Una pura formalità |
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Un film di Giuseppe Tornatore.
Con Gérard Depardieu, Roman Polanski, Nicola Di Pinto, Sergio Rubini, Paolo Lombardi.
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Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 110 min.
- Italia 1994.
- Penta Distribuzione
uscita lunedì 8 agosto 1994.
MYMONETRO
Una pura formalità
valutazione media:
3,57
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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il film, più interessante di tornatore, senz''altrodi elgatolocoFeedback: 257592 | altri commenti e recensioni di elgatoloco |
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martedì 29 settembre 2020 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Non conoscendo benissimo la filmografia di Giuseppe Tornatore, non oso dire che"Una pura formalità"(GIuseppe Tornatore, anche autore del soggetto e della sceneggiatura, scritta con Pascal Guignard, 1994), sia il suo "capolavoro"-credo tuttavia di poter affermare, senza tema di smentita, essere il suo film più interessante. Qui la prospettiva è esistenziale-metafisica(per questa definizione, forse, bisognerebbe ampliare la semantica del lemma). Uno scrittore in crisi viene trovato in un bosco, in una località di montagna lontana da ogni forma di"civilizzazione moderna"dopo che sul lugo si è sentita una forte esplosione, Senza poter pensare a un rapporto di causa-effetto, l'uomo viene interrogato da un commissario, dapprima molto colpito dal fatto che si tratta dell'autore letterario che egli(gran lettore, peraltro)predilige, ma poi le esigenze legate alla professione(commissario di polizia, dunque con obblighi legali cogenti)lo costringono a condurre, con alcune"ricadute"a un interrogatorio serrato, dove il presunto"colpevole"(ma di che cosa?)incappa in qualche problema di memoria e di identià; su ciò il film e Tornatore autore-.regista costrurisce riflessioni e problematiche che fino a quel momento(a quanto mi consta, almeno)erano relativamente estranee alla sua tematica filmica. Direi, con un certo margine di"errore"possibile, che il fatto che ROman Polanski, certo più autore-regista che attore(anche se aveva interpretato vari ruoli anche in passato)abbia accettato il ruolo va ricondotto proprio al personaggio da lui qui reso(con grande efficacia, ça va sans sire)e all'affinità con molte delle problematiche polanskiane, persino in un film"giocoso"("Una pura formalità"certo non è tale...)quale era"What?"-"Che?"degli anni 1970... La dialettica tra i due personaggi riesce particolamente interessante e "drammatica"(anche qui nell'accezione letterale del termine)dove Gérard Depardieu come scrittore-"inquisito"dà pienamente corpo alla sua verve debordane e Polanski a tratti anche, pur rimanendo fatalmente"al di qua"dellla scrivania quale "interrogante". Un play decisamente convincente, che forse solo in certi momenti appare(ma francamente di poco)pletorico, riuscendo invece molto incisivo. Nel fim si nota come attore(quasi"tritagonista", potremmo dire)un Sergio Rubini ancora giovane. Interessante anche la canzone cantata in italiano da Depardieu, "Ricordare", con testo di Tornatore e musica di Ennio Morricone, eccleso autore di tutto in sound.track. El Gato
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