Presidente che ha una relazione con la sua stagista e ne sostiene uno che manda a morire migliaia di giovani per una causa fantasma, la voce di Tim Robbins è come un urlo nel silenzio.
La pena di morte, totalmente incongruente con la libertà di possedere un'arma, è la scomoda protagonista di questa pellicola.
Tratto dal libro scritto da Suor Helen Prejean, il film ripercorre la storia di Matthew Poncelet, accusato, insieme ad un suo amico, dello stupro e del brutale omicidio di due giovani fidanzati.
La grave accusa mossa al sistema giudiziario americano è resa ancora più forte da più di un aspetto: la personalità di Poncelet, interpretato da un ottimo Sean Penn, che ci mostra un uomo rozzo, razzista, nullafacente, violento, non viene ammorbidita, anzi, il regista non fà nulla per rendercelo almeno accettabile. Eppure una suora, una Susan Sarandon orgogliosa e combattiva, che non ha nulla a che vedere con un criminale, decide di aiutarlo e di dargli conforto negli ultimi istanti della sua vita.
Oppure pensiamo al destino del suo amico, ugualmente colpevole, al quale la pena capitale viene commutata in carcere a vita solo perchè godendo di una condizione economica migliore riesce a procurarsi un avvocato migliore. Dov'è finita la tanta declamata uguaglianza di tutti gli uomini davanti a Dio?
Ma la grandezza di questa storia struggente sta nel finale, quando negli istanti che presìcedono l'esecuzione, della quale ci viene regalata una cronaca cruda e commovente, Poncelet confessa di aver ucciso uno dei due ragazzi e chiede scusa ai genitori, presenti per assistere ad una morte che certo non riporterà in vita i loro figli.
Nonostante questo la pena di morte è l'unica a subire una vera condanna: anche nella colpevolezza, nella confessione, lo Stato non ha nessun diritto di sostituirsi al destino e non può condannare per un atto commettendo lo stesso atto.
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