gianleo67
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martedì 7 maggio 2013
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la 'nuit braque' del cinema italiano
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Branco di balordi di un piccolo paesello ciociaro segregano e violentano per un'intera notte un paio di autostoppiste tedesche, arrivando perfino ad organizzare una festa a pagamento dove vengono abusate da decine di persone. Una delle due muore, l'altra fugge facendo arrestare l'unico ragazzo che non l'aveva violentata ma ne aveva comunque impedito la fuga.
L'intento sociologico è chiaro, ma Risi non sa resistere alla tentazione di assecondare una drammaturgia da fiction televisiva che oscilla tra patetismo e moralismo, insistendo sulla contrapposizione pacchiana tra il luogo comune di una provincia apparentemente domestica e religiosa ed il vuoto di valori e la sottocultura bestiale che genera i mostri di una violenza sadica.
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Branco di balordi di un piccolo paesello ciociaro segregano e violentano per un'intera notte un paio di autostoppiste tedesche, arrivando perfino ad organizzare una festa a pagamento dove vengono abusate da decine di persone. Una delle due muore, l'altra fugge facendo arrestare l'unico ragazzo che non l'aveva violentata ma ne aveva comunque impedito la fuga.
L'intento sociologico è chiaro, ma Risi non sa resistere alla tentazione di assecondare una drammaturgia da fiction televisiva che oscilla tra patetismo e moralismo, insistendo sulla contrapposizione pacchiana tra il luogo comune di una provincia apparentemente domestica e religiosa ed il vuoto di valori e la sottocultura bestiale che genera i mostri di una violenza sadica. Contrapponendo gli eventi concomitanti di una tranquilla festa patronale (sincretismo tra religiosità popolare e svago profano dove perfino il giovin parroco balla il rock,sic!) e del rave orgiastico a base di alcool e istinti predatori, l'autore genera la dinamica di questa drammaturgia delle ambivalemnze cercando di approfondire la diversità delle psicologie di personaggi contraddittori (il truce,il pregiudicato, il leader carismatico , il pivello spaurito, il vigliacco indeciso,etc) ma restando sempre sul piano di un esercizio registico schematico e superficiale che a volte disgusta a volte fa sorridere, quasi mai convince. Lontano dal rigoroso naturalismo del cinema realista (soggetto tratto da una storia vera tra malavita e dramma provinciale) come pure da una credibile rappresentazione romanzesca, il film mostra evidenti limiti tanto nella verosimiglianza di alcune scene (un improbabile e sconcertante raduno di decine di villici che si sollazzano tra braciole, vino e abusi sessuali) che nella discontinuità di un montaggio approssimativo in cui si riduce l'azione ad una banale sequenza di fatti scollati e privi di una efficace tensione drammatica.
Attori giovani che aderiscono con sufficiente credibilità alla maschera grottesca di fisionomie riconoscibili del cinema italiano recente (Menphis che fa il bulletto è ormai un clichè tristemente abusato della fiction poliziesca nostrana) con la sola eccezione di uno Zingaretti che cerca di mantenere una laconica misura nella rappresentazione di un 'maschio Alfa' di feroce doppiezza alla testa di un branco che abbaia, morde e digrigna i denti contro le prede indifese della loro voracità. Decisamente insufficiente invece la prova di Lisarelli tra ingenuità espressive e il piglio balbuziente e spaesato di un alunno al suo primo giorno di scuola.
Finale che si perde nello stucchevole melodramma di un irritante patetismo tra i flashback di un'infanzia di tenerezze domestiche e il candore di una religiosità accorata ed il presente di una vita bruciata nella balorda stupidità di una notte brava. La 'Nuit Braque' del cinema italiano.
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paride86
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giovedì 25 giugno 2009
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tentativo non riuscito
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"Il Branco" è un film di denuncia che indaga la provincia italiana e il suo sottobosco socioculturale.
Purtroppo Marco Risi, nonostante ci provi ripetutamente, non è affatto un regista cinematografico e i suoi film sembrano sempre alla stregua delle fiction nostrane.
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bbb
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giovedì 25 settembre 2008
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zingaretti
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E comunque Zingaretti è stato davvero bravo anche in questo film
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giulia
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domenica 7 settembre 2008
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l'immortale capolavoro di marco risi
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"Il branco" è il capolavoro di Marco Risi, e forse uno dei migliori e più importanti film italiani mai realizzati. La storia (semi-vera) di un branco di gonzi mascalzoni balordi che, alle porte di Roma, all'inizio della palude dell'Agro Pontino, in Lazio, violentarono due turiste tedesche (e allo stupro partecipò una parte del paese), ammazzarono la vergine delle due, e poi furono tutti arrestati, diventa metafora e fotografia di un paese e di un periodo storico (gli anni Novanta) perfettamente riuscita. Giampiero Lisarelli è Raniero (la parte in principio doveva andare a Matthew Barry, troppo grande), Luca Zingaretti è Ottorino, Giorgio Tirabassi è il Sola e Ricky Memphis è Palle Secche: sono Il Branco.
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giovanna
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domenica 9 marzo 2008
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alle porte di roma, i giovani stuprano
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Il branco è la sola ragione d'orgoglio e di identità dei ragazzi di provincia, secondo Marco Risi. Verissimo. In questo film capolavoro, uno dei più bei film mai realizzati sulla faccia della Terra, due donne vengono violentate. Inevitabile il mio appoggio nei loro confronti, essendo donna anche io, ma devo dire che se a violentarmi fosse stato Zingaretti, be', l'avrei lasciato fare.
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(di ilnotturno)
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franz
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lunedì 21 gennaio 2008
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il branco
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Lo squallore della vicenda narrata non riesce a riscattarsi nell'espressione artistica, finendo con l'impattare, magari in perfetta buona fede, nel voyeurismo. Molte le ambizioni, mediocre il risultato per quello che avrebbe dovuto essere un film scomodo e duro mentre è ipocrita e sgradevole.
Terrificante il fatto che il film "Il branco" sia stato proposto in alcuni posti come film per le scuole. Si finge di non sapere che invece di suscitare ribrezzo per lo stupro, il film, come del resto quasi tutti quelli del genere, suscita invece eccitazione.
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erdottore
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martedì 15 gennaio 2008
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recensione: il branco
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E' un film che va apprezzato perchè si sforza di descrivere una doppia personalità di un ragazzo di provincia tanto comune quanto difficile da raccontare, il tutto in mezzo ad una atrocità e violenza inaudita, praticamente nell' arco di una notte.
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vinzanity
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martedì 15 gennaio 2008
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grande
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POEMA GREZZO..Grande film..ottime interpretazioni. Ricky Memphis un passo avanti!
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