Il branco |
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Un film di Marco Risi.
Con Giampiero Lisarelli, Ricky Memphis, Tamara Simunovic, Salvatore Spada, Natale Tulli, Giorgio Tirabassi.
continua»
Drammatico,
durata 93 min.
- Italia 1994.
- Penta Distribuzione
uscita sabato 10 settembre 1994.
MYMONETRO
Il branco
valutazione media:
2,75
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La 'Nuit Braque' del cinema italianodi gianleo67Feedback: 61482 | altri commenti e recensioni di gianleo67 |
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martedì 7 maggio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Branco di balordi di un piccolo paesello ciociaro segregano e violentano per un'intera notte un paio di autostoppiste tedesche, arrivando perfino ad organizzare una festa a pagamento dove vengono abusate da decine di persone. Una delle due muore, l'altra fugge facendo arrestare l'unico ragazzo che non l'aveva violentata ma ne aveva comunque impedito la fuga.
L'intento sociologico è chiaro, ma Risi non sa resistere alla tentazione di assecondare una drammaturgia da fiction televisiva che oscilla tra patetismo e moralismo, insistendo sulla contrapposizione pacchiana tra il luogo comune di una provincia apparentemente domestica e religiosa ed il vuoto di valori e la sottocultura bestiale che genera i mostri di una violenza sadica. Contrapponendo gli eventi concomitanti di una tranquilla festa patronale (sincretismo tra religiosità popolare e svago profano dove perfino il giovin parroco balla il rock,sic!) e del rave orgiastico a base di alcool e istinti predatori, l'autore genera la dinamica di questa drammaturgia delle ambivalemnze cercando di approfondire la diversità delle psicologie di personaggi contraddittori (il truce,il pregiudicato, il leader carismatico , il pivello spaurito, il vigliacco indeciso,etc) ma restando sempre sul piano di un esercizio registico schematico e superficiale che a volte disgusta a volte fa sorridere, quasi mai convince. Lontano dal rigoroso naturalismo del cinema realista (soggetto tratto da una storia vera tra malavita e dramma provinciale) come pure da una credibile rappresentazione romanzesca, il film mostra evidenti limiti tanto nella verosimiglianza di alcune scene (un improbabile e sconcertante raduno di decine di villici che si sollazzano tra braciole, vino e abusi sessuali) che nella discontinuità di un montaggio approssimativo in cui si riduce l'azione ad una banale sequenza di fatti scollati e privi di una efficace tensione drammatica. Attori giovani che aderiscono con sufficiente credibilità alla maschera grottesca di fisionomie riconoscibili del cinema italiano recente (Menphis che fa il bulletto è ormai un clichè tristemente abusato della fiction poliziesca nostrana) con la sola eccezione di uno Zingaretti che cerca di mantenere una laconica misura nella rappresentazione di un 'maschio Alfa' di feroce doppiezza alla testa di un branco che abbaia, morde e digrigna i denti contro le prede indifese della loro voracità. Decisamente insufficiente invece la prova di Lisarelli tra ingenuità espressive e il piglio balbuziente e spaesato di un alunno al suo primo giorno di scuola. Finale che si perde nello stucchevole melodramma di un irritante patetismo tra i flashback di un'infanzia di tenerezze domestiche e il candore di una religiosità accorata ed il presente di una vita bruciata nella balorda stupidità di una notte brava. La 'Nuit Braque' del cinema italiano.
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